da Massimo Battista:
“Questione collinette ecologiche, siamo ormai a ridosso del nuovo anno scolastico e i genitori dei bambini delle scuole Deledda e De Carolis sono ancora costretti a rincorrere notizie per conoscere il destino dei propri figli... Gli alunni di queste scuole sono circa 550, numero drasticamente diminuito rispetto ai 700 e più di marzo 2019, in quanto molti genitori hanno preferito spostare i bambini in altri plessi scolastici della città. Per questo mi chiedo se saranno costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per poter iniziare il nuovo anno scolastico?... un sacrificio che è costato caro ai bambini l’anno scorso, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extrascolastica pomeridiana, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al gioco è preponderante nei confronti della produzione di acciaio”.
“Dalle notizie in nostro possesso a
seguito di rilevazioni top soglia, ossia dello strato superficiale del
terreno, delle collinette e zone limitrofe, risulterebbe che i valori di
diossine siano ancora oggi superiori al normato e non siano state
oggetto di bonifiche per tutti i 9 ettari di terreno, messi sotto
sequestro a febbraio 2019 dal Noe (Carabinieri). Quindi chi si assumerà
le responsabilità di riaprire quelle scuole?... Basta piantare cocco per aprire le scuole e
mettere al sicuro i cittadini del quartiere e i bambini dei plessi
scolastici in questione...
“Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa è cambiato rispetto a marzo e a quali pericoli sono soggetti, perché qui non si tratta più di una zona circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex-Ilva... i dati c’erano e ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. Invece sembrerebbe che il sindaco sia pronto a ritirare l’ordinanza di marzo di chiusura delle scuole. Attendiamo che tutti gli enti preposti spieghino come vogliono aprire le scuole e si attivino in base alle rispettive competenze, rendendo tranquillo l’inizio di anno scolastico per i bambini del quartiere”.
“Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa è cambiato rispetto a marzo e a quali pericoli sono soggetti, perché qui non si tratta più di una zona circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex-Ilva... i dati c’erano e ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. Invece sembrerebbe che il sindaco sia pronto a ritirare l’ordinanza di marzo di chiusura delle scuole. Attendiamo che tutti gli enti preposti spieghino come vogliono aprire le scuole e si attivino in base alle rispettive competenze, rendendo tranquillo l’inizio di anno scolastico per i bambini del quartiere”.
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