tarantocontro

martedì 15 ottobre 2019

La Filiera Etica - il capitalismo buono di Yvan Sagnet serve solo gli interessi dei padroni

Da Campagne in lotta

LE MENZOGNE SULLA FILIERA ETICA VENGONO A GALLA. 
Nelle scorse settimane, i media locali e nazionali hanno dato grande risalto al progetto, sponsorizzato dall'associazione NOCAP e dal gruppo Megamark di Trani, che prevede l'assunzione di lavoratori in regola per la raccolta e la trasformazione del pomodoro nelle province di Foggia, Potenza e Ragusa. Una serie di riflessioni sorgono spontanee ascoltando le dichiarazioni dei vari soggetti coinvolti, tra cui il dirigente dello stesso Gruppo Megamark, proprietario di una catena di distribuzione con circa 500 punti vendita. In primo luogo, se è vero che il prezzo pagato ai produttori rimane invariato rispetto alla media, è evidente che per quanto la GDO possa strozzare produttori e altri lungo la filiera, i margini di profitto rimangono: i produttori che si dichiarano impossibilitati a pagare i lavoratori il giusto prezzo perchè altrimenti finirebbero sul lastrico mentono sapendo di mentire.
E' però altrettanto ovvio che la GDO anche in questo caso rimane l'anello più forte della catena, quello che continua ad assicurarsi la fetta maggiore del profitto...alla faccia della redistribuzione. Rimaniamo poi con il dubbio circa il numero di lavoratori regolarmente assunti: le fonti parlano, indifferentemente e spesso nello stesso passaggio, di 100, 60, 40, 20... comunque un numero esiguo, ma per un progetto che si fregia per la sua 'trasparenza' questa tombola ci pare quantomeno curiosa, oltre che di cattivo gusto. Il linguaggio utilizzato è d'altronde indicativo: si parla di lavoratori 'prelevati' come pacchi da questo o da quel ghetto, o campo di lavoro che sia. Infine, forse la questione più spinosa: qualche settimana fa, lo stesso Gruppo Megamark ha annunciato di voler esternalizzare la sua centrale di distribuzione, intimando ai dipendenti le dimissioni in modo da poterli poi riassumere tramite una cooperativa, come nelle migliori tradizioni capitalistiche del Bel Paese... davanti al rifiuto dei lavoratori sono arrivate le minacce di licenziamento. Attualmente i dipendenti sono in stato di agitazione. 
Oltre ad esprimere a loro la nostra vicinanza e solidarietà, ci chiediamo dunque che cosa vi sia di etico in questa filiera. Ma d'altronde, abbiamo smesso di credere alla favola del capitalismo buono tanto tempo fa...

tarantocontro alle 08:24
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