mercoledì 28 agosto 2019

LA POLIZIA HA SGOMBERATO IL CAMPO DE LA FELANDINA - MA LA LOTTA CONTINUA!

Un massiccio schieramento di polizia ha sgomberato questa mattina il campo de La Felandina. Prefettura, sindaco di Bernalda, questura agli ordini dei padroni e governo uscente non hanno voluto trovare alcuna soluzione alternativa e hanno buttato in mezzo ad una strada, ovvero nelle campoagne, le centinaia di braccianti che erano nel ghetto in condizioni inaccettabili aggravate dall’incendio assassino che ha visto la morte di Petty, ma che comunque nel campo erano aggregati ed erano organizzati per andare al lavoro nelle campagne dello sfruttamento a pochi euro, e spesso senza contratto.
La battaglia dei giorni precedenti, in particolare il riuscito sciopero e manifestazione di lunedì scorso non è riuscita a piegare le istituzioni che l’unica cosa che hanno messo in campo sono “soluzioni” di divisioni, allontanamento, di controllo dei documenti, con successiva minaccia di espulsione.
Questa mattina quindi si è consumata una tappa di questa guerra che certo non finisce qui. Le rivendicazioni delle associazioni solidali non sono state raccolte. Sistema e Istituzioni vogliono solo ghetti e sfruttamento e sono loro che mettono in clandestinità i migranti che pur lavorano.

Ma in questi giorni i braccianti hanno organizzato un comitato con loro rappresentanze dei vari paesi. Le tre rivendicazioni che lo Slai cobas sc Taranto ha portato fin dal primo momento restano più che

martedì 27 agosto 2019

Domani sgomberano la Felandina! Solidarietà!

“A breve lo sgombero della Felandina di Metaponto”
Scritto da Emmenews 
braccianti felandina
Potrebbe essere sgomberato a breve il “ghetto” della Felandina di Metaponto, i capannoni di un consorzio industriale mai nato dove hanno trovato alloggio centinaia di braccianti stranieri impiegati nei campi del Metapontino.
La notizia è stata diffusa, attraverso un comunicato stampa, da Gianni Fabbris, presidente nazionale di Altragricoltura, presidente regionale Basilicata della Confederazione LiberiAgricoltori e componente del Forum delle Terre di Dignità, che ha parlato di “imminente sgombero”.
“Nonostante che nelle settimane scorse più voci dal territorio si siano  espresse a favore di una evacuazione concordata del Ghetto della  Felandina e nonostante le molte ragioni che abbiamo avanzato proposte  sensate e ragionevoli richiamando l’interesse degli agricoltori, dei  braccianti e

Dalla manifestazione de La Felandina, racconto, interventi, assemblea

 La giornata di lotta ieri è iniziata all'alba. I braccianti del campo La Felandina hanno organizzato un "blocco/presidio" dell'uscita dal campo perchè nessuno andasse al lavoro. Una maccchina di un padrone ha cercato di forzare, ma è stata allontanata. La quasi totalità dei migranti ha fatto sciopero.
Quindi per un paio d'ore nel campo, in tanti hanno fatti i cartelli, striscioni per la manifestazione, tanti fatti al momento dallo Slai cobas con l'aiuto dei migranti e di persone di associazioni, insieme ad un grande pannello con articoli di giornali che testimoniano lo sfruttamento e le vergognose condizioni di vita dei lavoratori migranti, alcuni cartelli ricordavano Petty, la donna nigeriana uccisa nell'incendio del 7 agosto.
E' stata anche l'occasione per noi per girare nel campo, entrare dentro i vari capannoni, vedere meglio le vergognose, assurde condizioni in cui sono costretti a vivere i braccianti migranti, ma soprattutto per parlare con tanti di loro. 
Intanto sia Ivan Sagnè, sia molti migranti hanno usato il tempo per parlare al microfono, sia per organizzare la mattinata sia per portare con forza la denuncia e le richieste dei migranti. Un bel momento è stato quando, lanciata da Ivan Sagnè, si è cantato tutti insieme 'Bella ciao'. 
Verso le 8,30 è partito il lungo corteo di trattori, macchine, pulman con più di 300 migranti. Altri sono rimasti al campo per evitare che avvenisse lo sgombero.
Arrivati a Serra Marina vi è stato un breve corteo tra i campi, ma molto vivacizzato dai braccianti migranti, con parole d'ordine, canti, tamburi improvvisati.
Al ritorno nel piazzale vari braccianti migranti si sono portati sulla strada per bloccarla, per alzare il tono della protesta, perchè il corteo non finisse come una passeggiata nelle campagne.
Qui si è aperta un contrasto tra questi migranti che volevano continuare il blocco e dicevano che bisognava andare a manifestare a Matera dove sta la Prefettura che prepara lo sgombero invece che andare da "campo a campi", e gli organizzatori della manifestazione che giustificavano la decisione di ieri, chi per la mancanza di risorse economiche e organizzative per i pulman fino a Matera, per la fretta di anticipare manifestazione a causa della minaccia di sgombero per cui non c'era tempo per organizzarla ua Matera - Ivan Sagnè ha detto che in effetti era stato un errore venire a Serra Marina; chi valorizzando il rapporto con agricoltori solidali della zona, la presenza di sindaci e provincia e delle TV, giornalisti che avevano dato visibilità alla manifestazione, cosa che invece con 300 persone non ci sarebbe stata a Matera. 
Questo dibattito è proseguito negli interventi nell'assemblea, con l'impegno degli organizzatori - Altragricoltura, Associazione NoCap - a preparare nei prossimi giorni una manifestazione nelle città, a Matera e anche a Potenza. 
Lo Slai cobas è stato con i braccianti migranti durante il breve blocco stradale, ne ha condiviso le ragioni, lo ha ribadito anche negli interventi, e ritiene che era possibile gestire diversamente la  necessaria protesta mantenendo l'unità, la combattività e la buona riuscita della manifestazione e sciopero.
Nell'assemblea che vi è stata nel piazzale tanti, ricchi sono stati gli interventi dei braccianti migranti. 
E' intervenuto anche un rappresentante degli agricoltori che ha detto che grazie al lavoro dei migranti le imprese agricole possono andare avanti, mentre la politica pensa solo a smantellare i ghetti e che ha proposto la realizzazione di un campo attrezzato della protezione civile; poi intervento del rappresentante della provincia per cui all'incontro in Prefettura va posto prioritariamente e principalmente il NO allo sgombero.
Gli interventi dello Slai cobas sono riportati sotto.
L'assemblea quindi si è chiusa con l'unanimità sul NO allo sgombero, nessuno si deve muovere da La Felandina, finchè non c'è la soluzione, così come vanno poste al prefetto le altre importanti questioni dei documenti e delle garanzie per il lavoro.
Su quale soluzione, come sul documento presentato in prefettura ci sono differenze. Ma queste lo affronteremo dopo, soprattutto dopo aver saputo dell'incontro odierno in prefettura a Matera.

SEGUONO INTERVENTI/INTERVISTE DEI BRACCIANTI MIGRANTI E GLI INTERVENTI DELLO SLAI COBAS SC

BRACCIANTI
Non siamo contenti per tutto, non viviamo bene, è difficile portare acqua nel campo, non abbiamo dove dormire... Ma ora vogliono solo farci uscire di qua.
Sono qui dal 2011, lavoro sempre... Se io ho i documenti posso andare al lavoro, ma se io non ho

lunedì 26 agosto 2019

LA FELANDINA: 300 BRACCIANTI MIGRANTI ALLA MANIFESTAZIONE, SCIOPERO RIUSCITO! NO SGOMBERO!

Le foto testimoniano più delle parole la bella, vivace e importante giornata di lotta di oggi dei braccianti migranti del campo La Felandina-Metaponto, sotto minaccia di sgombero imminente, e che ha visto la quasi totalità dei braccianti fare sciopero!
E' solo l'inizio!
Domani pubblicheremo un resoconto, con altre foto, video, poi interviste...
Verso la fine della manifestazione è giunta la notizia dalla prefettura di Matera che domattina il prefetto ha convocato un Tavolo. Una grossa delegazione di braccianti migranti sarà domani a Matera per impedire che la prefettura esegua lo sgombero del campo prima di una soluzione vera, collettiva, dignitosa, senza divisioni e dispersione delle persone. Ma sono, siamo pronti a resistere allo sgombero!
Lo Slai cobas sc di Taranto, presente a La Felandina dal giorno dopo il maledetto incendio che ha portato alla morte una nostra sorella, è stato fin dalle 6 di questa mattina al campo, ha animato il corteo con tanti cartelli, striscioni presi dai braccianti migranti, è intervenuto nell'assemblea finale - un nostro operaio dell'Ilva ha parlato dell'unità tra lavoratori italiani e stranieri - ha raccolto tante testimonianze, denunce dei migranti e delle migranti. Anche tutto questo pubblicheremo nei prossimi giorni (in altro post di oggi, il volantino distribuito tra di loro dagli stessi braccianti).   

IL VOLANTINO DELLO SLAI COBAS AL CORTEO DEI BRACCIANTI MIGRANTI DE LA FELANDINA


domenica 25 agosto 2019

Lunedì 26 agosto manifestazione dei braccianti migranti del campo La Felandina-Metaponto contro l’imminente sgombero

La nota alla Prefettura dello Slai cobas sc Taranto – intervenuto da giorni al campo.

SLAI Cobas per il sindacato di classe
Sede: Taranto v. Livio Andronico, 47 telefax 099/4792086 – 347/5301704 – C.F. 90177580736 - e mail: slaicobasta@gmail.com

TA. 25.8.2019

Alla PREFETTURA di MATERA
AL SIG. PREFETTO

AL SINDACO DI BERNALDA

OGGETTO: Campo La Felandina – NO a sgomberi – soluzione che difenda diritti, dignità, lavoro per tutti.


Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto, unitamente alle iniziative che stanno prendendo altre realtà e associazioni, chiede a codesta Prefettura e al Sindaco di Bernalda di non operare alcuno sgombero dei braccianti migranti dal campo La Felandina, nessuna divisione tra le persone del Campo, e una soluzione reale e condivisa collettivamente dai braccianti migranti che garantisca per tutti

- condizione di alloggio e di vita dignitosi, salvaguardando l'attuale realtà unitaria;

- continuazione del lavoro;

- documenti per tutti;

- diritto a salari e orari contrattuali.

Lo Slai cobas sc respinge le soluzioni indicate dal Ministero e da Istituzioni locali e DIFFIDA a perseguirle:

- NO ai "centri di accoglienza", che vorrebbe dire dividere/disperdere i braccianti migranti, non garantire loro la vicinanza ai luoghi di lavoro. In queste strutture i migranti sarebbero sottoposti a continuo controlli, imposizione di obblighi che peggiorerebbe perfino la vivibilità e la libertà di mobilità attuale.

- NO al rimpatrio dei migranti, che stanno da anni in Italia e nei nostri territori, e lavorano.

- NO al rientro nel luogo di residenza iniziale, perchè questo vorrebbe dire nessuna garanzia di case e perdita della possibilità di lavorare girando nei vari territori

- NO a mettere fuori chi rifiuta queste soluzioni; parlare di "sistemazione autonoma" è pura ipocrisia, quale alloggio autonomo ci potrebbe essere con la miseria di salario che i braccianti prendono dai padroni delle campagne?


La "soluzione", ribadiamo, deve garantire l'unità di tutti i braccianti migranti attualmente nel campo La Felandina, nessuna divisione, nessuna dispersione; deve garantire la continuazione del lavoro, deve garantire che siano gli stessi migranti ad autogestire l'alloggio e le condizioni di vita.

Slai Cobas per il sindacato di classe
Taranto

per com. v. Livio Andronico, 47 Taranto – T/F 0994792086 - 3475301704 slaicobasta@gmail.com - pec: slaicobassc@pec.libero.it

sabato 24 agosto 2019

La Felandina - Respingere le proposte "alternative" del Ministero - No alle divisioni dei migranti, No alle espulsioni!


Ancora una volta strumentalizzando l'incendio e la morte/assassinio della migrante nigeriana, il Ministero, la Prefettura, con la posizione ambigua del Sindaco di Bernalda, stanno preparando lo sgombero del campo La Felandina per "soluzioni" che sono peggiori della situazione esistente.

Ora stanno identificando e facendo fotosegnaletiche ai migranti, per dividerli tra "regolari" e "irregolari",  per controllarli, intimidirli, ricattarli - Un ricatto e una forzatura chiaramente repressiva che va respinta, da ogni e da tutti i migranti presenti al campo.  
Su questo lo Slai cobas sc di Taranto, unitamente alle iniziative che stanno prendendo altre realtà e associazioni, dopo l'assemblea di mercoledì scorso, ha inviato una diffida/denuncia a tutte le istituzioni e organi competenti, chiedendo di mettere fine a questa presenza di fatto repressiva della polizia nel campo La Felandina e di non operare alcuno sgombero, prima di una soluzione reale e condivisa dai braccianti migranti.

Le soluzioni a cui stanno pensando sono tutte negative e da respingere:
- NO ai "centri di accoglienza", che vorrebbe dire rinchiudere i migranti che passerebbero da una condizione sia pur brutta e inumana e incivile, ma di fatto autogestita da loro, ad una condizione peggiore di controllo continuo, imposizione di obblighi.
Noi che ben conosciamo a Taranto e in provincia come vivono i migranti in questi "centri", in cui non viene garantito nè il cibo sufficiente e buono, nè l'assistenza medica, ecc., denunciamo come questa soluzione sia peggiore del male attuale. 
- NO al rimpatrio dei migranti, che stanno da anni in Italia e nei nostri territori, e lavorano.
- NO al rientro nel luogo di residenza iniziale, questo vorrebbe dire nessuna garanzia di case e perdita della possibilità di lavorare girando nei vari territori
- NO a mettere fuori chi rifiuta queste soluzioni; parlare di "sistemazione autonoma" è pura ipocrisia, quale alloggio autonomo ci potrebbe essere con la miseria di salario che i braccianti prendono dai padroni delle campagne!?
- Non va bene neanche la sistemazione in strutture (come quella proposta dalla Caritas) che dividerebbe i braccianti migranti in poche decine e non garantirebbe la vicinanza coi luoghi di lavoro.

La "soluzione" deve garantire l'unità di tutti i braccianti migranti attualmente nel campo La Felandina, nessuna divisione, nessuna dispersione; deve garantire la continuazione del lavoro, deve garantire che siano gli stessi migranti ad autogestirsi l'alloggio e le condizioni di vita.

Festa USB - Prima "chiagni" e poi "fotti" - Uno schifo! Che le donne, lavoratrici Usb lo impediscano!

Lo squallido, sessista concorso delle "Miss" è arrivato anche alla festa dell'USB di Taranto.
Quando si parla di uomini, si trattano temi seri (l'attacco al lavoro e la morte degli operai Ilva/AM). Le donne invece - la cui condizione di lavoro e di vita, di attacco ai diritti e alla dignità, con la punta di iceberg di violenze sessuali e femminicidi, anche a Taranto è pesantissima,  delle donne, dalle mamme dei Tamburi alle lavoratrici degli asili, delle pulizie, ecc., che a Taranto lottano con fermezza e dignità - fanno solo da contorno e divertimento nel più osceno clichè maschilista e sessista. 
Uno schifo che non va fatto passare! 

Raccolta differenziata - Lo Slai cobas chiede un incontro con gli assessori per i lavoratori ex Pasquinelli



Raccolta differenziata

pubblicato il 23 Agosto 2019
Riunione organizzativa, ieri mattina, tra il presidente di AMIU Carloalberto Giusti e gli assessori Paolo Castronovi e Deborah Cinquepalmi. Sul tavolo le iniziative legate alla promozione del nuovo servizio di raccolta differenziata, che avranno un’appendice importante nelle scuole cittadine...
Due, in particolare, le strutture oggetto di visita: la nuova linea di selezione dei rifiuti all’interno dell’impianto Pasquinelli e l’impianto di deferrizzazione situato nell’area del termovalorizzatore. Si tratta di impianti nuovi e collaudati, per i quali è allo studio un modello di gestione capace di valorizzarne le potenzialità...
Superata la fase organizzativa si passerà agli incontri veri e propri, in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico e principalmente nelle scuole primarie. “Riteniamo che quello sia il target ideale per questo genere di attività – ha concluso il vicesindaco Castronovi -, perché dai ragazzi di quell’età possiamo ottenere l’attenzione e il riscontro che sono necessari per il successo del nuovo servizio...
L’impegno di AMIU, in questo frangente, è completare le opere necessarie all’attivazione degli impianti. Nel caso della nuova linea di selezione di Pasquinelli, realizzata dal Comune, l’azienda dovrà intervenire sull’esistente, raccordando il vecchio impianto al nuovo.Stiamo procedendo a un generale revamping della struttura – ha spiegato il presidente Giusti -, contiamo di poter terminare i lavori entro la fine dell’anno, in modo tale da potervi conferire i rifiuti provenienti dal nuovo servizio di raccolta differenziata a regime“.

Scritta contro Ugl - La verità non é offensiva!

info - dall'ArcelorMittal

Corriere di Taranto 
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) di Fim, Fiom e Uilm hanno scritto alla direzione aziendale, al responsabile delle relazioni industriali e al responsabile del reparto Acciaierie dello stabilimento ArcelorMittal Italia di Taranto, per segnalare l’incidente avvenuto nel reparto Irf (Impianto rottami ferrosi). Un lavoratore del Trs2 (trattamento siviere), mentre “si accingeva a fare la salita più ripida della discarica a bordo di un veicolo industriale Perlini ha notato – ricostruiscono nella loto nota congiunta i sindacati – che le ruote anteriori non avevano più aderenza, si è fermato ed è sceso dalla macchina inserendo tutti i sistemi dl frenata per controllare e verificare quale fosse il motivo. A un certo punto ha sentito un forte rumore, come se si spezzasse qualcosa, ed il mezzo ha camminato da solo e si è ribaltato“. Gli Rls diffidano “l’azienda a continuare le attività e invitano la stessa ad attivarsi per trovare le soluzioni necessarie per evitare di mettere a rischio la salute dei lavoratori“.
Contemporanemente il sindacato Usb ha proclamato 24 ore di sciopero per il prossimo 2 settembre, a partire dalle 7, per protestare “contro l’inserimento di microchip nelle nuove tute da lavoro“. Secondo l’organizzazione sindacale è “una cosa assolutamente illegale, che deve essere concordata dalle parti“. E, quindi, osserva l’Usb, “non avendo in merito avuto nessuna intesa, oltre a proclamare lo sciopero ci riserviamo di denunciare tutti i responsabili che obbligheranno o metteranno in uso gli indumenti ‘chippati’ e annuncia la presentazione di una denuncia all’ispettorato del lavoro“. L’azienda nelle scorse settimane aveva chiarito che il servizio “consentirà, esclusivamente, la tracciabilità e il ciclo di vita dei dpi (dispositivi di protezione individuale) nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti“.

venerdì 23 agosto 2019

La Felandina: i braccianti migranti si organizzano - in corso "prove" di sgombero - Massima resistenza, solidarietà, lotta

Mercoledì scorso si è tenuta un'assemblea dei braccianti migranti del campo La Felandina, organizzata dal forum delle terre di dignità con la presenza di Yvan Sagnet. Circa 150 migranti hanno partecipato. Le questioni principali sono state la formalizzazione del Comitato dei braccianti de La Felandina, formato da due migranti per paese d'origine presente al campo e l'avvio di iniziative di mobilitazione contro lo sgombero e i problemi di alloggio, condizioni di vita, documenti, condizioni di lavoro dei migranti. La prima di queste e più importante si terrà giovedì 29 agosto, in cui vi sarà sciopero e manifestazione. 
Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto dall'8 agosto  e ogni settimana è andato a La Felandina, incontrando i migranti, alcuni loro rappresentanti del Comitato, portando solidarietà e indicazioni, linea, proposte per avviare la necessaria lotta; il giorno 21 agosto, invitato dai migranti, ha ugualmente partecipato all'assemblea.
Riportiamo, di seguito, una sintesi di alcuni degli interventi principali.
Come stiamo dicendo in questi giorni negli incontri con i braccianti migranti, noi siamo perchè i migranti, ora autorganizzati nel Comitato de La Felandina, decidano e siano in ogni momento i protagonisti delle varie iniziative; che ogni solidarietà sincera e attiva è utile, ogni azione che contrasta la politica di sgomberi, repressione, aiuta - riportiamo sotto anche l'informazione sul ricorso al Tar fatto da un'avvocatessa contro l'ordinanza di sgombero - ma ciò che serve non sono tanto decine di associazioni di cui a volte si conosce solo la firma su un documento, ma l'unità dei migranti nella lotta; che è in atto una "guerra" da parte di governo, Istituzioni razziste padroni che sfruttano, polizia al loro servizio, contro i migranti, con sgomberi violenti che invece che risolvere situazioni disumane, peggiorano e vogliono spezzare la forza di realtà collettive di migranti, e che quindi occorre rispondere con una lotta adeguata a questo attacco.



DALL'ASSEMBLEA
Yvan Sagnet: vogliono far credere che qui dentro ci sono dei delinquenti, ma da quando siete qui da alcuni anni, vi sono stati zero delitti in questo territorio, basta con lo steriotipi per cui dove ci sono stranieri ci sono delinquenti! Senza i migranti in questo territorio nessuno raccoglie i pomodori. La polizia sta facendo firmare un foglio alle persone senza neanche dire cosa è. E' un errore firmare questo documento, vogliono fare terrorismo psicologico, spaventare per far andare via, ma nessuno deve andare via da qui finchè non danno risposte concrete, non danno case alle persone. Questo è il quarto sgombero che vogliono fare.
ll 29 agosto nessuno deve andare a lavorare, ma venire a manifestare; chiederemo l'incontro al prefetto per portare le proposte del Comitato. Il 3 settembre andremo coi pulmann sotto la Regione a Potenza, responsabile soprattutto degli alloggi. Vi sono qui strutture disabitate che possono ospitare delle persone, vogliamo dire alla Regione di metterle subito a disposizione.
I fondi dell'Ue che ci sono devono essere immediatamente impegnati.
Noi dobbiamo agire pacificamente, non cadere nelle provocazioni. Nessuno si muove da qui finchè non c'è una soluzione. Anche se la polizia vi dice andate via, voi non andate, loro stanno cercando di scaricarvi. Qui siamo uniti e siamo forti. Loro vogliono mandarvi via da qui al fine di spegnere questa rivoluzione pacifica, dal basso. Perchè più siete qua, più siete forti, questo è un punto di aggregazione; è questo che non vogliono. Non siete obbligati a dare i vostri nomi, a firmare.



Slai cobas sc Taranto. Siamo qui dal giorno dopo del maledetto incendio, con alcuni di voi ci siamo già incontrati.
Voglio per prima cosa ricordare la nostra sorella che è morta, la nostra sorella che io dico che è stata assassinata, per le bestiali condizioni in cui vi tengono in questo campo.
Noi siamo perchè si sviluppi la lotta e che questa vada avanti finchè non si ottengono dei risultati veri. Anche a Taranto e in provincia abbiamo fatto delle lotte; in particolare a Taranto lotte lunghe sui documenti, sulle condizioni disumane in cui tenevano vostri fratelli nei centri di accoglienza. E solo con la lotta, incontri che sono stati imposti solo con la lotta, non bastavano certo le lettere, siamo riusciti anche a vincere, a strappare dei risultati. Quindi anche qui noi dobbiamo fare questa lotta, non dobbiamo permettere che ci sia lo sgombero se non c'è una soluzione per tutti, senza divisioni tra regolari e irregolari come hanno fatto in altri campi, e una soluzione che permetta di andare a lavorare. Altrimenti sono chiacchiere, vi dividono e poi non è possibile continuare ad avere neanche quello schifo di lavoro che fate. Anche questo campo non è che non potrebbero renderlo civile e umano, non danno l'acqua, non fanno neanche una cucina da campo, non mettono i bagni, ecc.; nelle zone terremotate si vede che questo si può fare.
L'altra questione sono i documenti. Anche noi siamo venuti nei giorni scorsi con l'avvocato perchè occorre fare una richiesta collettiva, a partire dai documenti bruciati. 
Ancora, altra questione è il lavoro. E' giusto lo sciopero, è giusto che ci si fermi per manifestare, perchè per questi padroni voi andate bene quando vi possono pagare pochi euro e sfruttarvi, mentre quando devono dare condizioni di lavoro e un salario dignitosi, allora lì non andate più bene.
Noi ora dobbiamo lottare contro questa situazione, che è uguale anche in altre realtà, esempio a Foggia, a borgo Mezzanone.
E' necessario, quindi, che siamo uniti, lottare, non mollare finchè non otteniamo dei risultati. Allora, avanti nella lotta, abbiamo coraggio e abbiamo fiducia in noi stessi. Non possiamo certo avere certo fiducia nelle Istituzioni, perchè più si va avanti e più spandono razzismo - state male voi e stiamo  male anche noi prima di questa data. obbiamo essere uniti. Non possiamo certo avere certo fiducia nelle Istituzioni, perchè più si va avanti e più spandono razzismo, state male voi e stiamo male noi. E noi ci dobbiamo unire e lo dobbiamo dire anche ai lavoratori italiani.



Sono intervenuti anche alcuni migranti. Hanno soprattutto denunciato la presenza nel campo e l'atteggiamento della polizia che obbliga ognuno dei migranti a dare il permesso di soggiorno e di fronte alle loro domande sul perchè non hanno dato spiegazioni. "La preoccupazione - ha detto un migrante del Comitato - è che noi abbiamo deciso una data per la manifestazione e possono sgomberare prima di questa data. Noi dobbiamo essere pronti, perchè la situazione è già molto critica. Dobbiamo essere uniti".



INFO - RICORSO CONTRO ORDINANZA DI SGOMBERO
19 agosto, l’avvocato Angela Maria Bitonti, con il supporto della Campagna LasciateCIEntrare, ha notificato e iscritto al ruolo il preannunciato ricorso al TAR di



Basilicata avverso l’ordinanza n. 21 del 21 maggio 2019 emessa dal Sindaco del Comune di Bernalda, avente ad oggetto: “Ordinanza Sindacale, contingibile ed urgente, adottata per fronteggiare emergenza sanitaria o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale”. E si sta preparando anche un ricorso alla CEDU.Senza alcun rispetto dei diritti di queste persone.
Il Sindaco del Comune di Bernalda avrebbe erroneamente e semplicisticamente fondato la propria Ordinanza su una nota del Dipartimento di Protezione e Salute dell’ASM Matera. Tale Ordinanza appare generica e carente di motivazione. In effetti, non è specificato in alcun modo in cosa consista il “pericolo” e l’ “emergenza sanitaria insorgente” né di quale “epidemia” si stia parlando e per quale ragione possa essere talmente grave da giustificare lo sgombero di oltre cinquecento persone.
Nel ricorso, si contesta l’illegittimità e l’infondatezza dell’ordinanza, che pertanto andrebbe annullata. Viene innanzitutto richiamata la violazione dell’art. 11 della Convenzione Internazionale per i Diritti Economici, Sociali e Culturali (New York, 16 dicembre 1966), ovvero quello relativo al diritto ad un alloggio adeguato, nel quale si evidenzia anche che gli sgomberi forzati non devono lasciare gli individui senza alloggio né violare altri diritti umani. Inoltre, tale sgombero forzato potrebbe violare l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU), che stabilisce il diritto al rispetto della vita privata e famigliare e che limita l’ingerenza dell’autorità pubblica ai soli casi tassativamente previsti dalla legge. Al pari della CEDU, anche la Carta Sociale Europea Riveduta è annoverabile tra le fonti di diritto internazionale in materia di sgomberi forzati, con le previsioni di cui agli articoli 31 (diritto all’alloggio), e 30 (povertà ed esclusione sociale). Infine, la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, all’art. 5 prevede che “in base agli obblighi fondamentali di cui all’art. 2 della presente Convenzione, gli Stati contraenti si impegnano a vietare e ad eliminare la discriminazione razziale in tutte le forme ed a garantire a ciascuno il diritto alla eguaglianza dinanzi alla legge senza distinzione di razza, colore od origine nazionale o etnica”. Si contesta anche la violazione dell’art. 32 della Costituzione (chiamato in causa dalla stessa ordinanza!), perché l’esecuzione dello sgombero porrebbe in serio pericolo gli occupanti dell’area dell’Ex Felandina, e perché gli stessi si troverebbero inevitabilmente a vivere per strada in una situazione di totale abbandono che aumenterebbe la loro condizione di emarginazione e vulnerabilità e che sfocerebbe inevitabilmente in un attuale e concreto pericolo per la vita e la incolumità degli stessi. Proprio in palese violazione dello stesso art.32 della Costituzione, oltre che ledere irrimediabilmente la loro dignità di uomini.
L’ordinanza impugnata non prevedendo nulla rispetto ad un alloggio alternativo, come previsto dalla normativa internazionale, è preordinata ad impedire o rendere più difficile il collocamento dei braccianti stranieri, rifugiati e richiedenti asilo, sul territorio del Comune di Bernalda. Impedendone oltretutto un naturale processo di inclusione socio-lavorativa a livello locale.
Per questi migranti è quasi impossibile il reperimento di alloggi, sia per il basso salario percepito sia per l’indisponibilità dei proprietari di case a locare a cittadini stranieri. Il Sindaco, nella sua qualità di pubblico ufficiale e nell’esercizio delle sue funzioni, con lo sgombero, compirebbe un atto che arbitrariamente discriminerebbe i braccianti in ragione della loro condizione di “cittadini stranieri” e della loro conseguente estrema difficoltà a reperire alloggi in locazione.




martedì 20 agosto 2019

Scuole chiuse ai Tamburi - la denuncia del consigliere Massimo Battista - MA A SETTEMBRE BASTA CON I DATI, RIPRENDERE E ALLARGARE LA LOTTA AVVIATA DALLE MAMME

Taranto, scuole a Tamburi. “Quale soluzione?”

da Massimo Battista:

“Questione collinette ecologiche, siamo ormai a ridosso del nuovo anno scolastico e i genitori dei bambini delle scuole Deledda e De Carolis sono ancora costretti a rincorrere notizie per conoscere il destino dei propri figli... Gli alunni di queste scuole sono circa 550, numero drasticamente diminuito rispetto ai 700 e più di marzo 2019, in quanto molti genitori hanno preferito spostare i bambini in altri plessi scolastici della città. Per questo mi chiedo se saranno costretti a turni pomeridiani in altre

ArcelorMittal - le emissioni inquinanti sarebbero in aumento

Una nuova denuncia sulle condizioni dello stabilimento siderurgico arriva dal sindacato Usb. “In questi giorni assistiamo alle vistose emissioni dal camino E312 che continua ad emettere i fumi derivanti dalle polveri dell’impianto agglomerato senza che queste siano captate dagli elettrofiltri. Le stesse criticità persistono negli impianti della cokeria dove le emissioni non covogliate vengono registrate ogni giorno sprigionando in aria quantità di benzo(a)pirene, benzene ed idrogeno solforato”. Secondo Usb, questi inquinanti durante la gestione Mittal, stando ai “dati della rete di monitoraggio di Arpa Puglia, sono aumentati notevolmente”. L’Unione sindacale di base, inoltre, denuncia la presenza di “scorie di acciaieria stoccate in maniera impropria”.

IL GIORNALE 'PROLETARI COMUNISTI' - LA SUA FUNZIONE

Il giornale comunista è un propagandista, un agitatore e un organizzatore collettivo. 
I siti, i blog, facebook non possono sostituire questo indispensabile strumento, ma caso mai contribuire ad espanderne i contenuti e la funzione. 
Il giornale ‘proletari comunisti’, che riprenderà ad uscire mensilmente da settembre, è rivolto principalmente alle avanguardie operaie e dei movimenti di lotta. 
La sua diffusione è fatta direttamente dai compagni e compagne alle fabbriche, nei quartieri proletari, nelle manifestazioni e in tutte le aggregazioni di lotta e di discussione. 
Un giornale volto per l’essenziale all’orientamento politico e alle posizioni da prendere e alla battaglia rivoluzionaria da far agire in ogni ambito della lotta di classe. 

domenica 18 agosto 2019

Ciclo rifiuti - i tempi si allungano, e non va bene... Le richieste dello Slai cobas sc


Lo Slai cobas sc ai primi di settembre avvierà lo stato di agitazione degli ex lavoratori Pasquinelli e chiede:
- che i tempi di realizzazione dell'impianto di selezione rifiuti "pasquinelli" si riducano notevolmente e si completino i lavori entro l'autunno;
- che gli ex lavoratori Pasquinelli - che il 10 settembre terminano il servizio in corso con la Coop. L'Arca - siano  da settembre utilizzati dall'Amiu/Comune per il lavoro di preparazione/informazione della raccolta differenziata in tutti i quartieri.
 
Amiu punta alla chiusura del ciclo dei rifiuti
pubblicato il 18 Agosto 2019, 10:19
L’assessore alle Società Partecipate Paolo Castronovi e il presidente di AMIU Carloalberto Giusti hanno compiuto in questi giorni una serie di sopralluoghi per verificare lo stato della dotazione impiantistica della società. Lo riferisce una nota dell’azienda.
Due, in particolare, le strutture oggetto di visita: la nuova linea di selezione dei rifiuti all’interno dell’impianto Pasquinelli e l’impianto di deferrizzazione situato nell’area del termovalorizzatore. Si tratta di impianti nuovi e collaudati, per i quali è allo studio un modello di gestione capace di valorizzarne le potenzialità.
«L’impiantistica di proprietà è un valore aggiunto per la nostra partecipata – ha spiegato il vicesindaco Castronovi –, rappresenta la prospettiva di crescita più entusiasmante per un’azienda che sta lavorando efficacemente alla sua riorganizzazione. Su indicazione del sindaco Rinaldo Melucci, abbiamo avviato questo percorso di valorizzazione con un obiettivo chiaro: a regime, tutti gli impianti dovranno concorrere alla chiusura del ciclo dei rifiuti del comune di Taranto. È un obiettivo che stiamo provando a condividere con la Regione, con la quale abbiamo cominciato a ragionare in termini di sistema assegnando ai nostri impianti un ruolo di primaria importanza nelle politiche territoriali di gestione dei rifiuti».
L’impegno di AMIU, in questo frangente, è completare le opere necessarie all’attivazione degli impianti. Nel caso della nuova linea di selezione di Pasquinelli, realizzata dal Comune, l’azienda dovrà intervenire sull’esistente, raccordando il vecchio impianto al nuovo. «Stiamo procedendo a un generale revamping della struttura – ha spiegato il presidente Giusti –, contiamo di poter terminare i lavori entro la fine dell’anno, in modo tale da potervi conferire i rifiuti provenienti dal nuovo servizio di raccolta differenziata a regime».

sabato 17 agosto 2019

Pronta immunità penale per ArcelorMittal - Crisi o non crisi di governo, ma i padroni si servono sempre e subito


Ex Ilva, pronta norma immunità per ArcelorMittal

Il testo del 'decreto Imprese' secretato dal Cdm con la formula del 'salvo intese', forse in Gazzetta Ufficiale il 19 invece che il 28 agosto
"Sarebbe pronta nella sua versione definitiva la norma che introduce specifiche tutele legali per gli acquirenti dell’ex Ilva, in questo caso l’affittuario ArcelorMittal, legate alle singole scadenze previste dalle prescrizioni inserite nel Piano ambientale. La norma, come si ricorderà, è stata inserita nel Decreto Imprese approvato dal Consiglio dei ministri del 6 agosto con la formula del ‘salvo intese‘, che di fatto ha reso secretato il testo e quindi non conoscibile se non dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale inizialmente prevista per il prossimo 28 agosto. L’obiettivo di pubblicarlo a fine agosto, era stato deciso per dare più tempo alle Camere per convertirlo. Ma ora, secondo quanto riportato dall’ANSA, si starebbe cercando di accelerare e renderlo operativo già da lunedì 19 agosto.
Ciò detto, nella norma approvata il 6 agosto dal Cdm, sarebbe stata confermata la scomparsa dell’immunità estesa sino al 2023 e l’introduzione di un piano di tutele legali a ‘scadenza’. Secondo quanto appresero fonti vicine al dossier, “il provvedimento obbliga Mittal a rispettare il piano ambientale e risponderà della sicurezza dei lavoratori“.
Ora si precisa che per “affittuario o acquirente e i soggetti da questi funzionalmente delegati l’immunità resta anche dopo quella data ma applica con riferimento alle condotte poste in essere in esecuzione del Piano ambientale sino alla scadenza dei termini di attuazione previsti dal piano stesso per ciascuna prescrizione o dei più brevi termini che l’affittuario o acquirente si sia impegnato a rispettare nei confronti della gestione commissariale di Ilva Spa in amministrazione straordinaria“.
Quindi “solo se l’azienda rispetterà le tempistiche, i criteri e le modalità di esecuzione del piano ambientale potrà usufruire di suddette tutele. Rimane inalterata la responsabilità penale, civile e amministrativa conseguente alla violazione di norme poste a tutela della salute e delle questioni inerenti la sicurezza dei lavoratori“, spiegano le fonti. “Non sarà dunque prevista alcuna forma di tutela straordinaria per l’azienda, che risponderà di ogni incidente dovesse verificarsi secondo le norme e i principi di diritto penale ordinariamente applicabili nel nostro Paese“. 

In pratica, quanto previsto già con la norma introdotta attraverso l’art. 46 del Decreto Crescita approvato nella scorsa primavera..."

Carcere di Taranto - è necessaria la lotta dentro e fuori


Troppe carenze nel carcere di Taranto
Il Partito Radicale nell'ambito dell'iniziativa 'Ferragosto in carcere': sovraffollamento, organico insufficiente e precarie condizioni delle celle
Nel carcere di Taranto ‘Magli’ sono detenute 568 persone a fronte di una capienza regolamentare di 306. Anche nella struttura ionica c’è carenza di agenti di polizia penitenziaria: 259 a fronte di un organico previsto di 277. Sono alcuni dei dati forniti dalla delegazione del Partito Radicale, guidata da Anna Briganti, che oggi ha visitato il carcere di Taranto nell’ambito dell’iniziativa ‘Ferragosto in carcere‘, come si legge in una nota ANSA.
Tra i 568 detenuti, 54 dei quali attualmente in permesso premio, 25 sono donne, 20 sono pazienti psichiatrici, 204 tossicodipendenti e 35 stranieri, ma «manca la figura del mediatore» evidenzia Anna Briganti. Il dato più allarmante, oltre quello del sovraffollamento, è la condizione delle celle, con «intonaci che si staccano, finestre che non si chiudono, acqua che si infiltra dalle pareti e gabinetti che si muovono. Le condizioni igienico-sanitarie sono al limite. Tutti i detenuti – riferisce Briganti – hanno lamentato la totale assenza dell’area sanitaria e di un’area a verde dove poter fare attività sportiva». L’esponente radicale ha anche riferito che sul totale dei detenuti «solo 101 lavorano e 100 frequentano le scuole all’interno del carcere».

Segretario Fiom di Genova spinge sul decreto per l'immunità penale ad ArcelorMittal

Ancora una volta la direzione della Fiom di Genova - rappresentante dell'aristocrazia operaia - si dimostra filoaziendale e corporativa; per difendere gli interessi di ArcelorMittal calpesta i diritti alla salute e alla sicurezza. Una vera vergogna!

Decreto Salva-Ilva pronto ma non pubblicato, Manganaro (Fiom): “Restiamo in attesa, ma i lavoratori non pagheranno i pasticci del governo”

Per il segretario dei metalmeccanici della Cgil "ancora non si sa che succederà il 6 settembre"
Genova. “Il decreto annunciato sembra risolvere il problema delle tutele penali per Arcelor Mittal evitando il rischio della fermata dello stabilimento di Taranto e con rischi anche su Genova, Novi e gli altri stabilimenti del nord. Il problema è che quel decreto oggi non c’è e non sappiamo cosa succederà entro il 6 settembre”. E’ il commento del segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro alla notizia che il decreto Salva Ilva è pronto anche se non è ancora stato pubblicato.

La norma corregge il decreto Ilva del 2015 che dava una immunità penale e amministrativa a commissario straordinario, affittuario o acquirente dell’acciaieria e fissava la scadenza di questo ‘scudo’ al 6 settembre 2019. Ora si precisa che per “affittuario o acquirente e i soggetti da questi funzionalmente delegati” l’immunità resta anche dopo quella data ma applica “con riferimento alle condotte poste in essere in esecuzione” del Piano ambientale “sino alla scadenza dei termini di attuazione previsti dal piano stesso per ciascuna prescrizione” o “dei più brevi termini che l’affittuario o acquirente si sia impegnato a rispettare nei confronti della gestione commissariale di Ilva Spa in amministrazione straordinaria”. Il decreto, varato da dieci giorni salvo intese, ancora non è stato pubblicato e al momento si starebbero ancora limando e valutando altre norme.

venerdì 16 agosto 2019

Intossicati nelle vigne 20 braccianti - lo sfruttamento nelle campagne pugliesi

I PADRONI PER RISPARMIARE TEMPO, DENARO E NON FERMARE IL LAVORO METTONO A RISCHIO LA VITA DELLE BRACCIANTI.

SEMPRE I PADRONI SONO UNA RAZZA SCHIFOSA!

Venti braccianti tutti della provincia di Brindisi, in gran parte donne, ingaggiati per il taglio dell’uva in un vigneto in territorio di Turi, sono rimasti intossicati da fitofarmaci che venivano usati in un tendone adiacente a quello dove stavano lavorando... è accaduto ieri mattina mentre le braccianti erano al lavoro e poteva avere conseguenze ben peggiori. Quanto accaduto riporta alla mente la morte di Paola Clemente, morta sotto i tendoni di Andria quattro anni fa. Questa volta invece, grazie anche al tempestivo allarme, tutti i lavoratori sono stati soccorsi e messi in sicurezza. Gli operai intossicati sono stati ricoverati. Sono sotto osservazione. Dalla prima ricostruzione tutto ha inizio poco dopo le ore 7 di ieri mattina: 20 braccianti sono impegnati a lavorare sotto un tendone, intenti a tagliare l’uva dai tralci. Improvvisamente vengono investiti da una nube tossica che proviene da un tendone adiacente.

Lavorare sotto un tendone a queste temperature torride equivale a stare dentro una serra. È molto pericoloso se non si seguono determinate norma di sicurezza. Immediatamente cominciano ad

mercoledì 14 agosto 2019

ArcelorMittal - Dopo poche ore le Rsu Fim,Fiom,Uilm revocano lo sciopero per i gruisti - Come volevasi dimostrare...


Stamattina avevano già messo le mani avanti sulla non credibilità dei sindacati confederali (vedi altro post), e, puntualmente, come volevasi dimostrare, come fu per lo sciopero sospeso per la morte di Mimmo Massaro, è bastato un incontro con l'azienda perchè le Rsu hanno revocato lo sciopero. 
Sulla base di un cambiamento di linea di AM? Niente affatto! 
L'azienda ha confermato in pieno la sua posizione e il suo provvedimento di trasferimento - anzi, addirittura inserendolo in una riorganizzazione generale - e le Rsu hanno detto SI'... VERGOGNA!
 
A.Mittal: gruisti, revocati i 3 scioperi

Rsu Fim, Fiom e Uilm hanno

incontrato l'azienda