Mancata lavanda dei piedi agli immigrati
«Se avessi immaginato quello che
sta accadendo, mi sarei impegnato e avrei fatto di tutto per portare a
termine ciò che avevo in mente di fare». Sono le uniche parole che
riesce a dire padre Gabriele Maccariello. La
storia vede come protagonisti il 74enne di origine campana,
padre Gabriele, e il suo confratello, padre Leonardo, entrambi
dell’ordine dei servi di Maria, responsabili della chiesa di San Michele
Arcangelo di Manduria. Un botta e risposta tra i due religiosi avvenuto
durante la celebrazione della messa serale, di quel giovedì di Pasqua,
ha fatto scoprire il motivo per cui il tradizionale rito del lavaggio
dei piedi ai fedeli non si sarebbe fatto: padre Leonardo si era opposto
all’idea avanzata da padre Gabriele di lavare i piedi a dodici
extracomunitari (che non erano presenti perchè non più invitati),
assistiti dalla Caritas del posto. È stato proprio quest’ultimo a sbottare durante l’omelia
del collega in cui c’era stato l’accenno all’imprevisto cambio di
programma: «Se fossero venuti loro qui non ci sarei io». Nella chiesa gremita di fedeli era
calato il gelo e non pochi dei presenti non hanno perso tempo, una volta
fuori, ad esprime sdegno su Facebook definendo l’accaduto come «un
vergognoso atto di razzismo salito sull’altare»
Padre Gabriele aveva organizzato
tutto alla perfezione, racconta di provenire «da Luzzano, un luogo nel Beneventano. Sono un ex sessantottino, mi sono laureato in teologia mentre
lavoravo come operaio in Svizzera, poi ho preso i voti: sempre in
periferia, sempre con gli ultimi». Un respiro, e riprende: «L’idea di
lavare i piedi ai migranti è una delle tante che ho. Stavolta non è
andata in porto: è che oramai sono vecchio, ho subìto 14 operazioni e
non ho più la forza di una volta. Ricordo che per un Giovedì Santo di
40 anni fa caricai dodici anziani tra i più poveri della periferia di
Taranto e i piedi li lavai a loro. No, nessuno mi disse di non
farlo...».
Nessun commento:
Posta un commento