Di tutt’altro avviso la posizione dello Slai cobas che si lancia in accuse pesantissime nei confronti della ditta e dei sindacati di categoria.
“Nella ditta Chemipul, operante nel cantiere Ilva nei lavori di pulizia civile, finora il suo padron ha potuto fare quello che voleva: orari di lavoro allungati senza copertura retributiva, niente mensa o ticket, gli operai non sapevano neanche dove mettersi per mangiare il panino portato da casa, spogliatoi prima inesistenti, poi sporchi, visite mediche non fatte nei tempi di legge, assunzioni in odor di clientela, mentre la maggiorparte degli operai è a part time, ecc. Tutto questo nel silenzio dei sindacati esistenti nel cantiere, in particolare della Cisl, che neanche hanno dato la possibilità agli operai, una novantina, di eleggere liberamente i propri delegati, visto che finora non si sono mai fatte le elezioni delle RSU. Tutto doveva scorrere “tranquillo” per l’azienda, finchè non arriva lo Slai cobas per il sindacato di classe che chiaramente “disturba l’andazzo” si legge nel comunicato
.
“Per cui prima l’azienda rifiuta di incontrare lo Slai cobas, vieta l’assemblea dei lavoratori all’interno – mentre, però, è costretta a mettere al posto alcune cose, dagli orari, agli spogliatoi, alle visite mediche: poi, quando lo Slai cobas avvia il lavoro per organizzare finalmente le elezioni delle Rsu, arrivano i sindacati confederali. La Cisl ha obbligato lavoratori, suoi iscritti, che liberamente avevano firmato per la presentazione della lista Slai cobas, a cancellare la loro firma. Una cosa indegna, che ha il solo scopo di ricattare i lavoratori” sostengono dal sindacato di classe.
A questo punto, di fronte a queste accuse, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, e Uiltrasporti attraverso una nota congiunta hanno chiarito la loro posizione, intimando lo Slai cobas di interrompere la strada intrapresa, altrimenti si vedranno costrette ad adire le vie legali. Secondo il sindacato di classe però, “questa lettera rivela soprattutto il timore di Cgil, Cisl, Uil che anche in questa ditta entri lo Slai cobas, che i lavoratori possano scelgano liberamente, che decidano che è ora di far valere i loro diritti; rivela il timore che il loro potere venga ridimensionato“.
La tesi è che sia “falso che lo Slai cobas sc non possa partecipare alle elezioni delle Rsu. Anche sindacati di base, come è lo Slai cobas possono partecipare se – come dice lo stesso regolamento – hanno un proprio Staturo e atto costitutivo – e lo Slai cobas ce li ha dal 1993; se raccolgono il 5% delle firme dei lavoratori – e lo Slai cobas ha raccolto ben più del 5%; se accettano i contenuti dell’accordo interconfederale del 2011 e del protocollo 2013 – e anche qui, Cgil, Cisl e Uil senza neanche leggere le comunicazioni dello Slai cobas per le Rsu, hanno deciso, a prescindere, che lo Slai cobas non sarebbe in questa condizione, quando lo Slai cobas ha aderito ha quegli accordi riservandosi il diritto di modificarli in senso più democratico. Lo Slai cobas ha regolarmente presentato proprie liste in altri stabilimenti sia a livello nazionale che a Taranto (vedi vertenza Cementir).
La presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil è in aperta violazione dello Statuto dei lavoratori che tutela il diritto dei lavoratori di “costituire e aderire ad associazioni sindacali, nonché di svolgere attività sindacale sul luogo di lavoro”, con riferimento anche all’art.39 della Costituzione“.
“Quindi, è la loro posizione che è antisindacale, che è contro il diritto e la volontà dei lavoratori di eleggere liberamente dei loro rappresentanti – concludono dallo Slai cobas -. E non è affatto vero che le Rsa esistenti siano state “votate e legittimate in forma democratica dai lavoratori”, perchè sono state nominate dalle segreterie sindacali, senza alcuna libera votazione in fabbrica. La realtà che Cgil, Cisl e Uil vogliono imporre una sorta di dittatura, per stare solo loro. Ma questo, se i lavoratori vogliono, non può essere.
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