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Petizione aperta a tutta la popolazione civile
All’att.ne di:
Il genocidio e la pulizia etnica in corso in Palestina, perpetrati da Israele nei confronti della popolazione palestinese, sono un crimine oggettivo ed innegabile, consumato sotto gli occhi indignati di tutto il mondo. In questo drammatico contesto, Leonardo S.p.A., tra i principali produttori europei di armamenti, garantisce la fornitura di sistemi d’arma e tecnologie militari allo Stato di Israele. Nonostante le crescenti denunce da parte di organizzazioni per i diritti umani, istituzioni internazionali e della società civile e sebbene, come dichiarato dallo stesso A.D. Cingolani in una recente intervista al Corriere della Sera, non sia stata più autorizzata alcuna nuova licenza di esportazione verso Israele da parte dell’UAMA, Leonardo, con il benestare del Governo Italiano, mantiene solidi rapporti commerciali e di cooperazione militare con Israele, contribuendo di fatto alla prosecuzione delle operazioni belliche che colpiscono sistematicamente la popolazione civile palestinese, priva di ogni capacità di difesa, in evidente violazione del diritto internazionale umanitario. Inoltre la Legge 185/1990 citata anche da Cingolani (normativa “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”), approvata dal Parlamento italiano nel luglio 1990 dopo una grande mobilitazione della società civile, sta subendo delle modifiche che sono state già approvate dal Senato nel marzo 2024 e sono in discussione alla Camera da febbraio 2025. Se le modifiche già approvate dal Senato verranno confermate anche dalla Camera, saranno ridotti importanti meccanismi di trasparenza come per esempio la relazione annuale al Parlamento, pertanto il potere decisionale sul tema passerà sempre più al Governo, sottraendolo al Parlamento. Il commercio di armamenti non può essere considerato un’attività economica come le altre, ma deve essere subordinato a criteri etici, alla politica estera e al rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, che afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Il 16 settembre 2025 la Commissione d’inchiesta dell’ONU, a fronte di una lunga indagine avviata su mandato dell’Assemblea Generale dell’ONU, riconosce l’intento genocidario nella condotta delle autorità israeliane (“Legal analysis of the conduct of Israel in Gaza pursuant to the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide” A/HRC/60/CRP.3) secondo la Convenzione sul Genocidio del 1948, identificando quattro dei cinque atti definiti come genocidio dalla Convenzione:
La Commissione ha sottolineato che esistono prove dirette dell'intento genocidario da parte di Israele, tra cui dichiarazioni pubbliche di leader israeliani e un modello di condotta militare coerente con tale intento. Il rapporto ha anche raccomandato l'interruzione delle forniture di armi a Israele e l'avvio di procedimenti legali contro i responsabili, inclusi il Primo Ministro Netanyahu e il Presidente Herzog. La Posizione Comune dell'UE 2008/944/PESC stabilisce i criteri per il controllo delle esportazioni di armi e di attrezzature militari: è stata adottata nel dicembre del 2008 e definisce le condizioni vincolanti che gli Stati membri devono rispettare quando autorizzano l'esportazione di materiale bellico verso paesi terzi. I principali criteri di questa posizione includono:
Il protrarsi dei rapporti con Israele da parte di Leonardo S.p.A., oltre a violare i punti della Posizione Comune dell'UE 2008/944/PESC, viola anche:
Come precisato dall’A.D. Cingolani, Leonardo S.p.A. non può da sola procedere a qualsiasi recesso unilaterale da un contratto in essere in quanto questo costituirebbe un illecito che porterebbe a un contenzioso legale. Pertanto si richiede una copertura istituzionale in tal senso, sia per trovare un provvedimento che consenta di sospendere anche le vecchie licenze, sia esercitando una moral suasion come paventato dallo stesso Cingolani. Si richiede quindi:
Le conseguenze giuridiche per l'Italia vanno ben oltre eventuali sanzioni. La continuazione delle esportazioni di armamenti e materiali dual-use verso Israele, alla luce delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia e in un contesto di crimini internazionali sistematici e gravi, espone l'Italia a una grave responsabilità giuridica, tra cui:
L'Italia potrebbe essere ritenuta responsabile a livello internazionale per tali violazioni. Nel rapporto “From economy of occupation to economy of genocide” della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati (A/HRC/59/23 pubblicato il 16 Giugno 2025), Leonardo S.p.A. non viene citata solo per gli F-35, per gli M-346 e gli AW119Kx con relativi training, per gli OTO Melara 76/62 Super Rapid 72mm naval guns e per la controllata DRS, ma anche per la collaborazione con l’Università Ben Gurion del Negev attraverso un laboratorio congiunto su intelligenza artificiale e scienza dei dati, condividendo ricerche direttamente connesse agli attacchi contro i palestinesi. Connesso a questo tema, il rapporto presenta un’analisi devastante del ruolo delle tecnologie cybersecurity nella costruzione di quella che viene definita “economia del genocidio”. Il report identifica il settore tecnologico di sorveglianza, cybersicurezza e intelligenza artificiale come pilastro fondamentale del sistema di occupazione israeliano (assieme al settore militare, edilizio, finanziario e accademico), con aziende tecnologiche che forniscono “infrastrutture di sorveglianza, droni, biometria, cloud computing e sistemi di targeting guidati dall’IA”, contribuendo ad automatizzare progressivamente la repressione e il genocidio dei palestinesi e trasformando Gaza in una zona di test per armi dal vivo. Gli ultimi tre anni hanno visto un’accelerazione senza precedenti nella cooperazione Italia-Israele e un consolidamento della partnership strategica, che ha portato il colosso della difesa italiano a siglare accordi con istituzioni israeliane nell’ambito della cybersecurity, quantum technologies e sistemi autonomi. Leonardo S.p.A. ha infatti siglato nel 2023 due accordi strategici con l’Israeli Innovation Authority (IIA) e con la Ramot Tel Aviv University, focalizzandosi proprio su cybersecurity, quantum technologies e sistemi autonomi; gli accordi prevedono lo scouting di startup israeliane per il programma di accelerazione Business Innovation Factory di Leonardo, con particolare attenzione alle aree “Simulation & Gamification” e “Cybersecurity & Networking”. L’adozione di sistemi sviluppati in contesti di occupazione coloniale basata sulla logica “Maximum Land with Minimum Palestinians”, risulta fortemente incompatibile con i valori democratici europei e con il codice etico adottato dalla stessa Leonardo S.p.A. Infine, diverse organizzazioni per le libertà digitali, inclusi EDRi e Access Now, hanno sollecitato la Commissione Europea a rivedere lo status di adeguatezza dei dati di Israele secondo GDPR attraverso sei aree di preoccupazione: deterioramento dello stato di diritto in Israele, quadro legale insufficiente per la protezione dei dati, esenzioni per la sicurezza nazionale e sorveglianza, questioni di ambito territoriale nei territori palestinesi occupati, processo di revisione UE inadeguato e violazioni del diritto internazionale. Per tutti questi motivi, riteniamo la partnership strategica Italia-Israele non solo spregiudicata ma anche senza futuro, alla luce delle succitate aree di preoccupazione relativamente al trattamento dei dati. Chiediamo quindi che Leonardo sospenda immediatamente tutti gli accordi commerciali e le relazioni di investimento con istituzioni israeliane, start-up, università e enti di ricerca direttamente o indirettamente coinvolte nelle operazioni militari israeliane. Con questa petizione, che parte da alcunǝ lavoratrici e lavoratori di Leonardo e che è estesa a tutta la popolazione civile, rifiutiamo fermamente di essere complici nelle violazioni dei diritti umani e nei crimini internazionali, rifiutiamo che i nostri atti e che il nostro ingegno possa contribuire a un’intera economia che guida, fornisce e abilita il genocidio del popolo palestinese. Per tali motivi, inoltre, consideriamo inadeguata la scelta di Leonardo S.p.A. di voler mettere in discussione la permanenza della Business Unit Aerostrutture all’interno del perimetro Leonardo S.p.A. attraverso la ricerca di partnership con fondi sovrani stranieri, con il rischio che Leonardo S.p.A. diventerebbe di fatto un’azienda focalizzata esclusivamente sul settore militare. È fondamentale, anche in virtù dei cambiamenti sociali ed economici in corso, che Leonardo S.p.A. continui ad investire nel settore dell’aeronautica civile, collocato tra l’altro interamente nel Mezzogiorno d’Italia, attraverso investimenti concreti e che guardino allo sviluppo futuro di un asset fortemente strategico e realmente duraturo per tutto il sistema industriale italiano, a differenza del limitato orizzonte temporale che il business militare comporterebbe.
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