giovedì 12 novembre 2020
Questa mattina alle ditte dell'appalto ArcelorMittal
E' proseguita alle portinerie delle Ditte dell'appalto ArcelorMittal la raccolta delle firme per la piattaforma operaia.
Questa iniziativa, che ha visto anche questa mattina una buona partecipazione degli operai, è importante e fondamentale per unire i lavoratori, le organizzazioni sindacali su una serie di rivendicazioni urgenti e necessarie.
Prima di tutto la cassintegrazione al 100% del salario. Perchè sta diventando intollerabile che tanti lavoratori vadano avanti al massimo con 800/900 euro al mese; è intollerabile che il governo preveda misure, ristorni, bonus a carattere immediato per categorie colpite dalle chiusure o per questioni secondarie e non c'è invece una misura urgente e necessaria per difendere i salari dei lavoratori, anzi sono tanti i lavoratori che ancora stanno aspettando il pagamento della cassintegrazione.
ArcelorMIttal si affretta a cambiare tutte le cassintegrazioni in Cig-covid che comportano un taglio della stesse, e il governo nulla fa per tutelare i lavoratori.
Così è importante porre qui ed ora la rivendicazione dell'orario di lavoro a parità di paga per quelle fabbriche toccate da processi di chiusura, esuberi o cassa covid permanente,
Infine, all'appalto c'è la rivendicazione del contratto unico, che per noi deve essere quello metalmeccanico, con la clausola sociale.
Gli operai delle Ditte dell'appalto, indipendentemente dalla sigla sindacale, stanno sostenendo sempre più numerosi queste rivendicazioni, così come hanno fatto alle portinerie dell'ArcelorMittal, dove vi è anche la rivendicazione dei prepensionamenti in risposta alla richiesta di migliaia di esuberi che viene da AM e sostanzialmente appoggiata dal governo.
Affermare la piattaforma operaia nelle assemblee, nell'insieme del sindacato è oggi un passo fondamentale per misurarsi davvero con i padroni e per organizzare la lotta generale dei lavoratori.
Ma questa mattina è avvenuto anche un altro fatto importante. Abbiamo portato l'informazione sulla lotta che si è sviluppata a Genova negli ultimi tre giorni, dove a fronte dei licenziamenti gli operai hanno realizzato prima una grande assemblea esterna, poi un corteo con tensione vincente nei confronti della polizia e infine hanno portato a casa il risultato della revoca dei licenziamenti.
A Taranto, invece, siamo alle solite. Anche qui ci sono stati licenziamenti e gravi provvedimenti disciplinari contro i lavoratori e delegati, ma non si è organizzata nessuna risposta dei lavoratori - e questo toccava ai sindacati farlo.
Così è stato denunciato questa mattina il fatto che il consiglio di fabbrica, allargato ai delegati delle Ditte appaltatrici, ieri si è riunito parlando di “fermo degli impianti” e poi invece si è concluso con il solito comunicato che annuncia assemblee - a proposito che fine hanno fatto le assemblee che erano state annunciate nel precedente Consiglio di fabbrica un mese fa? Così cosa ci si può aspettare dall'ennesimo incontro telematico convocato per domani?
Infine, la questione del CCNL dei metalmeccanici. Dopo lo sciopero del 5 novembre, che per altro a Taranto non ha avuto alcun peso, che si intende fare per riaprire le trattative e portare a casa un risultato, almeno quello salariale?
In questo senso la raccolta firme, le iniziative che stiamo facendo stanno mettendo sul piatto un'altra strada e un altro modo di affrontare questa situazione. e per questo va continuata, sostenuta, portata dentro le assemblee, se effettivamente ci saranno, e tradotta in iniziative di lotta nei prossimi giorni che cambino la situazione a favore dei lavoratori.
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