sabato 30 dicembre 2023

La posizione della USB Taranto dopo l'incontro di Roma - info - Noi diciamo altro

USB:
Ex Ilva. Tre opzioni prospettate. La scelta a AM, Governo immobile

Tre le opzioni prospettate: la prima è che il socio privato decida di investire; la seconda, exit strategy, è che si concluda un accordo per accompagnare Arcelormittal fuori e per sostituirlo con un  altro socio provato; la terza è, in caso di mancato accordo, l’amministrazione straordinaria.

La cosa che più ci preoccupa è che, in ogni caso, la decisione viene lasciata proprio ad Arcelormittal. Il Governo non riesce a fare altro che ribadire ancora una volta che questa situazione è frutto della cattiva gestione della vertenza ad opera dei precedenti Governi.

Noi riteniamo che questo non può continuare ad essere l’alibi per non fare nulla, e per non lavorare in maniera incisiva ad una soluzione.

Noi siamo estremamente preoccupati perché alcune aziende non hanno ancora pagato le tredicesime, perchè ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e ordini degli appalti scaduti e non  ancora rinnovati.

Quindi rischiamo che l’8 la trattativa venga affrontata con un carico  non indifferente sulle spalle del Governo.  Governo che non ha assolutamente preso in considerazione la possibilità di una quarta ipotesi, quella suggerita da noi, e quindi di rescindere il contratto immediatamente  e di allontanare subito, senza se e senza ma, Arcelormittal.

Le organizzazioni sindacali verranno nuovamente convocate il 9 o il 10 al massimo, per essere messe al corrente dell’esito dell’assemblea dell’8 gennaio.


Diciamo chiaro che noi non pensiamo affatto che l’incontro dell’8 gennaio uscirà con una soluzione. Certo, qualcosa sarà più chiaro, almeno delle intenzioni effettive del governo, non le ipotesi che si succedono sui giornali.A nostro giudizio è “l’accordo segreto” Fitto/Mittal che andrà avanti, ma certamente senza una soluzione vera; e il proseguio di questo è che Invitalia farà un passo indietro.Per dirla brutale: non è la Morselli che se ne va ma Bernabè.L’alternativa per loro è una sola, non la nazionalizzazione ma l’amministrazione straordinaria.Ove Mittal non ottenesse il risultato previsto dall’”accordo segreto” con Fitto, che poi è Meloni, secondo i particolari ampiamente illustrati dalla stampa, l’Amministrazione straordinaria – come peraltro sono costretti a dire i dirigenti dei sindacati confederali, sarà senz’altro un rimedio peggiore del male in materia di tutela degli interessi dei lavoratori.
I lavoratori, al di là delle dichiarazioni dei segretari dei sindacati confederali e dei loro megafoni sui posti di lavoro, non hanno voce in capitolo. La verità è che dal 1° gennaio parte la nuova cassaintegrazione unilaterale, e i sindacati confederali non sono riusciti neanche a produrre un congelamento di essa, in attesa di…

Drammatica resta la situazione dell’appalto, qui le aziende AIGI hanno chiesto un incontro urgente ai sindacati per comunicare una cassintegrazione generalizzata. Pur essendo differenziate le situazioni nell’appalto, come lo sono state e lo sono tuttora in relazione agli stipendi e 13°, è chiaro che tutte le Ditte dell’appalto a macchia d’olio, a catena, possono trovarsi nelle stesse situazioni, sia nella zona industriale che al porto.Alla Castiglia gli operai organizzati dallo Slai cobas stanno continuando a battersi comunque per la proroga dei contratti in corso almeno ad un anno e passaggio a tempo indeterminato il più presto possibile, all’interno della difesa del contratto metalmeccanico - contro contratti multiservizi voluti dai padroni e sottoscritti dai sindacati.

Comunque per noi la settimana 8/12 gennaio è quella dello sciopero, della non accettazione di alcun ricatto, né di Acciaierie né dei padroni dell’appalto, e meno che mai come garanzia “paracadute” offerta dal governo.

venerdì 29 dicembre 2023

Ex Ilva - Oggi ennesimo passaggio a vuoto. Ancora rinvio a gennaio - Ma a gennaio deve essere sciopero!


L’incontro di oggi tra governo e sindacati è stato un ennesimo passaggio a vuoto e senza soluzione. La nota che riportiamo in coda, fatta dalla Gazzetta del Mezzogiorno, costituisce una prima info.

Diciamo chiaro che noi non pensiamo affatto che l’incontro dell’8 gennaio uscirà con una soluzione. Certo, qualcosa sarà più chiaro, almeno delle intenzioni effettive del governo, non le ipotesi che si succedono sui giornali.

A nostro giudizio è “l’accordo segreto” Fitto/Mittal che andrà avanti, ma certamente senza una soluzione vera. E il proseguio di questo è che Invitalia farà un passo indietro.

Per dirla brutale: non è la Morselli che se ne va ma Bernabè.

L’alternativa per loro è una sola, non la nazionalizzazione ma l’amministrazione straordinaria.

Ove Mittal non ottenesse il risultato previsto dall’”accordo segreto” con Fitto (che poi è Meloni) secondo i particolari ampiamente illustrati dalla stampa, l’Amministrazione straordinaria – come peraltro sono costretti a dire i dirigenti dei sindacati confederali - sarà senz’altro un rimedio peggiore del male in materia di tutela degli interessi dei lavoratori.
I lavoratori, al di là delle dichiarazioni dei segretari dei sindacati confederali e dei loro megafoni sui posti di lavoro, non hanno voce in capitolo.

La verità è che dal 1° gennaio parte la nuova cassaintegrazione unilaterale, e i sindacati confederali non sono riusciti neanche a produrre un congelamento di essa, in attesa di…

Drammatica resta la situazione dell’appalto, qui le aziende AIGI hanno chiesto un incontro urgente ai sindacati per comunicare una cassintegrazione generalizzata. Pur essendo differenziate le situazioni nell’appalto, come lo sono state e lo sono tuttora in relazione agli stipendi e 13°, è chiaro che tutte le Ditte dell’appalto a macchia d’olio, a catena, possono trovarsi nelle stesse situazioni, sia nella zona industriale che al porto.

Alla Castiglia gli operai organizzati dallo Slai cobas stanno continuando a battersi comunque per la proroga dei contratti in corso almeno ad un anno e passaggio a tempo indeterminato il più presto possibile, all’interno della difesa del contratto metalmeccanico - contro contratti multiservizi voluti dai padroni e sottoscritti dai sindacati.

Comunque per noi la settimana 8/12 gennaio è quella dello sciopero, della non accettazione di alcun ricatto, né di Acciaierie né dei padroni dell’appalto, e meno che mai come garanzia “paracadute” offerta dal governo. 

DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Ex Ilva, incontro a Roma tra i sindacati con i ministri Fitto e Urso. «L'8 gennaio Mittal dia garanzie»


Presente anche Mantovano e in videocollegamento Calderone

TARANTO - E’ in corso alla presidenza del Consiglio il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto. Per il Governo sono presenti il ministro degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro Elvira Calderone (in video collegamento) e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per le associazioni sindacali partecipano i segretari generali di Fiom Cgil, Michele De Palma, Fim-Cisl, Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Usb Francesco Rizzo e Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera.

I sindacati metalmeccanici temono la chiusura dell’acciaieria e premono per la salita in maggioranza dello Stato, in vista della ricerca di nuovi soci, per evitare un nuovo commissariamento. L’incontro si svolge all’indomani di una riunione del consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia che si è risolto in un nuovo nulla di fatto sull'aumento di capitale necessario alla sopravvivenza dello stabilimento. Un incontro tra i vertici degli azionisti, governo, Invitalia e ArcelolMittal, che dovrebbe tenersi i primi di gennaio, cercherà di trovare una soluzione entro il 10 del mese, quando termina l'obbligo imposto a Snam di continuare ad alimentare di gas il sito siderurgico di Taranto.


DE PALMA (FIOM): SIAMO A UN PASSO DALLO SCONTRO
Sull'ex Ilva «siamo a un passo dallo scontro perché abbiamo chiesto al governo, in due incontri, di assumere una posizione chiara con Mittal con l’assunzione di responsabilità e la salita pubblica e a oggi ci sono state riproposte altre due soluzioni che non vanno nella direzione auspicata dai lavoratori e dal sindacato, quindi il governo si sta assumendo una responsabilità e lo devono sapere». Lo afferma il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, al termine del tavolo su Acciaierie d’Italia.
«Il prossimo incontro è fissato per il 10 dopo quello dell’8 tra il governo e Mittal, ma devono sapere che per noi o c'è un elemento di condivisione o è del tutto evidente che sceglieremo le strade per far valere le nostre ragioni nei confronti dell’azienda e di questo discuteremo con le altre organizzazioni sindacali e con i lavoratori perché è a rischio la salute, la sicurezza, l’ambiente e il futuro dell’industria siderurgica nel nostro Paese», aggiunge De Palma.
«Siamo l’unico paese - conclude - che non riesce a costruire una vera transizione perché siamo ostaggio di un amministratore delegato e di una multinazionale. Dobbiamo rompere questa situazione ed evitare l'amministrazione straordinaria perché metterebbe in serio pericolo le garanzie occupazionali per le lavoratrici e i lavoratori».

Palombella (Uilm): sull'ex Ilva peggio di così non si poteva
Il tavolo sull'ex Ilva «è stato l'ennesimo incontro negativo, peggio di così non poteva andare», secondo il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. "Siamo venuti per poter ascoltare da parte del governo quali dovevano essere le soluzioni per una situazione che dura da diversi anni e negli ultimi mesi è diventata drammatica. Le ultime indicazioni erano: faremo un incontro per dirvi le soluzioni. Soluzioni non ce ne sono state» e «il governo ha continuato a dire: noi verificheremo se saranno ancora disponibili ad aumentare il capitale, non solo per superare il limite di emergenza attuale ma anche per acquistare l’azienda. Noi gli abbiamo detto che quattro anni sono stati sufficienti per poter giudicare un gruppo che è odiato da tutti», dice Palombella.
«Dal primo di gennaio - aggiunge - partirà una cassa integrazione non sottoscritta dalle organizzazioni sindacali, senza piano industriale e loro hanno pensato di non consultarci in una cassa integrazione che vede ancora una volta lavoratori discriminati. I lavoratori in manutenzione sono la stragrande maggioranza e la situazione degli impianti è drammatica e oggi non possiamo assolutamente dare un messaggio di fiducia». «Dopo il prossimo incontro, il 9 o il 10, sperando che non sia ancora una volta che non si sono presentati o che hanno preso tempo, valuteremo insieme le prospettive opportune senza tralasciare nessun tipo di iniziativa perché siamo alla presidenza del Consiglio e non possiamo continuare ad essere trattati come siamo stati trattati anche in questi giorni», conclude.

Palazzo Chigi: l'8 incontro con Mittal
«Il Governo ha assicurato ai rappresentanti dei lavoratori il massimo impegno per garantire la continuità produttiva, vagliando le ipotesi in campo atte a evitare il ricorso all’amministrazione straordinaria. A tal fine, il Governo ha già fissato un incontro il prossimo 8 gennaio con l’azionista di maggioranza, al quale saranno chieste precise garanzie su investimenti, livelli di produzione, sicurezza dei lavoratori, salvaguardia degli impianti e tutela ambientale. Il Governo continuerà a mantenere costantemente informati i sindacati, che saranno convocati nuovamente dopo l'incontro con l’azionista». Lo comunica una nota di Palazzo Chigi al termine del il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto.

Urso, 'il governo pronto a provvedimenti sull'ex Ilva'
Per l’ex Ilva di Taranto «il piano industriale prevede un supporto finanziario da parte dei soci per almeno un miliardo e 300 milioni per esigenze legate alla produzione e anche per acquisizione degli impianti, se il socio di maggioranza non risponderà a questa richiesta il governo ne prenderà atto e prenderà i suoi provvedimenti». Lo afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando dell’incontro lasciando l’aula di Montecitorio dopo l'approvazione della legge di Bilancio. 
«L'intenzione è quella di mantenere la produzione siderurgica a Taranto anzi rilanciarla in una fase di riconversione green», aggiunge Urso dicendo che «quello che conta è che ci siamo le risorse necessarie, 1,3 miliardi per garantire un futuro produttivo all’impresa e quindi ai lavoratori di Taranto. Quello è il limite oltre il quale non si può andare».

Usb, 'scelta lasciata a Mittal, governo immobile'
«La cosa che più ci preoccupa è che in ogni caso ogni decisione viene lasciata proprio ad ArcelorMittal. Il Governo non riesce a fare altro che ribadire ancora una volta che questa situazione è frutto della cattiva gestione della vertenza ad opera dei precedenti Governi. Noi riteniamo che questo non può continuare ad essere l’alibi per non fare nulla, e per non lavorare in maniera incisiva ad una soluzione». Così Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’esecutivo confederale Usb dopo il vertice a Palazzo Chigi sull'ex Ilva. "Un’ora e mezza di confronto - aggiungono - non è servita a nulla, se non a rimandare a una nuova data, l’8 gennaio, quando si terrà la nuova assemblea dei soci e quando, a dire del Governo, bisognerà prendere una decisione definitiva».
Sono state tre, secondo quanto riferiscono i due sindacalisti, «le opzioni prospettate: la prima è che il socio privato decida di investire, la seconda, exit strategy è che si concluda un accordo per accompagnare ArcelorMittal fuori e per sostituirlo con un altro socio provato, la terza è, in caso di mancato accordo, l’amministrazione straordinaria». 
Rizzo e Colautti si dicono «estremamente preoccupati perché alcune aziende non hanno ancora pagato le tredicesime, perchè ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e ordini degli appalti scaduti e non ancora rinnovati. Quindi rischiamo che l'8 la trattativa venga affrontata con un carico non indifferente sulle spalle del Governo. Governo che non ha assolutamente preso in considerazione la possibilità di una quarta ipotesi, quella suggerita da noi, e quindi di rescindere il contratto immediatamente e di allontanare subito, senza se e senza ma, ArcelorMittal».

giovedì 28 dicembre 2023

Oggi ancora niente... ma la marcia di padroni e governo continua: o tutto a Mittal o commissariamento

con quali effetti sui lavoratori Acciaierie e appalto - questo nessuno lo dice e i lavoratori appaiono come pecore in mezzo ai lupi - Inutile dire che noi siamo per un'altra strada

 info da Corriere di Taranto 

Nella prima decade di gennaio si terrà un incontro tra i vertici degli azionisti dell’ex Ilva – Governo, Invitalia, ArcelorMittal – che dovrà trovare una quadra, in vista di una riconvocazione del Cda (per l’approvazione di una delibera che metta d’accordo i soci) e di una nuova assemblea dei soci (che poi quella delibera dovrà approvare). ArcelorMittal ha mostrato la sua disponibilità a partecipare all’aumento di capitale pari a 320 milioni di euro, pro quota parte. Ovvero versando il 62% della somma in questione, pari alla paercentuale delle quote del capitale sociale della società in suo possesso, corrispondenti a 198,4 milioni di euro. La restante parte, ovvero 121,6 milioni di euro spetterà al socio pubblico Invitalia, che possiede il 32% delle quote. Probabilmente le modalità per l’emissione di tale aumento saranno quelle indicate nella proposta di delibera portata in CdA lo scorso 19 dicembre. Sciolto il nodo dell’aumento di capitale che consentirebbe all’azienda di avere quell’immediata liquidità (andrebbe notato che sommati ai 680 milioni del gennaio scorso fanno esattamente il miliardo di euro stanziato dal governo Draghi con il dl Aiuti Bis) per gestire con meno affanno la questione legata al rifornimento del gas e il pagamento dei vari fornitori (leggi aziende dell’indotto e dell’appalto oltre all’acquisto diretto delle materie prime), resta da affrontare il nodo scorsoio di tutta questa vicenda come scriviamo oramai da anni, quello più importante per la continuità produttiva dell’azienda: l’acquisto dei rami d’azienda dalla società ex Ilva in Amministrazione Straordinaria.

La posizione di ArcelorMittal su questo aspetto è fin troppo chiara (come recitava il secondo punto della proposta di delibera dello scorso 19 dicembre): chiedere al CdA di dare il via libera alla trattativa per acquistare gli impianti (il cui prezzo andrebbe valutato da una perizia come previsto dal comma e dell’art. 9 del decreto Salva Infrazioni dello scorso agosto), anche tramite l’aiuto di un prestito bancario a cui eventualmente sommare un intervento finanziario da parte degli stessi soci. Al prezzo finale degli impianti, andrebbero sottratte le somme riguardante debiti e contenziosi in essere al momento tra le parti in causa (tra cui anche Ilva in AS che è ancora la proprietaria degli impianti). Che si potrà raggiungere attraverso un mutuo bancario (ipotecando gli impianti acquistati) ed un nuovo aumento di capitale dei soci sempre pro quota parte. Questo perché, (e come hanno sempre evidenziato gli stessi Bernabè e Morselli), fino a quando gli impianti resteranno sotto sequestro, l’azienda non avrà la possibilità di finanziare il circolante e soprattutto dovrà inevitabilmente fermarsi (qualora non intervengano nuovi accordi tra le parti) visto che il 31 maggio 2024 scadrà il contratto di affitto degli stessi. Se entro quella data Acciaierie d’Italia non comprerà gli impianti, questi rientreranno nella disponibilità dei commissari. Il che aprirebbe le porte ad un nuovo commissariamento dell’azienda come nel 2013, eventualità che si proverà ad evitare ad ogni costo. Così come una nuova, drammatica amministrazione straordinaria della stessa (decisa in conseguenza del commissariamento alla fine del 2014 e diventata effettiva nel 2015). Entrambe ipotesi come scriviamo da tempo molto lontane dalla realtà, visto che i patti parasociali in essere attualmente tra i due soci vincolano quest’ultimi ad impregni precisi. E perché far naufragare l’azienda in una prospettiva del genere, non solo aprirebbe un contenzioso legale con ArcelorMittal, ma soprattutto farebbe sprofondare i lavoratori e il tessuto economico della città di Taranto in una crisi economica e sociale, oltre che ambientale e sanitaria, peggiore di quella degli anni passati. 

Intanto, domani alle 16 i segretari generali di Fiom, Fim, Uilm e Ugl sono stati convocati a Palazzo Chigi sulla vertenza, per un nuovo confronto in agenda dopo l’ennesimo rinvio dello scorso 20 dicembre, quando il Governo aveva confermato l’intenzione di continuare a fare la propria parte ed assicurò che sarebbe stata garantita la continuità aziendale. Il clima dell’incontro però, non sarà dei migliori visto l’ennesimo rinvio odierno del CdA. Come testimoniano le dichiarazioni rilasciate dai segretari generali delle organizzazioni sindacali.

“E’ inaccettabile che il Cda e l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia si riuniscano da mesi senza prendere decisioni per la salvaguardia dell’occupazione, dell’ambiente e della produzione di acciaio in Italia – afferma Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil -. E’ un comportamento irresponsabile, in un Paese normale dovrebbero dimettersi e il Governo dovrebbe prendere in mano l’azienda. Il Governo nazionale non può essere ostaggio di una multinazionale. Il Consiglio dei Ministri, riunito in queste ore, decida per la salita nel capitale pubblico. Gli stabilimenti ex Ilva sono in una situazione che peggiora di giorno in giorno a causa dell’incuria e dell’assenza di manutenzioni e perdere altro tempo significa mettere a rischio la salute e l’occupazione dei lavoratori, l’ambiente, la continuità aziendale e la tenuta gli impianti. È necessario che il Governo faccia l’interesse di tutto il Paese, non può continuare con questo atteggiamento di retroguardia, ci sono di mezzo le vite di migliaia di persone e il futuro dell’industria siderurgica italiana. La decisone della Presidenza del Consiglio di ridurre la delegazione delle organizzazioni sindacali, convocate per domani, è la manifestazione della paura del Governo di affrontare gli unici che hanno fatto proposte concrete per impedire il fallimento. Comincia a farsi largo il sospetto di una mancanza di trasparenza sugli accordi tra pubblico e privato e sullo stato reale dell’azienda. Senza risposte, valuteremo con gli altri sindacati tutti gli strumenti sindacali e legali per tutelare gli interessi dei lavoratori e del Paese” conclude il rappresentante della Fiom.

“Apprendiamo in queste ore dalle agenzie stampa che nell’ennesimo C.d.A. di Acciaierie D’Italia di quest’oggi non è stata trovata nessuna soluzione per rilanciare l’attività aziendale e si è concluso con un nulla di fatto. Pensiamo che questa situazione di stallo, continui ad essere fortemente pericolosa per il futuro dell’azienda, dell’occupazione e della produzione del più grande polo siderurgico europeo”. Così parlano il segretario generale FIM CISL Roberto Benaglia e il segretario nazionale FIM CISL Valerio D’Alò. “Ci chiediamo anche, come mai, il confronto con i vertici del Governo e i Mittal a livello mondiale non sia stato tenuto in questi mesi ma sia stato programmato per le prossime giornate di gennaio. Pensiamo che sia il momento delle scelte e non dei rinvii, perché non c’è più tempo. L’incontro di domani del sindacato, con il Governo, sia quindi non una perdita di tempo ma concreto nel programmare scelte che permettano al di là del confronto con i Mittal, di salvare l’azienda e di evitare un “bagno di sangue” industriale e occupazionale. Non ci siano quindi rinvii, ma si mettano in campo quelle soluzioni che permettano di programmare il ruolo di questo Paese nel futuro dell’ex Ilva. In questa partita il Governo è infatti doppiamente responsabile, sia perché l’ex-Ilva come molti industriali dichiarano, è un grande patrimonio industriale dell’ Italia da tutelare, ma soprattutto perché lo Stato tramite Invitalia è nel capitale dell’azienda. Per questo chiediamo che ci sia un programma chiaro che eviti perdite di tempo, ulteriori trattative e trovi invece soluzioni importanti di garanzia come l’entrata in maggioranza dello Stato nel capitale dell’azienda, soluzione che da tempo abbiamo indicato e con noi anche molti industriali stanno indicando come possibile parte della soluzione. È il tempo delle scelte non dei rinvii e con questo approccio domani ci presenteremo al confronto con il Governo”.

“L’esito del Cda di Acciaierie d’Italia che non prende nessuna decisione sul capitale e sull’acquisizione degli impianti è l’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come la trattativa dell’ex Ilva sia completamente in mano ad ArcelorMittal. Il Cda non assume decisioni perché il Governo non assume decisioni e la multinazionale continua a tenerci inchiodati a questa situazione drammatica che va avanti dall’estate e che non può portare a nulla di buono”. E’ quanto ha affermato il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. “Anzi – continua – ogni giorno che passa va sempre peggio visto che si avvicinano delle scadenze, come quella del 10 gennaio per la fornitura del gas, e il pagamento delle ditte dell’appalto. Per questo anche l’incontro di domani ci preoccupa, quale altra scusa si inventeranno i Ministri? Hanno deciso di farci partecipare in pochi perché hanno paura della nostra reazione nel caso in cui loro non ci dessero le risposte che aspettiamo? E quale prova stanno ancora aspettando da ArcelorMittal per assumere una decisione chiara e senza tentennamenti? Di cosa discuteranno oggi nel Consiglio dei Ministri?”. “A settembre – aggiunge Palombella – il Ministro Fitto firmava un atto di fiducia con il socio privato, mentre l’azienda raggiungeva il suo minimo storico di produzione e l’Ad di ADI diceva che andava tutto bene. Questo è il grande paradosso che stanno vivendo da anni 20mila lavoratori e intere comunità. Un paradosso che il nostro Governo con il Ministro Fitto non sembra avere intenzione di risolvere. Come pensano di arrivare a gennaio? Come faranno i lavoratori a sopportare ancora questa situazione ormai insostenibile? Stanno compromettendendo il futuro della siderurgia in Italia. Siamo rimasti soli – conclude – a difendere l’ambiente, l’occupazione e la produzione dell’acciaio nel nostro Paese”. 

“L’ennesimo CdA a vuoto è la dimostrazione, come se ce ne fosse bisogno, che a dettare le condizioni non è il nostro Governo, ma Arcelor-Mittal. Da tempo, stiamo stigmatizzando la scelta di voler continuare a correre verso il baratro, stretti nell’abbraccio mortale con la multinazionale indiana. A gennaio, incombe la scadenza del pagamento della fornitura del gas, ma ci sono anche le ditte in appalto che attendono risposte, ed il nostro Governo che fa? Continua a non decidere – Sasha Colautti e Francesco Rizzo Esecutivo Confederale Usb -. Per quel che concerne domani, ci aspettiamo un altro incontro vuoto. Continueremo a leggere sul volto dei Ministri e di chi gestisce le sorti industriali di questo paese, la consueta rassegnazione. Come USB, ribadiremo la nostra posizione, che non può prescindere dalla immediata cacciata di Arcelormittal. Questo Paese deve riappropriarsi del suo futuro, a partire dalle scelte strategiche su lavoro, ambiente, salute e sicurezza”.

Buon anno nuovo! Facciamolo diventare "buono" con la lotta dei lavoratori

 

Il Calendario - che manderemmo gratis in Pdf - si può richiedere scrivendo a slaicobasta@gmail.com

GKN vittoria in Tribunale: scongiurati i licenziamenti - Messaggio dello Slai cobas Taranto

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto e i lavoratori di Tessitura Albini Mottola - Castiglia/ appalto Acciaieria porto apprendono con grande interesse e partecipazione la notizia della vittoria legale dei lavoratori Gkn - quando una lotta come la vostra ottiene risultati ci incoraggia rispetto alla situazione che stiamo vivendo qui a Taranto di licenziamento e proroghe di contratti precari, che stiamo subendo da padroni che scaricano la crisi e le delocalizzazioni su di noi - Stiamo resistendo

Slai cobas Taranto



IL COMUNICATO DELLA GKN

Non è finita finché non è finita. Annullata la procedura di licenziamento. Commenti più strutturati nelle prossime ore. Andiamoci a prendere la vita, la reindustrializzazione, il lavoro, la dignità. Il 31 dicembre non solo è confermato. È confermatissimo. Il 31 dicembre tutte e tutti qua. Perchè sia un anno nuovo e non solo il nuovo anno. Abbiamo tante braccia da stringere e tanta lotta da rilanciare. #insorgiamo
 

Dal comunicato della Fiom: ...Il giudice ha confermato “la correttezza delle posizioni della Fiom-Cgil e il comportamento antisindacale tenuto dalla controparte dall’inizio dell’intera vertenza. Infatti, è la riconferma di quanto già accaduto con l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori contro Gkn che ha visto il reintegro determinato per rimediare a un ingiusto licenziamento collettivo”.

Ancora la sentenza, “oltre alla fondatezza del ricorso da noi presentato, riconosce anche l’impegno a tutela dello stabilimento che la comunità fiorentina e non solo ha dimostrato stringendosi attorno alla vertenza. Questo è l’ennesimo atto concreto a tutela di tutti i lavoratori che da quasi 3 anni sono in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro: scioperi, manifestazioni, di una vertenza diventata simbolo che va oltre i cancelli dello stabilimento”.

Arriva anche il commento della Rsu della ex Gkn: “Aspettiamo di leggere la sentenza. Intanto possiamo solo dire che la lotta va avanti: progetti di reindustrializzazione, azionariato popolare e il 31 dicembre tutte e tutti davanti ai cancelli per continuare a difendere il futuro di una fabbrica che sempre più persone, realtà sociali e movimenti vogliono pubblica e socialmente integrata”. Questo il primo commento del Collettivo di Fabbrica dopo la sentenza del Giudice del Tribunale del Lavoro di Firenze che ha annullato la procedura di licenziamento collettivo dei dipendenti, efficace dal 1 gennaio...

mercoledì 27 dicembre 2023

Il 28 - cda Acciaieria e convocazione del governo dei sindacati a Roma - Quali decisioni? - info

«Acciaierie d'Italia comunica che è stato convocato un consiglio di amministrazione per il prossimo 28 dicembre, con l'obiettivo di formulare un nuovo testo di delibera da proporre all'assemblea degli Azionisti a sostegno del fabbisogno finanziario alla società».

Sul tavolo ci sarebbe, stando a fonti consultate da MF-Newswires, la proposta che vede Acciaierie d'Italia acquisire i rami di azienda (gli impianti) di Ilva Spa in Amministrazione straordinaria. Impianti che, dal 2015, ha solo in gestione, essendo tecnicamente sotto sequestro da parte della magistratura. Il Dl Ilva («impianti di interesse strategico nazionale» di febbraio 2023) concede infatti la cessione degli impianti anche se sotto sequestro.

In questo modo, con l’acquisizione degli asset, la ricapitalizzazione di Acciaierie d'Italia non sarebbe più un problema e il finanziamento non graverebbe più solo ed esclusivamente sugli azionisti dal momento che potrebbe essere garantita dagli istituti di credito.

domenica 24 dicembre 2023

Purtroppo, non c'è niente da festeggiare all'ex Ilva

Operai,

quest'anno cosa dovremmo festeggiare? Padroni e governo tengono sospeso ad un filo il nostro lavoro, tutta la nostra vita e quella dei nostri familiari, senza alcun ritegno; a dimostrazione che governo, i suoi ministri (che si scannano tra loro), padroni e padroncini possono anche essere divisi tra di loro ma sono uniti in una stessa classe nera, capitalista, contro gli operai, e gli unici veri interessi che vogliono difendere sono i loro. E' uno scontro di classe, che richiederebbe una "guerra di classe" di parte operaia, insieme alle masse popolari di Taranto che continuano a subire attacco alla salute. ai giovi, studenti che non hanno luce nel loro futuro.

Per questo, l'unico augurio che vogliamo darvi è che il nuovo anno finalmente sia di lotta, ma una vera lotta prolungata per difendere i nostri e solo i nostri interessi, contro qualsiasi "padrone" sia ancora Mittal, sia il governo, sia nuovi padroni. 

Noi non abbiamo alcuna fiducia, aspettativa nelle "soluzioni" del governo. L'unica nostra fiducia scientifica è nella forza operaia quando lotta per sè, sui suoi obiettivi. Noi perseguiremo sempre e solo questo.

Ecco gli Auguri che mandiamo a voi e alle vostre famiglie è per questo.

SLAI COBAS Acciaierie/Appalto/Ilva AS

WA 3519575628 - slaicobastagmail.com - blog  https://tarantocontro.blogspot.com/

sabato 23 dicembre 2023

Film "Palazzina Laf" . Un commento di Marisa Lieti Psichiatra che seguì la vicenda dei lavoratori della Palazzina Laf

Solo una precisione. Quando la Lieti riporta le parole di Leogrande che diceva che solo lui si era occupato in città della vicenda, anche Lieti pecca di imprecisione. Lo Slai cobas sostenne i lavoratori, soprattutto nella fase della protesta che fecero e diede loro voce a livello nazionale, oltre che locale. Non solo lo Slai cobas, e qui sì, solo lo Slai cobas, fu presente a tutte le drammatiche e importantissime udienze del processo contro Riva per la Palazzina Laf, mentre gli altri sindacati, i loro segretari o erano spariti o peggio parlavano come "testimoni a difesa" di Riva; successivamente quando Riva, dopo la sentenza, mise quei lavoratori in cassintegrazione lo Slai cobas organizzò con loro scioperi, presidi, blocco della portineria C. E oggi alcuni di quei lavoratori sono tra le parti civili organizzate dallo Slai cobas nel processo "Ambiente svenduto". 

Stiamo organizzando con questi lavoratori una lunga intervista e materiali del processo per restituire tutto quello che è stata la "Palazzina Laf"


Acciaierie d'Italia - Tempesta perfetta 2 scaricata sui lavoratori



Verso lo scontro frontale Invitalia/ArcelorMittal. Nessuna speranza di soluzione a breve.

Acciaierie chiede i danni alle ditte Aigi per lo sciopero del 20 - nuovo contenzioso e nuovo rischio serrata aziendale. I sindacati senza soluzioni accettabili.

Tempesta perfetta scaricata sui lavoratori - Ora possibile solo il blocco generale.

Ma operai alla mercé in piene feste - Istituzioni locali, Regione e Comune in crisi per una lotta tra bande affaristiche - Ambientalisti collocati sul versante antioperaio tifano "chiusura",

Noi saremo il 28/29 alle portinerie - il 7 a livello nazionale decideremo convegno operaio e manifestazione ‘a sorpresa’, ma a fine gennaio - non sappiamo in che situazione sarà la fabbrica in quella data

Palestina - A Taranto dobbiamo fare tanto di più

All'appalto Acciaierie - raccolta firme

Palestina - Abbiamo fatto 4 presidi al centro, raccolte circa 100 adesioni - abbiamo fatto due presidi e due comizi alla fabbrica - messo striscioni e cartelli dentro e fuori - abbiamo sostenuto e presentato a Taranto una denuncia alla Corte di giustizia europea - abbiamo rappresentato Taranto alle manifestazioni nazionali di Roma donne del 25 novembre e di Milano il 9 dicembre...

Vogliamo fare molto di più, ma abbiamo bisogno del sostegno, condivisione di tutti coloro che anche a Taranto sono dalla parte della Palestina-

Per farlo - continuiamo riempendo i muri della città anche in questi giorni e facendo circolare informazione e controinformazione telematica - e riprenderemo assemblee e iniziative di piazza appena possibile - con la data di riferimento del 9 gennaio

#iostocon la palestina -info 3519575628

venerdì 22 dicembre 2023

Acciaierie - NO sulla pelle dei lavoratori

Basta giochi sulla pelle dei lavoratori di Governo Meloni/ministri del governo Meloni/manager di Stato Invitalia /Morselli/Mittal e padroni e padroncini dell’appalto

Basta con direzioni sindacali che non tutelano o non riescono a tutelare salari/lavoro/condizioni di lavoro/sicurezza e salute o strillano ‘solo lo Stato’ dimenticando che questo è lo Stato dei padroni e dei governi dei padroni tipo Meloni e che le industrie di Stato. lì dove ci sono, non tutelano salari, lavoro, condizioni di lavoro, diritti dei lavoratori e non si vede perché dovrebbe tutelarli all’ex Ilva …

Da qui nasce ill discorso serio: Nessuna fiducia in governo e padroni; da qui nasce l’indispensabile necessità dell’unità della classe operaia e dell’autonomia della classe operaia che si esprime in una piattaforma operaia - in una nuova organizzazione della classe operaia - in una lotta autonoma prolungata e per tappe per rovesciare la situazione attuale e i suoi responsabili.

Comunque vada a finire questa emergenza questa è la sola strada

La Cgil sta diventando come Mancarelli e Melucci?

Il messaggio che segue della FP CGIL è stato mandato ad alcuni lavoratori ex Pasquinelli, suoi iscritti il 19 dicembre.

E' falso quanto scrive che "dalla settimana prossima inizierete a lavorare con Kratos allo spazzamento". Noi abbiamo sentito il 22 dicembre la presidente della Kratos che ha smentito categoricamente di aver avuto qualsiasi comunicazione di lavoro da Amiu o Comune - anzi, la Kratos sta ancora aspettando i pagamenti per i 3 mesi dell'estate scorso.

Così come non è affatto confermato che il lavoro sull'impianto di selezione inizierebbe a fine gennaio. Sentito un altro dirigente dell'Amiu che si occupa dell'impianto, questi lo ha smentito, parlando addirittura di maggio 2024...

La FP CGIL sta diventando buguarda come il presidente di Kima ambiente e il sindaco di Taranto?

A che pro? Per illudere i lavoratori e farli stare calmi?

🟥INFO FP CGIL
Oggi il presidente amiu ha comunicato la avvenuta assegnazione di pasquinelli a Daniele Ambiente. Siccome, ha chiesto 40 giorni per le fideiussioni bancarie, dalla settimana prossima inizierete a lavorare con Kratos allo spazzamento. Subito dopo le feste faremo il passaggio a Daniele Ambiente per iniziare a fine gennaio

giovedì 21 dicembre 2023

Tessitura Albini - la mobilitazione continua


comunicato stampa.                              

I lavoratori e rappresentanze sindacali di Tessitura Albini mantengono il presidio dello stabilimento dopo il fallimento della trattativa in Regione con Albini e Ekasa. 

Così come respingono le pressioni di Confindustria che vuole solo che lo stabilimento venga liberato disinteressandosi della garanzia di lavoro e reddito dei lavoratori e anche della effettiva difesa della reindustrializzazione del sito, non certo garantita da Ekasa.

Nella giornata odierna lo Slai cobas chiede un nuovo incontro in Regione per pianificare la continuità dell’impegno della task force regionale nella ricerca di un nuovo interlocutore industriale nel predisporre corsi di riqualificazione e integrazione al reddito di tutti i lavoratori.

Appello a tutti sindacati presenti in azienda a impugnare il licenziamento di tutti i lavoratori unitariamente - noi da parte nostra predisponiamo da oggi l’impugnativa, che è aperta a tutti i lavoratori indipendentemente dalla tessera sindacale, presso l’avvocato Mario Soggia. 

Rsa Slai cobas Tessitura Albini Mottola 

Slai cobas provinciale 

21 dicembre 2023

Massimo sostegno alla lotta appalto Acciaierie e piattaforme operaia

 

Massimo sostegno alla lotta appalto Acciaierie per il pagamento integrale di stipendi e tredicesima; 

difesa a oltranza per tutti gli operai dell’appalto Acciaieria e porto della continuità lavorativa e in questo quadro contratti a tempo indeterminato per tutti;

contratto unico metalmeccanico con clausola sociale per tutto l’appalto;                                           

lotta generale unitaria contro padroni e governo contro ogni chiusura e ridimensionamento dello stabilimento. 

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 

Acciaierie/appalto/operai cigs Ilva as.                                        

wattsapp 3519575628.                      

21 dicembre 23

mercoledì 20 dicembre 2023

Operai dell'appalto Acciaierie d'Italia in lotta oggi - infosolidale - intanto a Roma...

Una parte delle aziende dell'appalto annunciano di non voler pagare le tredicesime mentre permane la massima incertezza su lavoro, salario, e salute

....Giornata di lotta a Taranto, nella data in cui a Palazzo Chigi si discute del futuro dell’EX Ilva. I lavoratori hanno scioperato con USB dalle prime luci dell’alba, bloccando i cancelli della fabbrica. I lavoratori in appalto, poi, hanno occupato la Concattedrale della Gran Madre di Dio.

Chiediamo il pagamento puntuale dei nostri stipendi e delle nostre tredicesime e invitiamo le istituzioni, tutte a lavorare per il superamento di questa situazione insostenibile e arbitraria.

....La tredicesima non può essere oggetto di ricatto! L'assurda pretesa di poter non pagare in tempo utile le tredicesime prima delle festività natalizie da parte di alcune aziende d'appalto è un chiaro tentativo di sfruttare come arma di ricatto i Lavoratori dell'appalto Acciaierie d'Ita1ia.

Il mancato pagamento delle tredicesime, con la pretesa che i lavoratori continuino a lavorare è inaccettabile

da blog usb

Roma Ex Ilva, dopo il tavolo a Palazzo Chigi: «Sarà garantita la continuità aziendale»

I segretari generali di Fim, Fiom e Uilmi si erano rifiutati di uscire dopo l’incontro con il governo: un'ora di protesta. Nuovo incontro fra governo e sindacati entro la fine dell’anno.

La nota di Palazzo Chigi: «Si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto. Il Governo ha confermato l'intenzione di continuare a fare la propria parte e ha assicurato che sarà garantita la continuità aziendale. Ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali per un nuovo incontro da tenersi entro la fine dell’anno». Secondo quanto si apprende, un nuovo round è previsto dopo consiglio dei ministri del 28 dicembre. il nuovo incontro si terrà tra il pomeriggio del 28 e la mattina del 29 dicembre.

"Palazzina LAF" - Un film utile ed efficace, da vedere - ma da completare...


Il Film che sta girando in questi giorni nelle sale di tutta Italia diretto e interpretato da Michele Riondino riporta finalmente alla luce la vicenda drammatica della "Palazzina LAF" all'Ilva di Taranto - da essa e per essa per la prima volta in Italia viene formulato il reato di mobbing.
 
I lavoratori confinati nella Palazzina Laf in realtà fecero una forte ed esemplare protesta, sostenuta solo dallo Slai cobas sc; così come trasformarono il Tribunale nel lungo processo a Riva che seguì (conclusosi peraltro con una condanna) in una "arena" di dure, implacabili testimonianze/denunce di tutto quello che aveva significato la Palazzina Laf per loro e le loro famiglie, e di cosa era il "sistema di padron Riva". Questi due aspetti importanti purtroppo nel film non si vedono.

Con alcuni dei lavoratori confinati nella Palazzina Laf - attualmente parti civili con lo Slai cobas nel processo Ilva "Ambiente svenduto" - ricostruiremo punto per punto tutta la realtà della Palazzina Laf e pubblicheremo alcuni atti del processo. 

Riportiamo uno stralcio di un testo fatto da noi all'epoca: "la pratica" dei lavoratori e "la teoria" di Padron Riva

lunedì 18 dicembre 2023

Nell'assemblea di Bari nello spazio transfemminista 'Zamp3 mostruos3' - Interventi

L'intervento della Avvocata Antonietta Ricci di Massafra (TA) sul decreto Caivano, gli altri decreti del governo Meloni - tutti interni ad una logica repressiva/securitaria


L'intervento della compagna del Mfpr di Taranto su quale cambiamento, quale lotta serve per rovesciare terra e cielo, perchè tutta la vita delle donne deve cambiare

domenica 17 dicembre 2023

Genova Acciaierie - "Lavorare solo se ci sono le condizioni di sicurezza" - Questo deve valere anche a Taranto, ma qui le Rsu/Rls danno questa indicazione?

Caduta di un rotolo d’acciaio all’ex Ilva, l’Rsu: “La fabbrica cade a pezzi, lavorare solo se ci sono le condizioni”

L'rsu: "Questo accade mentre l'azienda ci propone un assurdo premio, qualora non ci fossero più infortuni, come se il verificarsi o meno di questi ultimi dipenda dalla nostra volontà"


Genova
. Ancora un’altra caduta di un rotolo, se pure in una zona interdetta, si è verificata nelle ultime ore. E’ l’ennesimo problema di questo tipo nello stabilimento di Cornigliano. “Sta diventando ormai la consuetudine” denunciano dall’Rsu/Rls di Acciaierie d’Italia Genova.

L’incidente è avvenuto carretto automatico che evacua i rotoli dall’uscita zincatura 5. Ha ceduto l’impianto oleodinamico, spaccandosi un raccordo, spiegano i sindacati, “ed è la terza volta che accade in meno di 10 giorni allo stesso carretto, con sversamenti di olio idraulico, alle volte con grandi getti a fontana”.

“Altre segnalazioni ci arrivano da tutti i reparti a dimostrare la precarietà delle condizioni impiantistiche in cui ci troviamo a lavorare – precisano dalla Fiom – questo accade mentre l’azienda ci propone un assurdo premio, qualora non ci fossero più infortuni. Come se il verificarsi o meno di questi ultimi dipenda dalla nostra volontà. In realtà l’indice degli infortuni sulle ore lavorate è in continua crescita”.

“Stanno provando a contenerlo anche con sistemi repressivi, minacciando provvedimenti disciplinari per i colleghi che si fanno male mentre lavoravano. Il caso più clamoroso è quello del collega ferito agli occhi mentre lavorava vicino ad organi in movimento di un impianto, per sopperire alla mancanza di pezzi di ricambio. Questa attività veniva svolta dai colleghi da diversi mesi, mentre tutti ne erano al corrente, consapevoli del fatto che quello fosse l’unico modo di mandare avanti la produzione in assenza dei ricambi necessari. Ugualmente, nel cinismo più assoluto, il collega è stato minacciato di rapporto disciplinare per non aver indossato i dispositivi corretti di sicurezza. La cosa assurda è che tutti sanno che per quella attività, svolta a ridosso di organi in movimento, non potevano esistere adeguati dispositivi di sicurezza individuale. Semplicemente non poteva e doveva essere svolta in quelle condizioni! Vergonatevi!”, si legge nella nota sindacale.

E ancora: “Tutti questi assurdi rimedi proposti dall’azienda non arrivano al nocciolo del problema. E cioè la carenza di pezzi di ricambio che è endemica in stabilimento, dato che ormai nessun fornitore è disposto a far credito a questa azienda. Nessuna prospettiva definita e definitiva. Sviluppo o fallimento? Per quanto tempo ci lasceranno in questa condizione? È possibile che nessuno decida, mentre si continuano a correre rischi per la nostra salute?”

L’Rsu invita tutti i colleghi a non lavorare se non nelle condizioni ottimali di sicurezza che sono indicate nelle pratiche operative e nelle rispettive valutazioni del rischio. “Nel dubbio, esortiamo i lavoratori a contattare i delegati sindacali e/o i rappresentanti per la sicurezza (RLS). Rischiare la propria salute e la propria integrità fisica non ha senso. Non ne ha mai avuto. E sicuramente non servirà a superare questo lunghissimo periodo di incertezza che, il governo e il socio privato, non sanno o non vogliono risolvere”.

La mobilitazione delle donne del 25 novembre continua - Tante manifestazioni e un'assemblea interessante a Bari

Si sono svolte sabato in molte città manifestazioni, presidi, iniziative, in generale indette dai nodi di Nudm, per dare continuità alla grande manifestazione delle donne del 25 novembre, per affermare che il movimento delle donne non si può e non si deve fermare, perchè l'attacco è di tutti i giorni e la lotta deve essere di tutti i giorni - Vedi a Torino: https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2023/12/torino-nudm-sabato-in-piazza-101001000.html
Il MFPR dove sta partecipa, portando le sue parole d'ordine, i suoi contenuti e materiali - vedi a Milano: 

Occorre ora approfondimento e chiarezza nei contenuti, nella denuncia di tutti gli aspetti dell'attacco pratico, politico, ideologico di governo, Stato, polizia, padroni contro la maggioranza delle donne, così come nel fine della nostra lotta; chiarezza dei nemici qui ed ora delle donne, dei proletari, dell'umanità, per essere realmente "pericolose".
In questo senso interessante è stata la partecipata assemblea a Bari, indetta dallo spazio transfemminista "Zamp3 mostruos3", di venerdì 15 dicembre.
Ad essa era stata invitata l'Avvocata di Taranto, Antonietta Ricci, attiva a Taranto con l'Mfpr sul movimento delle donne e Palestina, e ha partecipato una rappresentanza del Mfpr di Taranto. 
L'Avvocata Antonietta ha molto approfondito i decreti fatti dal governo Meloni, in particolare il decreto Caivano - su cui proprio le compagne di Bari avevano chiesto un'analisi - ma anche tutti gli altri che pur presentati, alcuni di essi, come risposta alla violenza contro le donne, in realtà si muovono tutti in una logica altamente securitaria, repressiva che invece di contrastare (e come potrebbero?) non fanno che dare alimento ad una ideologia fascista, ad una pratica e cultura da moderno medioevo contro le donne, brodo di coltura ideale per femminicidi e stupri, per legittimare la tragica "normalità" di uomini che odiano le donne.
Vi sono stati poi tantissimi interventi, domande, su varie tematiche, con risposte dell'avvocata.
Quindi vi è stato l'intervento della compagna del Mfpr di Taranto, che partendo dal fatto che vari interventi ponevano la questione del "cambiamento" di questa o quella situazione, ha detto che "nessun cambiamento oggi è possibile", a maggior ragione in questa fase con un governo, uno Stato che attacca su tutto e ogni giorno; ponendo con forza la questione del cambiamento rivoluzionario, del rovesciamento dell'intero sistema capitalista; che dobbiamo essere "pericolose"; che ciò che oggi deve essere posto al centro è la lotta, perchè solo la lotta trasforma le coscienze e non l'"educazione" (che ora viene cavalcata dal governo); che la denuncia del patriarcato non deve coprire il fatto che oggi siamo di fronte ad un modernissimo nero sistema politico/ideologico. 
Questo intervento, come ha detto una compagna organizzatrice dell'assemblea, è stato una "scossa" che ci voleva; in tante hanno ringraziato la compagna del Mfpr, alcune hanno detto che si sono emozionate, che effettivamente bisogna lottare in maniera "più dura"; e l'assemblea si è chiusa con un clima più determinato e attivo, anche con proposte per essere presenti dappertutto, per es. ai processi contro femminicidi e stupri. 

sabato 16 dicembre 2023

Gli operai di Acciaierie d'Italia e appalto non sono "tifoserie"...

che devono parteggiare o per il padrone pubblico o per il padrone privato o per un'altra cordata.

Ognuna di queste ipotesi in campo per i lavoratori, per le masse popolari di Taranto non è una vera soluzione.

Padrone pubblico o padroni privati - l'hanno dichiarato loro stessi - tutti vogliono portare ad un dimezzamento dei posti di lavoro, a tempi lunghi per la decarbonizzazione, a tagliare i costi del lavoro e della sicurezza/ambiente.

Le loro "soluzioni" vogliono difendere gli interessi del capitale (privato o pubblico che sia) e attaccare gli interessi operai.

In campo deve stare la "piattaforma operaia", ma questa non ha posto ai Tavoli. E' decisamente un'altra strada da percorrere. 

MARTEDI' 19 DICEMBRE ORE 17,30 c/o via Livio Andronico, 47

L'ANALISI E LE INDICAZIONI DELLO SLAI COBAS

venerdì 15 dicembre 2023

La corte di giustizia sull'ILVA / L'incontro a Roma del 20 dicembre / La grave crisi dell'Indotto - Ne parliamo il 19 dicembre

 in occasione incontro parti civili processo ambiente svenduto

A tutte le parti civili del processo "Ambiente svenduto"

il 19 dicembre alle ore 17,30 nella sede Slai cobas via Livio Andronico, 47

ASSEMBLEA

Aggiornamento della situazione del processo

stato della nostra azione legale per la provisionale

Sarà presente l'Avv. Soggia Mario

SLAI COBAS - TARANTO 

info whattsapp 351 9575628

giovedì 14 dicembre 2023

Tessitura di Mottola Albini - Lavoratori solo licenziati - Ma non deve finire qui

Comunicato inviato ai lavoratori e per conoscenza a Prefettura e Regione 

A fronte al fallimento della trattativa con Albini ed èKasa e del tavolo regionale - di cui riportiamo di seguito una informativa - i sindacati confederali confermano il presidio e parlano di assemblea dei lavoratori. Lo Slai cobas condivide queste scelte e invita i lavoratori ad essere uniti e compatti. 
Nello stesso tempo invitiamo tutti i lavoratori ad impugnare i licenziamenti nei confronti di Tessitura Albini.
Circa èKasa noi non la vogliamo finché mantiene questa posizione. Di conseguenza, non siamo d’accordo con il Presidente Caroli e la Task force regionale nel continuare questa mediazione - Caroli deve lavorare per un nuovo progetto industriale che non è èKasa; deve integrare il reddito dei lavoratori nelle forme possibili. 
Gli incontri in Regione possono riprendere solo se si riparte da questo, altrimenti sono inutili.
Non accettiamo poi la discriminazione anti Slai cobas che ci tiene fuori dagli incontri e sin dal prossimo ci opporremo con tutti i mezzi necessari a questo. 

RSA Tessitura di Mottola 
Slai cobas Taranto
Slai cobas provinciale 
14 dicembre 2023

INFO DA CORRIERE DI TARANTO
Attualmente nessuna garanzia per la rioccupazione futura dei lavoratori
Gianmario Leone
13 Dicembre 2023
"Non arrivano buone notizie in merito alla delicata vertenza della Tessitura Mottola srl del Gruppo Albini. Nella giornata di ieri si è infatti svolta una nuova riunione della task force regionale per l’occupazione presieduta da Leo Caroli, alla quale però non hanno partecipato né il gruppo lombardo né il gruppo èKasa. La motivazione della mancata partecipazione al tavolo delle due società, si trova all’interno di due distinte lettere inviate alla task force...
Il gruppo Albini ha motivato la sua assenza al tavolo a fronte del presidio permanente in atto da quasi due mesi all’esterno del sito produttivo di Mottola, con l’intento di impedire lo svuotamento della struttura. L’atteggiamento messo in atto da Femca Cisl, Uiltec Uil e Slai Cobas per il sindacato di classe, non è piaciuto alla società che aveva già chiesto nell’ultimo incontro che i tecnici incaricati dalla azienda in liquidazione potessero entrare nello stabilimento, per poter effettuare verifiche sui macchinari e smontarli, anche nella prospettiva di accorciare i tempi per la liberazione dell’immobile, ai fini della sua cessione e della reindustrializzazione. Tra l’altro, il gruppo Albini contesta il fatto che tale presidio e i blocchi ai cancelli siano una violazione dell’accordo sottoscritto il 4 ottobre dello scorso anno (dai sindacati confederali, non dallo Slai cobas - ndr)
Il gruppo èKasa, da par suo, ha fatto presente che sino ad oggi ha partecipato ai tavoli per cortesia istituzionale, ma che non è affatto vincolata alla partecipazione degli stessi. Inoltre, pur confermando la prosecuzione della trattativa privata con il gruppo Albini... ha confermato che assumerà i lavoratori in base al fabbisogno e alle esigenze dell’azienda, facendo ampiamente intendere ancora una volta di non essere interessata, al momento, al raggiungere e sottoscrivere alcun accordo con le organizzazioni sindacali. Del resto, nell’ambito del tavolo della task force regionale del 14 novembre, la èKasa aveva depositato una dichiarazione scritta con la quale chiarì, tra le altre cose, di esercitare l’attività di produzione di serramenti ed infissi e di essere pertanto interessata alla mera acquisizione del compendio immobiliare, libero dai macchinari e da ogni altro vincolo riconducibile alla precedente proprietà.
E che la società voglia avere le mani libere lo si è evinto anche dalle prime linee guida del piano industriale, che prevede investimenti per circa 7/8 milioni di euro, con l’impegno ad “assorbire la forza lavoro, secondo le esigenze organizzative aziendali ed a valle di mirato percorso di formazione e riqualificazione professionale, attingendo anche dal bacino degli ex lavoratori di Tessitura di Mottola, dalla stessa collocati in Naspi a seguito della risoluzione del rapporto di lavoro”. Dall’acquisizione dell’immobile, secondo quanto emerso nei precedenti incontri. servirebbero non meno di 12 mesi per effettuare lavori presso lo stabilimento, che riguarderebbero soprattutto l’installazione dei macchinari, e solo successivamente potrà essere avviato il primo impianto che occuperebbe all’incirca tra i 15 e i 20 lavoratori. Altro non è stato specificato, come ad esempio quando verrebbe messo in funzione il secondo impianto, e senza al momento aver presentato un piano industriale e un piano occupazionale.

La situazione, dunque, non è delle migliori. Con la task force regionale che prova a recitare il ruolo di intermediario tra le parti, lavorando ad un addendum all’accordo del 4 ottobre scorso che però al momento non sembra sortirà gli effetti sperati. Al momento l’unica certezza per i 91 lavoratori coinvolti dalla vertenza, è la data cerchiata in rosso del 23 dicembre, quando scadrà la Cassa Integrazione Guadagnai Straordinaria, a fronte del fatto che il quadro normativo vigente non consente la proroga della stessa (concessa ai sensi dell’art.22-ter, D.Lgs 148/2015), né rende possibile il ricorso ad altri ammortizzatori sociali in deroga... né è possibile usufruire della clausola sociale per la riassunzione obbligata dei lavoratori da parte di èKasa, perché all’atto della sottoscrizione dell’accordo dell’ottobre scorso non vi erano investitori interessati all’acquisizione dell’azienda. Pertanto, come previsto dall’accordo quadro sottoscritto al gruppo Albini e dalle organizzazioni sindacali, scatterà la risoluzione dei rapporti di lavoro solo ed esclusivamente attraverso il criterio della non opposizione, al cui riguardo l’azienda Tessitura di Mottola in liquidazione si è già resa da tempo disponibile ad offrire forme di incentivazione dell’esodo e/o interventi di integrazione al reddito dei lavoratori che saranno posti in NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), l’attuale indennità mensile di disoccupazione per i prossimi due anni..."