lunedì 31 luglio 2023

Stamattina all'appalto Acciaierie presidio/comizio sulla recente morte di Antonio Bellanova

Vari dibattiti con gruppi di operai. Tra le cose dette dagli operai: 

"non doveva succedere questa morte...", "i sindacati in fabbrica sono inesistenti...", "dobbiamo chiedere aumenti salariali e riduzione orario di lavoro... in tante ditte col caldo non si può lavorare", "il governo non vuole neanche il salario minimo ma anche con 10 euro non si riesce a vivere...", "dovremmo fare come in Francia..."

IL COMIZIO DELLO SLAI COBAS:
 
IL VOLANTINO DIFFUSO 
 

domenica 30 luglio 2023

L'intervento del Mfpr al presidio in piazza a Taranto dell'Arci Gay contro la legge sulla maternità surrogata

MATERNITA’ SURROGATA: NO A REPRESSIONE, 

NO A IPOCRISIE SU DONNE E BAMBINI

Nei giorni scorsi è passata in parlamento l’oscena/illegale proposta di legge sulla “maternità surrogata come reato universale”. Governo, partiti in parlamento denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio solo della "sacra famiglia: "donna, uomo, bambino" famiglia di pura razza bianca, occidentale. Sono contro la GPA con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, e oggi contro il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali.

Coprono queste posizioni con una grossa squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, sulle stesse donne.

Non si può permettere, ancora di più oggi che chi, il governo Meloni e in parlamento, appoggia e alimenta la guerra - che è la più feroce, orrenda arma degli Stati, governi imperialisti per uccidere i "diritti" dell'umanita'; chi lascia morire in mare decine e decine di bambini - possa passare per difensore dei bambini.

QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA, contro questa crociata da moderno medioevo.

Occorre contrastare, combattere la proposta di legge, prima di tutto nelle piazze, come stasera.

No a leggi che hanno come unico scopo la repressione. 

Primo, perchè chi dovrebbe fare le leggi per reprimere sono gli stessi Stati imperialisti che portano avanti la massima oppressione istituzionalizzata verso le donne in tutti i campi, che massacrano donne e bambini - pensiamo ai migranti, ai bombardamenti, a quanto succede in Palestina, ecc,, a cui l'Italia ampiamente contribuisce, con la fornitura di armi e gli accordi neocolonialisti con i regimi reazionari/assassini, come Libia, Tunisia, nello scambio: blocco migranti/affari per i padroni italiani.
Secondo, perchè in questo sistema capitalista come, avviene per la prostituzione, per l'aborto clandestino, sono poi anche le donne che verrebbero colpite dagli interventi repressivi, diventando due volte vittime.
 
E' evidente che la maternità surrogata in questo sistema capitalista/imperialista nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi.
Quindi non è un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. La stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo, mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne sono doppiamente sfruttate e oppresse, non si può parlare di libertà.

Ma occorre sgombrare il campo dalle ipocrisie borghesi.

Viene tanto e in tanti modi sfruttato, violentato il corpo delle donne, che i neofiti “difensori delle donne” non possono certo emergersi a loro difensori. Oggi, proprio da questo governo e dai suoi Ministri, con la campagna sulla natalità, le donne sono considerate "macchina di riproduzione" per dare forza-lavoro per il capitale e corpi per la guerra.

 
Poi, quante donne, nel rapporto di subordinazione che sono costrette a vivere con il proprio uomo, fanno figli perchè glielo impone il marito, la famiglia (d'origine o quella del marito), figli da loro non desiderati o frutto a volte anche di violenza sessuale, e quindi niente affatto di "libera scelta"; questo non è abbastanza simile alla Gpa (Gravidanza per altri)? Le nostre sorelle "prostitute" non vendono il loro corpo ad altri? Fra un pò ci sarà anche per loro una legge repressiva "universale"? 
Si dice: "invece che Gpa, adozioni". Ma anche questa è ipocrisia! In tante adozioni - soprattutto nei paesi dipendenti dall'imperialismo - si tratta di bambini partoriti da una donna che è stata, però, impossibilitata a tenerli, per vari motivi (in primis la povertà) e presi, divenuti figli di coppie al 90% occidentali. Dov'è la differenza?

Senza rovesciare questo sistema barbaro, sessista, marcio dentro, fascista, senza costruire una nuova società, socialista verso il comunismo, in cui centrale è il ruolo diretto delle donne nella rivoluzione e nella rivoluzione nella rivoluzione, non ci può essere liberazione delle donne e dell’intera umanità.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

mfpr.naz@gmail.com – WA 3339199075 – c/o sede Slai cobas via L. Andronico, 47 Taranto

sabato 29 luglio 2023

MATERNITA’ SURROGATA: NO A REPRESSIONE, NO A IPOCRISIE SU DONNE E BAMBINI - Il MFPR aderisce all'assemblea di piazza

Taranto scende in Piazza contro la Legge Varchi.
Ci vediamo Sabato 29 Luglio in Piazza Maria Immacolata a Taranto alle ore 19.30 per spiegare il ddl e tutto ciò che rappresenta, condividere testimonianze, raccogliere proposte in assemblea pubblica per combattere la persecuzione di stato, contrastare l’omolesbobitransafobia e la violenza giuridica sulle famiglie omogenitoriali.


Aderiscono all’iniziativa (elenco in ordine alfabetico e in aggiornamento)
Alzaia Onlus ETS
CAV Sostegno Donna
CEST
Collettivo LaDora
Comitato Territoriale Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto
Hermes Academy
L.E.F.T. Libero Ente Formazione Taranto
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Poliamore Salento
SLAI Cobas
TGenus
Zaccheo Puglia

Per info e adesioni, contattare il +39 388 874 6670 o le pagine instagram @arcigay_queertown_taranto o @hermesacademy.it

La manifestazione statica, fortemente voluta da Dorothy Ferlito e Luigi Pignatelli, è autorizzata dagli ordini preposti.

Manifesto elaborato da Poliamore Salento
Ancora oggi il corpo, soprattutto quello delle donne, è oggettificato dalla politica, per definire ciò che è giusto e sbagliato, insinuandosi così anche nelle famiglie e pretendendo di definire come sia corretto amare attraverso la Legge.
In particolare, l’attacco alle famiglie omogenitoriali è stato massivo ed esasperante, tanto da arrivare a definire legalmente come Reato Universale una pratica (quella della gestazione per terzi) utilizzata principalmente da coppie eterosessuali, pur di attaccare la comunità LGBTQIA+.
Noi, come Poliamore Salento, ma soprattutto come persone, rivendichiamo una politica sana, che non basi le sue leggi sui pregiudizi per aggredire una parte della cittadinanza, ma che sia veicolo di civiltà e convivenza, agevolando le famiglie, qualsiasi esse siano, con servizi e opportunità che siano adeguati agli standard degli altri Paesi europei.
Esigiamo che cessi la persecuzione morale, legale e civile a tutte le persone che compiono scelte di vita differenti da canoni pre impostati.
Esigiamo che il corpo, femminile, maschile o neutro che sia, sia un teatro di possibilità e non di guerre ideologiche.
Esigiamo la garanzia dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, come stabilito dalla legge 22 Maggio 1978, assicurando l’autodeterminazione delle donne, degli uomini trans e delle persone non binary e intersex, anche minori di età.
Chiediamo un’educazione libera da ideologie sul tema del corpo e della sessualità, l’interruzione di qualsiasi finanziamento regionale a gruppi e associazioni antiabortiste all’interno dei Consultori pubblici, l’abolizione delle obiezioni di coscienza, nel rispetto della laicità.
Allo stesso tempo, riteniamo che debba essere abolita o modificata la legge 40/2004, affinché sia possibile per single e coppie, anche dello stesso sesso, accedere alla procreazione medicalmente assistita e al concepimento attraverso GPA (gestazione per altri), purché svincolata da ogni forma di sfruttamento.
Rifiutiamo ogni criminalizzazione volta a punire, in qualsiasi forma, single, famiglie e figliə.

mercoledì 26 luglio 2023

Basta morti per il profitto dei padroni!



Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto, a fronte della morte del giovane operaio Antonio Bellanova di 31 anni, esprime innanzitutto la vicinanza solidale alla famiglia del giovane operaio e a tutti i suoi colleghi di lavoro colpiti da questo lutto. 

Ma siamo soprattuttro indignati perchè questa morte non doveva succedere! Peraltro è la terza morte che si verifica in meno di tre anni al porto. Siamo indignati perchè questa morte ha colpito un operaio in contratto di somministrazione, cioè precario, a basso salario, che pur di lavorare e portare il "pane" alla famiglia si è sempre massimamente impegnato nel lavoro, come dicono i suoi colleghi. E invece è morto, schiacciato da un ecoballa.

Ogni parola è superflua su questo! 

Se non vogliamo morti sul lavoro devono finire i contratti precari, i bassi salari e quindi le inevitabili mancanze in materia di sicurezza, che sono compagni di strada sempre di questo tipo di situazione, al porto, e non solo, qualunque sia il tipo di lavoro, e qualunque sia il committente.

Certo, anche noi siamo impegnati e attivi e aspettiamo di sapere con esattezza le circostanze e le inosservanze delle norme di sicurezza che hanno prodotto questo inaccettabile infortunio mortale. Ma non ci uniamo al coro di doglianze, nè alle dichiarazioni dei sindacati confederali che sono maggioritari nel porto.

Ci uniamo senz'altro allo sciopero, ci uniamo sen'altro alla denuncia e alle richieste che in questa occasione vengono fatte, ma non all'ipocrisia. 

Le condizioni di lavoro al porto, i contratti precari testimoniano se non la complicità sicuramente l'assenza di una tutela sindacale quotidiana e corrispondente alla situazione. 

Noi vogliamo innanzitutto la fine dei contratti precari. Noi vogliamo che i lavoratori esprimano delegati Rls dotati di potere e messi al riparo da rappresaglie padronali, che possano essere un riferimento quotidiano dei lavoratori in materia di sicurezza. Noi vogliamo una postazione ispettiva effettiva e permanente al porto e in tutta l'area industriale.

Lunedì con un presidio all'appalto acciaierie e con un'assemblea all'interno del porto in una delle realtà in cui siamo presenti, ci confronteremo con i lavoratori per avviare una nuova strada, che certo non restituisce la giovane vita spezzata, ma deve dare consistanza ad una fase di lotta, sì di lotta continuata, oltre lo sciopero immediatao, necessario e obbligato, che metta i lavoratori in condizione di ottenere risultati e di rafforzare la convinzione, la speranza che si fermi la catena delle morti, originata sempre e comunque dalla logica del profitto, della produzione e lavoro in ogni condizionem dei ricatti sui lavoratori, del taglio dei costi. 

domenica 23 luglio 2023

"Fa caldo... Governo ladro"

Anni fa nei movimenti era in voga uno slogan, un pò satirico ma che dava il senso della denuncia contro un sistema causa di tutti i mali: "Piove... Governo ladro".

Oggi non è satirico riprenderlo cambiandolo in "Fa caldo... governo ladro", e non è neanche tanto per dire... Qui ci troviamo effettivamente a un caldo impossibile in cui sono chiarissime le cause e le responsabilità dirette di questo sistema capitalista/imperialista che per i suoi profitti, per il massimo dello sfruttamento della natura, e degli uomini, sta distruggendo l'ambiente, l'intera terra, le forze produttive; e oggi, nella sua fase di ultimo stadio, diventa più avido e feroce.

Taranto è su tutti i giornali nazionali per la temperatura dei mari arrivata a 30 gradi. Cosa che inevitabilmente ha effetti sui pesci, sui mitili.
Non si contano poi le denunce, le segnalazioni (a Taranto dalle ditte dell'appalto e dai reparti di Acciaierie, ai lavoratori pulizie Amat, degli asili, ecc,); in alcuni casi purtroppo ancora pochi, a livello nazionale ci stanno proteste e qualche fermata/sciopero dai luoghi di lavoro, dalle fabbriche come dai cantieri, dalle campagne, ecc., che tra l'altro dimostrano che i rischi non sono solo per chi lavora all'esterno sotto il sole, ma anche per chi lavora all'interno di capannoni, strutture in cui si soffoca, si sviene per il caldo e per lo sfruttamento che continua nella stessa maniera, senza tregua. 
E dire che questa condizione di lavoro sta anche uccidendo non si esagera affatto: sono almeno 5, per quelli che sono arrivati alle cronache, finora i lavoratori morti a causa del caldo.

Governo e mass media asserviti tendono a rappresentare questa situazione come "eccezionale", dipendente da una natura "impazzita", e cazzate di questo genere.
I padroni sono un pò più preoccupati, e Bonomi dice al governo di intervenire con misure tipo quelle usate nel periodo della pandemia: in particolare con cassintegrazione e smart working.
Ma la loro "preoccupazione" e richiesta sono solo ad usum difesa dei loro profitti e dei loro costi, non dei lavoratori e lavoratrici: che, al massimo, sia il governo a mettere qualche riparo ma non loro.

Per i lavoratori, invece che soluzioni sarebbe un ulteriore attacco al salario sempre più misero (con la cig) o (con lo smart working) uno scarico sui lavoratori (ma solo per una minima parte, spesso donne) della continuità del lavoro a casa, con costi energetici scaricati sulle lavoratrici o in condizioni di stessa calura ma con più carico e ore di lavoro.
E i padroni non devono fare nulla... in tanti lavori non forniscono neanche le bottiglie di acqua (perchè anche questa miseria non deve pesare sulle loro tasche), e su questo sono uguali sia i padroni piccoli che i padroni medi o grandi che hanno rifatto grandi e più profitti (da loro stessi dichiarati) dopo il covid.

Quando sarebbero abbastanza chiare le misure da adottare subito (alcune di queste sono già previste nel TU sulla sicurezza e salute, ma sono bellamente violate, e il governo "collabora" - vedi su questo, dopo l'articolo, una utile relazione fatta da Marco Spezia, esperto in sicurezza e membro di Medicina Democratica).
Ridurre l'orario di lavoro a parità di paga; aumentare ed estendere il tempo delle pause; mettere condizionatori in tutti i locali e luoghi di lavoro; attrezzare luoghi mobili nelle campagne, nei cantieri per ripararsi dal caldo e refrigerarsi; la cassintegrazione? Ma con un'integrazione che recuperi al 100% il salario perso; ecc. Ogni lavoratore, lavoratrici, delegato sindacale saprebbe indicare le misure necessarie e possibili subito.
E un governo, anche borghese, potrebbe immediatamente imporle.

Ma i padroni grandi e piccoli quando devono intaccare i loro utili sembra che gli vuoi "ammazzare la madre"... E questo governo Meloni, come e più dei governi che lo hanno preceduto, i soldi alle aziende li dà solo per salvaguardare i loro profitti.
E allora ci vuole la lotta, le fermate, gli scioperi improvvisi, dal basso. I sindacati di classe e combattivi questo devono fare (come alla Evoca di Bergamo, come alla Stellantis a Pomigliano, come in alcuni luoghi della logistica). 
I lavoratori e le lavoratrici, prima di sentirsi male, di svenire, devono fermarsi e costringere i sindacati confederali a coprirli sindacalmente.  
Landini chiede Tavoli per fare protocolli (tipo periodo Covid). Ma, quale "protocolli"! Ci vogliono subito misure urgenti da parte delle aziende e del governo, misure che sono già chiare. I Tavoli servono ancora e ancora, di più in questo caso, a nascondere il collaborazionismo dei sindacati confederali con padroni e governo sulla pelle dei lavoratori; al massimo parole a copertura di niente fatti. E la Ministra del Lavoro, consulente delle aziende, prende tempo ma non fa nulla, al massimo ripete le stesse proposte dei suoi "datori di lavoro".

Anche la condizione proletaria di questi giorni sta a dimostrare che serve il socialismo, il potere in mano agli operai, che espropria i capitalisti e prende in mano la gestione delle fabbriche, della agricoltura, ecc,, anche per risolvere in pochissimo tempo questa situazione
Dimostra che questo sistema capitalista non è in grado, non può e non vuole, risolvere neanche mezzo problema sociale; e che quindi la lotta più "concreta" è quella rivoluzionaria per rovesciare questo sistema e costruire la società socialista. Non è una lotta del "sol dell'avvenire" ma una lotta di oggi, necessaria per non far continuare a distruggere le nostre vite.

 

“L’ultimo da cui non vogliamo abbracci/pietà/compassione”. Una, giusta e sacrosanta, risposta al fascio/razzista Salvini, che condividiamo

 

LA RISPOSTA DI GABRIELE

innanzitutto mi presento, sono Gabriele, il marito di Feliciana.

Da un pò, causa “vicissitudini familiari”, ho deciso di sospendere il mio unico account social (facebook), motivo per cui mi sono fatto “prestare questo spazio” dagli amici della libreria Zaum (che ringrazio di cuore). Sto già attraversando il periodo più buio della mia vita, in più, leggere articoli “giornalettistici” su mia moglie, come quelli pubblicati sul web dal Messaggero, Leggo, L’edicola del sud, Gazzetta del Mezzogiorno, Telebari, Il nuovo quotidiano di Puglia, Il giornale di Puglia (probabilmente ce ne saranno anche altri simili che non ho letto) è come girare il coltello nella piaga… Roba da sadici e/o cacciatori di like…

Metà del tuo post, è un virgolettato che riprende le “grandi” testate succitate, le quali (come te o il tuo “web staff”) hanno avuto poca cura nello scegliere le “fonti”, o peggio ancora, le “grandi” testate hanno voluto “romanzare” appositamente la cosa per qualche click in più…

Allora :

1) Mia moglie ha scoperto “la cosa” solo dopo aver partorito la nostra secondogenita.

2) si è sempre sottoposta a tutte le cure previste

L’amore di mia moglie era, ed è immenso, verso i nostri figli, verso di me e verso gli “ultimi”, i più sfortunati, tipo quelli che si imbarcano perché hanno 2 alternative :

a) morire a casa propria di fame/stenti/guerra

b) imbarcarsi (essendo anche al corrente dei rischi del viaggio) nel tentativo di “svoltare” e cambiare vita.

Noi (io e la mia famiglia), siamo il tuo OPPOSTO, bianco/nero, nord/sud, destra/sinistra, salato/dolce.

Per cui, se mai dovessimo stilare un elenco di persone da cui non vogliamo abbracci/pietà/compassione, non te la prendere, ma il tuo nome sarebbe sicuramente sul podio.

Un’ultima cosa, sai la bambina da voi citata come si chiama?

CAROLA.

Nome ispirato da 3 guerriere, le due nonne (Carmelina/Laura) e Carola Rackete !!!

Te la ricordi, vero…???

Vado, devo ricomporre i pezzi…

Gabriele»

 

giovedì 20 luglio 2023

Asili: aumenta il servizio, ma la condizione di lavoro delle lavoratrici dell'ausiliariato e pulizie resta sempre al di sotto di ogni minima condizione dignitosa


Da Corriere di Taranto

"Più servizi negli asili nido comunali - Il ministero dell’Interno ha approvato la riprogrammazione richiesta dall’amministrazione comunale, rispetto al rafforzamento dei servizi educativi offerti dagli asili nido comunali. Grazie a questo risultato, da settembre a dicembre prossimi sarà esteso l’orario di servizio, dal lunedì al venerdì, sino alle 17:00/17:30 per almeno 5 asili nido comunali, oltre alla disponibilità di un ulteriore supporto alle fragilità grazie al maggior numero di educatrici destinate alle attività di sostegno.
«Con questo intervento – ha dichiarato l’assessore ai Servizi Educativi Fabiano Marti – rinforziamo ancora la prospettiva di crescita dei servizi all’infanzia degli asili nido comunali, per l’anno educativo 2023/2024. Stiamo lavorando ininterrottamente affinché i nostri bambini possano usufruire di ulteriori opportunità, andando incontro alle esigenze delle famiglie. Nelle prossime settimane verranno approvati gli atti necessari a concretizzare le attività proposte». 

Gli orari si allungano negli asili, si fanno nuove assunzioni di educatrici, si accrescono i servizi per i bambini... E il Comune alle 68 lavoratrici e lavoratori che garantiscono tutti i tanti e vari servizi di ausiliariato e pulizia cosa aumenta? Appena mezz'ora al giorno l'orario di lavoro, che da settembre quindi passerà dalle 3 ore attuali a 3 ore e 30 minuti! TUTTO QUA!!

Chi garantirà il servizio fino alle 17:30? 

 Scordatevi che questo dovrà avvenire con un sovraccarico di lavoro, con aumento dei turni per le lavoratrici e lavoratori di ausiliariato e pulizia, che continuano a prendere una miseria di salari, con un salario orario di 7,73 euro, molto al di sotto del cosiddetto "salario minimo". Così, chiaramente, impediremmo qualsiasi tentativo di far convivere più appalti per lo stesso servizio.

Lo Slai cobas aveva proposto da subito il passaggio ad almeno 4 ore, per poi arrivare a 5 ore al giorno. Ma su questo c'è un netto NO da parte del Comune/assessorato Pubblica Istruzione (anche nel recente incontro del 17 luglio con l'assessore Marti), tricerandosi dietro norme e mancanza di fondi che lo impedirebbero.

Nello stesso modo, scordatevi che i lavoratori di ausiliariato e pulizia continueranno a fornire un servizio di qualità per i bambini spccandosi la schiena, le braccia, le ginocchie, perchè continuano a lavorare con scope e stracci, senza alcuna attrezzatura elettrica, meccanica, nonostante prevista dall'appalto, e ricevendo in cambio il danno e la beffa: le delegate Rsa e Rls dello Slai cobas che hanno denunciat, durante un'iniziativa di lotta proprio per l'aumento dell'orario e del salario, queste condizioni di lavoro che mettono a rischio anche salute e sicurezza, hanno ricevuto pure provvedimenti disciplinari.

Noi chiediamo aumento di orario, di salario, salute e sicuerezza. 

Questa giusta, necessaria lotta la porteremo fin dal 1° settembre (se fino ad allora non ci saranno risposte).

Il fatto che l'approvazione al "rafforzamento dei servizi educativi" discenda dal Ministero degli Interni, quindi da una programmazione nazionale (ma cosa c'entra il Ministero degli Interni in questa materia?...) - rafforzamento dei servizi di asili-nido la cui motivazione non risponde ad un diritto sociale, ma è soprattutto interna alla campagna di questo governo di appello alle donne a "fare figli" - pone la necessità di portare questa lotta anche a livello nazionale, insieme alle altre realtà di lavoratrici di altre città.

I punti centrali del decreto "salva infrazioni" per l'Ilva di Taranto confermano la prima denuncia dello Slai cobas e va oltre...


 (Tali punti li abbiamo tratti dall'articolo di Gianmario Leone, Corriere di Taranto - e per cui ce ne assumiamo la responsabilità)

Queste parti del testo del decreto dimostrano in pieno quanto dallo Slai cobas subito denunciato: produzione a tutti i costi e in tutte le maniere azzerando ambiente e sicurezza e cancellando sentenze, inchieste della magistratura e procedimenti UE; questo (che non è un'assoluta novità rispetto ai governi precedenti che sempre hanno salvaguardato solo gli interessi aziendali), avviene però oggi con questo decreto che legittima interventi molto più estensivi, ponendo a proprio uso e consumo gli accertamenti dell'Ispra (che ambiguamente non mette in rapporto alcuni dati di inquinamento in calo, con la riduzione dell'attività produttiva e soprattutto del numero di operai impegnati, con migliaia in cassintegrazione periodica e permanente), e dando pieni poteri direttamente alla Presidenza del Consiglio (e con la Meloni è una "garanzia" per ArcelorMittal come per tanti padroni) che, a conferma anche del dibattito in corso sulla "giustizia", toglie funzione ai magistrati e mette sotto scacco i giudici.

Questo decreto costituisce anche il tentativo di mettere una pietra tombale alle conclusioni del processo "Ambiente svenduto", in materia di confisca degli impianti inquinanti. 

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Sul c.d. decreto – legge salva infrazioni, il dicastero guidato da Fitto spiega che “l’emendamento agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto (n. 2013/2177) consentendo di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dell’impianto, in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale. Inoltre, il provvedimento favorisce il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria nel territorio circostante l’Ilva”. La nuova disciplin “prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione: in questa maniera, l’emendamento assicura che la gestione dell’attività avvenga nel rispetto della normativa ambientale...”.
Il provvedimento adottato oggi, ossia il parere motivato, riguarda carenze quali l’inosservanza delle condizioni stabilite nelle autorizzazioni, l’inadeguata gestione dei sottoprodotti e dei rifiuti e protezione e monitoraggio insufficienti del suolo e delle acque sotterranee”. “La maggior parte dei problemi – sosteneva all’epoca Bruxelles – deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell’acciaio”.

La procedura di infrazione n. 2013/2177, avviata il 26 settembre 2013, riguarda l’asserita mancata adozione, da parte delle competenti Autorità italiane, delle misure necessarie a ridurre l’impatto ambientale dell’ex stabilimento siderurgico ILVA di Taranto, in violazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (c.d. direttiva IED).
L’infrazione, come risaputo, non si è mai conclusa. Ma in soccorso del governo, potrebbe arrivare il lavoro svolto dall’Osservatorio Ilva in tutti questi anni. Fu l’ISPRA, dopo le verifiche e i controlli effettuati nel primo semestre del 2022, a parlare di avvenuta realizzazione di quasi tutti gli interventi previsti dal Piano Ambientale 2017 (che dovrà essere completato entro il 23 agosto di quest’anno, anche se alcune prescrizioni scivoleranno al 2024), tra cui quelli di riduzione delle emissioni convogliate e diffuse di polveri fini (in particolare provenienti dall’area a caldo, ossia area cokeria, agglomerato, altoforno e acciaieria). 

E’ su questo scenario e su quello relativo alle ultime ispezioni, che saranno redatte le valutazioni sanitarie da parte del ministero della Sanità sull’efficacia della realizzazione degli interventi di adeguamento previsti dal Piano ambientale. Un documento che lo scorso dicembre veniva dato in fase di elaborazione, ma che lo scorso marzo non era ancora pronto, dal quale dipenderà non solo l’eventuale chiusura della procedura d’infrazione aperta dalla Commissione Europea, ma anche e soprattutto l’eventuale dissequestro degli impianti dell’area a caldo e l’attuale valutazione in relazione alla procedura di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per lo stabilimento siderurgico tarantino.
Ma l’intervento non si riferisce soltanto al caso dell’infrazione europea. Ma tocca vari aspetti dell’infinita vertenza legata al siderurgico di Taranto. Il comma 1, lettera a), prevede l’applicazione, in caso di confisca degli impianti o delle infrastrutture di ILVA s.p.a. in amministrazione straordinaria si applicano le disposizioni delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale...”.

Con la lettera b)... si prevede che i criteri di valutazione, approvazione e attuazione dei progetti di decarbonizzazione, nonché l’entità delle risorse previste destinata alla loro realizzazione, fermo il limite di 150 milioni di euro previsto dalle vigenti disposizioni, vengano determinate non più con decreto del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della transizione ecologica, bensì con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro per la transizione ecologica e la sicurezza energetica di concerto con i Ministri delle imprese e del made in ltaly e dell’economia e delle finanze e con l’Autorità politica delegata in materia di Sud e di politiche della coesione, sentito il Presidente della regione Puglia. Inoltre, si prevede che l’organo commissariale di ILVA possa procedere alla loro realizzazione avvalendosi non solo degli organismi in house dello Stato ma anche del gestore dello stabilimento (che, in base alle vigenti disposizioni, può soltanto formulare delle proposte) al fine di velocizzarne l’attuazione. In secondo luogo, si prevede che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri... (su) decarbonizzazione del ciclo produttivo dell’acciaio presso lo stabilimento siderurgico di Taranto, contenga anche l’indicazione del termine massimo per la realizzazione dei citati progetti. Infine, si consente al gestore dello stabilimento di presentare ulteriori progetti di decarbonizzazione ad integrazione di quelli previsti dal citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri...

Il comma 2... favorire la chiusura delle procedure di infrazione... In particolare, è previsto che, “allorché il sequestro riguardi stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale, il giudice debba di regola disporre la prosecuzione dell’attività, avvalendosi di un amministratore giudiziario (che in caso di amministrazione straordinaria deve coincidere con il commissario già nominato nell’ambito della procedura) e dettando ove necessario le prescrizioni occorrenti per realizzare un bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute, dell’ambiente e degli altri eventuali beni giuridici lesi dagli illeciti commessi. Peraltro, si è altresì previsto che quelle disposizioni non si applichino quando il giudice ritenga che dalla prosecuzione possa derivare un concreto pericolo per la salute o l’incolumità pubblica, ovvero per la salute o la sicurezza dei lavoratori, non evitabile con alcuna prescrizione. Tuttavia, è previsto che il giudice debba autorizzare la prosecuzione dell’attività se, nell’ambito della procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale, sono state adottate misure con le quali si è ritenuto realizzabile il bilanciamento di cui sopra... 

Rispetto a questo provvedimento, si è intervenuti anche al fine di dettare una disciplina processuale che valorizzi la posizione dei vari soggetti coinvolti e il diverso profilo in gioco, che non è, come usualmente accade, il solo tema del mantenimento del sequestro..., ma anche la continuità dell’attività, che è interesse dello Stato... sono infatti legittimati all’impugnazione (oltre alle parti processuali, al soggetto al quale le cose sono state sequestrate e all‘avente diritto alla restituzione) anche la Presidenza del Consiglio dei ministri; il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica... anche allo scopo di mantenere unitarietà di indirizzi applicativi su tutto il territorio nazionale...” .

... “il comma 2 della disposizione provvede, in primo luogo, a dettare una disciplina specifica relativa alle situazioni, nelle quali successivamente al sequestro preventivo venga disposta la confisca dello stabilimento o dell’impianto produttivo, di cui sia già stata autorizzata la prosecuzione delle attività dopo l’adozione del provvedimento di sequestro, precisando che l’amministratore giudiziario ovvero il commissario straordinario è autorizzato a proseguire l’attività fino alla data del trasferimento degli stabilimenti industriali, degli impianti o delle infrastrutture...
In secondo luogo, si prevede che, in caso di imprese ammesse all’amministrazione straordinaria, il sequestro preventivo, non impedisce il trasferimento dei beni in sequestro se essi sono costituiti da stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale... il soggetto cui i beni vengono trasferiti non risulta controllato, controllante o collegato né altrimenti riconducibile, direttamente o indirettamente, al soggetto che ha commesso i reati per i quali il sequestro è stato disposto...

In terzo luogo, si prevede che il corrispettivo della cessione è depositato dagli organi dell’amministrazione straordinaria presso la Cassa delle ammende, con divieto di utilizzo per finalità diverse dall’acquisto di titoli di Stato, fino alla conclusione del procedimento penale, salvo il caso in cui il sequestro sia revocato. Per effetto di detto deposito, gli effetti del sequestro sui beni cessano definitivamente...

Infine, il comma 6 contiene una disposizione finalizzata ad assicurare il bilanciamento tra le esigenze di cui sopra, consentendo... l’adozione di ordinanze sindacali, incidenti sull’operatività di stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale in relazione ai quali sia stata rilascia ta un’autorizzazione integrata ambientale. Le menzionate ordinanze sindacali “possono essere adottate esclusivamente... in presenza di situazioni di pericolo ulteriori da quelle ordinariamente collegate allo svolgimento dell’attività produttiva...”.

Per lav. ex Pasquinelli: un incontro all'Arpal, con Amiu che non fa passi avanti certi. Non servono altri incontri ma riprendere la protesta


Un incontro in cui non c'è stato nessun passo avanti di certezza da parte dell'Amiu, mentre il Comune non si è proprio presentato.

Noi vogliamo che le garanzie chiare e precise (come le abbiamo poste noi nell'incontro - vedi la nota in calce) debbano essere contenute nella gara d'appalto per la gestione dell'impianto di selezione e quindi obbligatorie per la ditta che prenderà in mano la gestione.

Al termine dell'incontro gli altri sindacati, di fatto seguendo le indicazioni di Mancarelli che al solito ha scaricato tutto sul Comune, hanno detto che chiederanno un ennesimo incontro al Comune.

Noi non ci stiamo a farci usare in questo palleggiamento Amiu/Comune!

Il 27 c'è il Consiglio comunale in cui ci dovrebbe essere all'OdG la famosa questione della delibera per affidare all'Amiu l'impianto pasquinelli ed è durante questo Consiglio che VALE LA PENA DI STARE!

Altrimenti sono ancora parole, incontri inconcludenti.

Slai cobas 

 Le richieste poste dallo Slai cobas

- data certa della ripresa del lavoro, che deve essere a settembre;

- nell'appalto per la gestione dell'impianto di selezione va posta in maniera chiara il vincolo dell'assunzione dei 21 lavoratori (con elenco nominativo);

- l'assunzione deve esser fatta a tempo indeterminato, con CCNL federambiente, con livelli retributivi adeguati alla qualifica e sicuramente non inferiori alle retribuzioni finora percepite dai lavoratori; l'orario di lavoro deve essere non inferiore alla 36 ore settimanali attuali.

- finchè non c'è l'avvio dell'impianto, comunque, l'attuale attività lavorativa (tampone) deve continuare, ma questa volta per tutti contemporaneamente e mantenendo l'orario di lavoro di 36 ore settimanali.

mercoledì 19 luglio 2023

Amiu: la situazione è grave ma non seria... e a pagare sono lavoratori e pulizia della città

Purtroppo non sono una novità queste notizie. Ma a questo scenario sempre a rischio non corrisponde da tempo un intervento e soluzioni a lungo termine.

Questo in una situazione in cui l'Amiu e il Comune non spiegano affatto perchè questo passivo: Covid? Ma quali costi in concreto sarebbero stati sostenuti non lo si chiarisce mai; rinnovo dei contratti del personale? Ma questo dovrebbe essere previsto nel bilancio ordinario; costi emergetici? Sembra la "coperta" usata da tanti per giustificare altre spese... tenendo conto che l'Amiu ha già da alcuni mesi tagliato la pulizia notturna delle strade, e le strade della città sono sempre più sporche (con sporco incancrenito), e in varie parti ci sono rifiuti abbandonati, la raccolta differenziata neanche a parlarne sia per la sua estensione a tutta la città, sia soprattutto per realizzarla effettivamente, visto che finora è stata non una soluzione ma una aggiunta del problema di rifiuti strabordanti.

Su di chi è la responsabilità, è un continuo palleggiamento; ma una cosa è certa: i vari assessori cambiano periodicamente, ma solo poltrona, chi resta inammovibile è il presidente dell'Amiu.

Questa situazione è inaccettabile!

Oltre i cittadini a pagarne le spese, per cui al danno si è aggiunta la beffa dell'aumento della Tari, sono i lavoratori che vedono a rischio anche i loro normali stipendi.

E tra un mese e mezzo ritorna la questione dell'avvio dell'impianto di selezione rifiuti e del rientro sull'impianto dei 21 lavoratori ex Pasquinelli - per cui questa mattina c'è un ennesimo Tavolo presso l'Arpal (agli altri due convocati dall'Arpal, a parte lo Slai cobas, Amiu, Comune, sindacati confederali non si sono presentati con varie scuse). Che succederà? Sarà per l'ennesima volta rinviato il rientro? (a detta di Mancarelli dovevano riprendere il loro lavoro addirittura a gennaio 2023...).

Lo Slai cobas in questo Tavolo odierno porrà precise punti:

- data certa della ripresa del lavoro, che deve essere a settembre;

- nell'appalto per la gestione dell'impianto di selezione va posta in maniera chiara il vincolo dell'assunzione dei 21 lavoratori (con elenco nominativo);

- l'assunzione deve esser fatta a tempo indeterminato, con CCNL federambiente, con livelli retributivi adeguati alla qualifica e sicuramente non inferiori alle retribuzioni finora percepite dai lavoratori; l'orario di lavoro deve essere non inferiore alla 36 ore settimanali attuali.

- finchè non c'è l'avvio dell'impianto, comunque, l'attuale attività lavorativa (tampone) deve continuare, ma questa volta per tutti contemporaneamente e mantenendo l'orario di lavoro di 36 ore settimanali.

martedì 18 luglio 2023

Decreto Meloni/Fitto: produzione a tutti i costi e in tutte le maniere azzerando ambiente e sicurezza e cancellando sentenze, inchieste della magistratura e procedimenti UE

Lo Slai cobas per il sindacato di classe è massimamente contrario a questo decreto e chiama i lavoratori e le organizzazioni sindacali a dire un chiaro NO.

Noi vogliamo lavoro, sicurezza, salute garantiti, ottenibili solo con la fabbrica aperta e l'unità di lotta di operai e masse popolari della città.  Padroni/governo e i loro servi, anche nel sindacato, vogliono produzione per il profitto di padroni privati e pubblici con esuberi, intensificazione dello sfruttamento salari tagliati mancanza di sicurezza e nessun risanamento ambientale in fabbrica e città, garantiti da decreti cancellazione delle inchieste giudiziarie e immunità penale.

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Un emendamento di Fitto blinda l’ex Ilva: «La produzione non verrà mai interrotta»

Una norma sottoscritta dal Ministro nel decreto «Salva infrazioni» in discussione al Senato: lo stabilimento potrà rimanere attivo anche in caso di confisca definitivaTaranto, l'ex Ilva allo Stato? Per gli ambientalisti non è la soluzione

TARANTO - Produzione anche in caso di confisca definitiva, vendita degli impianti nonostante il sequestro, estensione dell’immunità penale e limiti all’azione del sindaco Rinaldo Melucci.Sono alcune delle novità che il governo Meloni sta provando a introdurre nella gestione della vicenda ex Ilva di Taranto. Ieri mattina è stato infatti il ministro Raffaele Fitto a presentare un emendamento in Senato, durante la discussione del decreto «salva infrazioni», che introduce una serie di novità destinate a scatenare numerose polemiche. Non solo perché il provvedimento è una sorta di «emendamento Salva Ilva», ma perché interviene per proteggere la fabbrica modificando persino il codice di procedura penale...

Francesco Casula Gazzetta del mezzogiorno

Carcere di Taranto, una situazione insostenibile - I detenuti hanno ragione di ribellarsi

Ma invece che soluzioni, condanne - Solidarietà di Slai cobas Taranto aderente a Soccorso rosso proletario
 
 

Da una recente iniziativa a Taranto

lunedì 17 luglio 2023

Un articolo interessante su ArcelorMittal - la credibilità di ArcelorMittal e della sua strategia di decarbonizzazione

da la bottega del barbieri
di Cynthia Rocamora – Reclaim Finance (*)

ArcelorMittal Taranto.

L’obiettivo di questo rapporto di Reclaim Finance, di cui pubblichiamo alcune parti, è quello di informare gli investitori sulle reali politiche climatiche di Arcelor Mittal, affinché esercitino la loro influenza sull’impresa multinazionale per un cambiamento di rotta.
Abbiamo, in verità, più di un dubbio sul fatto che questo possa accadere, nella misura in cui gli investimenti “green” dovessero rivelarsi direttamente proporzionali ai tagli dei dividendi.
Nondimeno, l’indagine di Reclaim Finance è interessante, soprattutto pensando a Taranto.
Ricorda, infatti, come il colosso siderurgico sia stato citato in giudizio più volte per l’inquinamento atmosferico (ad esempio negli Stati Uniti, in Bosnia-Erzegovina, Kazakistan, Sudafrica, India e Francia), e giudicato colpevole e multato in diversi casi, tra cui in Ucraina, Francia, India, USA, Liberia e Canada.
Rivela, inoltre, come Arcelor Mittal stia ampliando la sua capacità produttiva in giro per il mondo, anche con la progettazione e costruzione di nuovi impianti a carbone e ampliamento di quelli esistenti. Questo sta succedendo anche da noi.
Come ci segnala Alessandro Marescotti su Peacelink, in maggio
è ripartito l’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia a Taranto, che era fermo da luglio 2022 (dieci mesi) per interventi di manutenzione.
Quindi altro carbon coke verrà prodotto e utilizzato per far funzionare questo altoforno 2 (l’AFO2 dove morì arso vivo Alessandro Morricella). Attualmente ILVA passa da una produzione a due altoforni (AFO1 e AFO4) a una produzione a tre (AFO1, AFO2, AFO4). Tecnicamente un altoforno produce ghisa. Per funzionare ha bisogno di minerale di ferro e carbon coke. Il carbon coke si ottiene con la distillazione del carbon fossile. E’ del tutto evidente che questo ciclo produttivo comporta un uso massiccio del carbone. Se poi si considera che nella nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA) viene richiesta la riattivazione dell’AFO5 (il più grande altoforno d’Europa) e la riattivazione delle batterie 3 e 4 della cokeria (in dismissione nel precedente piano ambientale), il quadro è completo”. “Chi continua a parlare di “decarbonizzazione” dovrebbe prendere atto che quello che sta avvenendo smentisce seccamente tutta la narrativa dell’acciaio green
”.

Ecor.Network


Chi è ArcelorMittal?

ArcelorMittal Cleveland.

ArcelorMittal è un’impresa siderurgica lussemburghese nata dalla fusione nel 2006 di Arcelor e Mittal Steel, di proprietà indiana. ArcelorMittal è stato il secondo più grande produttore di acciaio al mondo nel 2021, con 79,26 milioni di tonnellate di acciaio prodotte quell’anno.i Attualmente gestisce 32 stabilimenti siderurgici in 15 paesiii, tra cui 19 altoforni che consumano carbone.
Sebbene più della metà della produzione di acciaio grezzo dell’impresa si trovi in Europa, essa produce acciaio in quasi tutti i continenti.
La società ha anche 16 progetti in costruzione o in programma, che insieme produrrebbero almeno 48,9 milioni di tonnellate di acciaio all’anno (Mtpa). Questi includono i progetti di espansione degli altoforni e dei forni di base ad ossigeno in Brasile, India e Messico. D’altra parte, ArcelorMittal sta anche investendo in nuove tecnologie per produrre acciaio, fra le quali progetti a base di idrogeno e forni ad arco elettrico (EFA) per riciclare scarti di acciaio, nonché progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS).

Oltre alla produzione di acciaio, l’impresa gestisce 12 miniere di ferro in Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Bosnia-Erzegovina, Ucraina, Kazakistan e Liberia, e una miniera di carbone metallurgico in Kazakistan.iii La sua posizione dominante sul mercato dell’acciaio fa di ArcelorMittal un attore di grande influenza, sia tra i suoi omologhi che rispetto alle politiche pubbliche e ad altre iniziative relative all’acciaio.