mercoledì 31 gennaio 2024

Dalla partecipata manifestazione dei lavoratori dell'appalto ex Ilva, ci vogliono ora subito garanzia di lavoro, salari e contratti - No licenziamenti!



La manifestazione dei lavoratori dell'appalto di lunedì molto partecipata ha dato forza alle rivendicazioni dei lavoratori pur se ancora non ci sono risultati concreti. 

Certo non basta dire "via Mittal, via Morselli", che non se vogliono andare e fanno resistenza - serve che comunque vada si faccia tornare al lavoro tutte le ditte dell’appalto entro questo mese senza licenziamenti/esuberi e che se c’è cassa integrazione ci sia integrazione salariale per tutti - cosa che stiamo chiedendo solo noi, Slai cobas.

Palombella ha parlato ieri di estensione dell’integrazione salariale del 10% solo per gli operai acciaieria e non anche per l’appalto. Infine le ditte si debbono impegnare a mettere fine ai contratti a tempo determinato, multiservizi e di somministrazione.

SLAI COBAS - TARANTO 

Appalto Castiglia - Le richieste dello Slai cobas ottengono un primo risultato: il lavoro continua con proroga di un mese - Ma noi vogliamo lavoro per tutto l'anno e passaggio a tempo indeterminato

Sia se Castiglia resta sia se subentra un'altra azienda, va difeso lavoro per tutto l'anno e passaggio a tempo indeterminato!

Non è stata una battaglia facile, visto che Castiglia aveva già da diversoi giorni comunicato ad Acciaierie che "cessava l'attività" e quindi per i lavoratori era "licenziamento".

Lo Slai cobas e i lavoratori del porto hanno posto in maniera netta che il lavoro doveva continuare in ogni modo. Questa determinazione ha pagato. 

Deve essere d'incoraggiamento e d'esempio per altri lavoratori dell'appalto minacciati di licenziamento

La lettera mandata a Castiglia dallo Slai cobas

Alla Ditta Castiglia srl

all’att.ne Sig. Simeone Donatello

TA. 25.1.24

OGGETTO: incontro e richieste Slai cobas

In riferimento all’incontro tenutosi questa mattina tra codesta azienda e la delegazione dello Slai cobas per la situazione dei lavoratori occupati nell’appalto AdI al porto;

a fronte delle Vs lettere del 20 e 24 gennaio c.a.

nell’incontro odierno lo Slai cobas e gli RSA presenti nel dichiarare la loro contrarietà alla “cessazione dell’attività presso lo stabilimento Acciaierie” al 31.1.24, così come comunicato da codesta Azienda ad AdI; hanno chiesto:

- la continuità lavorativa con proroga del contratto (come concordato in data 30 dicembre 2023);

- in subordine, in caso di affidamento da parte di AdI dell’appalto del porto ad altra azienda, il mantenimento del posto di lavoro in essere fino a traghettamento nella nuova ditta appaltatrice, per passaggio diretto e immediato di tutti gli operai operanti al porto da lavoro a lavoro.

Quanto richiesto è avvalorato primo dal fatto che l’attività al porto non è cessata; secondo, dal fatto che a tutt’oggi non vi comunicazione ufficiale di altra azienda a cui AdI affiderebbe l’appalto.

Lo Slai cobas ha inoltre fatto notare che ieri il governo ha rappresentato una serie di nuove misure per tutelare crediti delle ditte dell’appalto e occupazione e reddito dei lavoratori

Il governo nell’incontro tenuto con le OO.SS. in data 24 gennaio ha annunciato provvedimenti ad hoc, revisione delle norme per la tutela dei crediti, accesso agevolato al Fondo di garanzia Pmi, istituzione di uno specifico fondo di sostegno, estensione in deroga per la Cig per tutte le aziende della filiera; nello specifico dei provvedimenti allo studio viene annunciata la prededucibilità dei crediti delle imprese e la priorità assoluta alle imprese che hanno erogato le proprie prestazioni senza soluzione di continuità fino al giorno della decretazione della Amministrazione straordinaria.

Su questo punto lo Slai cobas fa rilevare all’azienda l’oggettivo interesse, per il recupero parziale o totale dei crediti vantati, alla continuità aziendale nell’appalto che coincide con l’interesse dei lavoratori al mantenimento del lavoro, e in subordine l’inserimento nei provvedimenti di ammortizzatori sociali.

Pertanto lo Slai cobas sollecita Castiglia srl a essere all’interno di questa vicenda sospendendo la comunicazione di cessazione dell’attività con AdI

In attesa di nuova comunicazione si esprime piena disponibilità a proseguire la discussione congiunta urgente nei prossimi giorni, onde assicurare la continuità lavorativa in forme condivise oltre il 31 gennaio.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

Sui neofascisti in Puglia - info

BARI - «La nostra regione appare particolarmente vulnerabile sul fronte poco controllabile del web, anche perché i neonazisti tedeschi, inglesi, statunitensi, e non solo, che stanno tentando di formare una pericolosissima rete internazionale eversiva e terroristica, utilizzano sigle sulle varie piattaforme online che non sono esplicitamente riconducibili a denominazioni di organizzazioni paramilitari conosciute, ma si celano anche in gruppi dedicati alla pesca, all’artigianato e persino alla solidarietà umana». E’ quanto viene riportato nella relazione sui neofascismi in Puglia «Essi vivono» presentato oggi a Bari nella sede della Presidenza della Regione Puglia a cura dell’Osservatorio regionale sui neofascismi della Puglia.

Alla conferenza stampa sono presenti il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in videocollegamento, la consigliera delegata alle politiche culturali Grazia di Bari, la coordinatrice Antonella Morga ed i componenti dell’Osservatorio. "La pandemia, il lockdown, le misure restrittive - si legge ancora - resesi necessarie, i vaccini, il green pass, hanno fornito altrettante occasioni per l’attivismo di gruppi per lo più anonimi ed estemporanei ma di chiara matrice neofascista, che si sono posti alla testa di proteste contro le restrizioni, contro i vaccini e il vincolo del green pass, talvolta mettendo in piedi tali movimenti essi stessi in prima persona».
Né, viene puntualizzato, «si è trattato soltanto di improvvisate dimostrazioni di piazza: vi sono stati gli atti vandalici, le scritte murali, gli insulti via social e gli incitamenti all’odio. Gli episodi più clamorosi hanno riguardato gli oltraggi e sfregi al sindaco di Bari Antonio Decaro e alla segretaria della Camera del lavoro Cgil di Bari Gigia Bucci, tacciati di essere nemici della libertà». 

INFILTRATI IN ATENEI E PARTITI

«In alcuni casi volti e nomi di neofascisti si ritrovano nei circoli cittadini di partiti istituzionali che, purtroppo, ben li accolgono, considerata anche la loro partecipazione attiva con conseguente importante apporto di voti alle elezioni sia politiche che amministrative». Lo si legge nella relazione sui neofascismi in Puglia «Essi vivono» presentato oggi a Bari. «Diversi esponenti della destra estrema - è scritto - sono riusciti anche a farsi eleggere nei consigli comunali e ad altri incarichi istituzionali come candidati di anonime liste civiche».

In altri casi, si aggiunge, questi personaggi operano ancora in autonomia riunendosi periodicamente in abitazioni private e persino in trattorie e pizzerie compiacenti che accettano di ospitare simboli come bandiere con le svastiche o della X Mas». Anche nelle Università «oggi l’estrema destra studentesca torna a riorganizzarsi sentendosi anche forte (a ragione o a torto) di una sperata tutela e tolleranza nell’ambito del quadro politico nazionale. La nostra regione non è esclusa da una nuova riorganizzazione, anche politica, delle forze neofasciste studentesche e giovanili». Infine, «soprattutto in Puglia resta forte la presenza dei neofascisti anche in molte tifoserie sportive. Continua ad accadere che gruppi organizzati di ultras violenti delle squadre di calcio di ogni serie, siano guidati e monopolizzati da neofascisti». 

«I neofascismi erano e continuano ad essere radicati in diverse località della Puglia, più di quanto sia comunemente noto": lo ha detto la coordinatrice dell’Osservatorio sui nuovi fascismi della Regione Puglia, Antonella Morga, presentando il report. «Il report - ha continuato - testimonia in primo luogo l’impegno del nostro Osservatorio e la centralità del suo ruolo, soprattutto alla luce del momento politico che stiamo attraversando. Un momento caratterizzato da un’ondata di revisionismo storico che tende a minimizzare le colpe del fascismo e a negare il contributo determinante offerto dalla Resistenza alla nascita della democrazia repubblicana, ma segnato anche dal susseguirsi di gravi atti di violenza posti in essere da gruppi neofascisti di cui da più parti e da tempo si chiede lo scioglimento». Secondo Morga «anche in Puglia esiste una rete di neofascisti con diramazioni in tutta la regione e con evidenti rapporti con organizzazioni nazionali e transnazionali di ispirazione neonazista e suprematista». «Organizzazioni che hanno una evidente e allarmante capacità di penetrazione soprattutto fra i giovani e nei luoghi della formazione», ha sostenuto.

Operai, ci salverà lo Stato?

A proposito della situazione all'ex Ilva
Uno scritto utile che ci è pervenuto
*****

Da decenni assistiamo a processi di deindustrializzazione, chiusure e ristrutturazioni portate avanti dai padroni per salvaguardare i propri profitti.

In tale contesto l’opposizione alle ennesime privatizzazioni è una battaglia fondamentale e allo stesso tempo è naturale come – in un contesto di privatizzazioni che hanno via via regalato direttamente nelle mani del capitale interi settori della produzione strategica – venga spontaneo denunciare ciò che i padroni fanno nel tutelare i propri privati interessi.

Ma fronte di ciò, è davvero la strada giusta invocare l’intervento dello Stato per pensare di risolvere le “situazioni di crisi” del mondo del lavoro e cercare di contrastare le politiche dei padroni?

La verità è che lo Stato e la proprietà pubblica su questo non danno alcuna speranza di una gestione alternativa. Questo Stato è sempre direttamente uno Stato al servizio dei padroni e che agisce in loro nome e secondo i loro interessi. Chi gestisce oggi lo Stato, i funzionari della borghesia che ne hanno le redini, perseguono sul piano generale la logica del profitto come e con la stessa determinazione con la quale la perseguono i padroni privati nei singoli contesti produttivi. Non basta che la proprietà sia dello Stato perché si agisca perseguendo l’interesse pubblico. 

Questo errore è parte di quella “superstiziosa idolatria dello Stato” di cui ci parla Engels in queste righe tratte dalla sua introduzione all’edizione tedesca del 1891 de “La Guerra Civile” in Francia.

Di qui una superstiziosa idolatria dello Stato e di tutto ciò che ha relazione con lo Stato, idolatria che si fa strada tanto più facilmente in quanto si è assuefatti fin da bambini a immaginare che gli affari e gli interessi comuni a tutta la società non possano venir curati altrimenti che come sono stati curati fino ad ora, cioè per mezzo dello Stato e dei suoi bene istallati funzionari. E si crede d'aver già fatto un passo estremamente audace, quando ci si è liberati alla fede nella monarchia ereditaria e si giura nella repubblica democratica. In realtà però lo Stato non è che una macchina per l'oppressione di una classe da parte di un'altra

domenica 28 gennaio 2024

Su Aljazeera il video sulle cariche a Milano alla grande manifestazione per la Palestina - I compagni di proletari comunisti in prima fila

  Dal blog proletari comunisti

 https://www.instagram.com/reel/C2nXMOUqf0K/?utm_source=ig_web_button_share_sheet

منعت السلطات الإيطالية يوم السبت المسيرات المؤيدة للفلسطينيين في روما وميلانو بناء على طلب من الجالية اليهودية، وذلك تزامنا مع يوم ذكرى المحرقة. واندلعت مناوشات بين الشرطة الإيطالية ومئات المتظاهرين المؤيدين لفلسطين، الذين نزلوا إلى شوارع ميلانو يوم السبت متحدين الحظر الذي فرضته السلطات.dell'Olocausto. 

Sabato, su richiesta della comunità ebraica, le autorità italiane hanno vietato le marce filo-palestinesi a Roma e Milano, in concomitanza con il Giorno della Memoria Sono scoppiati scontri tra la polizia italiana e centinaia di manifestanti filo-palestinesi, che sabato sono scesi in piazza a Milano, sfidando il divieto imposto dalle autorità.

sabato 27 gennaio 2024

Appalto Acciaierie: A proposito della manifestazione di lunedì prossimo

La manifestazione di lunedì 29 gennaio convocata da Fim, Fiom, Uilm e Usb vedrà di fatto lavoratori e padroni delle ditte - organizzati nell'ass. Aigi - manifestare insieme. 

Questo mette sullo stesso piano gli interessi dei padroni delle ditte e quelli degli operai, con in più il fatto che mentre le richieste delle ditte sono chiare, per gli operai non c'è tuttora una piattaforma operaia, rivendicazioni precise.

Ma la questione fondamentale da comprendere è che Acciaierie, governo e i padroni e padroncini delle ditte dell'appalto stanno scaricando massicciamente la situazione sulla pelle dei lavoratori che da un lato vedono a rischio lavoro, stipendi e non sono in grado neanche di pensare né al presente nè al futuro e dall'altro non hanno nelle loro mani uno strumento sindacale che difenda i loro interessi, distinguendoli da quelli dei padroni.
I padroni grandi e piccoli delle imprese fanno leva sui lavoratori per i loro interessi, i sindacati che finora sono stati silenti sulle mobilitazioni dell'appalto ora avallano una unità tra operai e padroni - che è di fatto una subordinazione degli operai alla salvaguardia dei padroni..

Lo Slai Cobas sta operando innanzitutto per distinguere le due cose. Per rivendicare lavoro, salari, sicurezza per gli operai, indipendentemente da quale sarà la soluzione, anche se è evidente che la soluzione dell'amministrazione straordinaria è la peggiore, innanzitutto per gli operai dell'appalto. 

Noi siamo perché gli operai dell'appalto, uniti, scendano in lotta in forma autonoma dai padroni e in ogni azienda, in particolare là dove è presente lo Slai Cobas, con la rivendicazione di tutela del lavoro, del salario, dell'integrazione alla cassintegrazione, e di contratti a tempo indeterminato e del CC NL unico, metalmeccanico per tutti.

Acciaierie Italia di Taranto è oggi la più grande fabbrica tra operai diretti e l'indotto che c'è nel nostro paese e quindi è tutta la classe operaia che si deve fare carico di questa vicenda e contribuire con la solidarietà e la lotta affinché gli operai dell'Ilva e dell'appalto trovino la loro strada all'insegna dell'autonomia operaia, della Piattaforma operaia e di uno scontro chiaro - di classe - tra padroni e governo dei padroni da un lato e operai dall'altro.

Nuovo massacro, morte per affamamento da parte di Isrele a Gaza - In preparazione nuove iniziative a Taranto - Martedì se ne parla


Oggi giorno della memoria - giorno per respingere il nuovo genocidio in corso contro il popolo palestinese - massimo appoggio alle iniziative di solidarietà di Milano, Roma, Napoli di oggi e domani. 

A Taranto avanza l’azione a sostegno del processo alla Corte di giustizia - dal Tribunale all’Università nuove iniziative - martedì sede Slai cobas via Livio Andronico 47 Taranto ore 18 riunione comitato # iostoconlapalestina su il punto della situazione a Gaza - esame critico del documento di Hamas distribuito a livello internazionale - la questione dell’intervento militare in Mar rosso - preparazione nuova iniziativa di piazza per sabato 3 febbraio.

giovedì 25 gennaio 2024

Ultime ex Ilva: Lunedì Sindacati confederali e Usb annunciano manifestazione - Ne parliamo domani nella telematica dello Slai cobas

Dal Quotidiano

I sindacati: «L'ex Ilva rischia la chiusura». Lunedì prevista una manifestazione

Le segreterie territoriali Fim, Fiom, Uilm e Usb annunciano per lunedì una manifestazione a Taranto nell'ambito della vertenza ex Ilva con concentramento davanti alla portineria imprese, a partire dalle 7, che proseguirà in corteo attorno al perimetro dello stabilimento. Sostengono che «c'è il rischio molto concreto di chiusura dello stabilimento per una volontà ben precisa dell'amministratore delegato, espressione di fatto di AcelorMittal». L'obiettivo è spingere il governo, nell'iter di conversione del decreto, a «trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese» 

TARANTO, EX ILVA- UILM:" MITTAL STA PER FERMARE ANCHE LE BATTERIE 7 E 8: SI VA VERSO AL CHIUSURA DEFINITIVA DELLA FABBRICA".

La vertenza ex Ilva è ad un punto di svolta decisivo nell’ambito dei confronti, conquistati dalle lotte dei lavoratori, in sede governativa. Tuttavia, c’è il rischio molto concreto di chiusura dello stabilimento per una volontà ben precisa dell’Amministratore Delegato, espressione di fatto di Acelor Mittal. 
Infatti, in queste ore apprendiamo che l’unico altoforno attualmente in marcia già ridotta si sta avviando ad un ulteriore abbassamento della carica e si stanno adoperando anche alla fermata delle batterie 7-8 determinando di fatto la chiusura definitiva della fabbrica. 

Adesso bisogna garantire la sopravvivenza dello stabilimento e non consentire all’attuale Amministratore Delegato di Arcelor MIttal di accrescere una situazione già di per se grave che consentirebbe alla multinazionale di compiere un delitto perfetto, eliminando in maniera definitiva un competitor importante come Taranto e facendo scoppiare sul territorio un vero e proprio disastro ambientale e sociale che diventerebbe irreversibile. 
Per tali ragioni, nella giornata del 29 gennaio terremo una manifestazione con concentramento davanti alla portineria imprese che proseguirà in corteo attorno al perimetro dello stabilimento, con l’obiettivo, nell’iter di conversione del decreto di trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese, al fine di garantire la salvaguardia ambientale, occupazionale e industriale. 
LA MANIFESTAZIONE PARTIRÀ CON UN CONCENTRAMENTO DAVANTI ALLA PORTINERIA IMPRESE A PARTIRE DALLE ORE 07:00"

UILM-TA

Info su incontro OO.SS./Governo per indotto ex Ilva - Domani Venerdì 26 dalle ore 16,30 assemblea telematica dello Slai cobas Taranto

Nell'informare su quanto è emerso dall'incontro di ieri, non possiamo non sottolineare che le richieste delle Organizzazioni sindacali, tutte, sono prevalentemente volte a tutelare le Ditte, i loro crediti - manca sempre una piattaforma operaia; così gli operai sono unicamente legati agli interessi di padroni e padroncini e alla loro salvaguardia...

Il punto su tutto lo faremo

Venerdì, 26 gennaio · 16:30 – 20:30
Link: https://meet.google.com/npf-ennh-uyv

Da redazioneonline

pubblicato il 24 Gennaio 2024, 19:24

LA POSIZIONE DEL GOVERNO: URSO E CALDERONE

Il Governo si è detto al lavoro per tutelare i lavoratori dell’indotto di Acciaierie d’Italia, a partire dall’estensione in deroga della Cigs per le aziende della filiera. Inoltre, l’esecutivo starebbe elaborando un quadro di misure a tutela delle imprese dell’indotto per l’ipotesi di commissariamento straordinario di AdI. E’ quanto comunicato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy al termine dell’incontro che oggi il ministro del Mimit, Adolfo Urso, e la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, hanno avuto con i sindacati rappresentanti dei lavoratori afferenti all’indotto di Acciaierie d’Italia, per un aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva anche al fine di predisporre ulteriori misure necessarie per la filiera.

In particolare, sono tre le misure su cui si sta concentrando l’attenzione dell’esecutivo, qualora si arrivasse al commissariamento di Acciaierie d’Italia: revisione delle norme per la tutela dei crediti delle imprese dell’indotto nell’ambito della procedura concorsuale. Sarà confermata la prededucibilità dei crediti delle imprese dell’indotto, eliminando quelle differenziazioni che in passato hanno generato difficoltà interpretative e applicative e provocato discriminazioni all’interno della platea. Nell’ambito della prededuzione, sarà data priorità assoluta alle imprese dell’indotto che hanno erogato le proprie prestazioni, senza soluzione di continuità, sino al giorno della decretazione dell’amministrazione straordinaria, contribuendo a garantire la continuità produttiva. La seconda misura è l’accesso agevolato delle imprese dell’indotto al Fondo di garanzia Pmi. Sarà previsto l’esonero dal pagamento delle commissioni “una tantum” per l’accesso al Fondo e per il mancato perfezionamento delle operazioni garantite. Per la misura della garanzia diretta sarà previsto un innalzamento all’80% per tutte le operazioni. Per quanto riguarda le operazioni di riassicurazione, la copertura del Fondo di Mcc sarà incrementata fino al 90% sulle garanzie rilasciate in prima istanza dai confidi non superiori all’80%. La terza misura è l’istituzione di un Fondo di sostegno per le imprese dell’indotto. Il Fondo prevedrà un contributo, nell’ambito del de minimis, per abbattere gli interessi che le imprese dell’indotto dovranno corrispondere sui mutui per nuova liquidità.

Inoltre quest’oggi il Ministro Urso ha rappresentato ai sindacati i tre scenari possibili per risolvere la vertenza dell’ex Ilva. Un eventuale accordo tra i soci di Acciaierie d’Italia, Mittal per il privato e Invitalia per il pubblico, o “l’amministrazione straordinaria attivata dal responsabile legale oppure attivata dal socio pubblico alla scadenza dei 15 giorni di preavviso”. “Certamente convocheremo a Palazzo Chigi, e in tempo utile come già preannunciato, il tavolo nazionale per comunicare le nostre decisioni ma anche ascoltarvi e confrontarci sulla fase successiva. Nel frattempo, per quanto mi riguarda – ha detto Urso – sto ascoltando e confrontandomi con i principali attori nazionali e con diversi attori nazionali che hanno manifestato interesse a un eventuale successivo investimento nel sito siderurgico dell’ex Ilva nel quadro del piano siderurgico nazionale che stiamo costruendo insieme ai principali attori. E su questo sicuramente avremo successivamente un confronto con i sindacati”.

LA POSIZIONE DEI SINDACATI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO

“Nell’incontro di oggi, in videoconferenza, con il Mimit per discutere in merito ai lavoratori dell’indotto ex Ilva, abbiamo ribadito la gravità della situazione. L’ex Ilva non può assolutamente fermarsi. L’attuale dirigenza di Acciaierie d’Italia ha costruito le condizioni per cui le lavoratrici e i lavoratori, diretti ma soprattutto dell’indotto, non hanno più nessuna certezza sul loro futuro occupazionale, né sul pagamento degli stipendi. Oltre agli ammortizzatori sociali devono essere garantiti la continuità produttiva e occupazionale, la salute e la sicurezza degli impianti e l’ambiente. Come Fiom-Cgil siamo impegnati affinché ci possa essere per l’ex Ilva e per la siderurgia in Italia un futuro nuovo e un cambiamento radicale dell’attuale situazione” ha dichiarato Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil.

“Registriamo positivamente come FIM il fatto che il Governo voglia trovare una soluzione al problema degli ammortizzatori per i dipendenti delle ditte dell’appalto. L’idea che si stia lavorando ad un ammortizzatore unico che possa inglobare tutte le realtà che rientrano nella crisi dell’Ilva è sicuramente un punto positivo – dichiara il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò -. Bisognerà però lavorare per rafforzare le tutele per le imprese e per i crediti... In questo senso la volontà del Governo di dare una mano alle imprese, intervenendo anche sugli istituti che possano cedere liquidità per far fronte alle necessità delle aziende stesse, è buon punto di partenza. Continueremo in queste settimane l’interlocuzione con il Governo con l’obiettivo di assicurare a tutti ove necessario gli ammortizzatori sociali e nella minore misura possibile”. “a Taranto... l’unico altoforno in marcia ridotta è il numero 4, mentre l’altoforno 1 è fermo da agosto nonostante doveva fermarsi solo per un mese e il 2 è stato ferma.... La spiegazione questa volta non è legata a nessuno scudo penale, quell’alibi non c’è più, ma alle aziende dell’appalto che manifestano. Una minaccia inaccettabile...”. 

Il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. “Nonostante la gravità del momento – aggiunge il leader Uilm – le aziende di appalto stanno garantendo la sicurezza degli impianti senza essere pagate. Nel 2015 hanno già perso complessivamente 150 milioni di euro, non possono perderne altri 180 per colpa di una gestione fallimentare e scellerata. Il sistema, che è fatto di manutenzioni, servizi, forniture e trasporti è il cuore che supporta l’attività produttiva e coinvolge circa 5.500 lavoratori. Tutti vanno difesi e salvaguardati”. “Abbiamo la necessità di utilizzare immediatamente i 320 milioni di euro per garantire la sopravvivenza di tutte le aziende dell’appalto, sia quelle piccole che quelle più grandi, che più degli altri stanno sopportando il peso di questa situazione. Chiediamo anche di fare un incontro congiunto subito, prima che parta l’eventuale amministrazione straordinaria, per mettere in sicurezza lavoratori e imprese discutendo nel merito delle soluzioni tecniche. Dobbiamo impegnarci tutti con responsabilità per superare l’emergenza e salvare l’ex Ilva salvaguardando ambiente, lavoro e produzione”, conclude...

“Non si salva la situazione economico-occupazionale della città, nonché quella ambientale, se non si salva l’azienda e non si salva l’azienda se non si salva l’indotto. È per questo che, pur riconoscendo all’attuale Governo il merito di aver fatto chiarezza sulla vertenza e di aver stanato Mittal, corre l’obbligo di sottolineare che nello stesso provvedimento, mancano disposizioni chiare mirate a garantire il pagamento delle fatture alle aziende cui sono state affidate molte commesse sinora” affermano da USB Industria. “Al momento sono ferme 76 aziende e 3.500 lavoratori; le fatture non pagate al 31 dicembre scorso, ammontavano a oltre 170 milioni. È per questo che l’unione Sindacale di Base invia al Governo una proposta mirata a modificare il testo del decreto in corso di conversione, partendo proprio dalla certezza della strategicità dell’indotto. Indispensabile inserire un chiaro riferimento alla necessità di destinare obbligatoriamente almeno 150 milioni di euro dei 320, a queste realtà imprenditoriali perché possano recuperare parte dei tanti crediti, in misura proporzionale rispetto al quel che è stato maturato da ciascuna azienda fornitrice di beni e servizi...“

Info da Acciaierie di Genova

Ex Ilva, i lavoratori alla politica: "Basta cassa integrazione, vogliamo produrre"

Il dibattito al Programma Politico di Primocanale

GENOVA - "Basta cassa integrazione": è questa la richiesta forte che emerge dai sindacati ex Ilva riuniti ieri sera a Terrazza Colombo per il Programma Politico di Primocanale. Attorno al tavolo quadrato si sono confrontate le rappresentanze sindacali (Armando Palombo, Nicola Appice, Antonio Apa e Fabio Ceraudo), tre parlamentari (Ilaria Cavo, Luca Pirondini e Raffaella Paita), esponenti delle istituzioni locali (Alessio Piana, Armando Sanna e Mario Mascia) e una folta platea di lavoratori. 

Nell'infinita crisi dello stabilimento di Cornigliano emerge ancora una volta la verità di chi ci lavora: "Siamo in grado di realizzare la banda stagnata con i rotoli provenienti da Taranto ma se l'impianto pugliese fosse ancora impossibilitato a produrre potremmo tranquillamente usare materiale di altra provenienza", dicono in coro i sindacati, consapevoli che il mercato in cui operano è sufficientemente vasto da richiedere anche il contributo degli operai genovesi. Che, peraltro, sono noti per una produzione di altissima qualità. 

L'impegno della politica è invece quello di evitare sterili accuse sul passato, tentando invece uno scatto per risolvere una volta per tutte la grande crisi: "Sono convinta che il Governo stia facendo un buon lavoro per gestire una situazione che si è fatta complicata nel corso degli anni - ha detto Ilaria Cavo, esponente alla Camera della Lista Toti e vicepresidente della Commissione attività produttive - non abbiamo nessuna nostalgia dei tempi delle partecipazioni statali ma in questo passaggio è indispensabile un intervento diretto del Governo". "E' inutile rinfacciarci reciprocamente le scelte passate - aggiunge Luca Pirondini, Senatore del Movimento 5 Stelle - anche perché ognuno di noi potrebbe descrivere una realtà parziale e non condivisa dagli altri. Ora è il momento di estromettere Arcelor Mittal dalla compagine azionaria, la multinazionale franco-indiana si è mostrata disinteressata a investire davvero nella siderurgia italiana". Di difesa della produzione di acciaio nel nostro Paese parla il vicepresidente del Consiglio regionale Armando Sanna: "Le chiacchiere stanno a zero, è arrivato il momento di risolvere una questione complessa e di fornire risposte ai lavoratori che hanno il diritto di averne". 

Anche Regione e Comune, rappresentate dagli assessori Piana e Mascia, promettono il massimo impegno delle istituzioni locali. I toni si alzano un poco, nel complesso di una discussione sempre molto civile, quando Mascia parla di "patti parasociali secretati" sottoscritti da Mittal con l'allora Governo Conte: l'esistenza di quei patti viene negata dal Senatore Pirondini ("se esistono dovete mostrarli, ma quei patti non erano possibili e non li troverete") e invece confermata dall'On. Cavo ("ne ho sentito parlare da molte fonti qualificate anche io").

Tutt'attorno al tavolo i lavoratori hanno raccontato le loro storie e condiviso le loro speranze: tutti ricordano dell'eccellenza passata dello stabilimento genovese, di quella che fu l'officina di Guido Rossa (il cui barbaro assassinio sarà commemorato domani) e della necessità di investire per ripristinare lavoro e dignità. "Non abbiamo nemmeno di che scaldarci - raccontano uno di loro - nel capannone c'erano delle stufette che non sono mai state riparate". "Ma il vero problema è il caldo - racconta Fabio Ceraudo, Rsu dei sindacati di base e consigliere comunale - d'estate, con tutti i macchinari accesi, diventa veramente insopportabile, non si respira". Storie di vita raccontate da uomini che, per quanto duro possa essere, sono affezionati al loro lavoro.

Adesso il passaggio del commissariamento, nuova cassa integrazione e rinnovate speranze che sia finalmente la volta buona: bene fa la politica a cercare di voltare pagina ma, questa volta, ha l'obbligo di non sbagliare.

Ex Ilva, la storia di Paolo: "Avevamo l'officina più bella del Nord Italia"

Paolo Olmari è entrato nell'ex Ilva di Genova Cornigliano nel marzo del 2000 quando all'epoca la fabbrica siderurgica era gestita dalla famiglia Riva e si chiamava ancora Ilva. In 24 anni ha vissuto i cambiamenti e le tensioni dello stabilimento di Cornigliano

GENOVA - "Avevamo l'officina più bella del Nord Italia con delle professionalità incredibili, però hanno fatto perdere tutto. Si è persa anche tanta dignità come lavoratori". Paolo Olmari è entrato nell'ex Ilva di Genova Cornigliano nel marzo del 2000 quando all'epoca la fabbrica siderurgica era gestita dalla famiglia Riva e si chiamava ancora Ilva. In 24 anni ha vissuto i cambiamenti e le tensioni che hanno avvolto quella che oggi è Acciaierie d'Italia.

"Nei primi anni ho lavorato nell'area a caldo - racconta -. Era un ambiente diverso rispetto a oggi, si puntava tanto sulla produzione e anche l'indotto aveva molto da lavorare. All'inizio mi aveva colpito molto l'ambiente particolarmente duro: gli spazi stretti, il fumo, veder colare la ghisa e poi quel polverino metallico con odore di zolfo. Era un ambiente che non tutti riuscivano a reggere".

Nei primi anni 2000 le ultime assunzioni poi un settore che lentamente ha vissuto sempre più momenti di crisi e tensione. Nel 2005 arriva anche la chiusura dell'altoforno di Genova Cornigliano. "Negli anni ci sono stati tanti cambiamenti, sono uno di quelli che ha fatto l'ultima colata dell'altoforno. Abbiamo visto la dismissione dell'area a caldo con la famiglia Riva che ha concentrato gli investimenti sulla linea dello zincato e il decatreno. Col primo commissariamento abbiamo avuto paura per la chiusura della stabilimento".

Con lo stop dell'area a caldo sono iniziati i lavori di pubblica utilità. "Un periodo strano, nessuno aveva esperienza sia per noi che per le istituzioni locali. Magari capitava che chi era di Pontedecimo doveva andare verso Nervi e viceversa, nascevano degli scontri verbali anche forti. Tante volte è dovuto intervenire l'ex sindaco Pericu che provava a tranquillizzare gli animi dicendo che i lavori di pubblica utilità potevano essere interscambiabili tra i lavoratori, cercava un modo per mettere tutti nelle condizioni migliori" racconta Olmari.

Nel 2012 un'inchiesta per reati ambientali e di inquinamento ha portato la Procura di Taranto a ordinare il sequestro senza facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo. Per salvaguardare lo stabilimento e l'occupazione, lo Stato ha avviato la procedura di commissariamento dell'azienda e fatto partire una gara internazionale per una riassegnazione. Poi si affaccia il gruppo multinazionale franco-indiano Mittal. "Con la chiusura dell'area a caldo sono passato all'area a cilindri - racconta Olmari -. Con l'arrivo di Mittal abbiamo avuto un barlume di speranza. Di certo è cambiato molto. Con Riva avevamo un rapporto diretto con loro, una multinazionale, ci siamo ritrovati una situazione in cui non sapevamo più con chi rapportarci, non eravamo abituati. C'era una sorta di autogestione. È stato bello i primi mesi. Nell'area dove lavoravo io è arrivato un tecnico spagnolo. Dopo che a Taranto c'è stato lo scudo penale il tecnico spagnolo ci ha detto chiaramente: 'Voi Mittal non la vedrete più'. Da quel momento in poi ci sono stati tanti problemi".

Con la crisi arriva la fine dei premi e anche gli stipendi si abbassano. "Una persona con 25 anni di anzianità se prima prendeva 1800 euro ora ne prende 1500, una famiglia monoreddito non riesce ad arrivare alla fine del mese. Abbiamo colleghi che si sono trovati in difficoltà col mutuo, con la scuola dei figli, ecc". Ma nello stabilimento di Cornigliano quando ci sono momenti di difficoltà si mettono in moto una serie di misure utili a dare sostegno ai colleghi che hanno bisogno. "Abbiamo l'auto mutuo aiuto con la Guido Rossa che ha sempre dato una mano ai lavoratori ad affrontare le situazioni più gravi come la spesa per le medicine. Gli stessi colleghi quando ci sono problematiche particolari si danno una mano l'uno con l'altro. Siamo molto legati, col fatto che non ci sono state più assunzioni ci conosciamo tutti da 20 anni ormai".

Ma com'era il rapporto con i lavoratori più anziani? "Era meraviglioso - racconta Olmari -. Da giovani di 24-25 anni vedevamo quelli di 50 e pensavamo fossero anzianissimi, ora che siamo arrivati a quell'età col senno di poi non erano così anziani. Mi colpiva che nel tempo c'era stata la questione del pre pensionamento per l'esposizione all'amianto. All'epoca l'età massima era 55 anni, oggi abbiamo colleghi che hanno 63 anni e ancora lavorano in un ambiente duro come una fabbrica siderurgica. Oggi vediamo gente stanca, il problema grosso rimanda agli ultimi 3-4 anni, non c'è stato più nemmeno un investimento".

Al momento di entrare in fabbrica per la prima volta veniva consegnato a ogni lavoratore dei documenti con tutte le spiegazioni sui lavori da fare e le misure di sicurezza da adottare in fabbrica. Oggi è tutto digitalizzato ma 25 anni fa il materiale veniva consegnato cartaceo. "Poi c'erano gli anziani che ci istruivano. Nell'altoforno avevamo una macchina per forare da dove usciva la ghisa, se non si riusciva bisognava andare con un tubicino d'ossigeno a prenderla. Era pericolosissimo ma da giovani, anche per farci vedere dai neoassunti, facevamo a gara per andare. Viene il rammarico nel ricordare i tempi che furono e veder come è stato ridotto in questi anni".

Momenti brutti? "Sì, nei primi anni ci sono stati due episodi gravi. Uno quando si è rotto il crogiolo dell'altoforno. C'era stata un'esplosione grossa con la ghisa che si e riversata sotto all'altoforno. La seconda volta ero in sala controllo quando si è rotta una tubiera e ha iniziato a uscire tutto il coke incandescente (il coke è il residuo della distillazione del carbon fossile ndr), sembrava di avere un aereo in campo di colata. Oggi chi tiene duro sono i Cappellani del lavoro, don Molinari è sempre in fabbrica".

L'arrivo di Mittal e l'assenza di investimenti nello stabilimento ha causato nel tempo una serie problematiche: "È mancata anche l'acqua da bere nello stabilimento, così come il vestiario, abbiamo difficoltà con il riscaldamento. Nel reparto avevamo messo le stufe radiali che una volta rotte non sono state piu riparate, il freddo si sente. La fiducia l'abbiamo persa, la speranza rimane sempre. La fiducia che venga ristabilito un reddito decente, che ci sia la possibilità di continuare a fare siderurgia a Genova".

Foto e video qui: https://www.primocanale.it/attualit%C3%A0/36636-ilva-cornigliano-storia.html

lunedì 22 gennaio 2024

Stamattina all'appalto e portinerie ex Ilva

Questa mattina lo Slai cobas presente al presidio degli operai alle Ditte dell'appalto Acciaierie e poi interventi alle portinerie Acciaierie D e A - Molte discussioni con gruppi di operai di Pellegrini, Castiglia, Ettore, Mad, Ecologica, ecc.

La questione principale è la lotta prolungata per difendere ogni posto di lavoro, integrazione alla cassintegrazione.

Per questo serve autonomia nella lotta e nella piattaforma degli operai da padroni, padroncini delle ditte.

Nessuna fiducia nel governo, responsabile della grave situazione all'appalto, NO all'Amministrazione straordinaria

Le locandine dello Slai cobas a tutte le portinerie

Appalto Acciaierie - Cominciano ad arrivare le comunicazioni di licenziamento per gli operai

A:
"'USB'" <usbtaranto@pec.it>, SLAI COBAS <slaicobassc@pec.libero.it>, "'UILTRASPORTI PEC'" <uiltrasporti.taranto@pec.libero.it>, "'FITCISL PEC'" <fitcisltaranto@pcert.postecert.it>, "'Fisascat CISL'" <fisascatcisltarantobrindisi@legalmail.it>, "'FIOM PEC'" <fiomtaranto@pec.it>, "'fim.tarantobrindisi'" <fim.tarantobrindisi@pec.cisl.it>, "'UILM'" <uilmtaranto@pec.it>, <fptaranto@pec.fpcgiltaranto.it>

Spett.li OO.SS.

Con la presente comunichiamo che, entro il 31.01.2024, la scrivente cesserà tutte le attività in corso all’interno dello stabilimento Acciaierie d’Italia Spa.

Tanto anche per eventuali comunicazioni relative al cambio appalto, ai sensi degli artt. 4-6-9 dei ccnl di riferimento.

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Intanto Mittal ha mandato una lettera al governo per riprendere il "dialogo" MA SEMPRE SENZA METTERE SOLDI... 

COMUNICATO DELLO SLAI COBAS 

La crisi Acciaierie Taranto e la linea del governo dell’Amministrazione straordinaria viene immediatamente scaricata dai padroni delle ditte sui lavoratori.
La Ditta Castiglia comunica alle organizzazioni sindacali la cesssazione dell’attività nell’appalto acciaieria a fine mese. 

Questo è inaccettabile e lo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto presente in Castiglia con gli operai operanti al porto la respinge al mittente e  fa appello a tutti i lavoratori e alle organizzazioni sindacali presenti in Castiglia ad una immediata assemblea generale e alla lotta a oltranza per difendere il posto di lavoro di tutti

Rsa Castiglia Slai cobasSlai cobas provinciale
slaicobasta@gmail.com - tel 3475301704 - wa 3519575628



sabato 20 gennaio 2024

Domenica 21 ore 10 in occasione del centenario della morte di Lenin

link per la diretta streaming: https://youtube.com/live/NmWqXFXz1SY?feature=share

 In occasione del centenario della morte di Lenin - discorso in diretta streaming di 'proletari comunisti'

                           21 gennaio ore 10

- Lenin e il marxismo-leninismo-maoismo

- Contro i 'leninisti' della cattedra 

- La centralità oggi del Che Fare e della lotta contro l'economismo e il movimentismo 

La mobilitazione dei movimenti di Bari contro il G7 parte col piede sbagliato

 Varie realtà antagoniste di Bari hanno convocato una "Chiamata regionale" per un piano d'azione anche contro il G7 di Giugno che si terrà in Puglia.

Noi da Taranto, Slai cobas e Mfpr non parteciperemo perchè la risposta di lotta al G7 - che vedrà i più grandi paesi imperialisti responsabili, compreso l'imperialismo italiano con oggi il governo Meloni, di guerre contro i popoli, di genocidio dei palestinesi, di immane distruzioni ambientali per il loro profitto, di sfruttamento e oppressione verso i lavoratori/lavoratrici, di tagli a sanità, scuola, servizi sociali per fondi alle armi, di attacco, violenza contro le donne, di distruzione di territori (e anche la tenuta del G7 contribuirà a questa distruzione/sfruttamento dei territori per i ricchi potenti, mentre alle popolazioni vengono cancellati diritti di case, di aria pulita, di reddito, ecc.), ecc.ecc. - non può essere quella proposta da questa "chiamata", che si limita alla difesa delle opportunità del proprio territorio.  

E' veramente una difesa imbarazzante, quando il G7 pone sempre più che tutto il mondo deve essere nelle mani degli imperialisti. E allora, è ben altro da pianificare, anche per giugno.


#iostoconlapalestina - iniziative nazionali e locali

Oggi 2 importanti iniziative a Milano e a Vicenza - Aderisce il comitato #iostoconlapalestina di Taranto - qualcuno presente alle due manifestazioni parlerà anche per noi. 

Prepariamo nuova iniziativa a Taranto - obiettivo l'Università - info nei prossimi giorni. 

Buonissima iniziativa al Tribunale venerdì scorso - un gruppo di avvocati di Taranto aderisce al ricorso-processo alla Corte di Giustizia europea contro Israele per crimini di guerra e genocidio. 

info 3519575628


"Ambiente svenduto" parti civili

Informazione:

La nuova assemblea delle parti civili del processo "Ambiente svenduto" è stata spostata.

L'appuntamento è il 5 febbraio ore16  

Saranno presenti: Avv. Fabrizio Lamanna per gli avvocati di Taranto, Avv. Mario Soggia che cura la questione delle provvisionali, Avv. Gianluca Vitale in collegamento telematico da Torino.

Importante la puntualità e la massima partecipazione. 

info WA 3519575628

venerdì 19 gennaio 2024

Senti ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Sulla questione ex -Ilva/Perchè non abbiamo aderito allo sciopero e corteo con i mezzi delle Ditte Aigi

Nel proseguio della Controinformazione c'è il legame Acciaierie/Stellantis di Melfi; 

e sulla riforma reazionaria della giustizia

 

Vittorioso sciopero degli operai iraniani del National Steel group

Dopo il lungosciopero articolato deglioperai dell'industria dell'auto negliUsa che ha strapapto alcune loro richieste, oggi informiamoxsu questo scioperovittorioso deglioperai siderurgici iraniani. Lo sciopero ha conseguito anche qui alcuni degli obiettivi dei lavoratori, ma anche in Iran è stato unosciopero di vari giorni continuo, e solo questa lotta prolungata lo ha resovittorioso.

E nella siderurgia a Taranto?

Gli operai delle Ditte dell'appalto di Acciaieria d'Italia giorni fa ci dicevano che non basta certo uno sciopero solo, e poi al massimo un altro ma dopo mesi dal primo, occorre uno sciopero prolungato, che blocchi la fabbrica, e pesi sui padroni e governo.

Ma è questa lotta che i sindacati confederali non hanno mai fatto sulla grave situazione in Acciaierie e appalto, che invece se fatta non avrebbe sicuramente portato alla situzioine di oggi, in cui restano fortemente a rischio - anche con le ultime decisioni del governo di Amministrazione straordinaria - il lavoro, i salari, la sicurezza.

Senza certezza di stabilità lavorativa, senza salvaguardia dei salari, senza interventi effettivi per salute, sicurezza, ambiente, è proprio questa lotta prolungata, incisiva che anche in Italia, a Taranto bisogna fare


Concluso il glorioso sciopero dei lavoratori siderurgici! – di Khaled Haj Mohammadi (akhbar-rooz.com)

Lo sciopero glorioso e unitario dei lavoratori del National Steel Group si è concluso dopo 8 giorni e imponendo alcune delle loro rivendicazioni ai datori di lavoro e al governo, sabato 9 gennaio 1402 (30 dicembre 2023).

Il recente sciopero dei lavoratori è stato la continuazione di più di 40 giorni di vari sforzi e incontri per soddisfare le richieste dei 3.000 lavoratori di questo centro. 

Queste proteste sono finalmente iniziate il 23 Bahman [dicembre] dopo che a 21 lavoratori è stato impedito di entrare nel complesso siderurgico e la direzione ha deciso di licenziarli.

Tra le richieste dei lavoratori dell’acciaio figurano: l’attuazione del piano di inquadramento professionale, la rimozione del divieto di ingresso in azienda dei lavoratori sospesi, il ritorno al lavoro dei lavoratori licenziati, tra cui Karim Siyahi, l’assunzione di tutti i lavoratori della “Shafaq Rahian Aksin” [in subappalto], la perequazione dei salari con i diritti della Aksin Steel, il licenziamento di Mohammadi, amministratore delegato del gruppo, la rimozione della proprietà dalla Melli Bank, ecc

Durante questo periodo si sono svolti diversi incontri tra i rappresentanti dei lavoratori, i funzionari siderurgici e governativi, e alla fine lo sciopero si è concluso con l’accettazione di alcune rivendicazioni dei lavoratori.

Secondo i resoconti pubblicati di questi incontri e accordi, i lavoratori hanno raggiunto alcune delle loro richieste, tra cui:

*Attuazione parziale del piano di classificazione del lavoro per tutti i lavoratori per un acconto di dieci milioni di toman al mese fino alla completa attuazione del piano.

*Sblocco dei badge e rientro al lavoro di 38 lavoratori sospesi

*Assegnazione dell’importo menzionato ai lavoratori della società Shaf

Inoltre, i lavoratori dell’acciaio hanno concesso alla direzione tre giorni per ritirare la loro denuncia e hanno annunciato che riprenderanno le manifestazioni e gli scioperi se la direzione si rifiuta di farlo.

giovedì 18 gennaio 2024

stellantis melfi info

video 1

 https://www.rainews.it/tgr/basilicata/video/2024/01/indotto-stellantis-lavoratori-presidio-melfi--ministro-urso-sindacati-vescovo-fanelli-0f5a61df-e972-4b40-89fb-2ec98907a7d5.html

video 2


 
comunicatoi sindacale 
https://www.vulturenews.net/stellantis-di-melfi-e-indotto-tutti-i-lavoratori-pronti-al-presidio-lannuncio/

19 gennaio
ore 12 sotto la confindustria
ore 16 incontro con il ministrod'urso

Ex Ilva di Taranto, riunione del tavolo tra Governo e organizzazioni sindacali - info

Lo Slai cobas per il sindacato di classe è contrario all'amministrazione straordinaria e rilancia la piattaforma operaia - posizione che sarà portata con tre presidi alle portinerie nella prossima settimana e con una assemblea nazionale telematica da Taranto aperta a tutti venerdi 26 gennaio ore 16/20 - info slaicobasta@gmail.com - wa 3519575628

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Ex Ilva di Taranto, riunione del tavolo tra Governo e organizzazioni sindacali - Comunicato della Presidenza del Consiglio

 

18 Gennaio 2024

Si è svolto oggi nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio il tavolo tra il Governo e le organizzazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto, in un clima propositivo e costruttivo.

Nel corso dell’incontro, il Governo ha illustrato ai sindacati i contenuti del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 gennaio, e ha informato i rappresentanti dei lavoratori in merito agli ultimi sviluppi del confronto con il socio di maggioranza, ArcelorMittal: Acciaierie d’Italia (AdI) lo scorso 15 gennaio, nonostante le trattative in corso, ha presentato istanza presso la Camera di commercio di Milano per la composizione negoziata.

La delegazione del Governo ha annunciato che il socio pubblico di Acciaierie d’Italia, Invitalia, ha inviato nella giornata di ieri una lettera ad Acciaierie d’Italia holding e Acciaierie d’Italia per chiedere la verifica dei presupposti per avviare le procedure per l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva. Il Governo ha annunciato che, qualora sia avviata la procedura di amministrazione straordinaria, sarà garantita la liquidità corrente con un prestito ponte a condizioni di mercato per 320 milioni di euro. I rappresentanti dell’esecutivo hanno informato che la fase di amministrazione straordinaria sarà temporanea e che il Governo è alla ricerca dei migliori partner privati con l’obiettivo di salvaguardare la continuità produttiva, tutelare l’occupazione e garantire la sicurezza dei lavoratori.

Le parti hanno convenuto sul momento estremamente difficile dell’ex Ilva e hanno concordato di proseguire il confronto impegnandosi a fare ciascuno la propria parte per la tutela della produzione e dell’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza dei luoghi di lavoro.
Già nei prossimi giorni sarà aperto al Mimit e al Ministero del Lavoro un tavolo sulla vicenda che riunirà tutti i soggetti interessati: istituzioni locali; sindacati; associazioni datoriali.

I Ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone incontreranno nelle prossime ore i rappresentanti delle imprese fornitrici e dell’indotto, così come da loro richiesto, manifestando la disponibilità ad analoghi incontri con i rappresentanti dei lavoratori.

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Da Sole 24 ore 

Al tavolo di confronto tra il governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto per l’esecutivo sono presenti il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto (in videocollegamento), il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati presenti i rappresentanti di Fiom Cgil Michele De Palma, Fim-Cisl Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera e Usb Sasha Colautti (in videocollegamento) e Francesco Rizzo.

Istanza di composizione negoziata, 14 giorni di tempo

Ai sindacati è stato riferito che il 16 gennaio Mittal ha presentato istanza di composizione negoziata al tribunale di Milano mentre c’era la trattativa per arrivare a un accordo consensuale. Questo sarebbe stato ritenuto un atto per prendere ulteriore tempo e creare una situazione di disturbo. Per garantire continuità produttiva, il governo - sempre secondo fonti sindacali - ha ribadito la convinzione di volere soci privati autorevoli per il rilancio dell’azienda, anche se appare evidente che sarà necessario prima definire la situazione con Mittal. In ogni caso il decreto varato martedì dal Consiglio dei ministri, che rafforza le procedure e la cassa integrazione, verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di oggi. Poi ci saranno 14 giorni di tempo sia per capire di più sull’istanza di composizione negoziata presentata a Milano sia per capire come superarla con l’attivazione dell’amministrazione straordinaria

Fonti: il governo userà i 320 milioni previsti

Fonti sindacali riportando quanto spiegato loro al tavolo con l’esecutivo governo hanno detto che il governo utilizzerà i 320 milioni previsti in precedenza per l’aumento di capitale in Acciaierie d’Italia. La liquidità dell’amministrazione straordinaria - spiegano le stesse fonti - sarà garantita con prestiti di durata quinquennale. I 320 milioni non saranno sufficienti nel lungo periodo ma ora sono importanti per la continuità produttiva. L’amministrazione straordinaria tenderà a trovare nuovi soci privati interessati ad investire.

Il confronto governo-sindacati proseguirà

«Propositivo e costruttivo», riferisce una nota di Palazzo Chigi, è il clima in cui si è svolto nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio il tavolo tra il governo e le organizzazioni sindacali con i rappresentanti dei lavoratori».
 
Da Corriere di Taranto

Durato oltre due ore, nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio, il tavolo tra il Governo e le organizzazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto. Per l’esecutivo erano presenti il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto (in videocollegamento), il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati presenti i rappresentanti di Fiom Cgil Michele De Palma, Fim-Cisl Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera e Usb Sasha Colautti (in videocollegamento) e Francesco Rizzo. 

Nel corso dell’incontro, il Governo ha illustrato ai sindacati i contenuti del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 gennaio, e ha informato i rappresentanti dei lavoratori in merito agli ultimi sviluppi del confronto con il socio di maggioranza, ArcelorMittal, che lo scorso 15 gennaio, ha presentato istanza presso la Camera di commercio di Milano per la composizione negoziata (procedura stragiudiziale che consente di attivare misure protettive a tempo per evitare che i creditori aggrediscano il patrimonio). La delegazione del Governo ha informato i sindacati che il socio pubblico di Acciaierie d’Italia, Invitalia, ha inviato nella giornata di ieri una lettera ad Acciaierie d’Italia holding e Acciaierie d’Italia per chiedere la verifica dei presupposti per avviare le procedure per l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva. Secondo quanto previsto l’ad dovrà rispondere entro 14 giorni. Se non lo farà Invitalia può chiedere al Mimit di attivare l’amministrazione straordinaria, visto che la possibilità che le parti trovino un’intesa è quasi del tutto tramontata. Il Governo ha inoltre annunciato che, qualora sarà avviata la procedura di amministrazione straordinaria, sarà garantita la liquidità corrente con un prestito ponte a condizioni di mercato per 320 milioni di euro, previsti per l’aumento di capitale azionario e la conseguente salita di Invitalia in maggioranza al 66%, diluendo Mittal al 34%. Proposta che però non è riuscita a concretizzarsi. La liquidità dell’amministrazione straordinaria sarà garantita con prestiti di durata quinquennale, avrebbe precisato nel corso del tavolo con i sindacati il ministero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, come già accaduto in passato. La gestione della società sarà affidata a tre nuovi commissari. Inoltre, il decreto-legge approvato dal governo, prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. Una norma specifica congelerebbe i fondi accantonati per i giudizi pendenti che dovranno essere messi su un conto vincolato legato all’autorizzazione del tribunale. Il testo dovrebbe essere bollinato dalla Ragioneria dello Stato entro la giornata di oggi o al massimo domani mattina, per l’invio al Quirinale per la firma e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

I rappresentanti dell’esecutivo hanno precisato che la fase di amministrazione straordinaria sarà temporanea e che il Governo è alla ricerca dei migliori partner privati con l’obiettivo di salvaguardare la continuità produttiva, tutelare l’occupazione e garantire la sicurezza dei lavoratori: ovviamente bisogna prima definire con precisione la situazione con Mittal. E si dovrà comunque passare nuovamente da un bando di gara europeo. Le parti, fa sapere Palazzo Chigi, hanno convenuto sul momento estremamente difficile dell’ex Ilva e hanno concordato di proseguire il confronto impegnandosi a fare ciascuno la propria parte per la tutela della produzione e dell’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza dei luoghi di lavoro. Già domani i Ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone incontreranno in videoconferenza i rappresentanti delle imprese fornitrici e dell’indotto, così come da loro richiesto. L’obiettivo dell’incontro è fornire un aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva e discutere dei provvedimenti recentemente adottati dal governo. Indotto che però resta in grande fermento, tanto da aver annunciato che “a partire  dalle ore 05:00 di domani 19 gennaio 2024 saranno sospese le forniture dei beni e servizi, anche di autotrasporto, sin qui rese in favore degli impianti gestiti su Taranto da Acciaierie D’Italia S.p.A. Solo per le aziende che erogano forniture ritenute indispensabili a garantire la sicurezza degli impianti e delle persone, nonché la tutela ambientale, in riferimento all’Art. 2, comma 2 lettera a della legge 146/1990, la sospensione avrà luogo a far data dal 22/01/2024, onde consentire ad A.d.I. di organizzare per tempo i servizi e le tutele sostitutive”.

Mentre a breve ci sarà l’apertura del tavolo al ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali: “credo sarà una cosa quasi immediata” ha detto il ministro del Lavoro Marina Calderone in occasione di un convegno della Confederazione dei sindacati europei Ces sul welfare. “Ci sono ancora dei passaggi legali da gestire, ma noi abbiamo dato un segnale di celerità. Da quando non abbiamo avuto risposte dal socio di maggioranza, credo che il governo abbia assunto le sue responsabilità dando seguito alle iniziative necessarie per tutelare i lavoratori. Noi non lasceremo indietro i lavoratori in senso ampio, avendo attenzione anche per chi lavora nell’indotto. Il nostro obiettivo e’ tutelare i posti di lavoro e dare garanzie e continuità occupazionale, e avere massima attenzione alle problematiche legate alla sicurezza”, ha aggiunto.

“Confermiamo che per noi la via maestra continua a essere il ruolo pubblico e la gestione pubblica. Il governo sta procedendo – con il decreto – sulla strada di una amministrazione straordinaria. Ci sono ancora 14 giorni ma è chiaro che c’è il divorzio – per via legale o per via contrattuale – con Mittal”. Lo ha detto Michele De Palma, segretario generale della Fiom, al termine del tavolo tra governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto. “In questo momento la situazione è complessa e la prima cosa è garantire risorse per la manutenzione degli impianti, la tenuta in sicurezza e le lavoratrici e lavoratori”, ha aggiunto. In merito alle risorse, De Palma ha spiegato che “sono già nelle disponibilità del decreto 320 milioni” ma “noi abbiamo detto che non bastano per poter tenere in piedi gli impianti, garantire l’occupazione e rilanciare la produzione. Il governo, ha risposto che su questo ci sono le condizioni work in progress per intervenire con ulteriori risorse”.

“Purtroppo non è una soluzione di accordo perché i Mittal stanno boicottando qualsiasi possibilità e l’amministrazione straordinaria è una misura drastica ma l’unica possibile per dare continuità produttiva all’ex gruppo Ilva”. Così il leader Fim, Roberto Benaglia, al termine dell’incontro con il governo commenta la decisione dell’esecutivo di commissariare l’ex gruppo Ilva. “Il governo su nostra sollecitazione ha accettato di tornare al confronto tra due settimane, prima che parta l’amministrazione straordinaria per valutare tutte le soluzione che permettano la continuità aziendale e la tutela dell’occupazione”, prosegue sottolineando come il Governo “affiderà ai commissari i 320 milioni che avrebbero dovuto dedicare per salire in maggioranza, per far partire il rilancio dell’ex gruppo IVA e a trovare nuovi soggetti privati”. “È un passaggio difficile ma finalmente cominciamo a vedere il futuro, cominciamo a vedere un 2024 diverso dal 2023. La soluzione in campo mantiene fede la parola data dal governo. Stasera il governo varerà il dl ad hoc approvato martedì e domani sarà in Gazzetta Ufficiale che porterà, tra 14 giorni, a poter gestire la società con una amministrazione straordinaria”, conclude.

“Mittal continua a mettere in atto azioni di disturbo deleterie per l’Italia e per i lavoratori, ma oggi questa strategia è al capolinea. Il Governo ha risposto con decreto legge che lo mette nelle condizioni di interrompere la continuità societaria con la richiesta di amministrazione straordinaria entro quattordici giorni. Noi ovviamente ribadiamo la nostra contrarietà all’amministrazione straordinaria, che nel 2015 ha fatto tabula rasa e ha creato un disastro per le aziende dell’indotto. Abbiamo avuto però delle rassicurazioni da parte di tutti i Ministeri interessati sulla salvaguardia occupazionale e sulla gestione di un eventuale commissariamento che sarà solo temporaneo e che mira a trovare un investitore privato all’altezza dell’ex Ilva”. Così il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. “Oggi abbiamo acquisito definitivamente – aggiunge – che a ArcelorMittal non è più un problema, ci sono altri quattordici giorni per capire se effettivamente abbandona riconoscendo gli errori oppure abbandona chiedendo un risarcimento danni, ma questo non provocherà alcun problema alla continuità produttiva, perché il Governo ha ribadito che ci sono i 320 milioni di euro a disposizione per la gestione corrente e la possibilità di aprire anche a soci privati. Tutto questo avverrà a valle della messa in sicurezza degli impianti e dei lavoratori”. “L’indotto è la parte più debole – spiega il leader Uilm – proprio per questo noi la tuteleremo ancora di più, non solo i lavoratori ma anche le aziende, quelle aziende virtuose che hanno messo un capitale non solo umano ma anche patrimoniale e che sono state già penalizzate nel 2015”. “Il Governo, inoltre – dice ancora il sindacalista – ci ha assicurato che tutti i lavoratori di Ilva in As saranno tutelati e, così come prevede la clausola di salvaguardia dell’accordo 2018 che abbiamo più volte chiesto, hanno diritto all’assunzione man mano che ci sarà la risalita produttiva”. “L’interlocuzione – conclude Palombella – così com’è avvenuto in queste settimane, sarà continuativa e quindi noi saremo ascoltati. Abbiamo tutti un unico obiettivo: salvare l’ex Ilva. Questo significa salvare l’ambiente, l’occupazione e la produzione. La strada è ormai tracciata, indietro non si torna e da oggi si apre un nuovo capitolo che deve essere gestito con la massima serietà e la massima responsabilità da parte di tutti”.

“Sull’ex Ilva abbiamo ribadito a Palazzo Chigi che l’apertura del tavolo al ministero del Lavoro sia una cosa immediata in considerazione che oggi sancisce la fine di ArcelorMittal: bisogna in primis tutelare i lavoratori che sono l’anello più debole di questa triste vertenza”. E’ quanto ha dichiarato Antonio Spera, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici al tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto. “Si proceda spietatamente – ha affermato Spera - il Governo si è impegnato a cercare commissari esperti del settore, a immettere nell’immediatezza liquidità e ha confermato il commissariamento dell’ex Ilva dove oggi sarà bollinato il decreto. A quanto pare, Invitalia ha inviato ieri una lettera all’Ad di Acciaierie d’Italia per chiedere che la società sia ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, ora l’a.d deve rispondere entro 14 giorni. Se non lo farà Invitalia può chiedere al Mimit di attivare l’amministrazione straordinaria. Strada che il Governo aveva preparato nell’ultimo Consiglio dei Ministri con un decreto-legge che rafforza, in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, le misure già presenti per tutelare la continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, tra le quali ex Ilva. Una norma specifica congelerebbe i fondi accantonati per i giudizi pendenti che dovranno essere messi su un conto vincolato legato all’autorizzazione del tribunale. Alla scadenza dei 14 giorni previsti dalla procedura, sarà riconvocato il tavolo a Palazzo Chigi. Per l’UglM – conclude Spera -, è necessario agire in continuità, confidiamo nell’esecutivo. Il decreto-legge varato è molto importante, noi siamo pronti a collaborare al crono programma sicuri, nell’aver ottenuto un quadro complessivo per definire le prossime azioni da fare. Il nostro unico obiettivo è salvaguardare i lavoratori e la produzione pur consapevoli che il Governo oggi ha assunto le sue responsabilità, dando seguito anche alle nostre sollecitazioni su iniziative necessarie per tutelare i lavoratori. Va data celerità alla soluzione, questa è una decisione per chiudere definitivamente la partita con Mittal per il controllo dell’azienda. Nelle prossime ore è prevista la convocazione di un tavolo per le aziende dell’indotto e degli appalti”.

“Al tavolo odierno, in presenza dei ministri Urso, Giorgetti, Calderone e Fitto, ci è stata sostanzialmente confermata la strada dell’amministrazione straordinaria, con una spiegazione precisa di come il decreto varato ieri costituisca parte integrante di questo percorso a garanzia della continuità produttiva, della salvaguardia occupazionale per i lavoratori diretti e dell’indotto attraverso misure specifiche – commentano dall’USB -. La nostra organizzazione al tavolo ha potuto soltanto che prendere atto della scelta di questa procedura, ma abbiamo subito fatto presente come devono essere concretizzate le parole di oggi, garantendo un intervento e una discussione vera, finalizzata a determinare degli strumenti reali per salvaguardare nell’immediato tutti i lavoratori e gli impianti. Abbiamo sottolineato come oggi la liquidità messa a sostegno dell’amministrazione straordinaria rischi di non essere sufficiente a gestire questa fase. Abbiamo inoltre sottolineato come serva un intervento straordinario su quelle aziende dell’indotto che rischiano di essere escluse dagli ammortizzatori sociali previsti, con impatti pesantissimi per le maestranze. Abbiamo posto il tema della massima garanzia dei lavoratori di Ilva in A.S. altro tema per noi fondamentale e pregiudiziale. Il Governo sembra avere già in testa il subentro di un nuovo soggetto privato. USB esprime su questo la volontà che si determini per l’azienda il controllo di stato, dove un eventuale socio privato di minoranza venga vincolato con chiarezza sul piano industriale e ambientale. I territori coinvolti da questa vertenza hanno già pagato un prezzo troppo alto in termini di occupazione, salute e ambiente. Al pari di altre realtà su cui si sta configurando il piano nazionale per la siderurgia (come Piombino) la strada è quella dell’accordo di programma, unico strumento che può dare anche agli enti locali responsabilità e protagonismo”.