sabato 30 gennaio 2021

Ispettorato del Lavoro e Inps non difendono affatto gli operai - solo al servizio degli interessi di ArcelorMittal

L'Ispettorato del Lavoro e l'Inps di Taranto hanno risposto alla denuncia/esposto fatta a luglio dallo Slai cobas per il sindacato di classe sull'utilizzo illegittimo da parte di AM della cassaintegrazione-Covid (che riportiamo di seguito), dicendo solo che hanno eseguito gli accertamenti, ma da altre fonti sappiamo che la conclusione è stata che "E' TUTTO REGOLARE". 

Ma quali accertamenti hanno fatto? Noi dubitiamo anche che siano stati effettivamente fatti, se non sulle carte.

Nessun Ispettore ci risulta che abbia sentito gli operai, nessuno si è preso la briga di andare al di là di una applicazione burocratica dei Dpcm del governo, senza minimamente distinguere realtà di lavoro che effettivamente per la pandemia hanno dovuto chiudere, fermarsi e una multinazionale come ArcelorMittal che non si è mai fermata, che ha preteso e ottenuto dalla prefettura di far lavorare in pieno lockdown 5000 operai tra diretti e appalto - cosa non avvenuta in nessuna fabbrica - che aveva posto in cig molto prima dell'emergenza covid (da luglio 2019) e aveva già pianificato esuberi per tutti i mesi successivi, legati, quindi, non certo alle conseguenze della pandemia, ma ai problemi di mercato che c'erano prima, durante e continueranno ad esserci per la guerra dell'acciaio, e per cui al massimo poteva essere chiesta e autorizzata la cassintegrazione normale e non quella covid. 

Utilizzando la cig-Covid, invece, gli operai hanno visto e continuano a vedere quasi dimezzato il loro salario, mentre ArcelorMittal ci guadagna, dato che le aziende vengono scaricate da ogni contributo.

Oltre 400 operai hanno firmato la piattaforma operaia, in cui tra le prime richieste c'è il pagamento della cassintegrazione al 100% del salario, mentre nei mesi scorsi altre centinaia di operai hanno firmato sempre per questa rivendicazione - ieri nel corso dell'iniziativa in piazza della Vittoria durante lo sciopero generale nazionale proclamato dallo Slai cobas, Si cobas, sono state portate al Comune e in prefettura queste firme.

MA E' CHIARO, ANCHE DA QUESTA VERGOGNOSO ESITO DELL'ISPETTORATO DEL LAVORO E INPS CHE NON BASTANO LE FIRME, OCCORRE LA LOTTA, OCCORRE ASSEDIARE QUESTI ISTITUTI CHE FANNO I SERVI DEI PADRONI.

L'esposto dello Slai cobas

Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TARANTO
Alla Direzione INPS – Taranto
All'ISPETTORATO DEL LAVORO - Taranto

Esposto – Denuncia – Richiesta di intervento
 
La sottoscritta Calderazzi Margherita, in qualità di coordinatrice dell’Organizzazione Sindacale Slai cobas per il sindacato di classe, con sede in Taranto via Livio Andronico, 47,
espone quanto segue :

ArcelorMittal Italia, nello stabilimento di Taranto il 6 luglio, senza accordo sindacale, ha rinnovato la

Dallo sciopero e giornata di lotta del 29 gennaio riparte la lotta a Taranto

Lo sciopero del 29 è stato massicciamente propagandato in città con striscioni e locandine e alla fabbrica ha visto dei comizi volanti e volantinaggi a tutte le portinerie dell'ArcelorMittal e appalto da parte degli operai e lavoratori Slai cobas e in due occasioni dalle forze congiunte del patto d'azione Slai cobas e Fronte della gioventù comunista. I lavoratori in capannelli hanno discusso seriamente dello sciopero, sostenuto le ragioni contenute nei volantini e continuato a firmare per la piattaforma operaia - oltre 400 firme dirette ai tavolini e altre all'interno.
Chiaramente sindacati confederali e usb hanno attivamente dissuaso dallo sciopero, e nello stesso tempo hanno attivato una trattativa con l'azienda anche su temi contenuti nella piattaforma operaia quali l'integrazione salariale della cassintegrazione - mentre l'usb ha sbandierato essenzialmente due vittorie in tribunale di due cassintegrati riassunti in seguito a una causa. 

Venerdì 29 gennaio

Alle portinerie imprese vi è stato un presidio riuscito.

Negli altri settori, sciopero agli asili comunali delle lavoratrici slai cobas - sciopero dei lavoratori ex Pasquinelli e delle pulizie Amat; a questi si sono aggiunti scioperi degli attivisti Slai cobas nelle pulizie scuole statali e in altri appalti comunali.

In piazza Della Vittoria si sono ritrovati nell'intera mattinata lavoratori e studenti - i lavoratori sono arrivati prima, gli studenti dopo, complessivamente circa un centinaio.
Questo ha fatto si che la piazza fosse occupata da una assemblea no-stop ma con presenze alterne.

Questo sciopero generale nazionale, pur riempiendosi anche delle lotte evertenze che già le lavoratrici e lavoratori fanno, ha permesso di sentirsi parte di un fronte nazionale di lavoratori, e di una battaglia che necessariamente deve vedere portare ogni lotta a livello di lotta contro l'insieme del sistema dei padroni e contro il governo, qualunque esso sia. 

L'importante incontro tra lavoratori, lavoratrici e studenti ha permesso di conoscere direttamente le condizioni sui posti di lavoro e nelle scuole, e di cominciare a realizzare quell'unità sempre importante per elevare la lotta, sintetizzata dai cartelli: "studenti/lavoratori uniti nella lotta!".

Hanno parlato i rappresentanti dei lavoratori dello Slai cobas  dei diversi posti di lavoro - maggioritaria la presenza delle donne lavoratrici come è consuetudine a Taranto - che hanno sviluppato denuncia e determinazioni a sostegno della piattaforma nazionale e delle vertenze locali in corso. Un momento particolare è stato vissuto con l'intervento di un medico attivo nel movimento che ha fatto il punto sulla situazione negli ospedali e nelle strutture sanitarie, sullo stato della pandemia ancora grave a Taranto e ha indicato alcune necessità urgenti su cui lottare - in primis la questione dei tamponi e vaccini per tutti. Nella parte finale la piazza è stata nelle mani degli studenti schierati che hanno fatto interventi sulla situazione nelle scuole e lanciato la mobilitazione per l'apertura delle scuole superiori prevista dalla Regione puglia per il primo febbraio.

Intanto una delegazione di lavoratori è andata a consegnare le 400 firme degli operai ArcelorMittal/Appalto sulla piattaforma operaia e le firme delle lavoratrici asilo su protocollo sanitario e internalizzazione al Comune, con un incontro con l'ass. Castronovi.

In sede di conclusione due sono le indicazioni forti: la piazza ce la siamo ripresa e non la lasceremo.
Una nuova iniziativa di piazza questa volta serale è prevista per i prossimi giorni preparata da assemblee e riunioni di consuntivo sui posti di lavoro e alle scuole. E si prepara l'8 marzo delle lavoratrici.

A livello di Ilva/ArcelorMittal/appalto partiranno una serie di iniziative mirate: la consegna delle firme partita già stamattina con la consegna al Comune, il processo "ambiente svenduto" che riprende lunedi 1° febbraio; la guerra di posizione nei confronti di sindacati confederali/usb che sono ormai una cosa sola a fronte della trattativa sul nuovo accordo piano Governo/Invitalia-ArcelorMittal/Confindustria locale che prevede esuberi pilotati, cassaintegrazione permanente, abbandono dei cassintegrati ex ilva AS, e naturalmente piano ambientale e sicurezza in totale gestione dei padroni con cogestione complice dei sindacati confederali e istituzioni.

Si preparerà l'assemblea nazionale telematica del Patto d'azione sulla questione Ilva del 19 febbraio - dalla quale scaturirà l'iniziativa nazionale del Patto a Taranto in marzo.

Per il patto d'azione
Slai cobas per il sindacato di classe
Fronte della gioventù comunista

29-1-2021





venerdì 29 gennaio 2021

FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI! Presidio alla fabbrica e delegazioni di lavoratori e studenti in piazza anche a Taranto

Oggi 29 gennaio con un presidio alla portineria dell'appalto è partito anche a taranto uno sciopero generale nazionale dal basso fuori dai sindacati confederali su tanti posti di lavoro in Italia e con manifestazioni cittadine in diverse città italiane.

E' un primo passo per incitare tutti i lavoratori a mobilitarsi contro padroni e governo che ci stanno scaricando la crisi e la pandemia addosso, penalizzandoci su salari, lavoro salute e rendendo ancora più incerto il futuro nostro e delle nostre famiglie.

A Taranto c'è una manifestazione/assemblea in piazza della Vittoria dalle ore 9 - con  delegazioni di lavoratrici asili e ditte di pulizia scuole comunali e statali - insegnanti precari della scuola - rappresentanti di lavoratori pulizie Amat trasporti e lavoratori appalto comunale exPasquinelli - delegazioni e rappresentanti degli studenti di diverse scuole.

La piattaforma nazionale contiene le seguenti rivendicazioni

- Rinnovo dei CCNL scaduti da anni, con adeguati aumenti salariali a difesa delle condizioni di vita

- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;

- Protocollo sanitario per la prevenzione da CoVid 19 sui luoghi di lavoro con obbligatorietà dello screening e dei tamponi a tutti i lavoratori, e misure vincolanti per la prevenzione dei contagi;

- Piano nazionale straordinario di assunzione di personale sanitario; riorganizzazione del servizio sanitario pubblico unico, gratuito;

- Piano straordinario di edilizia scolastica e di assunzione di personale nelle scuole; Piano di aumento dei trasporti pubblici;

- Tassa patrimoniale sui grandi padroni e e i redditi più ricchi della popolazione;

- Salario per vivere per disoccupati, sottoccupati, donne;

- Libertà di sciopero, di organizzazione e agibilità sindacale

- Blocco degli affitti, dei mutui sulla casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, ecc.)..

Per l'ArcelorMittal/indotto/cassintegrati exIlva abbiamo deciso di far conoscere a tutti e alla stampa e di consegnare alla Prefettura la piattaforma operaia sottoscritta finora da 400 operai – raccolta che continua – che chiede l’Integrazione della Cig al 100% del salario; il rientro dei cassintegrati in IlvaAs; il contratto unico metalmeccanico nell’appalto con clausola sociale; respinge licenziamenti ed esuberi e rivendica prepensionamenti; piani di ambientalizzazione della fabbrica e nuove tecnologie con gli operai in fabbrica e con utilizzo dei cassintegrati; postazione ispettiva e sanitaria permanente nell'area AM/appalto

Assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici

info c/o Taranto Slai cobas via L. Andronico 47 slaicobasta@gmail.com 3475301704

Grave situazione nel carcere di Taranto - lo Slai cobas porterà in piazza della Vittoria domani l'infomazione e denuncia di quello che avviene

Nel carcere di Taranto sovraffollamento del 200%

...viene denunciato il sovraffollamento del duecento per cento preso il carcere di Taranto. .. si legge in una nota dell’Associazione Marco Pannella -. Noi abbiamo sempre lottato per la comunità penitenziaria tutta, e denunciato al contempo le violazioni dei diritti perpetuate a danno di detenuti e detenenti. Tutti in carcere soffrono per il sovraffollamento dovuto all’abuso di custodia cautelare e mancanza di ricorso a pene alternative”.

....Ci spiace che negli ultimi due anni ci sia stato impedito di poter effettuare visite ispettive in carcere, altrimenti avremmo continuato come sempre in una tradizione ultradecennale ad appuntare e denunciare le storture carcerarie, anche del penitenziario di Taranto. Chiediamo a loro che lo vivono, di riportarci al dettaglio le carenze, così da denunciarle insieme nel rispetto dei diritti di tutta la comunità penitenziaria”.

“Con l’occasione ribadiamo la richiesta a tutte le autorità locali di effettuare costantemente screening su agenti e detenuti per tenere sotto controllo l’andamento del contagio all’interno del carcere di Taranto, e di darne corretta informazione alla popolazione” concludono dall’Associazione Marco Pannella.

La situazione dell'AMAT denunciata dai sindacati - Lo Slai cobas a sua volta rileva che ci sono operai con il COVID nell'appalto delle pulizie e 12 in malattia - il servizio in difficoltà e crisi - e i rappresentanti dei lavoratori saranno in piazza della Vittoria domani 29

pubblicato il 27 Gennaio 2021, 20:33

Corriere di Taranto

I sindacati di categoria dei Trasporti di Taranto, hanno inviato una lettera al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, per denunciare la precaria situazione vissuta dagli autisti dell’azienda Amat. Specialmente in questo momento di emergenza sanitaria a causa della pandemia da Covid-19.

“La dirigenza Amat SPA, tra una conferenza stampa ed un’intervista, in seguito all’immissione in servizio dei nuovi bus ibridi, ha deciso, in maniera “cervellotica”, di emanare un ordine di servizio che mette a serio rischio sanitario il personale AMAT, consentendo alla utenza di salire dalla porta

'Ex Ilva, altiforni a singhiozzo: sindacati sfiduciati' - Ma c'è un solo modo per sbloccare la situazione - la lotta dei lavoratori

Un primo passo è l'iniziativa del 29 gennaio 

nel quadro dello sciopero generale indetto dall'assemblea nazionale dei lavoratori combattivi 

Appuntamento alle portinerie per presidi e in 
piazza della Vittoria alle ore 9 assemblea lavoratori e studenti
Saranno presentate e consegnate le 400 firme sulla piattaforma operaia sottoscritta da operai ArcelorMittal e appalto

(dal Corriere di Taranto) - Nuovo incontro quest’oggi tra ArcelorMittal Italia, rappresentata dall’amministratore delegato Morselli e dal Direttore delle Risorse Umane Ferrucci, e le organizzazioni sindacali in merito alla ritardata ripartenza di AFO/2 e alle problematiche inerenti alla proroga dei termini richiesta al Ministero dell’Ambiente per l’esecuzione della prescrizione n.6 (chiusura nastri trasportatori) di cui al DPCM del 29 settembre 2017.

La società ha dichiarato che il ritardo sulla ripartenza di AFO/2, inzialmente prevista per la giornata di ieri, è scaturita da una problematica tecnica della macchina a forare. Tuttavia, è stata avviata al

Perchè domani sciopero generale - La piattaforma nazionale e a Taranto - Ne parliamo venerdì in piazza della Vittoria dalle 9

A fronte della situazione di pandemia e crisi che sta fortemente penalizzando i lavoratori, i precari, disoccupati e che mette sanità e scuola in gravissima difficoltà,

l'Assemblea nazionale delle lavoratrici e  lavoratori combattivi appartenenti a diverse organizzazioni sindacali di base in primis Slai Cobas, Si.Cobas e della opposizione interna alla Cgil/Fiom
ha organizzato uno sciopero generale nazionale per il 29 gennaio su tanti posti di lavoro in Italia e manifestazioni cittadine in diverse città italiane.
 
E’ un primo passo lanciato verso una lotta generale locale e nazionale contro Confindustria e governo, qualunque sia, per difendere salario, lavoro, salute.
Si rivolge a tutti i lavoratori indipendentemente dalla tessera sindacale.

A Taranto partecipano allo sciopero e alla manifestazione - in piazza della Vittoria dalle ore 9 - rappresentanti di operai ArcelorMittal-indotto-cigs ex ilva - delegazioni di lavoratrici asili e ditte di pulizia scuola comunali e statali - insegnanti precari della scuola - rappresentanti di lavoratori pulizie Amat trasporti e lavoratori appalto comunale ex Pasquinelli - delegazioni e rappresentanti degli studenti di diverse scuole.
 
La piattaforma nazionale contiene le seguenti rivendicazioni:
- Rinnovo dei CCNL scaduti, adeguati aumenti salariali a difesa delle condizioni di vita
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
- Integrazione della Cig al 100% del salario;
- Protocollo sanitario per la prevenzione da CoVid 19 sui luoghi di lavoro con obbligatorietà dello screening e dei tamponi a tutti i lavoratori, e misure vincolanti per la prevenzione dei contagi;
- Piano nazionale straordinario di assunzione di personale sanitario; riorganizzazione del servizio sanitario pubblico unico, gratuito;
- Piano straordinario di edilizia scolastica e di assunzione di personale nelle scuole;
- Piano straordinario di aumento dei trasporti pubblici;
- Internalizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali;
- Patrimoniale sui settori più ricchi della popolazione;
- Salario per vivere per disoccupati, sottoccupati, donne;
- Libertà di sciopero, di organizzazione e agibilità sindacale
- Blocco degli affitti, dei mutui e di tutte le bollette (luce, acqua, gas, ecc.)...

Per quanto riguarda Taranto,
si richiede l'internalizzazione dei servizi con salari e orari dignitosi in asili, appalti comunali e appalti Kyma;
per l'ArcelorMittal/indotto/cassintegrati ex Ilva si esprime la contrarietà all'accordo Governo/Invitalia/AM e si rivendica la piattaforma operaia sottoscritta da 400 operai
che respinge esuberi e rivendica prepensionamenti, il rientro dei cassintegrati in IlvaAs, piani ambientalizzazione della fabbrica e nuove tecnologie con gli operai in fabbrica con utilizzo dei cassintegrati, postazione ispettiva e sanitaria permanente nell'area AM/appalto.

Per l'Assemblea nazionale dei lavoratori combattivi
Slai cobas per il sindacato di classe

Taranto via L. Andronico 47 slaicobasta@gmail.com  - 3475301704

mercoledì 27 gennaio 2021

Scuola: Gli ex lsu e appalti storici e la presa in giro della stabilizzazione - VENERDI' 29 GENNAIO SCIOPERO E INIZIATIVA IN PIAZZA!

La stabilizzazione dei lavoratori e lavoratrici exlsu e appalti storici delle pulizie delle scuole statali, che sono a orario ridotto a 18 ore settimanali, dal 1° gennaio attendono il passaggio a full time in Puglia e a Taranto.

Dove ci sono eccedenze di lavoratori rispetto ai posti accantonati la situazione va a rilento, il governo con circolari e note aggiuntive poco chiare e fuorvianti stanno ritardando questo processo.

I sindacati confederali non aiutano minimamente a fare chiarezza, e nei loro incontri con il governo probabilmente remano contro, visto che sono sempre stati contrari alla internalizzazione dei 15.000 lavoratori delle pulizie scuole.
I loro interessi sono sempre stati di fare accordi a favore delle ditte e del governo.

I lavoratori rimasti fuori dalla prima internalizzazione per carenza dei requisiti, sono invece da un anno senza prospettive e senza Fis perchè l'INPS ancora non l'ha erogato.

Lo Slai COBAS chiama tutti i lavoratori a scioperare 
venerdì 29 gennaio, dove c'è sciopero in tutta Italia
A Taranto appuntamento ore 9 a Piazza della Vittoria 

Vogliamo contratti full time e assunzioni per tutti!

Sotto l'indizione dello sciopero nazionale e la piattaforma

SLAI Cobas per il sindacato di classe

Sede leg.: Taranto v. Livio Andronico, 47 – tel 347/5301704 – C.F. 90177580736 - e mail: slaicobasta@gmail.com

TA. 06/01/2021

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Conte
Al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali
Al Ministero dello Sviluppo Economico
Al Ministero Dipartimento Funzione Pubblica
AL MIUR – Ministero Istruzione Università e Ricerca
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
Al Ministero della Salute
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
Al Presidente della Commissione di Garanzia Scioperi
Alla Confindustria
Alla Federmeccanica
Alla Confcommercio
Alla Confesercenti
Alla Confcooperative
Alla Lega Cooperative
Alla Confagricoltura 
Alla Conftrasporti
Alla Federlogistica 
Alla Direzione Poste Italiane
Alla Direzione Treni Italia

OGGETTO: PROCLAMAZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DEL 29 GENNAIO 2021

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, unendosi alla indizione già trasmessa in data 21.12.20 dall'O.S. Si Cobas, comunica con la presente nota la proclamazione dello sciopero generale che si svolgerà a livello nazionale e per l'intera giornata del 29 Gennaio 2021 in tutti i settori lavorativi privati, pubblici e cooperativi e riguarderà tutte le lavoratrici e i lavoratori a tempo indeterminato, a tempo determinato, con contratti precari o atipici.

La motivazione dello sciopero riguarda il peggioramento della condizione generale di lavoro e di vita, salariali dei lavoratori e lavoratrici, masse popolari, a fronte dell'azione del padronato e delle politiche del governo in particolare in questa fase pandemica.

Si unisce alla richiesta già formulata dal Si Cobas dell'apertura immediata di un tavolo di confronto con l’esecutivo a partire dalle seguenti rivendicazioni:

1) Protocollo sanitario per la prevenzione da CoVid 19 sui luoghi di lavoro con obbligatorietà dello screening e dei tamponi a tutti i lavoratori, e misure vincolanti per la prevenzione dei contagi; 

2) Piano nazionale straordinario di assunzione di infermieri e medici, stabilizzazione di tutti/e i/le precari/e; riorganizzazione del servizio sanitario pubblico unico, gratuito, dotato di una diffusa rete territoriale, con al centro la tutela della salute sui luoghi di lavoro; requisizione di cliniche private; 

3) Rinnovo immediato dei CCNL scaduti, con adeguati aumenti salariali a difesa delle condizioni di vita dei lavoratori. Prolungamento degli scatti di anzianità oltre i 5 anni e sostanziale indennità di vacanza contrattuale. Trasformazione dei contratti precari, a termine in contratti a TI;

4) No ai licenziamenti di massa: drastica riduzione dell’orario di lavoro a parità di

salario; Integrazione della Cig/Fis al 100%, ripristino dell’art. 18;

5) Piano di internalizzazione di tutti i servizi essenziali e permanenti delle strutture pubbliche (asili, scuole, sanità, trasporti, cimiteri, ecc.);

6) Salario garantito per disoccupati, sottoccupati, donne;

7) Introduzione di una patrimoniale sui settori più ricchi della popolazione, al fine di fronteggiare l’impatto della crisi sanitaria, e far pagare i costi a chi ha continuato ad aumentare profitti e rendite;

8) Libertà di sciopero e agibilità sindacale; abolizione del T.U. sulla rappresentanza del 10.2014;

9) Diritto al lavoro per tutte le donne, contro la precarizzazione; per il potenziamento dei servizi sociali, contro la conciliazione tra lavoro domestico ed extra-domestico;

10) Abrogazione dei decreti-sicurezza: no alla militarizzazione dei territori e dei luoghi di lavoro, contro ogni criminalizzazione delle lotte sociali e sindacali;

11) Documenti e permesso di soggiorno europeo a tampo indeterminato per tutti gli immigrati e le immigrate; equiparazione salariale, di diritti e di accesso ai servizi sociali; libertà di circolazione e chiusura immediata dei CPR;

12) Drastico taglio alle spese militari e alle grandi opere inutili e dannose (Tav, Tap, Muos, ecc.);

13) Piano straordinario di edilizia scolastica e di assunzione di personale docente e non docente per garantire la salute nelle scuole;

14) Piano straordinario di aumento dei trasporti pubblici;

15) Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

coordinatrice nazionale Margherita Calderazzi 

per comunicazioni: slaicobasta@gmail.com - pec slaicobassc@pec.libero.it - 3475301704

Covid a Taranto - troppi contagi, troppi, troppi morti - Basta con i bollettini di numeri, serve affrontarne le ragioni e adottare rapide soluzioni

La situazione pandemia a Taranto è sempre più grave
I contagi restano sopra i 250 al giorno, spesso, come ieri, avvicinandosi ai 300, ma soprattutto le morti sono preoccupanti, ieri 10
E’ chiaro che ci sono oltre le ragioni generali, problemi locali. Questi vanno indagati e affrontati e data una differente soluzione. 

Lo Slai cobas nell'iniziativa fatta all'Ospedale Moscati abbiamo indicato, sulla base di inchiesta e testimonianze raccolte, alcune delle carenze che impediscano che contagi e morti si abbassino realmente.

Venerdì, nel corso dello sciopero generale nazionale del 29 gennaio, in cui una delle ragioni è proprio lo stato della sanità sia sui posti di lavoro che nei territori, faremo un'assemblea dalle ore 9 in piazza della Vittoria, in cui interverranno anche alcuni medici e operatori sanitari. 

Facciamo appello al personale sanitario di Taranto a venire, a informare sull'effettiva situazione, a dare un contributo sulle soluzioni. 

ORA E' TEMPO CHE OGNUNO SI ADOPERI, SI SCHIERI, DIA IL PROPRIO CONTRIBUTO.

SE NON SI FA E' COME SE ANCHE NOI SIAMO CORRESPONSABILI DEI NOSTRI MALATI E MORTI!

Grottaglie, giù dalla pedana: muore operaio

Nell'anno 2020 i morti sul lavoro in PUGLIA sono stati: 20 Bari (4),

BAT (2), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (3) Taranto (2).

 

Da questi dati sono esclusi i morti per covid e i morti in itinere e

sulle strade: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade

sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati

 *****

Si tratta di un sessantunenne appena assunto. 

pubblicato il 27 Gennaio 2021, 08:34

Intorno alle ore 18.00 di ieri, a Grottaglie, all’interno del deposito edile della locale ditta ‘Bonfrate’, è stato rinvenuto esanime, nei pressi di un’impalcatura, Ciro Meo, di Francavilla fontana, classe 1959, operaio. Nel corso dell’ispezione cadaverica è emerso che la salma presentava una vasta ferita lacero-contusa sulla parte superiore del cranio...
Il malcapitato era stato di recente assunto presso la stessa azienda con mansioni di operaio addetto alle pulizie ed al riordino dei materiali stoccati.
Nel corso delle indagini, il titolare della ditta, Santo Bonfrate, grottagliese, del 1956, coniugato, commerciante, ha ammesso che l’uomo precipitava dalla pedana in sopraelevazione di un muletto durante alcuni lavori di sistemazione in altezza di alcuni bancali, decedendo sul colpo.
Bonfrate, indagato a piede libero, risponderà di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle prescrizioni sui luoghi di lavoro. L’intera area è stata sottoposta a sequestro.

martedì 26 gennaio 2021

La crisi di governo - Lavoratori, studenti in piazza della Vittoria il 29 gennaio ore 9!

L'asse padroni-Bonomi-parte Pd/centro destra a guida Salvini/Meloni provoca la crisi di governo e spinge verso un governo ancora più antioperaio e antipopolare.

Sia un Conte/ter che reimbarchi il gruppo renziano, sia un governo tecnico con ampia base parlamentare, sia le elezioni anticipate sono soluzioni ancora peggiori di quello che abbiamo e puntano a scaricare ancor più crisi e pandemia sugli operai e masse popolari.

Per noi è fondamentale che operai, lavoratori, precari, disoccupati e masse popolari prendano la parola e intervengano nella crisi con la loro unica arma: la LOTTA! 

Una prima iniziativa immediata è lo sciopero del 29 gennaio.

E' importante che i focolai di lotta si estendano alle fabbriche e a tutti i posti di lavoro

è importante l'unità lavoratori/studenti

è importante affrontare nella sanità i drammatici problemi di malati/morti/strutture e macchinari sanitari/protocolli sui posti di lavoro/tamponi e vaccini per tutti.

Unirsi in un fronte comune su una piattaforma alternativa è la forma attuale della lotta politica e sociale contro padroni/governi/Stato del capitale.

A Taranto il 29 gennaio ore 9 piazza della Vittoria delegazioni operai AM-indotto-cigs ex ilva, lavoratrici asili e ditte di pulizia scuola comunali e statali - insegnanti precari - lavoratori pulizie Amat trasporti - lavoratori appalto comunale ex Pasquinelli - studenti Fgc, 2/3 scuole
 

lunedì 25 gennaio 2021

Ex Ilva, prosegue confronto sindacati e azienda - ma senza iniziative di lotta nulla si può ottenere - il 29 gennaio lo Slai cobas chiama gli operai a dare un segno di vita

Nello sciopero indetto a livello nazionale dall'Assemblea nazionale dei lavoratori combattivi
a Taranto appuntamenti:
port. D ArcelorMittal giovedi ore 14-16 - Venerdi portineria imprese ore 6
 
Venerdì 29 ore 9 piazza della Vittoria - operai, lavoratori, lavoratrici, studenti, operatori sanitari, precari della scuola si incontrano in piazza

Da Corriere di Taranto

Quest’oggi ArcelorMittal Italia ha convocato le organizzazioni sindacali, dando seguito a quanto richiesto in occasione dell’incontro tenutosi a Roma il 12 gennaio, in merito alla necessità di avere informazioni più dettagliate su quanto previsto dal piano industriale quinquennale, a partire dalla produzione di acciaio prevista per il 2021 e delle ricadute occupazionali.

“La Direzione Aziendale ha confermato che la produzione per l’anno 2021 si attesterà sui 5 milioni di tonnelate e che nelle prossime ore, dopo la ripartenza dei giorni scorsi di ACC/1, è previsto l’avvio dell’altoforno n.2” si legge in una nota di Fiom, Fim, Uilm e Usb.

Le organizzazioni sindacali si sono rese “disponibili ad un confronto sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale, che non può continuare ad essere la cassa integrazione con causale COVID 19, in quanto il piano industriale prevede un periodo di attuazione di 5 anni”.

Inoltre, Fim, Fiom Uilm e Usb hanno “chiaramente espresso la volontà di proseguire il confronto soltanto se sarà garantita un’integrazione salariale al reddito per i lavoratori in cassa integrazione e che la stessa trattativa coinvolga tutti i soggetti in campo, ovvero Arcelor Mittal, Invitalia e governo. Infine, riteniamo fondamentale avere delle certezze dal Governo in merito ai lavoratori di ILVA in AS che tutt’oggi sono garantiti dalla clausola di salvaguardia occupazionale” concludono le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto.

Processo Ilva - Di seguito l'ordinanza della Corte d'Assise che fissa al 1° febbraio l'avvio della fase di discussione

L'ordinanza respinge ancora una volta i "bastoni tra le ruote" che fino all'ultimo gli avvocati di Riva e soci hanno cercato di mettere per annullare alcune procedure del processo e rinviare ancora di tre mesi la prossima fase, in cui ci saranno le dichiarazioni dei PM e degli avvocati delle perti civili, compresi gli avvocati dello Slai cobas.  

La Corte di Assise di Taranto
Decidendo sulle questioni sollevate dai Difensori degli imputati a norma dell'art.511, c.p.p.;
decidendo, inoltre, sulle richieste relative alla prosecuzione del dibattimento;
sentite le parti;
OSSERVA
Stabilisce l'art. 511, c.p.p. che ll giudice, anche di ufficio, dispone che sia data lettura, integrale o paniale, degli atti contenuti nel fascicolo per il dibattimento... e che in luogo della lettura, il giudice, anche di ufficio, può indicare specificamente gli atti utilizzabili ai fini della decisione. L'indicazione degli atti equivale alla loro lettura.
La lettura dibattimentale costituisce uno specifico meccanismo acquisitivo che, in ossequio del

FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI! TUTTI/E IN PIAZZA IL 29 E 30 GENNAIO! L'appello del Patto d'azione anticapitalista di cui è parte lo Slai cobas sc

La crisi sanitaria ancora pienamente in atto a livello mondiale sta accelerando e rendendo ancora più evidenti le contraddizioni strutturali dell’attuale modo di produzione.

Un’emergenza pandemica che non è casuale ma al contrario è strettamente legata al sistema capitalistico e alla sua espansione vorace e predatoria, che non risparmia alcun ecosistema.

Sono infatti in progressivo e costante aumento la deforestazione e la desertificazione, l’incremento irreversibile della temperatura terrestre che produce ciclicamente catastrofi naturali, l’agribusiness e l’allevamento intensivo, l’inquinamento e l’urbanizzazione esasperata, la rapina di territori e i conseguenti fenomeni di migrazione alla ricerca di una vita dignitosa.

Un sistema fondato sulla massimizzazione del profitto, sul massiccio sfruttamento di vite e sul saccheggio di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale.

Sebbene l’intero sistema produttivo e sociale sia stato travolto da questa crisi, governi e padroni si appellano alla retorica dell'unità nazionale: in realtà intendono scaricare i costi della crisi solo sulle classi subalterne per tutelare l'accumulazione di ricchezze dei capitalisti che non viene minimamente intaccata dalle misure governative, anzi il più delle volte continua a crescere.

Le politiche messe in atto dai governi nazionali, Conte in primis, segnano la subordinazione servile alle richieste e alle forti pressioni padronali che spingono per misure di tutela dei loro profitti e di socializzazione delle perdite sulle classi subalterne, le quali saranno costrette a pagare le inevitabili ristrutturazioni produttive. Le misure di emergenza sino ad ora messe in campo comporteranno l’aumento del debito (a partire dal Recovery Plan) e pertanto ulteriori stagioni di “sacrifici”, con tagli del welfare, sterilizzazione dei salari e sgretolamento di tutele e diritti acquisiti (tra cui anche il diritto di sciopero e di attività sindacale).

In questo quadro tendono ad inasprirsi il patriarcato e le discriminazioni di genere: l’atomizzazione e la segregazione generata dallo smart-working scaricano il peso del lavoro di cura e riproduttivo ancor più sulle spalle delle donne.

Lo stesso vale per la discriminazione degli e delle immigrate: il razzismo istituzionale che ricatta chi non è cittadino italiano, imponendo la subordinazione ad un documento e criminalizzando chi non ce l’ha, comporta un accesso differenziale alle cure, alla prevenzione e al welfare. La finta ‘sanatoria’ promossa dalla ministra Bellanova e il ritocco di facciata ai decreti Salvini sono la prova di quanto faccia comodo alla classe dominante mantenere gli immigrati in una condizione di subalternità legalizzata.

L’imminente termine della moratoria dei licenziamenti non potrà che aggravare la condizione di impoverimento già approfondita da anni di austerità: una moratoria peraltro più fittizia che reale, in quanto il mancato rinnovo dei contratti a termine, la chiusura totale di attività, i licenziamenti disciplinari fittizi, l’espulsione del lavoro sommerso e in nero, già ne hanno decretato la fine.

In definitiva, il padronato sta approfittando della crisi in atto per continuare la propria guerra di classe e regolare i conti con i lavoratori e i proletari: l’offensiva padronale sul versante dei salari, dei contratti e delle complessive condizioni di lavoro è ormai esplicita e palese a chiunque: l'annuncio di oltre 6000 licenziamenti in tutta Europa di lavoratori da parte di Fedex-TNT ne è la riprova.

La gestione dell’emergenza, anche in questa infinita seconda fase, segnala e conferma l’assoluta assenza di tutela della salute e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici, subordinata anch’essa alle deroghe tese a tutelare gli interessi padronali e il profitto.

Questo, e non altri, è il principale motivo per cui l'Italia è il paese europeo col più alto numero di vittime per CoViD-19, alimentate ulteriormente da una gestione fallimentare dell'emergenza e da anni di tagli e di distruzione programmata del sistema sanitario nazionale: un sistema al collasso anche per il pressoché completo abbandono delle politiche di prevenzione e della medicina territoriale e del lavoro. L’inizio a dir poco zoppicante della campagna vaccinale ne è un’ulteriore dimostrazione.

Questo stato di cose richiama la necessità di porre con forza all’attenzione dei lavoratori e degli oppressi la necessità oggettiva del superamento del sistema di sfruttamento capitalistico, stante l’assoluta incompatibilità e contrapposizione degli interessi generali di classe con quelli della borghesia imperialista e dei suoi maggiordomi al governo.

Un’incompatibilità e una contrapposizione oggettiva e storicamente data che necessitano di una mobilitazione a livello di massa, di strumenti di lotta che diano realistiche e praticabili risposte alla materialità dei bisogni di classe immediati, per affrontare concretamente le difficoltà del proletariato soprattutto nell’attuale fase storica.

Ma ciò non è sufficiente: devono essere poste le basi per superare la mera difesa sul piano aziendale o di singola categoria per rispondere agli attacchi che subiscono tutti i proletari e per strutturare un fronte di azione e di lotta di massa, esteso, comprensivo dell’insieme dell’intera classe, superando i mille rivoli e le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta.

Un fronte di classe con un chiaro indirizzo anti-capitalista, che rilanci le parole d’ordine storiche e unificanti del movimento operaio, che sia capace di invertire una volta per tutte la tendenza al riflusso e alla passività, e che restituisca ai proletari quel protagonismo e quella fiducia nei propri mezzi che è il requisito fondamentale per resistere e per vincere.

In continuità con le mobilitazioni del 18 e 19 dicembre il Patto d'Azione anti-capitalista aderisce allo sciopero generale del 29 gennaio convocato dalla partecipata Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi, ne condivide e ne fa proprie le parole d’ordine: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, cassaintegrazione al 100% del salario, salario medio garantito a disoccupati e precari, imposizione di una patrimoniale per far pagare la crisi ai suoi artefici, rispetto e potenziamento dei protocolli sanitari per l’autodifesa della salute sui luoghi di lavoro, regolarizzazione senza condizioni degli immigrati sprovvisti di documenti, e lancia una giornata di mobilitazione nei territori, ove possibile, nella giornata di sabato 30 gennaio per riaffermare la necessità della costruzione di un fronte unico di classe il più ampio possibile.

Facciamo quindi appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di subire quotidianamente le politiche di sfruttamento e marginalità, a partecipare in massa alle giornate del 29 e 30 gennaio e ai prossimi appuntamenti del Patto d'azione.

Patto d’Azione anticapitalista- Per un fronte unico di classe

segnaliamo il nuovo sito del Patto ancora in definizione :
www.fronteanticapitalista.org/

 

venerdì 22 gennaio 2021

Info: Contagi Covid sul lavoro va considerato infortunio

Per i contagi Covid sul lavoro indennità Inail fino alla guarigione

La “seconda ondata” dei contagi di Covid 19 ha già avuto un impatto consistente, anche in ambito lavorativo. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Inail, i casi di infezione denunciati all’Istituto al 30 novembre erano 104.328, pari al 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro arrivate dall’inizio dell’anno. Solo nel bimestre ottobre-novembre, le denunce sono state 49mila (il 47% del totale). Si tratta dei casi di infezione avvenuti in occasione di lavoro. Negli altri casi di contagio, ai lavoratori si applicano le tutele previste per la malattia, con l’intervento economico dell’Inps.

Il contagio sul lavoro

In base alle regole in vigore sui casi di malattie infettive e parassitarie, tra le quali rientra l’infezione Covid-19, l’Inail tutela queste affezioni morbose, inquadrandole, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro: in questi casi, infatti, la causa virulenta è equiparata a quella violenta.

Sono destinatari di questa tutela i lavoratori dipendenti e assimilati, con i requisiti soggettivi previsti dal Dpr 1124/1965 (Testo unico degli Infortuni sul lavoro), e gli altri soggetti previsti dal Dlgs 38/2000

Amiu assume a Tempo determinato, ma come, chi, quanti...? E i lavoratori ex Pasquinelli?

Giorni fa è uscita questa nota dell'Amiu.
Sarebbe quantomeno necessario un incontro sindacale, anche perchè le cose non chiare sono varie:
Quante assunzioni l'Amiu intende fare? Perchè a Tempo determinato soprattutto per coloro che dovrebbero coprire i vuoti di chi è andato in pensione?
Con quali criteri vengono "scelti" i lavoratori dall'elenco del 11.3.20?
I 21 lavoratori della ex Pasquinelli, per cui noi abbiamo sempre contestato l'assunzione per concorso, dato che hanno lavorato già per 5 anni sull'impianto di selezione differenziata Pasquinelli, devono ora (che il concorso comunque è rinviato sine die) essere assunti direttamente a Tempo Indeterminato?
Slai cobas per il sindacato di classe
 

giovedì 21 gennaio 2021

"NON SI PUO' SVILUPPARE LA LOTTA DI CLASSE SENZA ROMPERE CON LA LINEA DI CGIL-CISL-UIL" - Importante intervento dell'operaio dello Slai cobas della Tenaris Dalmine all'assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi

"E' importante questa assemblea dei lavoratori perchè sono poi quelli che concretamente devono portare nei posti di lavoro la battaglia per lo sciopero, Si tratta di una battaglia in cui dobbiamo dire, e mettere in campo, che c’è un’alternativa a subire la ristrutturazione capitalistica che comunque c’era prima della pandemia e che adesso da un lato è più agevolata da parte dei padroni, ma dall’altro apre anche delle altre contraddizioni. Quindi, in questo senso è bene cercare di fare uno sforzo collettivo. Io cercherò di fare la mia parte, e invito anche gli altri compagni, tutti i partecipanti, le realtà di fabbrica e tutti  lavoratori, lavoratrici di questa assemblea a mettere in campo un passo più operativo per cercare di fare un programma per lo sciopero del 29, di capire quali interventi fare, in quali fabbriche, in quali realtà.

Alcune sono già in campo da tempo, tipo quelle della logistica, però per tutti i partecipanti a questa assemblea la discriminante è che deve dire esattamente cosa concretamente fa, dove porta e come lo sostiene, perchè lo sciopero abbia un risultato, sia propagandato; esso deve essere anche frutto di una battaglia perchè lo sciopero ci deve essere.

Se non si fa questo passo non si potrà mai costruire un movimento più ampio, perchè la forza per potere far pagare la crisi ai padroni arriva dagli operai e in particolare dalle fabbriche. 

Noi ci troviamo ad operare alla Tenaris Dalmine dove è in atto una feroce ristrutturazione e dove si è già iniziato a licenziare 180 lavoratori tramite un’accordo sindacale che, dietro il discorso dei "volontari", che poi volontari non sono perchè sono scelti dall’azienda tra quelli che devono andare in pensione o che all’azienda non vanno più bene, punta a intercambiare lavoratori in forza da anni con "carne giovane e fresca" per continuare a sfruttare.

Quindi, noi dobbiamo porre all’interno di questa fabbrica, come di tante altre, uno scontro. Anche

Nove dirigenti ILVA indagati per la morte a 5 anni di Lorenzo - "Meglio tardi che mai", potremmo dire... Ma queste inchieste, e soprattutto le condanne arrivano troppo tardi


(da peacelink)
Il padre Mauro Zaratta: "Mio figlio aveva il diritto di nascere sano, di giocare, di crescere"

Nove dirigenti ILVA indagati per la morte di un bambino di Taranto

Per la procura di Taranto, sono state le emissioni velenose dell’ex Ilva a causare la morte del piccolo Lorenzo Zaratta avvenuta il 30 luglio 2014 per un tumore al cervello. Per i pm, le emissioni avrebbero causato “una grave malattia durante il periodo in cui era allo stato fetale”.

(AGI) - Taranto, 15 gen. - Per la procura di Taranto, sono state le emissioni velenose dell’ex Ilva a causare la morte del piccolo Lorenzo Zaratta avvenuta il 30 luglio 2014 per un tumore al cervello. Gli inquirenti hanno chiuso l’inchiesta sulle cause della malattia di Lorenzo, e hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini, iscrivendo nel registro degli indagati 9 dirigenti che guidavano la fabbrica negli anni della gestione del gruppo industriale Riva. L’accusa nei loro confronti è di omicidio colposo. I pubblici ministeri, Remo Epifani e Mariano Buccoliero, sostengono che  i dirigenti del siderurgico ”consentivano la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle aree Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie e Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico, omettendo l’adozione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali”. Si tratta delle aree della fabbrica più impattanti ambientalmente e fonte di diverse emissioni. (AGI)


Tali sostanze, per i pm, avrebbero causato “una grave malattia neurologica al piccolo Lorenzo Zaratta che assumeva le sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale” e questo ha fatto sì che il piccolo sviluppasse una “malattia neoplastica che lo conduceva a morte”. Nella perizia dei consulenti della famiglia Zaratta si legge tra l’altro che "numerosi corpi estranei” sono stati trovati nel cervello del bambino, tra cui ferro, acciaio, zinco e persino silicio e alluminio. Il caso del bambino, una delle vittime dell’inquinamento dell’acciaieria, è divenuto uno dei simboli della questione ambientale Taranto. Il padre Mauro ha partecipato a numerose manifestazioni di protesta contro l’inquinamento. Secondo il movimento Giustizia per Taranto, “le mamme possono trasmettere i veleni dello stabilimento siderurgico ai propri figli, che ben possono ammalarsi e morire per colpa dell’Ilva. Per la prima volta abbiamo un nome: per la prima volta nella storia della nostra città, i responsabili (all’epoca dei fatti) di alcuni reparti dello stabilimento siderurgico dovranno rispondere della morte di un bambino. Di un bambino come tanti altri, di un bambino che sarebbe potuto essere il nostro, di un bambino che avrebbe avuto tutto il diritto di nascere sano, di giocare, di crescere e poi vivere la sua vita. Ma a Taranto questo non sempre è possibile”. “A Taranto - conclude il movimento - si può nascere con una grave malattia legata all’inquinamento e, poi, morire per questo”. (AGI)