sabato 21 giugno 2025

Formazione marxista a Taranto il 30 giugno 4° lezione

30 giugno prof Di Marco alla biblioteca comunale Taranto ore 16 - 4° lezione sul libro 1‘ del capitale di Marx "formazione marxista per operai/studenti/ militanti".    

Il feticcio della merce, il denaro e la moneta.    

 

info 3519575628

venerdì 20 giugno 2025

Iran/Palestina/Guerra - 27 giugno giornata di lotta

Taranto 27 giugno - giornata cittadina di lotta fabbriche/posti di lavoro/quartieri/ istituzione/prefettura/comune/ammiragliato/università/stampa. 

Contro l’aggressione guerrafondaia sionista/imperialista Usa/Israele all’Iran e genocida verso il popolo palestinese contro il governo Meloni proTrump/Netanyahu complice / contro economia di guerra/carovita e sfruttamento - 

ore 19.30 assemblea popolare aperta piazza della vittoria. 

 info adesioni #iostoconlapalestina e slaicobasta@gmail.com

Il mito della bomba iraniana e il pericolo delle bugie israeliane - Un contributo inviatoci dal Alessandro Marescotti

 

Secondo le valutazioni dell’intelligence americana — condivise da esperti indipendenti — l’Iran dopo il 2003 non ha mai preso la decisione definitiva di costruire un’arma nucleare. L’attacco israeliano non ha distrutto le strutture nucleari sotterranee più protette ma punta a un cambio di regime.

di Alessandro Marescotti

Israele ha condotto e sta ancora conducendo attacchi contro obiettivi legati al programma nucleare iraniano. Lo ha giustificato come una misura preventiva contro una presunta minaccia atomica imminente. Ma è davvero così? I fatti e le analisi indipendenti raccontano un’altra storia, molto diversa da quella promossa da Tel Aviv.

Secondo le valutazioni dell’intelligence americana — condivise da altre agenzie internazionali — l’Iran dopo il 2003 non ha mai preso la decisione definitiva di costruire un’arma nucleare. Il suo programma, sebbene avanzato in alcune componenti, è stato usato più come strumento di pressione diplomatica che come progetto bellico. Le bugie israeliane su un Iran pronto alla guerra atomica servono quindi a giustificare un'aggressione illegale e destabilizzante.

Sul microblog Programma nucleare Iran, si trovano raccolti i principali dati che smentiscono con forza la narrativa guerrafondaia. Informazioni che meriterebbero maggiore attenzione da parte dei media mainstream.

L’Iran non ha la bomba

L’Iran ha accumulato uranio arricchito fino al 60% — un livello alto, ma non sufficiente per costruire un’arma. Solo passando al 90% si entra nella soglia militare. Anche allora, non sarebbe “pronto” all’uso: la costruzione di una testata nucleare richiede mesi o anni, con processi tecnologici estremamente complessi. Metallurgia, miniaturizzazione, sistemi di detonazione: tutte competenze che vanno ben oltre il semplice arricchimento.

Nel 2003, secondo la CIA e l’AIEA, l’Iran interruppe un embrionale progetto militare. Da allora, non vi sono prove che abbia deciso di riprenderlo. Le agenzie USA nel 2024 hanno ribadito che Teheran non ha fatto il passo decisivo verso la bomba.

Una giustificazione per l’aggressione

Eppure Israele ha attaccato. Ha colpito siti civili e componenti del sistema di comando iraniano, causando anche morti fra gli scienziati. Non per impedire un’azione imminente, ma per “mandare un segnale”. Un attacco preventivo che non ha distrutto le strutture sotterranee più protette, come ha spiegato il canale YouTube Parabellum, esperto in analisi militare. Le centrifughe moderne, installate in bunker profondi come quello di Fordow, sono ancora intatte.

I laboratori sotterranei sono a 50 metri di profondità e le bombe israeliane ad oggi non sono arrivate fin lì. 

L'attacco punta a un cambio di regime e sfrutta il programma nucleare come pretesto.

Questo tipo di attacco mina anche la possibilità di un ritorno al negoziato. Secondo Riccardo Alcaro (Istituto Affari Internazionali), l’aggressione israeliana chiude le porte al dialogo e potrebbe spingere l’Iran a rilanciare il programma nucleare, stavolta in funzione di deterrenza.

Un precedente pericoloso

Ma c'è un punto ancora più inquietante. Se Israele può colpire preventivamente un Paese che non ha armi nucleari, ma solo una capacità potenziale, allora chiunque potrebbe sentirsi autorizzato a fare lo stesso. Chi deciderà che la semplice “minaccia” basta a legittimare un bombardamento?

Questo approccio mina il diritto internazionale. Crea una logica perversa, in cui l’aggressione preventiva si trasforma da crimine a prassi accettabile. E in cui le bugie diventano strumenti di legittimazione per l'attacco preventivo...

Il microblog #programmanucleareIran (https://sociale.network/tags/programmanucleareIran) sta raccogliendo le fonti, i dati e le dichiarazioni degli esperti che aiutano a vedere chiaro in questa vicenda... 

Chi oggi denuncia l’illegalità di questo attacco, non lo fa per simpatia verso il regime iraniano, ma per difendere un principio fondamentale: che la pace non si costruisce con le bugie e con i bombardamenti. E che, se il diritto internazionale viene calpestato oggi, nessuno sarà al sicuro domani.

giovedì 19 giugno 2025

Acciaierie Accordo di Programma: Ma il governo mena il can per l'aia...

Da Notizie stampa

EX ILVA-TARANTO/ Accordo di Programma: produzione a 6 mln di tonnellate, nave di rigassificazione, impianto di desalinizzazione galleggiante, decarbonizzazione dal 2026 al 2039, stop ai wind days

Quattro scenari produttivi sino al 2039 e una produzione che si mantiene costante su un livello di 6 milioni di tonnellate prima con gli attuali altiforni e poi con i nuovi forni elettrici. È quanto previsto nella bozza dell’accordo di programma tra governo e istituzioni per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, che AGI ha visionato.
   Il primo scenario, definito scenario 0, prevede nel periodo dal 2025 al 2026 “la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno con ciclo integrale (3 altiforni, 4 batterie di forni a coke, 2 linee di agglomerazione, 2 acciaierie ad ossigeno)”.
   Nello scenario 1, “nel periodo dal 2026 al 2030, si procederà all’introduzione di un nuovo forno elettrico e contestualmente alla graduale progressiva fermata di un altoforno, mantenendo invariata la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, di cui 4 milioni di tonnellate con ciclo integrale (con 2 altiforni, 4 batterie di forni a coke, 2 linee di agglomerazione, 1 acciaieria ad ossigeno) e 2 milioni di tonnellate con un primo impianto EAF, alimentato da preridotto prodotto tramite un primo impianto di DRI, dotato di sistema di cattura e stoccaggio della CO2 (n. 1 Dri, n. 1 forno elettrico)”. Dri è la sigla del preridotto.
   Segue, si legge nella bozza dell’accordo, il periodo dal 2030 al 2034, quando “si procederà all’introduzione di un secondo forno elettrico e contestualmente alla progressiva fermata di un secondo altoforno, mantenendo invariata la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, di cui 2 milioni di tonnellate con ciclo integrale (con 1 altoforno, 3 batterie di forni a coke, 1 linea di agglomerazione, 1 acciaieria ad ossigeno) e 2 milioni di tonnellate tramite 2 impianti Eaf, alimentati da preridotto prodotto con 2 impianti Dri dotati di sistema di cattura e stoccaggio della CO2 (2 Dri, e 2 forni elettrici)”.
   Il terzo scenario va dal 2034 al 2039, quando “verrà gradualmente fermato l’ultimo altoforno e introdotto il terzo forno elettrico, mantenendo invariata la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, che alla fine del processo verrà prodotto con un ciclo composto da 3 impianti Eaf alimentati da preridotto prodotto tramite 3 impianti DRI dotati di sistema di cattura e stoccaggio della CO2 (3 DRI e 3 forni elettrici)”.
   “Le attuali aree occupate dagli impianti di agglomerazione e dall’acciaieria sono idonee ad ospitare i nuovi impianti, assicurando allo stesso tempo la continuità operativa degli altiforni fino alla loro graduale dismissione”, si legge nella bozza di accordo. 
Il processo di decarbonizzazione degli impianti di Taranto per realizzarsi richiederà necessariamente ingenti quantitativi di gas naturale sia per la produzione dell’energia elettrica necessaria a soddisfare l’aumentato fabbisogno, sia per la produzione di Dri”. Si tratta del preridotto che alimenterà i forni elettrici. E quindi “con l’avanzamento delle fasi di trasformazione del ciclo di produzione, crescerà il fabbisogno energia elettrica e, contestualmente ci sarà una progressiva diminuzione della disponibilità di gas siderurgici”. È scritto nella bozza dell’accordo di programma per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto.
   “La realizzazione del processo di decarbonizzazione degli impianti di Taranto - si legge nella bozza - richiederà un aumentato utilizzo di gas naturale nei forni elettrici per assicurare la disponibilità di energia utile a mantenere in funzione l’acciaieria con produzione annua di acciaio costante e livelli occupazionali invariati”.
   Nella bozza di accordo si parla quindi “dell’installazione nel porto di Taranto di una unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (Fsru) al fine di fornire il necessario approvvigionamento di gas metano sia ai nuovi impianti per la produzione del preridotto (Dri) sia alla centrale termoelettrica AdI Energia”.
Nel documento precisa inoltre che “lo standard ambientale e di sicurezza del terminale di rigassificazione Fsru dovrà essere allineato a quanto già autorizzato nelle Aia per Fsru di Piombino e Ravenna, tenendo conto anche dei miglioramenti previsti”.
   Ancora, “per migliorare la sicurezza della disponibilità di gas naturale, una Fsru verrà posizionata in un punto collegato alle infrastrutture necessarie per approvvigionare gli impianti di Taranto. La Fsru, della portata lorda di 70mila tonnellate e 275 metri di lunghezza, avrà la capacità annua di rigassificazione di circa 1 miliardo di metri cubi, opererà dal molo polisettoriale del porto di Taranto e sarà collegata agli impianti siderurgici attraverso un nuovo gasdotto lungo circa 9 km, con quattro punti di connessione”.
   Infine, nella bozza si legge che “la misura di compensazione territoriale aggiuntiva del 3% sul valore del gas trasportato dagli impianti e alle infrastrutture del gas nel territorio pugliese, stabilita con legge della Regione Puglia 10 novembre 2023, n. 27, non si applica al gas fornito dalla nave rigassificatrice che sarà allocata presso il porto di Taranto” in quanto, si specifica, “i relativi volumi di gas sono funzionali al processo di decarbonizzazione degli stabilimenti ex Ilva, e dunque a un obiettivo ambientale che non richiede compensazioni e che anzi andrebbe incentivato”.
La proposta di parere istruttorio conclusivo di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale dell’ex Ilva di Taranto “contiene già una ulteriore riduzione dei valori limite, nonché una riduzione dei flussi di massa annuali in linea con la Valutazione di impatto sanitario”. E quindi “le prescrizioni relative alle giornate di Wind day sono superate, fermo restando l’obbligo per il gestore di garantire l’attenta e scrupolosa attuazione delle procedure gestionali volte al contenimento delle emissioni diffuse in atmosfera”. Lo si legge nella bozza di accordo di programma per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, che AGI ha potuto visionare.
   Inoltre, si legge nella bozza, al fine “di prevenire il rischio di spolveramento e il coinvolgimento dello specchio acqueo e i livelli produttivi attuali dello stabilimento e tenuto conto che ad oggi non sono state segnalate specifiche criticità ambientali da parte dell’Autorità controllo, la sospensione dell’attività di carico e scarico è confermata, come misura cautelativa, in caso di venti a 20 metri secondo in conformità a quanto già indicato nelle precedenti autorizzazioni”. La bozza di accordo di programma sulla decarbonizzazione della fabbrica prevede inoltre un impianto di desalinizzazione per le necessità dell’Ilva di Taranto
. “L’utilizzo di acqua è fondamentale per il funzionamento dell’acciaieria", si legge nella bozza. "Gli impianti attualmente utilizzano l’acqua proveniente dai due fiumi Tara e Sinni. Per evitare che l’aumento degli eventi di siccità o la scarsezza di approvvigionamento idrico legato alla qualità dell’acqua attualmente disponibile possa compromettere la continuità dell’approvvigionamento idrico, impattando negativamente sulla produzione di acciaio, verrà istallata nel porto di Taranto una piattaforma galleggiante attrezzata con impianti per la desalinizzazione dell’acqua di mare”.
   “L’infrastruttura", afferma il documento, "richiederà l’istallazione di una condotta idrica della lunghezza di circa 9 km con il rispettivo allacciamento alla rete per la fornitura di energia al sistema di desalinizzazione. Si è optato per una soluzione galleggiante in sostituzione di un impianto a terra per mancanza di spazio e perché la soluzione galleggiante permette flessibilità di spostamento in caso di necessità.
   "L’impianto di desalinizzazione", viene precisato, "servirà alla produzione di acque industriali e avrà la capacità produttiva di 110 mila metri cubi al giorno. L’impianto avrà la finalità di ridurre i costi di fornitura di acqua attualmente sostenuti, inclusivi del potenziale costo aggiuntivo per l’utilizzo dell’acqua del Sinni (+0,4 euro per metro cubo) dovuto alla tassa ambientale. L’impianto avrà inoltre ricadute positive dirette ed indirette sulla comunità cittadina, sulla filiera produttiva collegata all’acciaieria e quindi sull’economia del territorio e sull’occupazione”.

Carabinieri/Grottaglie - Mentre il giudice di Taranto li indaga per omicidio colposo - Piantedosi li premia con la medaglia d'oro

Mentre i due carabinieri sono ufficialmente indagati per omicidio colposo ed eccesso colposo nell’utilizzo delle armi per essere stati protagonisti del violento inseguimento che giovedì 12 giugno ha portato alla cattura e all'uccisione di uno, Michele Mastropietro, dei due malviventi fuggiti dopo aver ucciso il brigadiere capo dei Carabinieri, Carlo Legrottaglie. E a quanto pare Mastropietro è stato ucciso quando era già ammanettato,

ieri al Viminale, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, affiancato dal capo della Polizia Vittorio Pisani, ha accolto i due agenti della questura di Taranto, e propone il conferimento della medaglia al valor civile. 

"Ho sentito il dovere – ha dichiarato Piantedosi – di ringraziarli per la loro determinazione, professionalità e coraggio, dimostrati in una circostanza ad altissimo rischio, in cui non hanno esitato a mettere a repentaglio la propria vita per compiere il proprio dovere".
Nel corso del colloquio, il ministro ha sottolineato come l’operato dei due agenti abbia incarnato pienamente i valori fondanti delle Forze di polizia italiane: spirito di servizio, senso civico e vicinanza alla collettività. "L’intervento di Ivan e Giuseppe – ha aggiunto – resterà nella memoria collettiva non solo come un atto di coraggio, ma come esempio luminoso per tutti gli operatori delle Forze dell’ordine che ogni giorno presidiano il territorio per garantire la sicurezza dei cittadini". Il ministro ha anche annunciato la volontà di proporre per entrambi gli agenti il conferimento della medaglia al valor civile, affinché il loro gesto diventi un simbolo e un modello per chi opera quotidianamente al servizio dello Stato. (da Taranto Buona sera).

Un fatto e dichiarazioni di Piantedosi vergognose e gravissime.

Vengono premiati chi è giustamente sotto inchiesta per omicidio colposo;

vengono indicati addirittura a simbolo modello da seguire, dando indicazione di fatto a tutti gli agenti di  uccidere sempre in casi simili; e questo viene chiamato "valor civile"!

Viene fatta una pesante pressione verso i magistrati di Taranto. 

E mentre il decreto sicurezza, sempre in Puglia/Bari, viene usato per mettere agli arresti un solidale per la Palestina "reo di aver lanciato un fumogeno" nella manifestazione del 14; verso questi carabinieri che hanno ucciso un giovane il decreto sicurezza viene subito applicato per pagare le loro spese legali.

In questa vicenda, continua, quindi, ancora e di più, l'intervento strumentale, da avvoltoi degli esponenti dello Stato e del governo ai massimi livelli, come è stato ai funerali del brigadiere Carlo Legrottaglie con la Presenza anche di Mattarella. 

Mattarella, Piantedosi, ministri del governo che non hanno speso neanche parole per la morte Aymane, marocchino, si è butato subito nel mare per salvare una coppia trascinata al largo dalla corrente. E lui è morto!

Per Aymane non ci sono funerali di Stato, non ci sono medaglie...

Chi muore in un servizio che gli toccava (ma tanti operai nel loro servizio, sempre più a rischio, muoiono...); chi uccide; invece sono chiamati "eroi"... 

ARRESTATO A BARI PER SOLIDARIETÀ ALLA PALESTINA - Comincia la applicazione del decreto sicurezza - Libertà per il compagno arrestato

Da Repubblica - È finito agli arresti domiciliari, in virtù della prima applicazione in Puglia del Decreto sicurezza, un 22enne di Locorotondo, che sabato 14 giugno ha partecipato ad un corteo pro-Palestina a Bari. Il ragazzo è stato arrestato dalla polizia e oggi si è tenuta l’udienza di convalida davanti alla giudice Luna Calzolaro, che ha convalidato l’arresto ma non ha poi disposto alcuna misura. Deve rispondere delle accuse di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Il 22enne davanti alla giudice si è difeso, spiegando di aver partecipato a una manifestazione pacifica. Il ragazzo è stato messo agli arresti domiciliari dopo la manifestazione pacifica del 14 giugno, durante la quale sarebbe stato lanciato un fumogeno. Ma le novità introdotte dal Decreto sicurezza, che ha modificato – tra gli altri – l’articolo 583 del Codice penale, ha aggravato il reato di lesioni personali introducendo la fattispecie del commettere il fatto nei confronti di un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza durante l'esercizio delle loro funzioni.

Comunicato dell'area dei  compagni e compagne partecipanti alla manifestazione 


ARRESTATO PER SOLIDARIETÀ ALLA PALESTINA. LA LOTTA NON SI FERMA, 21 GIUGNO IN PIAZZA VITTORIO A ROMA!


Ancora una volta la repressione colpisce chi lotta contro Israele e in sostegno alla Palestina e alla sua resistenza,

Venerdì 27 giugno giornata di mobilitazione cittadina: fabbriche, posti di lavoro, quartieri, Istituzioni - in serata ore 19,30 assemblea popolare in piazza della Vittoria con filmati