domenica 31 luglio 2022

Tessitura di Mottola - Importante è la mobilitazione dei lavoratori da settembre


Da diversi giorni abbiamo attivato la nostra azione verso la Regione e nella riunione di venerdì 29 dei cobas a Mottola  abbiamo portato verita e punto della situazione.

L'agitarsi  come mosche in un bicchiere dei sindacati confederali e' cosa inutile.

I fatti sono: dalla comunicazione inviataci dalla Regione c'è un auspicio che il contenzioso tra Albini e Motion si chiuda entro ferragosto e la Regione convocherà nella seconda metà d'agosto, o più ragionevolmente ai primi di settembre, il tavolo;
ma firma di programma di sviluppo e piano industriale sono ancora lontani e potranno avvenire, se i lavoratori non si muoviamo con la lotta, solo con il prossimo governo - peraltro l'on Turco e la Todde che si sono per così dire 'occupati della vicenda' sono ormai fuori gioco.
 
Solo la mobilitazione dei lavoratori può cambiare le cose e questa dovrà cominciare a settembre in modo serio - a Mottola, a Bari e a Roma.
La "camomilla" diffusa a piene mani dai sindacalisti locali e' veleno per i lavoratori - prima c'è ne si rende conto e meglio sara'.
Un nuovo anno di cassa integrazione e' quasi certo, ma la garanzia possiamo averla solo - per ragioni di procedura - questo autunno.
 
Nella riunione dei cobas e' stato detto molto altro, ma questo lo vedremo insieme alla ripresa del confronto con tutti i lavoratori in funzione della ripresa della lotta.

Slai cobas sc  Taranto

sabato 30 luglio 2022

Info - La relazione annule dell'Arpa Puglia dei dati di qualità dell’aria aggiornati al 2021, registrati nelle aree di Taranto e Statte.

Li acquisiamo dalla nota del

Corriere di Taranto
Gianmario Leone
pubblicato il 30 Luglio 2022, 08:00


I dati relativi al PM10

Le concentrazioni annuali di PM10 misurate nelle centraline della qualità dell’aria della città di Taranto hanno mostrato livelli paragonabili negli anni, in decremento a partire dal 2012 nelle stazioni del quartiere Tamburi. Anche nel 2021, in nessun sito del comune di Taranto è stato superato il valore limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 sulla media annuale, pari a 40 μg/m3. La media annua di PM10 più elevata è stata registrata nel sito di Tamburi-Via Orsini (classificato come “industriale”, rete AMI), al quartiere Tamburi, con 26 μg/m3. In nessun sito è stato superato il numero massimo di 35 superamenti sulla media giornaliera consentiti dalla norma e i numeri dei superamenti per centralina. Come già riportato negli anni precedenti, il decremento delle concentrazioni annuali di PM10 a partire dal 2011, particolarmente evidente nelle stazioni del quartiere Tamburi ed accentuato maggiormente nel 2014 rispetto al 2013, può essere dovuto, oltre alla riduzione della produzione industriale degli ultimi anni, ad una serie di misure di risanamento messe in atto a partire da settembre 2012, volte a limitare il carico emissivo industriale fra l’altro nel corso dei cosiddetti wind days, giorni di elevata ventosità, in cui l’agglomerato urbano si trova sottovento al polo industriale.

Le medie annue di PM10 registrate nel 2021 sono sostanzialmente confrontabili con quelle che erano

venerdì 29 luglio 2022

438 migranti arrivano a Taranto. Anche a loro il nostro benvenuti! Ma, a parte la denuncia degli operatori della Sea Watch, ancora dopo giorni di viaggio si accolgono in un hotspot assolutamente invivibile, disumano. E anche la nuova Giunta nulla dice e fa


“Le autorità italiane hanno indicato Taranto come porto di sbarco per la SeaWatch3 e le 438 persone soccorse. Da un lato c’è grande sollievo, dall’altro siamo sgomenti: ci aspettano altri due giorni di viaggio e ulteriori sofferenze inflitte a chi ha sopportato abbastanza”.

giovedì 28 luglio 2022

Info - L’Ispettorato del Lavoro in Acciaierie d’Italia

Da Corriere di Taranto

“In merito alle denunce all’Inps e all’Ispettorato sulla questione delle ferie, è intervenuto questa mattina all’interno dell’azienda l’ispettorato del lavoro che ha ascoltato i coordinatori di fabbrica di Fim, Fiom, Uilm e Usb“. E’ quanto riferiscono fonti sindacali con riferimento all’esposto all’Inps e all’Ispettorato del lavoro presentato nei giorni scorsi.

Le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto, Fim, Fiom e Uilm avevano segnalato, “ancora una volta, l’anomalo modus operandi della Direzione di Acciaierie d’Italia con cui ha modificato quanto riportato nella nota aziendale del 17.06.2022, in cui si comunicava ai dipendenti il periodo di ferie estivo, cosi come garantito dal vigente CCNL e dall’articolo 36 della Costituzione Italiana. Tuttavia la Direzione Aziendale, senza una preventiva comunicazione alle organizzazioni sindacali, ha unilateralmente modificato ai dipendenti, per il tramite dei responsabili delle risorse umane di ogni area dello stabilimento, il periodo di ferie concordato con il proprio responsabile diretto tramutato in CIGS“.

“Riteniamo illegittimo tale utilizzo dell’ammortizzatore sociale in quanto il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha già chiarito, in occasione dell’interpello n. 19/2011, l’obbligo di rispettare sia il dovere di comunicazione preventiva al lavoratore del periodo feriale, sia eventuali deroghe alla fruizione del diritto costituzionalmente garantito ex art. 36, comma 3 Cost., precisando che le stesse risultano ammissibili esclusivamente laddove le esigenze aziendali assumano carattere di eccezionalità ed imprevedibilità e come tali siano supportate da adeguata motivazione. Al riguardo, in linea con la circolare n. 8/2005, il Ministero con il citato interpello ha precisato checostituiscono ipotesi oggettive derogatorie all’ordinaria modalità di fruizione delle ferie, tra gli altri, gli interventi a sostegno del reddito ordinari e straordinari, in cui si assiste ad una “sospensione totale o parziale delle obbligazioni principali scaturenti dal rapporto medesimo, ossia l’espletamento dell’attività lavorativa e la corresponsione della retribuzione” si leggeva nella nota dei Coordinatori RSU Fim, Fiom e Uilm La Neve, Brigati e Oliva.

“Nello specifico, in caso di sospensione totale dell’attività lavorativa, ovvero nell’ipotesi di CIG a zero ore, non sembra sussistere il presupposto della necessità di recuperare le energie psico-fisiche cui è preordinato il diritto alle ferie. L’esercizio del diritto in questione, sia con riferimento alle ferie già maturate sia riguardo a quelle infra-annuali in corso di maturazione, può quindi essere posticipato al momento della cessazione dell’evento sospensivo coincidente con la ripresa dell’attività produttiva. Tuttavia, nell’ipotesi di CIG parziale, ovvero per i lavoratori che operano su degli impianti e/o reparti attualmente operativi e che svolgono una rotazione della cassa integrazione, deve essere garantito al lavoratore il ristoro psico-fisico correlato all’attività svolta. Nell’ipotesi sopracitata l’azienda prevede di convertire il periodo di ferie con la cassa integrazione straordinaria” proseguiva la nota.

mercoledì 27 luglio 2022

Ex Cementir/Cemitaly - Inevitabili altri 12 mesi di cigs - ma su tutto il resto lo Slai cobas ha detto un netto NO!


L'incontro tenutosi ieri in Regione per la prima volta è stato convocato unitariamente, per cui insieme ai sindacati confederali sono stati presenti Slai cobas per il sindacato di classe e Usb. 
Questo è stato il frutto della protesta esplicita dello Slai cobas contro gli incontri separati fatta nel precedente incontro regionale, e, quindi, per la prima volta si è rotto questo assurdo andazzo che cancellava la volontà dei laviratori di decidere liberamente il sindacato in cui organizzarsi. 
E' rimasto, su volontà dell'azienda e dei sindacati confederali, la firma solo di queste parti dell'accordo formale di consultazione per la nuova cassintegrazione. 

Ma onestamente a noi interessa che sulle decioni sostanziali per l'occupazione futura non ci siano Tavoli in cui si decide e Tavoli in cui semplicemente si informa a cose fatte. 

Per questo ieri sono stati importanti gli interventi della rappresentante dello Slai cobas che, contro "l'aria fritta" delle cosiddette "politiche attive del lavoro" che in realtà sono "politiche passive", di accompagnamento ai licenziamnti, ha posto altri obiettivi e altra strada e la necessità a settembre che si convochi un reale Tavolo di discussione nel merito delle prospettive occupazionali.  

Questa proposta ha trovato il consenso della Regione e la non opposizione (esplicita da parte della Uil) dei sindacati confederali. 

Lo Slai cobas sc ha detto:

1) che, dato che per responsabilità di azienda e Istituzioni nei precedenti periodi di cig nulla si è fatto per passare da cassintegrazione a lavoro effettivo, perchè questa situazione non ricadesse sui lavoratori togliendo loro il reddito, la ulteriore cassintegrazione di 12 mesi a partire da settembre prossimo è inevitabile;

2) ma perchè non sia un altro anno inutile (poi il governo e la maggiorparte dei partiti parlamentari dicono che sarebbero i lavoratori che vogliono essere "assistiti", prendere soldi e non lavorare, quando è chiaro invece che è il governo, per difendere gli interessi dei padroni che aprono e chiudono fabbriche, che vuole lavoratori che stiano per anni con l'elemosina della cassintegrazione e con davanti solo la prospettiva di licenziamenti o miseri incentivi alle dimissioni), respingiamo nettamente le ipotesi di "politiche attive" presentate nell'incontro; perchè, uno, hanno già dimostrato negli anni passati che non creano nessun posto di lavoro; due, si poggiano tutte sulla azione/ricerca individuale del lavoratori e non su soluzioni collettive;

3) per questo le proposte portate dalla Slai cobas sono: occupare i lavoratori nei necessari (anche per la cittadinanza) lavori di bonifica dell'area industriale (presenti in piani e progetti da circa 10 anni e mai effettivamente realizzati o portati a compimento); finalizzare a questi lavori di bonifica i corsi di formazione. 

4) A settembre discutiamo nel merito, in maniera concreta; senza questo passaggio diventano parole che accompagnano una "lenta morte" degli operai le ipotesi futuribili - da qui a 10 anni - di riconversione industriale per la produzione di idrogeno verde.

Riportiamo alcuni stralci dell'articolo fatto dal Corriere di Taranto sul Tavolo regionale 

Ex Cementir, altri 12 mesi di cassa
 
Sino al prossimo 16 settembre: siglato l'accordo presso la task force regionale per l’occupazione

GIANMARIO LEONE
PUBBLICATO IL 27 LUGLIO

E’stato raggiunto l’obiettivo primario di mettere in sicurezza il futuro prossimo degli ultimi 45 lavoratori ex Cementir (all’inizio della vertenza erano oltre 70, negli ultimi mesi in 3 hanno optato per il trasferimento nei siti Italcementi del nord, altri invece si sono licenziati provando altre strade, senza dimenticare la possibilità per i lavoratori di accettare l’incentivo all’esodo che però potrebbe venir meno qualora dovesse andare in porto un progetto di riconversione industriale)...
La proroga è stata possibile grazie allo strumento previsto dall’articolo 62 della Manovra finanziaria 2022, che aggiunge il nuovo articolo 22-ter al D.Lgs. n. 148 del 2015, rubricato “Accordo di transizione occupazionale”...
Nell’ultima riunione della task force regionale, Italcementi non aveva ancora sciolto positivamente la riserva per accedere a questo strumento, visto che il ricorso al meccanismo di transizione comunque comporta un onere per l’azienda, il versamento del 9 per cento dei contributi previdenziali all’Inps. Ciò detto, anche ieri i rappresentanti dell’azienda hanno chiarito ancora una volta la loro posizione sul futuro dell’ex cementificio, a prescindere dall’ottenimento degli ulteriori 12 mesi di ammortizzatori sociali: la Cemitaly non tornerà a produrre cemento e il sito produttivo di Taranto resta in vendita.
Questi ulteriori dodici mesi di tempo, come riportato tempo addietro, dovrà servire o almeno questo si spera, nel provare a portare a compimento, almeno da un punto di vista burocratico-amministrativo, la proposta lanciata a metà marzo dalla Fillea Cgil di Taranto e dal suo segretario Francesco Bardinella, ovvero quella di riconvertire l’ex Cementir di Taranto (oggi denominata Cemitaly) in un impianto di produzione di idrogeno verde.
L’idea della Fillea Cgil è quella di di candidare il sito ex Cementir di Taranto al bando per la riqualificazione aree industriali dismesse per la produzione di idrogeno verde. Il bando è nazionale, l’ha promosso il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, rientra nel PNRR e l’adesione al bando dovrà essere portata avanti dalla Regione Puglia, che proprio nelle scorse settimane si è candidata come territorio per ospitare la localizzazione del “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno” (Hydrogen Valley), come previsto dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR). Indicando Taranto tra le province che potranno ospitare impianti per la produzione di idrogeno...
Al massimo entro la fine dell’estate sarebbe dovuta arrivare la valutazione del ministero della Transizione ecologica (MiTE) sulle proposte presentate per l’idrogeno. Soltanto dopo la Regione Puglia potrà lanciare il bando rivolto alle aziende e alle pubbliche amministrazioni proprietarie delle aree che ricadono nel perimetro del Sito di interesse nazionale di Taranto (SIN), affinché quest’ultime indichino i luoghi possibili per fare l’investimento. Ma con la caduta del governo Draghi, nonostante quest’ultimo continuerà ad occuparsi dell’attuazione del PNRR, il rispetto dei tempi è ancora più incerto..."

Il moderno schiavismo capitalista dei lavoratori immigrati - Siete voi i responsabili criminali!


Tornano in questo giorni inchieste, reportage sulla tremenda condizione dei lavoratori braccianti immigrati. Nel sud, la Puglia fa da nera avanguardia - seguono la Calabria, la Basilicata, la Sicilia - di questo supersfruttamento, che ci unisce sempre ad una condizione bestiale di vita, ad una assenza spesso totale di minimi diritti di sopravvivenza (acqua, medicine, servizi igienico-sanitari essenziali). Nel rapporto Anci e Ministero del lavoro, per i ghetti la Puglia è al primo posto (32,6%), seguita da Sicilia (21,1%), dalla Calabria (13,2%) e Campania (7,9%).

Nella Puglia sono le grandi aziende, a volte multinazionali, che producono e organizzano i raccolti. E' il capitalismo, non i piccoli padroni, che organizza il moderno schiavismo. che organizza in proprio o usa il caporalato. E queste aziende si conoscono bene, tutti le conoscono, con nome e cognome.

Le inchieste, i reportage certo almeno servono a portare periodicamente alla luce questa condizione, ma nessuno può dire di non sapere: i campi in cui i migranti lavorano per 10/12 ore, per 3 euro all'ora, stanno lì alla luce del sole, i braccianti che buttano sangue per i profitti delle aziende sono censiti pure (di quelli ufficiali si parla di 10mila, solo nel foggiano sono 7mila); i ghetti, le baraccopoli sono conosciute, si può disegnare quasi una loro mappa - quindi, è falso o criminale che alcuni sindaci delle zone dicano addirittura di non "avere alcuna idea del fenomeno" (come se fosse uno zoo che non si è mai andato a guardare). 

CONDANNIAMO VOI, PRESIDENTI DELLE REGIONI, SINDACI, PREFETTI, VOI MINISTRI, GOVERNO, RESPONSABILI DI QUESTI CRIMINI!

In Puglia per la condizione bestiale in cui migliaia e migliaia di braccianti sono costretti a dormire, mangiare, lavarsi, senza servizi igienici, cosa che avviene da tanti anni, la Regione cosa fa? "...è previsto un cronoprogramma, dove la prima tappa è partita a maggio con l'incontro bilaterale fra la Regione e i Comuni interessati. Nel frattempo la Regione Puglia ha costituito un gruppo di lavoro con professori universitari per dare l'indirizzo progettuale ai Comuni e monitorare l'andamento dei lavori. Il cronoprogramma prevede altri quattro step definitivi: l'elaborazione progettazioni di massima entro settembre; la valutazione e l'aggiustamento eventuale degli stessi entro novembre; il convenzionamento per febbraio e la predisposizione dei progetti entro marzo 2023. Dopo di che entro marzo 2025 le aree di accoglienza dovranno essere pronte ed agibili per l'accoglienza...".

I braccianti non possono dormire in qualcosa che somigli ad un letto, non possono lavarsi, non possono fare con un minimo di dignità i loro bisogni... e la Regione e i Comuni fanno "gruppi di lavoro di esperti, di professori universitari, che progettano, monitorano..."!!??, per dare un alloggio che bene che vada sarà tra tre anni?! Quanti dei 115 milioni destinati dal Pnrr per i "piani urbani integrati" (insediamenti abitativi) saranno utilizzati realmente per dare case ai braccianti migranti; quanti di questi fondi serviranno solo a finanziare i gruppi di lavoro, i progetti sulla carta?

Questi criminali rappresentanti istituzionali, questi professori si dovrebbero prendere per le braccia e trascinarli nei campi, nei ghetti, farli dormire anche solo una notte nelle baraccopoli, come Borgo Mezzanone, a rischio di morire bruciati...

martedì 26 luglio 2022

Un brindisi alle lotte delle lavoratrici e lavoratori degli asili, per altri risultati!

Come ha detto una lavoratrice degli sili: "questo è un grande traguardo mai successo in 30 anni di servizio negli Asili Nido avere un mese di lavoro in più x garantire un piccolo sostegno economico dignitoso anche se pur piccolo..."

E' pronto il Dossier sull'Assemblea Donne/Lavoratrici del 9 giugno su "Donne contro la guerra"

 E' l'unica pubblicazione con la posizione politica netta e chiara delle donne, proletarie e rivoluzionarie sulla guerra in corso in Ucraina e la "guerra interna" di padroni e governo, con importanti interventi delle lavoratrici in lotta.

Richiedetelo, ve lo invieremo in Pdf.

MFPR

 

Ogni tanto - sempre - ci vuole... Bertold Brecht

Inviataci da un compagno di Torino

LODE DEL LAVORO ILLEGALE


Bello è

prendere la parola nella lotta di classe,

a voce alta e sonante chiamare a battaglia

le masse

per calpestare gli oppressori

per liberare gli oppressi.


Duro è ed utile il piccolo quotidiano lavoro,

con segreta tenacia annodare

la rete del Partito

davanti alle canne dei fucili dei proprietari:


parlare ma

celare chi parla.


Vincere ma

celare chi vince.


Morire ma

nascondere la morte.


Chi non farebbe molto per la gloria,

ma chi lo farebbe per il silenzio?


Ma alla povera mensa è convitato l'onore,

dalla stretta e cadente capanna esce

indomita la grandezza.


E la Fama invano s'informa

su chi compì la grande azione.


Venite avanti

per un attimo,

voi ignoti, col viso coperto, e abbiate

il nostro grazie!

Un saluto solidale dei lavoratori e lavoratrici Slai cobas di Taranto al Gay pride oggi a Taranto

(Da Corriere di Taranto) - Il “Taranto Pride” torna a marciare dopo due anni di manifestazioni in forma statica come prevedevano le misure e le procedure di contenimento del virus SARS-CoV-2/COVID-19. La marcia per i diritti delle persone LGBTQIAPK+ partirà alle ore 17:30. Il raduno per allestire il carro è invece previsto alle ore 16:00 in Piazza Dante (Piazzale Bestat, lato Via Salinella). Il corteo si incamminerà lungo Via Dante e Via Aristosseno. Dopo una sosta in Piazza Madonna delle Grazie, percorrerà Via Falanto, Via Cugini, Via Leonida e Via Federico Di Palma. Si fermerà in Piazza Maria Immacolata per poi proseguire lungo Via Tommaso D’Aquino, Via Ciro Giovinazzi, Lungomare Vittorio Emanuele III e sulla Rotonda Marinai d’Italia farà un’ulteriore sosta. Successivamente svolterà in Via Anfiteatro, Via Cavour per poi giungere in Piazza Garibaldi dove, sino alle ore 23:00, è previsto l’ascolto di diverse testimonianze e il coinvolgimento in performance, proiezioni e altre attività. L’artista Eleonora Magnifico sarà presente sul carro alla testa del corteo mentre a metà ci sarà il gruppo la Malam...

Alle prossime elezioni noi siamo per il boicottaggio elettorale - ma non ci stà bene che siano elezioni dove liste di opposizione di sinistra non riescono neanche a presentarsi

Fare le elezioni tamburo battente per dare al paese un governo dell'agenda Draghi, gestita da un comitato d'affari di centro sinistra o di centrodestra o tutti insieme, è lo scopo delle elezioni del 25 settembre

Questo però ha l'effetto di vietare di fatto la presentazione di nuovi soggetti politici per partecipare bisogna infatti raccogliere almeno 750 firme per ogni collegio elettorale entro il 21 o 22 agosto, in città svuotate o con la popolazione in vacanza...

venerdì 22 luglio 2022

Presidio questa mattina: NO agli arresti, NO all'attacco alle lotte e ai lavoratori!

Oggi circa un centinaio di lavoratori e lavoratrici, giovani studenti hanno dato vita a un presidio sotto la prefettura di Taranto per esprimere protesta e solidarietà nei confronti dei dirigenti sindacali del Si cobas e Usb arrestati su mandato della Procura di Piacenza, con accuse incredibili e inaccettabili che mettono in discussione la libertà di sciopero, di organizzazione sindacale e di manifestazione, la libertà sindacale in materia di rivendicazione di salari, lavoro, contratti in un settore quello della logistica segnato da sfruttamento e schiavismo verso migliaia di lavoratori in gran parte immigrati di diverse nazionalità dove a fronte di una gestione illegale di cooperative per conto della grande distribuzione e di multinazionali tipo Amazon Fedex TNT. Questi padroni non esitano a usare violenza e soprusi contro i lavoratori; così come la polizia e carabinieri che più volte hanno effettuato cariche violente durante i presidi, che costringono i lavoratori a forme di lotta dura fatti di blocchi, scioperi ad oltranza, ecc.

E' in questo contesto che viene scatenata la repressione dalla Procura di Piacenza che arriva a considerare gli scioperi, assemblee picchetti, presidi "fatti criminosi", a lotta per aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro una 'estorsione', l'organizzazione nei sindacati di base una "associazione a delinquere" e i legami tra i lavoratori con lotte congiunte di diverse città un uso improprio dei fondi sindacali, ecc.

Questa mattina Slai cobas sc e Usb hanno dato una risposta congiunta e combattiva, insieme a studenti,  forze politiche e sociali solidali, a questa repressione e montatura giudiziaria a Taranto, come sta avvenendo in tante città e posti di lavoro di tutta Italia; hanno espresso la piena condivisione della manifestazione nazionale indetta a Piacenza per sabato 23 luglio.

Richiediamo la immediata liberazione dei sindacalisti arrestati!

La repressione e gli arresti non fermeranno le lotte dei lavoratori e lavoratrici sempre più necessarie


Pronti a nuove iniziative cittadine e nazionali.   

Report a cura dello Slai cobas Taranto

 

giovedì 21 luglio 2022

Draghi... fottiti! --- Un editoriale di proletari comunisti che condividiamo

pc 21 luglio - Draghi si è dimesso... qual'è il problema...? Morto un Papa se ne fanno un altro - Ma i proletari non vogliono padroni, nè governo e Stati dei padroni, nè Papi e nè Re... E' ora che si ponga in chiaro con parole e 'buone' azioni

Draghi ha chiesto i pieni poteri e non li ha avuti.

Conte è stato strapazzato e vilipeso.. ma alla fine ha vinto - non è lui che è stato cacciato, ma è Draghi che se ne è andato.

Il supergoverno borghese del superMario si reggeva sullo sputo ed è caduto.

Ora c'è l'agenda Draghi su cui sono uniti padroni e finanza italiana, europea, americana e i famelici ceti politici borghesi, medio borghesi e piccoli borghesi si scontrano, si alleano per disputarsi il privilegio e i soldi su chi la gestirà

Ogni ostacolo di tempo e contenuto ai piani dei governi della guerra, della repressione del carovita e della disoccupazione è buona cosa

Ora che si facciano la loro campagna elettorale e si visibilizzi invece l'opposizione proletaria e popolare anticapitalista e antimperialista - unitaria se possibile - se non possibile marciamo divisi, colpiamo uniti

Proletari Comunisti farà la sua parte, per il Partito, per il Fronte unico di classe, per la costruzione della forza e dell'organizzazione della guerra di classe, necessaria e indispensabile

proletari comunisti/PCm Italia

21 luglio 2021

mercoledì 20 luglio 2022

Libertà per gli arrestati - presidio Venerdì prossimo, 22 luglio, alle ore 9:30, davanti alla Prefettura di Taranto!

VENERDI' 22 PRESIDIO ALLA PREFETTURA ORE 9,30

All’alba di ieri 4 sindacalisti del SI.Cobas e 4 dell’USB di Piacenza sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e ad altre misure cautelari.

Sono i compagni Aldo Milani, Mohamed Arafat, Carlo Pallavacini, Bruno Scagnelli, Roberto Montanari, Abed Issa Mahmoud Elmoursi, Elderdah Fisal e Riadh Zaghdane.

La colpa dei compagni è stata l’impegno in prima linea nella lotta al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della logistica di Piacenza, contro lo sfruttamento, la totale mancanza di diritti, i salari da fame praticati da grandi multinazionali come FedEx, TNT e GLS, da aziende della grande distribuzione come LIdl o dalle finte cooperative che spesso si appoggiano alla criminalità organizzata.

E’ intollerabile per la Procura di Piacenza, che si muove a braccetto con l’apparato repressivo dell Stato, che ci siano organizzazioni sindacali non complici e non accomodanti di fronte all’attacco sferrato alle condizioni della classe lavoratrice e pratichino azioni di lotta come scioperi, picchetti, occupazioni che intralciano produzione e profitti dei padroni e che hanno consentito di ottenere miglioramenti per migliaia di lavoratori e lavoratrici.

Addirittura la Procura di Piacenza definisce “estorsione” la lotta per ottenere condizioni migliorative rispetto ai contratti collettivi nazionali: questo la dice lunga sulla natura classista di questo governo e dei suoi apparati di repressione.

I padroni ormai ricorrono in maniera indisturbata a squadracce in stile fascista per colpire gli scioperi e i picchetti e anche all’omicidio, come quello del compagno Abdel El Salam, investito a morte nel 2016 da un “padroncino” mentre guidava uno sciopero alla GLS proprio di Piacenza, omicidio rimasto vergognosamente impunito.

L’intento di quest’azione della magistratura e del governo è chiaro: intimidire la classe lavoratrice e i sindacati combattivi.

Noi rispondiamo con fermezza: non abbiamo paura! La classe lavoratrice non indietreggia e lo dimostra lo sciopero generale di 24 ore proclamato nella logistica, lo dimostrano gli scioperi spontanei e i presidii organizzati in varie parti d’Italia.

La lotta continua, più dura di prima, per i diritti, contro padroni che si arricchiscono sempre di più sulla pelle di milioni di lavoratori e lavoratrici, contro il governo Draghi che regala loro miliardi e briciole per salari, pensioni e per la povera gente, contro la guerra e le spese militari.

Invitiamo tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, tutti/e i/le cittadini/e, tutte le organizzazioni politiche, sociali e sindacali che hanno a cuore i diritti della classe lavoratrice a scendere in piazza, perché l’attacco subito da USB e SI.Cobas è un attacco a tutti i lavoratori e ai diritti sindacali di tutti e tutte.

Partecipiamo al presidio che si terrà venerdì prossimo, 22 luglio,

alle ore 9:30, davanti alla Prefettura di Taranto!

Aldo, Mohamed, Carlo, Bruno, Roberto, Abed, Elderdah e Riadh liberi subito!


USB, Slai Cobas per il sindacato di classe, Camera del Lavoro Cobas-Bari, Confederazione Cobas-Taranto, Cobas-Brindisi, Casa del Popolo "Silvia Picci"-Lecce, Potere al Popolo-Lecce, Sinistra Anticapitalista-Taranto, Circolo Arci-Grottaglie, Ex Caserma Liberata, Brigate Poeti Rivoluzionari, Raggia Tarantina, Potere al Popolo-Taranto e provincia, Comitato Città Vecchia, FGC Taranto, Area "Riconquistiamo Tutto-Opposizione in CGIL

Acciaierie d'Italia: Ferie trasformate in cassintegrazione

Una denuncia dell'Usb

“Afronte delle dichiarazioni del ministro del Lavoro Andrea Orlando circa il prossimo invio nello stabilimento siderurgico jonico, di ispettori al fine di operare una serie di verifiche, l’AD Lucia Morselli rilancia e lo fa trasformando le ferie già programmate in cassa integrazione. Una notizia già trapelata attraverso l’ufficio del Personale, poi confermata dai responsabili di area. Si tratta delle ferie estive, già richieste e autorizzate che, appunto dopo la programmazione, vengono convertite in ore di cassa integrazione. Inammissibile se si pensa inoltre che alcuni lavoratori hanno come ferie ancora da utilizzare 300/400 ore, e se si considera inoltre che questo comporterà una decurtazione considerevole dallo stipendio”

Ex Ilva, lo stop all'altoforno di Taranto minaccia anche Novi

Prosegue la cassa integrazione per 150 dipendenti. Incertezza sui numeri della produzione: vertice a Roma per fare il punto 

 

NOVI LIGURE — La fermata dell’altoforno 2 di Taranto rischia di creare grossi problemi anche allo stabilimento Acciaierie d’Italia di Novi Ligure. Fonti sindacali fanno sapere che la quantità di semilavorati per far funzionare la fabbrica è ormai ridotta al lumicino: «Forse arriverà qualche coils per lavorare ancora un po'». Dopodiché si ricorrerà alla cassa integrazione.

Il che peraltro non è una novità, anzi: all’ex Ilva di Novi sono 150 i dipendenti in cassa straordinaria a rotazione, concessa dal governo nonostante il mancato accordo con i sindacati di categoria. L’impatto sugli stipendi è pesante: c’è chi non arriva a 900 euro al mese «e tra affitto o mutuo, rincari delle bollette e spese quotidiane in tasca non rimane più nulla».

Già con l’arrivo di Arcelor Mittal le cose per i lavoratori non si erano messe benissimo: «I premi di produzione sono stati quasi tutti annullati». Le due settimane canoniche di ferie saranno garantite a tutti, ma c’è chi ha un monte ore di ferie da smaltire molto alto.

Anche lo stabilimento ex Ilva di Novi Ligure coinvolto dall'ennesima richiesta di ammortizzatori sociali avanzata dall'azienda. La contrarietà dei sindacati

A preoccupare però è soprattutto l’andamento della produzione, sempre più a rilento, anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e del carbon coke necessario per far funzionare gli altoforni. «Tenere l’altoforno 2 fermo fino a fine agosto significa rischiare che a Novi i primi materiali da lavorare arrivino solo a metà settembre».

il 26 luglio a Roma si terrà un incontro tra Fiom, Fim e Uilm, l’azienda e i ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro. Nel frattempo, a Novi Ligure sono arrivati in visita l’a.d. di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli e il presidente Franco Bernabé.

Arresti domiciliari per dirigenti Si.cobas e attivisti dell'USB - I padroni, il governo Draghi, lo Stato borghese scatenano la repressione contro il sindacalismo di lotta classista e combattivo contro le lotte operaie e proletarie, nella logistica. Massima solidarietà e denuncia

Lo Slai cobas Taranto esprime la massima solidarietà ai compagni del Si.Cobas e Usb colpiti dalla repressione.

Oggi alle 13 alle portinerie Acciaierie d'Italia e Ditte d'appalto dazibao e volantino informativo;

mercoledì 20 all'assemblea dei lavoratori della Tessitura Albini Mottola ore 20.30 piazza plebiscito, approvazione mozione solidale e adesione a distanza alla manifestazione del 23 a Piacenza;

vorremmo per  venerdì 22 presidio unitario alla prefettura di Taranto., ma l'USB fa da sola ..

Poi la lotta continua con ulteriori iniziative.                            

Unità di lotta contro la repressione!
Liberare subito i compagni arrestati!
Il diritto di sciopero non si tocca!
Lottare non è reato!
Preparare una grande risposta di massa - a Piacenza, in tutti i posti di lavoro e in ogni città - A Roma proponiamo il 17 settembre.
Fronte unico di classe - lotta sindacale di classe finalizzata alla lotta generale contro Draghi e ogni governo dei padroni - Insorgiamo il potere deve essere operaio!

Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto 


IL COMUNICATO DEL SI.COBAS NAZIONALE 

UN NUOVO, PESANTISSIMO ATTACCO REPRESSIVO CONTRO IL SINDACATO DI CLASSE E LE LOTTE DEI LAVORATORI.

All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.

Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…

Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.

È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.

È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.

Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.

Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.

Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva.

Invitiamo sin da ora i lavoratori e tutti i solidali a contattare i rispettivi coordinamenti provinciali per concordare le iniziative da intraprendere.

Seguiranno aggiornamenti.

Le lotte contro lo sfruttamento non si processano.

La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.

ALDO, ARAFAT, CARLO E BRUNO: LIBERI SUBITO!

SI cobas nazionale