Anche Taranto ha manifestato. Ieri sera, in un tratto di via
Mignogna, in pieno centro cittadino. Alcune centinaia di persone hanno
risposto al’appello lanciato, soprattutto via social, dagli
organizzatori. Gente che ha voluto rappresentare il malcontento e la
rabbia contro l’ultimo Dpcm varato dal governo che ha imposto
limitazioni a ristoratori, titolari di bar e pub, di palestre e piscine.
La parte d’Italia, insomma, più colpita dal Dpcm e che rischia
seriamente la chiusura definitiva, dopo aver faticato (per chi ci è
riuscito) nel riattivarsi al termine del lockdown di marzo.
Insomma, recriminazioni e rabbia legittime, al netto della volontà del
governo di contenere l’espandersi pericolosissima della pandemia. E
scambiando appena qualche opinione con alcuni presenti, t’accorgevi del
timore nel futuro incertissimo, nella poca fiducia delle misure di
sostegno del governo. Opinioni svariate, del tutto comprensibili.
Purtroppo, però, va anche detto che quella gente ha subìto l’incursione
di individui che, salvando il diritto d’opinione sacrosanto,
probabilmente andava fermata in tempo prima di arringare la folla con
teorie quantomeno strampalate, per non scivolare noi nel volgare. E, va
detto pure, fa specie il non rispetto del distanziamento sociale e le
pochissime mascherine indossate fra quelli che ascoltavano. Ci
chiediamo: non andavano sanzionate, così come potrebbe accadere a
qualunque semplice cittadino che non rispetta le regole?
Per carità, la libertà individuale è un diritto fondamentale
irrinunciabile. Ma il limite c’è ed esiste, perchè esiste anche la
libertà altrui. E ieri sera, quell’assembramento e le poche mascherine
alzate il confine è stato senza dubbio divelto. Nella speranza che non
abbia pure fatto danni moltiplicando la diffusione del virus.
Sui social già ieri sera sono piovute e circolavano critiche molto forti
a quanto accaduto. Com’era prevedibile. Lasciamo stare i commenti,
taluni davvero pesanti. Certo è che dar sfogo a un presunto medico
patologo negazionista e a un ristoratore neppure tarantino che tira
fuori il complotto che vuole desertificati Paesi quali la Grecia e
l’Italia per la loro antichissima cultura, farebbe sorridere in altre
occasioni. Il problema non è dar loro voce: è non dissociarsi appena
dopo interventi simili.
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