1° MAGGIO OPERAIO, DI LOTTA, INTERNAZIONALISTA. - manifestazioni MILANO/NAPOLI - delegazione da Taranto a Napoli

Il 1 MAGGIO TUTTI IN PIAZZA!

Milano – ore 15 Piazza Cairoli 

                                         Napoli – ore 15 Piazza Dante

A più di un anno dall'inizio della pandemia di CoVid-19 è sempre più evidente che l'emergenza sanitaria e la crisi economica capitalistica si alimentano a vicenda, in una spirale che sembra senza via di uscita.

La tanto strombazzata “ripresa”, annunciata ai quattro venti dai governi nazionali e internazionali come effetto del Recovery Fund, si rivelerà nient'altro che una favola e una tragedia per i lavoratori. La massa enorme di denaro messa in circolazione da BCE e UE sta già andando quasi tutta nelle casse e nelle tasche dei soliti noti: i padroni del digitale, dell'informatica, delle infrastrutture e, come sempre, della produzione militare (in vista di nuove guerre imperialiste). Il PNRR e il Decreto Sostegni del governo Draghi lo dicono chiaramente: il grosso dei 248 miliardi è per i “sussidi” ai padroni e ai loro profitti, mentre per la spesa sociale (misure di sostegno ai salari, all’occupazione femminile e ai servizi per l’infanzia, alla sanità, all’istruzione, ai trasporti pubblici) ci saranno pochi spiccioli, con un ulteriore aggravamento delle già drammatiche condizioni di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici.

L'impatto di queste politiche in termini di crescita e di nuova occupazione è del tutto incerto. Ad oggi, le uniche certezze che il governo Draghi sta dando alla classe operaia e ai lavoratori sono:

  • l'inasprimento della repressione contro gli scioperi, le lotte, le forme di dissenso sui posti di lavoro (basti pensare a quel che sta accadendo in queste settimane nei magazzini Fedex,Texprint, Arcelor Mittal, ecc.)
  • il via libera ai licenziamenti di massa a partire dal prossimo 30 giugno, che si andranno ad aggiungere alle migliaia di licenziamenti “occulti” di questi mesi per mezzo di provvedimenti disciplinari o di chiusure di attività, e agli 850 mila precari che hanno gia perso il lavoro
  • la cancellazione di “quota 100” per andare in pensione e la riduzione degli assegni familiari ai lavoratori dipendenti.

Tutto ciò incoraggia il padronato a spingersi ancora oltre nell'attacco ai lavoratori imponendo con la complicità di Cgil-Cisl-Uil, rinnovi contrattuali-capestro, salari da fame e una generale precarizzazione dei rapporti di lavoro. E' uno scenario simile a quello dell'intera Europa, ma aggravato da un alto tasso di disoccupazione destinato, aldilà delle vacue promesse governative, a crescere ancora, con un costo particolarmente alto pagato dalle donne lavoratrici, dai giovani perlopiù immigrate/i (che continuano a morire a migliaia lungo le rotte dell’immigrazione).

La maggioranza dei lavoratori non è ancora riuscita a scendere in campo in maniera forte e generale di fronte all’attacco che si protrae da più di un trentennio. L’inizio di mobilitazione nelle fabbriche, in particolare metalmeccaniche, nel marzo dello scorso anno sui problemi della sicurezza è stato tradito, nonostante la formale proclamazione di sciopero della FIOM, dal gruppo dirigente della CGIL, e in particolare da Maurizio Landini per “impedire lo scoppio di uno scontro sociale” (sono parole sue). Tuttavia in questi mesi le lotte del SI Cobas nella logistica, Slai Cobas e altre realta del sindacalismo

Esprimiamo il massimo disgusto per primo maggio di Usb di Taranto

 
Esprimiamo il massimo disgusto  per primo maggio usb di taranto

Nella giornata internazionale di lotta dei lavoratori dove si tengono davvero manifestazioni di lotta come a Milano, Napoli, Palermo, Roma Torino ecc , noi saremo in delegazione a quella di Napoli - a Taranto si trasforma una iniziativa sindacale  in una platea  per politicanti che nulla hanno mai fatto di buono e di reale e nè faranno mai per i lavoratori e le masse popolari di Taranto

Usare le lotte e i problemi dei lavoratori Arcelor Mittal, la grave emergenza del licenziamento di Riccardo - per il quale noi ogni giorno facciamo quello che possiamo per costruire la solidarietà vera, quella dei lavoratori a livello nazionale e internazionale e su questo ultimo aspetto siamo stati gli unici, e anche a Milano e Napoli Palermo se si solidarizzerà con Riccardo sarà essenzialmente grazie a noi - per riciclare tra i lavoratori politica e politicanti dei partiti al governo a livello nazionale e locale che cercano campagna elettorale permanente per mantenere le poltrone -  è davvero una cosa sbagliata.

Sentiamo spesso i delegati di base USB giustamente lamentarsi della "politica",  ma che coerenza è se si sta sempre a fargli da platea, che è sempre di fatto sostenerli?

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

slaicobasta@gmail.com

30 aprile 2021

giovedì 29 aprile 2021

Poco fa: incidente mortale al porto di Taranto

A perdere la vita un lavoratore della Peyrani Sud che stava imbarcando le pale eoliche della Vestas su una nave

pubblicato il 29 Aprile 2021, 19:12

Un drammatico incidente mortale si è verificato poco fa presso il IV sporgente di ponente del porto di Taranto. La vittima è un giovane dipendente della impresa Peyrani Sud, Natalino Albano di 48 anni. Non è ancora chiara la dinamica: quello che è certo è che il lavoratore si trovava sulla nave e stava facendo attività di rizzaggio, ovvero stava fissando alcune pale eoliche dell’azienda Vestas, quando pare che il carico si sia improvvisamente spostato, probabilmente a causa del cedimento di un perno o di un errore di manovra. Temendo di essere centrato dalle enormi pale, pare che il giovane operaio abbia provato a salvarsi lanciandosi dalla gru verso la banchina, ma nonostante la nave fosse distante dalla banchina all’incirca due metri, pare abbia battuto la testa sull’asfalto. Sfortuna ha voluto che il lavoro era oramai terminato, visto che era in corso il fissaggio dell’ultima pala. Sul posto sono giunte le forte dell’ordine e i sindacati per cercare di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.

Processo Ilva: sulla difesa del faccendiere di Riva, Archinà, siamo al grottesco: "cittadino umile, leale..."


Da Taranto Buona sera - Girolamo Archinà non può essere l’uomo simbolo del disastro ambientale contestato dall’accusa. E’ stato trasformato in questo emblema da una ricostruzione accusatoria iperbolica, basata su interpretazioni e non su circostanze reali”. E’ questa in sintesi la tesi del difensore dell’ex pr dell’Ilva gestione Riva, l’avvocato Giandomenico Caiazza.

Archinà rischia una condanna a 28 anni poiché risponde dei principali reati, associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale doloso e avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione in concorso col professor Lorenzo Liberti, concussione in concorso con l’ex governatore Vendola nei confronti dell’ex direttore Arpa Giorgio Assennato e con Gianni Florido e Michele Conserva nei confronti dei dirigenti della Provincia Ignazio Morrone e Luigi Romandini. Una ricostruzione accusatoria che Caiazza tenta di demolire partendo dal reato più pesante, il disastro ambientale doloso...

Un azzardo accusatorio, non fa riferimento a nessun fatto specifico ma viene costruita questa ardita tesi – sono le parole dell’avvocato- sostenendo che l’Ilva ha prodotto per 17 anni in violazione dei limiti di legge e intenzionalmente ha provocato il disastro. Una ricostruzione iperbolica della quale è vittima il mio assistito, un cittadino umile, leale e ragionevole”... 

“L’accusa nei confronti di Archinà è interamente costruita sulle intercettazioni... Datemi sei righe di un onesto cittadino e isolando una frase dal contesto troverò qualcosa per farlo impiccare’ disse Richelieu per dimostrare quanto sia semplice”. “E’ assurdo contestare ad Archinà il disastro ambientale per il ruolo che svolgeva, completamene privo di poteri decisionali...
Sugli episodi di concussione, Caiazza contesta la genericità delle accuse: “Che concussione è se i concussi di questo processo non si sono accorti di esserlo”. Riguardo alla tentata concussione ipotizzata dal pm nei confronti di Romandini, Caiazza esclude qualsiasi pressione...

La discarica Mater Gratiae “era un’opera di ambientalizzazione, una discarica interna allo stabilimento che l’Ilva realizzava a sue spese”...

mercoledì 28 aprile 2021

RECOVERY PLAN - LA BEFFA PER I LAVORATORI E LE LAVORATRICI: NELL'ULTIMA VERSIONE SCOMPARE IL SALARIO MINIMO LEGALE

Come il governo Conte cancellò da un giorno all'altro l'una tantum di 500 euro che doveva essere data ai cassintegrati (certamente una miseria rispetto alla richiesta di integrazione della cig-covid al 100% e uno schiaffo a fronte di ristori e soprattutto contributi, sgravi, incentivi dati ai padroni... - ma neanche quella...!), ora con Draghi siamo allo stesso "gioco delle tre carte": prima si mette nel calderone del Recovery plan il "salario minimo" e poi si toglie e di certo restano solo i fondi per l'economia del capitale. 

NON DEVE PASSARE!

"Nella versione del Recovery di sabato scorso, nella parte delle riforme di accompagnamento al piano, c'era scritto chiaro che si prevedeva l'introduzione del salario minimo legale. Nella versione dataci in Parlamento, nell'ultima modifica, come per magia sparisce", dice Fratoianni. 

Fino a sabato, infatti, nella bozza del Recovery plan si poteva leggere di una misura "per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva nazionale, a garanzia di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e idonea ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa" nell'ottica di un rafforzamento del sistema delle tutele del lavoro" 

Ma anche vari contratti nazionali - come quello Multiservizi che interessa tantissimi lavoratori, lavoratrici - hanno una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro. Nella nostra città sono centinaia, dalle lavoratrici degli asili, a tutti i lavoratori degli appalti comunali...

"Una partita chi sta giocando in maniera intrecciata nelle aule parlamentari italiane e in quelle del Parlamento europeo, dove il 22 aprile è stata depositata una bozza di direttiva sul salario minimo legale elaborata dalla Commissione europea. Avversata dai paesi dell'Est e da Fratelli d'Italia e Lega.

La commissione Lavoro del Senato aveva dato il via libera a questo progetto europeo il 22 marzo. L'idea di fondo è di fissare un tetto minimo di 9 euro come salario minimo per i lavoratori. Ci sono 4,3 milioni di rapporti di lavoro sotto la soglia

Naturalmente in Italia è contraria Confindustria. E una certa diffidenza circola anche nei sindacati che vedrebbero ridotti i margini di trattativa".

Solidali con i lavoratori ArcelorMittal oggi di nuovo a Roma per il licenziamento di Riccardo Cristello

Ma abbiamo qualcosa da aggiungere

Ascolta la corrispondenza


I messaggi a e da la World Federation of Trade Unions

martedì 27 aprile 2021

ArcelorMittal/incendio in CCO2 - Usb: giusta la denuncia ma impotente e sbagliata la "soluzione" - Serve ciò che lo Slai cobas ha posto nella piattaforma opraia

Dalla piattaforma operaia:

Postazione Ispettiva permanente in fabbrica

Nella fabbrica di Taranto, per le sue dimensioni (di fatto grande come una città), per le migliaia di operai che vi operano (attualmente almeno 12mila ad organico completo), per la sua complessità e pericolosità, l'attività ispettiva non può essere successiva ad infortuni o incidenti, deve essere preventiva e costante; per garantire un controllo, intervento quotidiano sullo stato delle aree, degli impianti e della sicurezza dei lavoratori, per deterrenza e pronto intervento su situazioni di pericolo, inosservanza procedure di sicurezza.
Questo permetterebbe di ridurre i rischi, di stabilire un canale diretto tra operai/delegati sindacali/Rls ed Enti di controllo, e dare fiducia e un senso di maggior sicurezza ai lavoratori.

_______________________ 

(Da Usb) - "Lavoratore sospeso dopo incendio in CCO2. Lo Spesal riscontra la sostituzione arbitraria di una macchina e smonta l’accusa di AM nei confronti del lavoratore.
 
Non ha prodotto buone notizie  per Arcelor Mittal la verifica dello Spesal scaturita dalla segnalazione dell’Unione Sindacale di Base di Taranto, in seguito all’incendio  avvenuto nel reparto Colata Continua, in Acciaieria 2, nel giorno di Pasquetta. Lo Spesal ha infatti scoperto che Arcelor Mittal aveva, senza seguire l’iter previsto in questi casi, sostituito la lingottiera (macchina all’interno della quale l’acciaio liquido viene trasformato in bramme). In merito a questo intervento, l’azienda, che pochi giorni dopo il fatto ha sospeso un dipendente, non ha fornito alcuna documentazione. Da qui la decisione dello Spesal di non dare parere favorevole per il prosieguo dell’attività dell’impianto. Viene così a cadere l’accusa formulata da parte di Arcelor Mittal nei confronti del lavoratore, additato come presunto responsabile dell’incendio.
A questo punto, Arcelor Mittal invece di ammettere l’accaduto e comportarsi di conseguenza, ha pensato bene di fermare l’impianto e mettere tutti i dipendenti del reparto in cassa integrazione.
Dunque non solo Arcelor Mittal non garantisce gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la sicurezza dei lavoratori e per contenere gli effetti nocivi sull’ambiente, ma arriva a fare modifiche importanti sugli impianti, non preoccupandosi minimamente di interpellare la casa costruttrice per sincerarsi del fatto che le modifiche possano determinare conseguenze.
I lavoratori dunque in quella circostanza, come è accaduto in tante altre occasioni, hanno rischiano la vita, e come se non  bastasse adesso vengono messi in cassa integrazione per motivazioni legate a scelte aziendali...
L’Usb continua instancabilmente a chiedere discontinuità rispetto alla gestione portata avanti finora, quindi un accordo di programma, partendo dalla piattaforma da noi presentata, che metta  in sicurezza lavoratori e cittadini, e che permetta di ragionare di una concreta riconversione economica di tutto il territorio per costruire finalmente una prospettiva diversa." 

MA CHE "SOLUZIONE" SAREBBE L'ACCORDO DI PROGRAMMA CHE CHIEDE LA CHIUSURA DELLA FABBRICA? - CHIARO, A FABBRICA CHIUSA NIENTE INCIDENTI, MA... ANCHE NIENTE LAVORO E NIENTE BONIFICHE

In provincia di Foggia sparano sui braccianti - e le Istituzioni stanno a guardare...

 LEGA BRACCIANTI

Questa notte, un gruppo di individui armati ha nuovamente attaccato e sparato sui braccianti, che rientravano nell'insediamento di Torretta Antonacci (Foggia), ferendone alcuni. È il secondo raid nel giro di 48 ore. Chiediamo alle autorità competenti di fare piena luce su questi attacchi vergognosi da vigliacchi.

Oggi, come Lega Braccianti, abbiamo convocato un assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori perché questi attentati alla vita di uomini e donne, non piegheranno e non fermeremo la nostra lotta per i diritti e per la dignità socio lavorativa di tutte e di tutti. Non c'é consolazione per il dolore e la rabbia provata, ma continueremo a lottare per questo nostro compagno nella foto e per tutti quelli che sono stati feriti questa notte nell'agguato.

Gli scioperi operai del '43 chiave di volta della vittoria della Resistenza

25 APRILE ORE 16,30 - PER COMPRENDERE LE LEZIONI DELLA RESISTENZA ANTIFASCISTA GUIDATA DAL PCI
Assemblea telematica, per partecipare: https://meet.google.com/vvf-ugqy-mkr 

 
"...Gli scioperi del marzo '43 iniziano il 5 marzo con lo sciopero alla Fiat Mirafiori di Torino, nelle officine in cui sono più attive le cellule comuniste. Lo sciopero ha come motivo di agitazione le 192 ore pagate soltanto ai capifamiglia sfollati, ma si svolge all'insegna della parola d'ordine: "pane, pace e libertà". Nello stesso mese gli scioperi si estendono a tutto il Piemonte e a tutta la Lombardia...
Sono fermate che in alcune fabbriche assumono la forma di scioperi a singhiozzo: durano poche ore per riprendere il giorno o il giorno dopo...
solo a Torino scioperano 100.000 operai, altrettanti gli scioperanti a Milano. In una fabbrica a Bovisa si canta "Bandiera rossa" e si inneggia alla pace e alla libertà. Scioperano anche gli operai che hanno la tessera fascista; contro gli scioperanti il governo manda persino i mutilati, i quali però finiscono col fraternizzare con loro. I gerarchi fascisti sono fischiati, insultati, respinti dalle fabbriche.
Alla fine di marzo il governo fascista è costretto a cedere su alcuni punti rivendicati dagli operai: concederà l'indenjità giornaliera non solo a tutti gli operai ma anche agli impiegati... Da allora, sino alle giornate dell'insurrezione nazionale 18-25 aprile '45, gli scioperi crescono sempre più...".

Info Slai cobas per il sindacato di classe

Figliuolo a Bari UNA VERGOGNA! E' sembrata più una passerella di propaganda che una visita per dare risposte alla grave situazione in Puglia

 

Mentre in Puglia i contagi non eccennano a diminuire, e Taranto è la seconda provincia in Italia per morti (anche ieri 13) abbiamo dovuto assistere ad uno show tra il generale "tutto medagliette" Figliuolo e il pres. Emiliano; a complimentarsi vicendevolmente, con Figliuolo che sembrava venuto a fare una visita turistica e di propaganda sua e del governo. 

Una cosa indegna!

«Ho visto un percorso ideale... l’ospedale della Fiera del Levante che mi ha decisamente impressionato ed emozionato... parliamo di 150 posti letto che possono essere scalabili dalla terapia ad alta intensità al sub-intensivo ad una terapia normale Covid. E questo è un bene pubblico altamente specializzato perché gestito dal Policlinico di Bari, che è una eccellenza nazionale... Il valore aggiunto di questa struttura è che un domani, speriamo un domani prossimo a pandemia finita, può essere reimpiegato come polo di riferimento in questa area del Mezzogiorno in caso di emergenze».
Per quanto riguarda l’hub vaccinale, il commissario ha detto che «raramente ho visto un centro vaccinale così ben organizzato. E questo è un orgoglio perché noi del Mezzogiorno siamo sempre abituati ad autocommiserarci...».

Covid - La situazione a Taranto continua ad essere tragica - ma nessuno fa niente!

Il tasso di positività in Puglia è quasi raddoppiato, ieri era arrivato al 15,2% rispetto all’8,8% del giorno prima, ed è 5 volte superiore al tasso nazionale. Taranto in questo è, in percentuale rispetto agli abitanti, la situazione più tragica dopo Bari.

Ma a sentire Conversano della Asl, ma lo stesso sindaco di Taranto, sembra che si vuole dare solo un messaggio di "tranquillità", "attenzione" alla gente. Mentre Emiliano cerca solo di far cambiare colore alla Puglia senza che vi siano cambiamenti in positivo.

MA QUI LA SITUAZIONE E' TRAGICA! E non si vede luce

Si fa attraverso le Tv locali - soprattutto Studio 100 - un grande pubblicità di come si stanno allargando le vaccinazioni - ma intanto si muore!

Non si ammettono, nè si fannno conoscere, le criticità sanitarie, non si fornisce una legenda dei dati per intervenire sulle cause dei contagi. 

Le morti continuano senza alcuna prospettiva di riduzione dei numeri. E non si sa perchè. Qualche sanitario spiega che i malati di covid arriverebbero troppo tardi in ospedale, ma se questo è uno dei problemi, nessuno degli Enti però parla di rafforzamento dell'assistenza domiciliare (dove quei pochi medici di base che la fanno vanno "a mani vuote", a rischio personale), nè di realizzare presidi sanitari nei vari quartieri.

Ma nulla sappiamo dell'assistenza, cura, interventi che vengono fatti sulle persone ricoverate; se non dalle lamentele e denunce di qualche familiare. 

Ancora una volta facciamo appello ai medici, agli infermieri a dirci qual'è effettivamente la situazione, quali interventi sono più necessari.

Chiamiamo i familiari delle persone ammalate o ricoverate a denunciare le criticità che riscontrano.

Noi vogliamo raccogliere queste informazioni, per chiedere, a questo punto, un urgente intervento anche della Procura.

Venite o nella sede Slai cobas via L. Andronico, 47 Taranto - mart/giov. ore 17,30-19,30

o inviando note, racconti a slaicobasta@gmail.com - a WA 3355442610

giovedì 22 aprile 2021

Roma - senza esito il presidio al MiSE per il licenziamento di Riccardo - Giorgetti rifiuta incontri - Il comunicato USB e la dichiarazione di Riccardo

(da Corriere di Taranto) - Sono partiti in nottata un centinaio di lavoratori dello stabilimento ArcelorMittal a sostegno del sit in organizzato da USB per la vertenza di Riccardo Cristello, ancora irrisolta. La manifestazione sotto il MiSE non ha portato i risultati sperati: il ministro Giorgetti non ha incontrato la delegazione USB. Da qui la decisione del sindacato di unire la propria protesta, rendendola più corposa, a quella già fissata per i lavoratori di Alitalia il 28 aprile prossimo.

“L’assenza di risposte da parte del ministro Giorgetti è la dimostrazione del fatto che la politica non risponde più ai bisogni della comunità, ma asseconda gli interessi delle multinazionali che in Italia, e soprattutto a Taranto, pensano di poter fare quello che vogliono. ArcelorMittal ci chiede di chiudere la nostra dignità in un sacchetto di plastica e di consegnarla. Cosa che noi non faremo mai” si legge in una nota dell’Usb Taranto.

L’atteggiamento del ministro è stato evidenziato anche da Ricky Tognazzi, presente oggi al presidio: “Finale amaro per questa giornata. Da parte del ministro Giorgetti neanche la “generosità” di incontrarci e rassicurarsi sulla presenza del Governo in una vicenda che impone l’assurda scelta tra la libertà di espressione ed il lavoro, come da sempre accade tra salute e lavoro”.

Simona Izzo nel corso del presidio ha rivolto un appello all’ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli: “Le chiedo di riconsiderare con più attenzione e più senso di giustizia il licenziamento di Cristello. Lo faccia, altrimenti le rimarrà un peso”.

Queste le dichiarazioni di Riccardo Cristello, l’operaio ingiustamente licenziato dalla multinazionale secondo l’Usb: “Oggi ho raccolto tantissima solidarietà, e di questo sono grato, ma al tempo stesso sono fortemente deluso dalla mancanza di risposte da parte del ministro Giorgetti, a differenza del ministro Orlando. Giorgetti ha rimandato il confronto sul mio licenziamento all’11 maggio, quando verranno discusse diverse e numerose questioni. Per questo, avevamo richiesto un incontro ad hoc per oggi”.

“Durante la manifestazione abbiamo ricevuto una notizia tutt’altro che positiva: pare sia stato sospeso dall’attività lavorativa un lavoratore in turno nella mattina di Pasquetta, quando si è verificato l’ennesimo incidente in fabbrica. Se così fosse, sarebbe l’ennesimo atto irresponsabile da parte di ArcelorMittal” concludono dall’Usb Taranto".

L'opinione dello Slai cobas per  il sindacato di classe è contenuta in un audio realizzato oggi pomeriggio alle portinerie AM nel corso di un intervento di solidarietà

Oggi alle portinerie ArcelorMittal

Ascolta la corrispondenza

I messaggi a e da la World Federation of Trade Unions

La raccolta firme di solidarietà in altre città  

Solidarietà dagli operai in lotta Slai cobas di Milano/Bergamo gli operai ArcelorMittal di Taranto

Operai dello Slai cobas sc in lotta della fabbrica Maschio - provincia Milano

 

Operai dello Slai cobas Bergamo della fabbrica Gaser - produce zingo

La WFTU (Federazione Mondiale dei Sindacati) di 133 paesi nel mondo risponde all'appello dello Slai Cobas sc in solidarietà contro licenziamento ArcelorMittal

 

MESSAGGIO DELLO SLAI COBAS SC A WFTU

Taranto – Italy 18-4-2021

A World Federation of Trade Unions
Central Offices in Athens 40, Zan Moreas str, 117 45 Athens, GREECE

In ArcelorMittal Taranto Italia si è assistito nei giorni scorsi a un'azione repressiva contro un lavoratore per un post su facebook che la direzione di AM ha considerato negativo.

In questo post l'operaio ha invitato i lavoratori e le persone a vedere una fiction televisiva “Svegliati amore mio” che parla di una lotta delle madri contro l'inquinamento industriale che provoca anche il cancro di una figlia di una donna - in questo post l'operaio non parla di "ArcelorMittal" ma solo di inquinamento generale.

Contro questo licenziamento c'è stata una lotta e una tenda di lotta sotto la direzione di AM – e il 22 aprile questa iniziativa va a Roma sotto il Ministero del lavoro.

Chiediamo una vostra dichiarazione di solidarietà e nelle prossime settimane un possibile incontro in rete.

Grazie per l'interesse per l'operaio licenziato Riccardo Cristello.

Comitato di sostegno

slaicobasta@gmail.com – 3471102638 - Taranto Italy

 

RISPOSTA DI WFTU

Dear comrades,

Si prega di trovare in allegato la dichiarazione di solidarietà con la vostra lotta, rilasciata dal Segretariato WFTU. Non esitate a contattarci se avete bisogno di ulteriore aiuto dalla nostra famiglia orientata alla classe.

In solidarietà,

WFTU Head Office

Athens, Greece


WORLD FEDERATION OF TRADE UNIONS

Class oriented - uniting - democratic - modern – independent – internationalist!

40, ZAN MOREAS STREET, ATHENS 11745 GREECE

TEL. (+30) 2109214417, (+30) 2109236700, FAX (+30) 210 9214517

www.wftucentral.org E-MAILS : info@wftucentral.org, international@wftucentral.org

Athens, Greece – 20 April 2021

Italia: La WFTU è pienamente solidale con i lavoratori di ArcelorMittal Taranto

La Federazione mondiale dei sindacati (WFTU), l'unica voce di classe del sindacalismo mondiale, rappresentando 105 milioni di lavoratori in 133 paesi del mondo, è in piena solidarietà di classe con i lavoratori di ArcelorMittal Taranto in Italia, contro il licenziamento punitivo di un operaio da parte dell'azienda.

Secondo quanto siamo stati informati, la "colpa" dei licenziamento del lavoratore era un post su Facebook che alla direzione dell'azienda non piaceva. Pertanto i suoi colleghi hanno avviato una lotta contro il licenziamento del lavoratore e seguirà questa lotta con azioni militanti al di fuori del ministero del Lavoro a Roma il 22 aprile.

La WFTU denuncia categoricamente ogni tentativo di intimidire i lavoratori e terrorizzare la classe operaia.

Ogni aggressione dei capitalisti contro la classe operaia è destinata a fallire quando incontra la risposta dei lavoratori.

La nostra grande famiglia sindacale orientata alla classe sostiene pienamente le richieste giuste dei lavoratori in Italia e si impegna a proseguire con altri passi al fianco del nostri colleghi.

Viva la solidarietà internazionalista!

mercoledì 21 aprile 2021

Tutti i padroni sono una razza assassina per i profitti - Chi pensava che Arvedi era meglio di Mittal i fatti smentiscono - E' il sistema capitalista che va "chiuso" con una rivoluzione proletaria che vada uniti operai e masse popolari

L’“altra Ilva” inquina nel silenzio. E nessuno vuol vedere i malati

“C’è un tabù, in Lombardia, di cui non si deve parlare”, dice il dottor Paolo Ricci. È il cortocircuito tra inquinamento e patologie a Cremona, 80 chilometri da Milano. Una situazione epidemiologica allarmante: alto numero di malattie respiratorie, tumori al polmone, leucemie, nascite pre-termine. In un territorio dove sono concentrati un inceneritore, una discarica, due […]



 

martedì 20 aprile 2021

Licenziamento all'ArcelorMittal Taranto - sciopero e presidio a Roma il 22 aprile - infosolidale

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto aderisce allo sciopero. Il rappresentante rsa Slai cobas AM/appalto/cigs exIlva partecipa al presidio romano.

Iniziativa di sostegno contemporanea a Taranto

22 aprile #Manifestazione sotto il #Mise"

Ancora nessuna soluzione per la vicenda che ha interessato il dipendente di ArcelorMittal Italia , Riccardo Cristello, che ha condiviso lo screenshot della fiction '"#SvegliatiAmoreMio".
Usb Taranto non molla. Scioglie il presidio davanti allo stabilimento, ma prosegue con le manifestazioni e sposta la protesta nella capitale: sciopero e presidio sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico , giovedí 22 aprile.
"Dopo aver inviato la lettera di impugnativa di licenziamento, l’avv. Mario Soggia è stato contattato da un avvocato di Milano il quale, per conto di ArcelorMittal, ci ha invitato ad un incontro per il mattino successivo alle 9,00 presso la direzione dell’azienda alla presenza di Arturo Ferrucci, Direttore delle Risorse Umane". Riccardo Cristello ripercorre gli ultimi accadimenti.
"Ferrucci - aggiunge il lavoratore - ha rifiutato in maniera netta l'ipotesi che io potessi farmi assistere oltre che dall’avvocato, anche da un rappresentante del sindacato USB". "Nell’incontro abbiamo ribadito che dal post non era presente alcun riferimento, anche implicito, alla gestione Mittal dello stabilimento siderurgico di Taranto.
Per questo ho messo in evidenza che non sono nelle condizioni di dover chiedere scusa, in quanto non posso essere ritenuto responsabile di alcun comportamento scorretto e tantomeno denigratorio nei confronti della multinazionale".

Come da richiesta dell’azienda e secondo accordi presi in quella sede con l’avv. Mario Soggia, abbiamo inviato circa due ore dopo, per iscritto approfondite spiegazioni relative al momento storico al quale si riferisce la fiction "#SvegliatiAmoreMio" e il post che ha poi generato la forte e per noi ingiustificata reazione dell'azienda".
"A questo punto - prosegue Cristello - abbiamo atteso quasi 24 ore per ricevere da ArcelorMittal un testo totalmente rivisto e che soprattutto riportava anche una frase di scuse che avrei dovuto sottoscrivere".
"Insistere attribuendo al lavoratore responsabilità inesistenti ed obbligarlo a chiedere scusa in cambio del reintegro ci sembra svelare la chiara mancanza di volontà a conciliare".

"L'apertura sbandierata alla stampa e le dichiarazioni sull'intenzione di risolvere bonariamente la questione sono solo una montatura che sta creando grossi problemi di salute al lavoratore, il quale è stato costretto nelle ultime ore a ricorrere alle cure dei sanitari. Noi confermiamo la decisione di voler continuare a combattere per portare avanti I diritti di Cristello che rappresenta la condizione di moltissimi lavoratori. La vicenda si carica di maggiore significato proprio perchè sintetizza in realtà la battaglia di tanti. Per questo - Giovedí torneremo a Roma, questa volta coinvolgendo il ministro Giancarlo Giorgetti".

lunedì 19 aprile 2021

In solidarietà con Riccardo iniziativa dello Slai cobas di Ravenna alle fabbriche

Alla Marcegaglia di Ravenna e all'Elettrolux di Forlì compagni dello Slai cobas per il sindacato di classe stanno raccogliendo firme in solidarietà con Riccardo licenziato all'ArcelorMittal di Taranto (vedi volantino e modulo).

 

Nell'assemblea nazionale su pandemia e salute e lotta operaia, l'intervento dello Slai cobas sc Taranto sulla situazione all'ArcelorMIttal e su come gli operai possono difendere salute e lavoro

Una brevissima premessa sul contesto, sulla fase attuale dell'ArcelorMittal, che permette di comprendere meglio la questione della salute e sicurezza, in questa fabbrica e a Taranto. Siamo di fronte ad una ristrutturazione epocale della fabbrica con rilievo nazionale e internazionale, come risposta di padroni e imperialismo italiano alla guerra dell'acciaio a livello mondiale. Proprio in questi giorni è avvenuta l'ultima riorganizzazione societaria con l'entrata di Invitalia. Questo non porta affatto a un miglioramento né sul piano della difesa del lavoro, né su salute/bonifiche.

Mittal persegue nel massimo sfruttamento, taglio dei costi di manutenzione impianti e della sicurezza, e ad un clima all'interno di imposizione dell'assoggettamento non solo pratico ma ideologico ai piani padronali, con licenziamenti grotteschi se non fossero drammatici, come l'ultimo di Riccardo Cristello, per creare paura tra i lavoratori e poter fare ciò che vuole, ottenendo sempre accordi e autorizzazioni da governi e Stato.

Tutto questo ha portato fin dall'inizio della pandemia, in pieno lockdown ad essere l'unica fabbrica non solo in Italia, ma in Europa, con una produzione siderurgica, a continuare la produzione con 5000 operai, con autorizzazione della Prefettura e dopo alcuni lamenti anche con gestione dei sindacati confederali. Quindi in questa fabbrica si è lavorato sempre a pieno ritmo, senza inizialmente neanche alcuna reale protezione, cosa che ha portato a contagi e ad interi reparti in quarantena. Questo fa capire più di tante parole che la pandemia, frutto del modo di produzione capitalista, non deve comunque mai mettere in discussione il profitto del grande capitale.

Noi abbiamo subito avviata una battaglia sul protocollo, dalle mascherine al fatto che dovesse essere presa la temperatura dei lavoratori, ad una postazione sanitaria ad hoc in fabbrica, come su tamponi per tutti e ora su vaccinazione per tutti. Alcuni risultati sono stati ottenuti, che hanno permesso nei mesi di non trasformare una situazione oggettivamente da massimo contagio in una “pandemia di fabbrica”.

Ora stiamo sollevando con forza il problema: quanti operai sono contagiati effettivamente da covid? Il gioco truccato di Mittal, Asl, Regione, Inps, di far passare i contagi per malattie normali, nasconde la realtà, e su questo dobbiamo dare battaglia ora più che mai in cui Taranto è divenuta uno dei principali focolai dell'attuale fase della pandemia, con numeri relativi assai gravi.

L'altra battaglia che abbiamo fatto, ma purtroppo ancora senza risultato, è contro il fatto che la pandemia venisse scaricata sui lavoratori, attraverso una massiccia cassintegrazione-covid che porta a tagliare di circa il 50% il salario. Una cig illegittima e da vera truffa per una fabbrica mai chiusa, e la cui produzione è stata ridimensionata non certo dalla pandemia ma dalla guerra dell'acciaio. Qui abbiamo fatto una pubblica campagna, raccolto alla fabbrica, in una piattaforma più generale, centinaia di firme, denunciato e chiamato a non dare autorizzazioni alla cig Inps, Ispettorato del lavoro, abbiamo provocato ispezioni in fabbrica, ma alla fine la risposta dataci dall'Inps è stata tutto regolare, vi sono i Dpcm che la consentono.

L'altra faccia di questa situazione è il fatto che AM anche a fini di ricatto/pressione al governo e sui lavoratori spende solo per ciò che serve per produrre. In una situazione di grave invecchiamento di alcuni impianti, ha mollato la manutenzione degli impianti, provocando ripetuti incidenti che solo per caso non hanno provocato infortuni gravi e morti dei lavoratori, ma che chiaramente hanno portato ad ulteriori effetti inquinanti sulla città.

Tutto questo mostra ciò che noi diciamo da tempo: nocivo è il capitale e non la fabbrica, contro tutti coloro che in nome del fatto che nociva è la fabbrica,colpevolizzando pure gli operai, lavorano e hanno continuato a lavorare per il capitale e contro gli operai, a partire dal Sindaco di Taranto e da alcune realtà di ambientalismo antioperaio.

Ma come ha detto il Dr. Visconte Grisi, ma anche altri interventi, l'Ilva negli anni 70 e fino ad alcuni periodi degli anni 2000 è stata un esempio a livello nazionale della battaglia operaia sul fronte della salute e sicurezza, con esperienze e lezioni che oggi vanno riprese e sono una risposta al che fare; perchè anche ora è solo la lotta operaia che può e deve mettere insieme difesa della salute e del lavoro.

In quegli anni proprio dall'Ilva era partita la battaglia seria su salute e sicurezza; gli operai in modo autorganizzato, portando dalla loro parte esperti, tecnici, hanno proposto e a volte imposto delle soluzioni (per es. sugli elettrofiltri dell'agglomerato 1 frutto di grandi scioperi, sull'abbassamento di 4/5 metri delle montagne di minerale dei parchi che provocano la polvere di minerale nei quartieri, ecc.), hanno portato avanti un'infinità di iniziative, fermate, blocco di impianti (ricordiamo il blocco del convertitore che rischiava di provocare una tragedia); come, più recentemente abbiamo portato avanti la battaglia nei Tribunali, su ambiente svenduto, immunità penale, diossina ecc.

Questo dimostra che non c'è contrasto tra lavoro e salute se gli operai lottano, se lottando uniscono e si uniscono alle popolazioni dei quartieri. Ma dimostra anche che questo è possibile con gli operai in fabbrica, che possono lottare uniti e combattere la politica di sfruttamento e mortale di padroni, governo, Istituzioni.

Anche oggi sono gli operai in primis, insieme ad esperti, medici che possono dire quali tecnologie più avanzate possono effettivamente ridurre l'inquinamento, e quali, invece, sono false soluzioni (come: solo 1 forno elettrico mantenendo due forni a carbone, ma la stessa “chiusura dell'area a caldo”, ecc.). E' necessario un comitato fatto da operai, tecnici, insieme a esperti, medici che si mettano al servizio degli operai.

Infine, da Taranto è stata proposta e creata insieme agli operai della Thyssen di Torino, quando ci fu la strage alla ThyssenKrup, la Rete nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, con operai, familiari, esperti, con due grandi manifestazioni a Torino e a Taranto; uno strumento necessario qui ed ora e che riproponiamo, riprendendo le esperienze positive di associazione e di prassi come analisi strutturale della battaglia contro il sistema del capitale. Su tutto il percorso della Rete sicurezza, la sua battaglia negli anni, la sua caratteristica abbiamo tanta documentazione che riporta quasi “passo passo” questa nuova e differente esperienza; questa documentazione è a disposizione, richiedendola a slaicobasta@gmail.com.