TARANTO - Il 26 luglio prossimo Emilio Riva, 87enne ex patron dell’Ilva,
il figlio Nicola ex presidente del Gruppo Riva Fire, e l’ex direttore
dello stabilimento Luigi Capogrosso torneranno in libertà per scadenza
dei termini. A distanza di dodici mesi dal loro arresto, infatti, i tre,
accusati di associazione a delinquere finalizzata al disastro
ambientale, vedranno revocata in automatica la misura cautelare degli
arresti domiciliari. Potrebbe essere per questo che oggi i legali Marco
De Luca, Adriano Raffaelli ed Egidio Albanese potrebbero anche decidere
di rinunciare al ricorso che si discuterà stamattina dinanzi al
tribunale del riesame. Per il gip Patrizia Todisco, Emilio Riva è uno degli uomini che ricoprono il «ruolo apicale» nell’associazione per delinquere di cui fanno parte gli altri membri della famiglia, responsabili secondo le accuse della drammatica situazione ambientale ionica. Sui due Riva, confermando definitivamente le misure cautelari, anche la corte di Cassazione ha spiegato che i reati sono stati «posti in essere con condotta sia commissiva che omissiva, con coscienza e volontà per deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell’Ilva i quali hanno continuato a produrre massicciamente nell’inosservanza delle norme di sicurezza con effetti destinati ad aggravarsi negli anni» |
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