tarantocontro

domenica 30 dicembre 2012

nuovo incidente al MOF ilva - dopo la morte di Claudio, la questione non è ancora risolta

Un nuovo incidente è accaduto al MOF nella notte del 28 dicembre  ' turno di
notte,un treno all'interno del siderurgico ha appena impegnato una discesa,
all'improvviso secondo il racconto dei lavoratori del mof, il convoglio si è
sganciato dal locomotore, forse per la pendenza , l'attivazione automatica
dei sistemi di sicurezza ha bloccato la motrice, i vagoni si sono continuati
a muovere per inerzia e il lavoratore, ha subito ul contraccolpo derivante
dall'urto, microfrattura a un braccio con ingessamento del braccio '
questo permette insieme a i lavoratori di tornare sulla questione


Dopo la morte di Claudio e la grande e coraggiosa lotta degli
operai del Mof e degli altri operai che l'hanno sostenuta per annullare
l'accordo
del 2010 sul mono operatore nel reparto, e nonostante le promesse
dell'azienda
e di Vendola che di questa lotta si sarebbe tenuto conto per modificare la
situazione al Mof, non è invece successo nulla. Si vuole far restare tutto
come prima e i sindacati, Fiom in testa, insistono che o al Mof si lavora
così o niente, e che l'accordo del 2010 è e resta valido.
Questa è la sostanza della cosa, tutto il resto sono fronzoli. Per loro
Claudio è morto invano, gli operai hanno sbagliato a lottare e non vanno
legittimati né come diritto di sciopero né come organizzazione sindacale.

Ma così non può e non deve essere! Costi quel che costi, questa storia non
può finire così!
Lo Slai cobas con precisione e serietà già nei giorni della lotta ha detto
chiaramente quello che l'azienda deve fare e gli operai devono fare. Non è
un problema di sigla sindacale o di semplice solidarietà, ma di serietà e
determinazione. O in questa fabbrica le cose si cambiano oppure non ci sarà
limite al peggio.
Per questo invitiamo a riprendere lo stato di agitazione anche e al massimo
subito dopo le feste, a riprendere seriamente il blocco del reparto, se
l'accordo
è ancora in piedi e se non viene radicalmente cambiata la situazione.
Non c'è solo il problema dell'accordo al Mof che deve saltare - la cosa vale
anche per i gruisti, per gli altri reparti - c'è anche la legge da
rispettare in quelle rarissime volte che essa tutela le condizioni del
lavoro in sicurezza. La sentenza del 5 novembre in Cassazione lo ha
ribadito, e questa deve essere fatta rispettare rigidamente all'Ilva per
mille ragioni che tutti sappiamo, e proprio in questa situazione in cui
sicurezza e messa a norma sono condizioni indispensabili non solo per la
tutela degli operai ma anche per la esistenza stessa della fabbrica.

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA

Taranto via Rintone 22 - slaicobasta@gmail.com - T/F 0994792086 - 3475301704
(attivo anche in questo periodo di feste).

TA. 22.12.12
Pubblicato da tarantocontro alle 10:32 Nessun commento:
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sabato 29 dicembre 2012

cassa integrazione - la regione non paga - paga riva?



FULVIO COLUCCI
TARANTO - Il no della Regione Puglia alla cassa integrazione in deroga scuote l’Ilva. Il Gruppo Riva dovrà pagare di tasca propria i lavoratori dichiarati in esubero a fine novembre (1400 unità poi ridottesi a 700, ma il provvedimento ha interessato effettivamente solo duecento dipendenti dell’area a freddo). Il ricorso alla «cassa» fu letto, per la sua «tempestività», come una reazione alla svolta giudiziaria di due mesi fa nell’inchiesta condotta dalla procura di Taranto sull’ipotesi di disastro ambientale: gli arresti eccellenti, ma soprattutto il sequestro dei prodotti e il divieto di commercializzazione mettevano di nuovo in difficoltà - secondo il Gruppo Riva - lo stabilimento siderurgico. In realtà, l’azienda non ha fatto richiesta alla Regione Puglia per l’accesso all’ammortizzatore sociale o, almeno, fonti della stessa Regione confermano l’assenza di un documento che formalizzi la domanda.

Ieri, il governo regionale ha reso noto, comunque, il suo parere negativo alla cassa in deroga in una nota informale inviata all’Amministrazione provinciale di Taranto. Proprio nella sede della Provincia si svolgeva una riunione sul tema dell’emergenza occupazionale e del ricorso agli ammortizzatori sociali. L’orientamento della Regione Puglia era quello di respingere eventuali richieste di cui si era appreso solo attraverso notizie diffuse dagli organi d’informazione, rafforzando il rifiuto al via libera per la cassa integrazione in deroga con un ragionamento che la etichettava come inammissibile per una serie di ragioni: la scarsità di risorse, l’imminente conclusione dell’anno, la quasi contestuale attivazione di altre due procedure di cassa integrazione ordinaria: la prima per crisi, datata novembre, coinvolge quasi 2mila lavoratori dell’area a freddo e dura 13 settimane (in cassa attualmente ci sono 650 dipendenti dello stabilimento siderurgico); la seconda cassa integrazione, sempre ordinaria, fu proclamata subito dopo il tornado del 28 novembre, coinvolge circa un migliaio di operai dei reparti che hanno subito i danni del maltempo ed è stata prorogata fino al 30 gennaio (in tutto ora solo 90 lavoratori sono in esubero).

A prescindere dall’intervento della Regione Puglia, ieri l’Ilva e i sindacati non hanno trovato un accordo sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale. Fatto rilevante, le segreterie dei metalmeccanici di Fim e Uilm - la Fiom già il 14 dicembre aveva respinto l’ipotesi di cassa in deroga e si era sfilata da una intesa - non hanno voluto rinviare la discussione alla prossima settimana e così l’Ilva sarà costretta, vista la scadenza e l’impossibilità di proroghe a riavviare la procedura. In realtà la vicenda acquista rilevanza politica per il ruolo svolto dalla Regione Puglia. «Non potevamo concedere ulteriori proroghe e quel che sconcerta - ha spiegato il segretario generale della Uilm Antonio Talò - è l’assenza di risposte da parte dell’Ilva alle nostre domande sul futuro. Non v’è certezza e l’azienda appare in balia delle onde».
Da domani al 7 gennaio sarà fermo il treno nastri 1 per la ricostituzione del parco bramme. Mancano il materiale grezzo da trasformare in prodotto finito a causa del funzionamento a singhiozzo degli altoforni, generato dalla riduzione delle materie prime stoccate nel parco minerali.
Pubblicato da tarantocontro alle 15:10 Nessun commento:
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venerdì 28 dicembre 2012

Finocchiaro .. una buona accoglienza

La Finocchiaro si presenta a Taranto ma viene contestata: "Via dalla nostra città"

 un gruppo di manifestanti protesta sotto la sede del partito

La Finocchiaro si presenta a Taranto ma viene contestata: "Via dalla nostra città"
La presenza a Taranto, dove è candidata per le primarie, del capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, è stata contestata stasera da una ventina di persone che si sono radunate sotto la sede provinciale del partito in via Principe Amedeo. I contestatori si definiscono cittadini "liberi", non appartenenti a nessun movimento e organizzazione. "Via dalla nostra città" e "Assassini" sono alcuni degli slogan urlati con riferimento all'approvazione in Parlamento da parte del Pd del decreto legge che permette all'Ilva di proseguire l'attività produttiva nonostante il sequestro della Magistratura. Digos e Polizia presidiano la zona. I contestatori sono arrivati dopo che la Finocchiaro aveva già cominciato la conferenza stampa ma non hanno raggiunto i locali del partito. Un loro esponente ha dichiarato che "i cittadini devono decidere della politica e non il contrario" con chiaro riferimento alla volontà del Pd di far candidare a Taranto la Finocchiaro.

"
Pubblicato da tarantocontro alle 12:12 Nessun commento:
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La procura impugna il decreto Salva Ilva: "Incostituzionale perché ostacola le indagini"

In questo contrasto noi siamo dalla parte della magistratura contro il governo del decreto.
Ma noi non pensiamo che da questo contrasto dipenda la difesa della salute e del lavoro degli operai e delle masse popolari tarantine, come pensa buona parte dell'ambientalismo cittadino.
Per noi è la rivolta operaia e popolare la chiave per portare reali risultati a casa.

tarantocontro
I magistrati tarantini hanno inviato alla Corte costituzionale un ricorso contro il decreto legge 207, sollevando una questione di conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato
La procura impugna il decreto Salva Ilva "Incostituzionale perché ostacola le indagini"

I MAGISTRATI della procura di Taranto hanno inviato alla corte costituzionale un ricorso contro il decreto legge 207, il "salva-Ilva" e, sollevando una questione di conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Il decreto è stato recentemente convertito in legge dal Parlamento. Non appena la legge "Recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale" sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, la procura presenterà un secondo ricorso alla consulta basato sugli stessi motivi del primo.
Secondo i magistrati tarantini, riconsegnando gli impianti dell'area a caldo (sotto sigilli dal 26 luglio scorso) all'Ilva e permettendo al colosso industriale di tornare a produrre acciaio, il governo ha di fatto impedito
l'esercizio
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giovedì 27 dicembre 2012

dopo la manifestazione del 15 dicembre, che fare? Aprire un dibattito vero!

Pubblicato da tarantocontro alle 18:17 Nessun commento:
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mercoledì 26 dicembre 2012

SULL'ILVA, "E' COLPA DEL COLTELLO..."


Alcune argomentazioni per la chiusura dell'Ilva che usano alcuni esponenti delle associazioni ambientalisti, del Comitato Liberi e pensanti, come singoli esponenti dell'area e mobilitazioni per 'Taranto libera': nociva è la fabbrica in sè, nociva è la produzione stessa dell'acciaio, le fabbriche sono tout court incompatibili con l'ambiente, e altre amenità di questo genere, ricordano un passo di Marx ne Il Capitale Libro I cap. 13° su macchine e industria. Marx polemizzando anche ironicamente con coloro che denunciano le macchine in sè e non il loro uso capitalistico, riferisce l'argomentazione del celebre scannatore Bili Sikes che in Tribunale, dove veniva processato per i suoi assassinii, ultimo quello di un commesso viaggiatore, invitava i giurati a riflettere su dove stava la colpa: «Signori giurati, è vero che a questo commesso viaggiatore è stata tagliata la gola. Ma questo fatto non è colpa mia; è colpa del coltello. E per via di questi inconvenienti temporanei dovremo abolire l’uso del coltello? Pensateci bene! Dove andrebbero a finire agricoltura e artigianato senza coltello? Il coltello non è forse salutare in chirurgia quanto dotto in anatomia? E inoltre non è ausilio volenteroso nei lieti desinari? Se abolite il coltello ci ributterete nella barbarie più profonda».

"E' colpa del coltello"! Non dello "scannatore"!
"E' colpa della fabbrica, degli impianti, della produzione siderurgica", o, meglio, della esistenza dell'industria..."! Non del sistema capitalistico basato sul profitto e sulla distruzione di tutto ciò che ostacoli il profitto!

Lo scannatore non convinse la giuria. Ma invece i fautori di Taranto libera dalla fabbrica hanno purtroppo convinto (per ora) buona parte della popolazione di Taranto - benchè non la stragrande maggioranza degli operai e anche settori consistenti delle masse popolari dei quartieri.
Calderita
Pubblicato da tarantocontro alle 11:28 Nessun commento:
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Ilva, Comitato donne per Taranto: "Il regalo è non ammalarci più"


Ilva, le donne di Taranto "Il regalo è non ammalarci più"
"Noi non vogliamo avere più dottori e strutture di eccellenza dove curarci, noi vogliamo semplicemente non ammalarci più". Lo sostengono in una nota i componenti del Comitato Donne per Taranto che, in occasione del Natale, vogliono "ringraziare i politici locali che tanto si sono spesi per farci capire quanto bravi siano stati ad introdurre nel decreto legge n. 207/2012 le assunzioni nelle Asl e la valutazione del danno sanitario".

"Vogliamo dire ai nostri amministratori e ai nostri politici - prosegue la nota - che facciamo volentieri a meno di queste modifiche e di questi 'contentini'". "Quest'anno i tarantini - si sottolinea - hanno dovuto scartare il loro regalo di Natale, ben confezionato da chi ha il dovere di difendere la salute dei cittadini, in anticipo nonostante più di 4000 cittadini abbiamo firmato una petizione indirizzata al Presidente Napolitano e ai Ministri Clini e Balduzzi con la quale richiedevano di inserire nell'Autorizzazione Integrata Ambientale i dati aggiornati dello studio Sentieri".

"Nonostante la stessa Aia - si legge ancora - sia stata rilasciata in assenza di un Piano di Emergenza Esterno; nonostante 6000 persone abbiano sfilato in una fiaccolata per sostenere il lavoro della magistratura; nonostante il 15 dicembre 2012 in più di 20mila abbiamo gridato 'No' al decreto Salva Ilva e Ammazza Taranto".
Pubblicato da tarantocontro alle 10:42 Nessun commento:
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lunedì 24 dicembre 2012

"Tregua natalizia all’Ilva 2013 sarà anno decisivo" scrive la gazzetta.. ma è una tregua che serve a Padron Riva




TARANTO - Una tregua dopo oltre cinque mesi di bufera. E' un Natale di relativa tranquillità quello che si accingono a vivere gli operai dell'Ilva dove anche stanotte si lavorerà essendo quella siderurgica una fabbrica a ciclo continuo. E' ben lontano il Natale del 1968 quando tra gli altiforni e le acciaierie Papa Paolo VI scelse di celebrare la messa della Natività. Era l'anno delle grandi contestazioni e la Chiesa volle avvicinarsi al mondo del lavoro per provare a dialogare. Il Papa arrivò in una fabbrica che era nata da appena otto anni per volere dello Stato. Quarantaquattro anni dopo il siderurgico è nelle mani di privati, la famiglia Riva, e si accinge ad archiviare un 2012 che giorni fa il presidente Bruno Ferrante ha definito, nel discorso agli operai per la messa di Natale, «veramente difficile, complesso, fatto di ansie e di preoccupazioni».

Ora che una legge ad hoc è stata approvata dal Parlamento, può dirsi scongiurato il rischio che l'Ilva chiuda per l'intervento della Magistratura - che da luglio ha accelerato con l'inchiesta sul reato di disastro ambientale - ma certo non possono dirsi diradate le nubi sulla più grande acciaieria d'Europa. Ci sono ancora tanti problemi da risolvere e tanti interrogativi che attendono risposta. Solo oggi, e con quattro giorni di ritardo sulla scadenza normale, gli oltre 11mila lavoratori del siderurgico potranno materialmente incassare la tredicesima.

Per la prima volta in 17 anni da quando l'Ilva è privata, l'azienda paga in ritardo. L'ha dovuto fare per crisi di liquidità, aggravata anche dal sequestro di prodotti finiti (valore un miliardo di euro) effettuato dalla Magistratura lo scorso 26 novembre insieme ad una serie di arresti che hanno coinvolto anche Fabio Riva, uno dei figli del capostipite Emilio (ai domiciliari da luglio). La tredicesima in ritardo ha ovviamente creato preoccupazioni tra gli operai, i quali si chiedono se questo sia stato solo un fenomeno isolato o se bisogna aspettarsi qualcosa di analogo anche il 12 gennaio, quando dovrà essere erogato lo stipendio di dicembre. E queste incertezze si legano all'andamento del mercato dell'acciaio che vive una fase di crisi.

Per il calo della domanda, dal 19 novembre l'Ilva ha infatti chiesto la cassa integrazione ordinaria per 1400 lavoratori dell'area a freddo, la parte finale del ciclo da dove escono i semilavorati e i prodotti finiti. Allo stato, quindi, diversi impianti dell'area a freddo sono fermi. In parte per la crisi e in parte per le conseguenze del sequestro di fine novembre che impedisce di muovere le merci destinate ai clienti ma anche ad alimentare gli altri siti dell'Ilva in Italia e all'estero. Questi i numeri forniti dai sindacati: sono fuori dalla fabbrica 1400 unità per crisi, 230 per i danni del tornado del 28 novembre scorso e 700 per il blocco giudiziario. La legge approvata in Parlamento (mercoledì c'è stato il sì della Camera e il giorno dopo quello del Senato) consente ora di vendere i beni ai quali sono stati apposti i sigilli, quindi è presumibile che almeno gli impianti fermati dall'azienda dopo il sequestro, ripartiranno nei prossimi giorni, cioè non appena l'Ilva formalizzerà ai magistrati l'istanza di dissequestro. Ma per gli impianti toccati invece dalla crisi, si chiedono i sindacati, che accadrà? La cassa integrazione durerà per tutte le 13 settimane o sono in arrivo commesse che rimettereranno in moto l'attività e il lavoro? Anche questo è uno degli interrogativi che gli operai di Taranto si pongono in questo Natale. Infine, c'è l'aspetto che riguarda il futuro della fabbrica e la realizzazione degli investimenti di risanamento ambientale ordinati dall'Aia, il cui importo complessivo è stimato in 3 miliardi e mezzo di euro. Venerdì scorso, con una nota, la famiglia Riva ha positivamente commentato la legge: il futuro dell'azienda, hanno scritto i Riva, era in pericolo, adesso la legge ci consente di guardare al futuro con più fiducia.

I Riva hanno assicurato che faranno gli investimenti che sono necessari, ma i sindacati attendono di vedere il piano dell'azienda prima di esprimere un giudizio. Piano che l'azienda starebbe approntando e che dovrebbe presentare nei primi giorni del nuovo anno. Per ora l'Autorizzazione integrata ambientale si è avviata solo con i primi lavori: batterie coke 5 e 6 fermate il 6 dicembre e altoforno 1 fermato l'8 dicembre. Tre interventi dal costo di 270 milioni di euro. L'ulteriore avanzamento dei lavori è fissato a gennaio col rifacimento delle batterie coke 3 e 4. Primi segnali, commentano i sindacati, ma il percorso dell'Aia è ancora molto lungo e, soprattutto, richiederà l'esborso di somme ben più rilevanti. L'azienda ce la farà - si chiedono i lavoratori -, riuscirà a trovare i soldi necessari, ha davvero volontà di impegnarsi?

Tutto questo, dunque, porta a dire che la partita Ilva, al di là della tregua di Natale, non è conclusa. E agli scenari della crisi e della continuità o meno dei Riva, se ne aggiunge un terzo: quello della Magistratura. La quale, eccezione di incostituzionalità sulla legge a parte, certo non ha concluso le sue indagini sull'Ilva e sui rapporti che quest'azienda ha avuto negli anni passati con i rappresentanti della politica, delle istituzioni e della pubblica amministrazione al fine di avere provvedimenti che non la penalizzassero
Pubblicato da tarantocontro alle 11:15 Nessun commento:
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domenica 23 dicembre 2012

ESTENSIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEVE VOLER DIRE LAVORO!


La Giunta comunale ha approvato mercoledì 19 dicembre il progetto per il servizio di raccolta differenziata porta a porta nei quartieri Tamburi, Paolo VI, Lido Azzurro e Talsano, servizio che si aggiungerà a quello già in corso nelle zone di Lama e San Vito. I fondi per questo nuovo servizio sono 3 milioni di euro, che si aggiungono a 1milione e 800 già in impiego per la raccolta in corso.
Sono fondi regionali ottenuti anche – e diremmo soprattutto – grazie alla dura lotta di circa 200 Disoccupati Organizzati, partita nell’ottobre 2010. Lotta durissima fatta di presidi, blocchi, Tenda per il lavoro, occupazioni, in cui i disoccupati organizzati dallo Slai cobas per il sindacato di classe ci hanno messo mente, corpi e proposte, ottenendo, in particolare dal Comune, soprattutto ostracismo, repressione e denunce. Questo è stato il modo con cui il Comune ha ottenuto i fondi e questo è il ringraziamento che la Giunta Stefano ha dato ai disoccupati.
Dei 200 disoccupati, oltre 50 hanno fatto corsi di formazione della Provincia per la raccolta porta a porta e 14 di essi, dopo vari e duri momenti di lotta, stanno tuttora lavorando in proroga fino al 5 febbraio alla Pasquinelli per il servizio di selezione.
La città e i cittadini dei quartieri interessati aspettano da mesi che questo servizio si faccia realmente, e là dove si sta facendo i risultati si vedono ma sicuramente potrebbero essere migliori.
Abbiamo affermato con la lotta che questo servizio sia porta a porta, fatto bene, e che occupi almeno 200 disoccupati, dimostrando nei fatti che la raccolta differenziata è una grande risorsa ambientale, economica, occupazionale. Ma come la Giunta Stefano e l’Amiu lo stanno facendo non è così. L’Amiu incamera i soldi per ripianare il suo deficit, fa il servizio con il suo personale tolto dalla pulizia della città, a Lama e San Vito non viene fatto più come prima il ‘porta a porta’, come vedono e denunciano gli stessi cittadini, con il risultato che non siamo di fronte ad un effettiva raccolta differenziata che richiede personale specifico e formato e che dei soldi stanziati dalla Regione solo una parte viene utilizzata allo scopo e questo servizio non crea nuovi posti di lavoro.
Anche l’estensione della raccolta differenziata negli altri quartieri, prevedendo l’affidamento sempre all’Amiu, non porterà nuova occupazione!
Il Comune, poi, invece che far lavorare i corsisti, assumere altri, fare nuovi corsi, continua a piazzare in maniera clientelare e precaria gruppetti di lavoratori, alimentando una guerra tra poveri. E’ inutile poi aggiungere che anche per i fondi per l’acquisto dei mezzi una gestione veramente trasparente non c’è e noi e tanti altri ne vorremmo sapere di più. Come pretendiamo di sapere perché 607mila euro ottenuti sempre dalla lotta dei Disoccupati Organizzati dalla regione e da utilizzare per il lavoro nella raccolta differenziata, siano in parte, 400 euro, andati invece a progetti di formazione/orientamento che non daranno mai lavoro e le restanti 207mila sono spariti…
Alla raccolta differenziata è legato anche il funzionamento a regime della Pasquinelli, dove serve subito più personale perché i 14 lavoratori sono costretti spesso a fare doppi turni, di 12 ore, e dove un ciclo completo di 24 ore che anch’esso permetta nuove assunzioni; per non dire che anche qui c’è bisogno di un servizio migliore che eviti possibilmente di trovare teste di cavallo nei cassonetti.
I Disoccupati Organizzati hanno poi con forza sostenuto che questo lavoro, nei quartieri Tamburi, Paolo VI in particolare, fosse svolto, oltre che dai corsisti, dai disoccupati di questi quartieri così già martoriati sul piano di disoccupazione e inquinamento. Anche su questo la Giunta comunale non dice e non fa nulla, nonostante che nel consiglio comunale del 30 ottobre ci sia stata una mozione di indirizzo in questa direzione.
I Disoccupati Organizzati Slai cobas denunciano ai cittadini, anche con esposti, questa situazione e fanno appello ad una mobilitazione dei disoccupati, dei cittadini dei quartieri Tamburi, Paolo VI, Talsano, Lido Azzurro, per imporre un servizio porta a porta reale ed efficiente, lavoro ed utilizzo effettivo e trasparente dei fondi, contro clientelismo e mala amministrazione.
Dopo le feste sarà ripreso un piano di iniziative, a partire dai quartieri che unisca questa lotta sulla raccolta differenziata a quella altrettanto importante della bonifica e risanamento ambientale che, anch’essa, richiede uso effettivo e trasparente dei fondi, piani condivisi con i cittadini e nuovi posti di lavoro.


DISOCCUPATI ORGANIZZATI
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Slaicobasta@gmail.com – 3490668610 – 3492123261

TA 22.12.12
Pubblicato da tarantocontro alle 13:04 Nessun commento:
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CLAUDIO E FRANCESCO NON POSSONO ESSERE UCCISI UNA SECONDA VOLTA.

La morte di Claudio e Francesco non può essere archiviata. In questi giorni Claudio e Francesco vengono uccisi una seconda volta.
Dapprima ci ha pensato Ferrante a sporcare la loro memoria ricordandoli in comizi e messe da lui tenuti e presenziati; nelle messa questo squallido maggiordomo del padrone ha unito il ricordo dei due operai al “pensiero sofferente” per padron Riva e famiglia “privati della loro libertà”.
E’ inutile dire che in questi giorni anche istituzioni, stampa, ecc. nessuno escluso, si sono ben guardati dal ricordarsi dei due operai morti.
Ma quel che è peggio è ciò che sta avvenendo di fatto in fabbrica.
Dopo la morte di Claudio e Francesco e la grande e coraggiosa lotta degli operai del Mof e degli altri operai che l’hanno sostenuta per annullare l’accordo del 2010 sul mono operatore nel reparto, e nonostante le promesse dell’azienda e di Vendola che di questa lotta si sarebbe tenuto conto per modificare la situazione al Mof, non è invece successo nulla. Si vuole far restare tutto come prima e i sindacati, Fiom in testa, insistono che o al Mof si lavora così o niente, e che l’accordo del 2010 è e resta valido.
Questa è la sostanza della cosa, tutto il resto sono fronzoli. Per loro Claudio è morto invano, gli operai hanno sbagliato a lottare e non vanno legittimati né come diritto di sciopero né come organizzazione sindacale.

Ma così non può e non deve essere! Costi quel che costi, questa storia non può finire così!
Lo Slai cobas con precisione e serietà già nei giorni della lotta ha detto chiaramente quello che l’azienda deve fare e gli operai devono fare. Non è un problema di sigla sindacale o di semplice solidarietà, ma di serietà e determinazione. O in questa fabbrica le cose si cambiano oppure non ci sarà limite al peggio.
Per questo invitiamo a riprendere lo stato di agitazione e al massimo subito dopo le feste, a riprendere seriamente il blocco del reparto, se l’accordo è ancora in piedi e se non viene radicalmente cambiata la situazione.
Non c’è solo il problema dell’accordo al Mof che deve saltare – la cosa vale anche per i gruisti, per gli altri reparti – c’è anche la legge da rispettare in quelle rarissime volte che essa tutela le condizioni del lavoro in sicurezza. La sentenza del 5 novembre in Cassazione lo ha ribadito, e questa deve essere fatta rispettare rigidamente all’Ilva per mille ragioni che tutti sappiamo, e proprio in questa situazione in cui sicurezza e messa a norma sono condizioni indispensabili non solo per la tutela degli operai ma anche per la esistenza stessa della fabbrica.

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA
Taranto via Rintone 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 – 3475301704 (attivo anche in questo periodo di feste).
TA. 23.12.12

All.1
Spett.le Direzione ILVA S.p.A
Al presidente Dr. Ferrante Bruno
Al Direttore di stabilimento, Dr. Buffo

All’Ing. Antonio Colucci (C.A.MOF)
Al Resp. Della Sicurezza aziendale

epc Al presidente Regione Puglia, Vendola
All'Ass. Nicola Fratoianni
al Sig. PREFETTO di Taranto




OGGETTO: situazioneMOF.

Risulta alla scrivente Organizzazione Sindacale che nonostante le assicurazioni del Dr. Ferrante, pubblicate anche dagli organi di informazione, per cui l’azienda avrebbe disposto la presenza di due operatori in quasi tutte le attività con mezzi come quello sul quale lavorava Claudio Marsella, tale indicazione viene disattesa costringendo come prima i lavoratori ad operare da soli.

Si chiede, pertanto, ai dirigenti Ilva in indirizzo di intervenire, fornendo adeguate nuove disposizioni ai responsabili del Mof e controllando che vengano eseguite.

Nello stesso tempo si fa presente che:
  1. ai sensi dell’art. 18 D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09, codesta Ditta è obbligata a far operare i lavoratori del Mof in condizioni di massima sicurezza;
  2. sempre ai sensi del TU 81 i lavoratori hanno il diritto dovere di astenersi dal lavoro in situazione di pericolo in attesa che tale situazione venga rimossa;
  3. ogni pressione da parte di capi costituisce di per sé un elemento di insicurezza psicologica dei lavoratori che costituisce rischio alla salute e alla vita degli stessi;
  4. i lavoratori del Mof hanno presentato una precisa piattaforma che riguarda l’insieme delle condizioni di lavoro e che su questa si chiede un incontro;
  5. in attesa di effettivo intervento che rimuova tutte le situazioni di pericolo, lo Slai cobas appoggia ogni iniziativa degli operai

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Coordin. provinciale
Calderazzi Margherita
347-5301704
slaicobasta@libero.it




per com. 74121 Taranto via Rintone, 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 - 347530170
 
lettera proposta ai LAVORATORI DEL MOF

Alla Direzione ILVA S.p.A
Al presidente Dr. Ferrante Bruno
Al Direttore di stabilimento, Dr. Buffo

All’Ing. Antonio Colucci (C.A.MOF)
Al Resp. Della Sicurezza aziendale

epc
al Sig. PREFETTO di Taranto


In riferimento alle misure prevenzionistiche nei luoghi di lavoro, di cui al capo III, art. 15, D.Lgs 81/08 e s.m.i. D. Lgs 106/09;
ai sensi dell’art. 18 stesso decreto, che indica gli adempimenti gli obblighi del datore di lavoro;
in riferimento ai requisiti di sicurezza enucleati nell’allegato V del decreto sopra indicato – compresi i requisiti tecnici di sicurezza di cui ai punti 2.6, 2.7, 2.8, 2.9 dello stesso all. V - a cui devono rispondere i locomotori, tra i quali la dotazione di dispositivi di comando e di emergenza che consentano di arrestarne il funzionamento tempestivamente, in presenza di rischi esistenti nonché in caso di necessità;
ai sensi dell’art. 63 del decreto, per quanto attiene i luoghi di lavoro, che dispone l’obbligo di rispetto delle condizioni di sicurezza indicate nell’allegato IV (illuminazione, camminamenti, spazi di movimentazione di veicoli in generale e di persone);

COMUNICHIAMO CHE IN ASSENZA DI MISURE DI SICUREZZA CHE POSSANO COMPORTARE UN PERICOLO IMMEDIATO,
IN PARTICOLARE IN MANCANZA DEL SECONDO OPERATORE,
AI SENSI DI QUANTO STABILITO DAL D.LGS 81/08,
CI ASTERREMO DA EFFETTUARE OPERAZIONI A RISCHIO IN ATTESA DELL’ATTUAZIONE DI TALI MISURE. 

Importante sentenza della Cassazione che dobbiamo rispettare e imporre di rispettare in tutti i reparti ilva da subito !


"Ci si può rifiutare di lavorare se manca la tutela della salute"


Il 5 novembre è uscita un'importante sentenza della Cassazione, in un certo senso innovativa, anche perchè non parla solo di "sicurezza" ma anche di tutela della salute.
E' una sentenza che può essere utilizzata anche in presenza di altre sostanze pericolose per la salute, pensiamo ai lavoratori dell'Ilva.

"Il datore che non adotta le misure necessarie di tutela della salute sul lavoro è da considerare inadempiente rispetto al lavoratore. Questa condotta giustifica dunque, in base al l'articolo 1460 del Codice civile, il rifiuto di lavorare in ambienti non sicuri e fa permanere, a carico del primo, l'obbligo di retribuire chi si sia astenuto in ragione di quell'inadempimento. È l'interpretazione che si desume dalla sentenza della Cassazione n. 18921 del 5 novembre 2012 (sezione Lavoro).
Il caso riguarda una parte del personale di una grande officina, nei cui locali erano state svolte lavorazioni che avevano determinato un inquinamento da amianto. Nonostante la bonifica realizzata dal datore, i dipendenti, preoccupati anche dai contenuti di un verbale di sopralluogo svolto da specialisti della società, chiedono la sospensione del lavoro e ulteriori interventi. Il datore li nega e i lavoratori si astengono dal continuare a lavorare, pur rendendosi disponibili a farlo in altri locali aziendali. Intervenuto il giudice penale, il pericolo alla salute è scongiurato e le maestranze decidono di ritornare in azienda. Il datore, a quel punto, rifiuta, però, di pagare la retribuzione per il mese e mezzo di astensione.

Inevitabile il ricorso da parte dei dipendenti al giudice del lavoro: essi sostengono che la loro condotta fosse da considerare legittima reazione all'inadempimento di obblighi di sicurezza gravanti sul datore e chiedono il pagamento della retribuzione. I due giudizi di merito si concludono positivamente per i ricorrenti. La decisione di secondo grado, in particolare, si basa su perizie che evidenziano difetti nell'organizzazione delle operazioni di bonifica con conseguente dispersione di residui di amianto nei locali di lavoro.

Proprio questo aspetto, secondo i giudici, rappresenta il nucleo dell'inadempimento del datore sugli obblighi previsti dall'articolo 2087 del Codice civile e giustifica, sul piano giuridico, il rifiuto di lavorare dei prestatori. La società ricorre in Cassazione. La Corte sottolinea, principalmente, due profili. In primo luogo, i giudici d'appello hanno bene interpretato l'articolo 2087 del Codice civile, secondo cui ogni datore deve adottare le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica dei prestatori di lavoro: essi, infatti, hanno censurato il datore per la violazione delle regole di comportamento che la stessa società aveva fissato ed emanato per eliminare/ridurre i rischi. La decisione di merito, inoltre, rivela una corretta applicazione del l'articolo 1460 del Codice civile, in base al quale, nei contratti con prestazioni corrispettive come è quello di lavoro, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la propria obbligazione, se l'altro non adempie.
In questo senso, i giudici hanno valutato la condotta dei lavoratori come reazione al l'inadempimento datoriale.

La Corte dunque ha rigettato il ricorso e condannato la ricorrente".

5.11.2012
 


 
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IL REGALO DI NATALE ALL’ILVA E IL “REGALO” AGLI OPERAI



Il decreto Ilva è stato il regalo di natale del governo all’azienda. Ferrante, Buffo e infine la famiglia Riva lo hanno accolto con entusiasmo e ogni giorno hanno espresso la loro gratitudine e la loro ripresa piena del potere in fabbrica, con comizi, messe e dichiarazioni stampa.
Proprio a dimostrazione che padroni e operai in questa vicenda non sono sulla stessa barca, vediamo invece il “ringraziamento” che hanno ricevuto gli operai.
La 13° pagata in ritardo come segnale che anche gli stipendi del prossimo mese possono essere dati in ritardo, e i numeri della cassintegrazione aumentati, nonostante l’approvazione del decreto abbia tolto giustificazioni alla stessa cassa e come minimo i numeri avrebbero dovuto essere ridotti.
Ma lavoro e salario sono armi molto consistenti di ricatto, per tenere gli operai buoni a lavorare e allineati e coperti sulla posizione aziendale.
Nessun operaio ha accolto bene queste decisioni e questa situazione. Ma a mantenere il clima ci hanno pensato i sindacati confederali. Il segr. Della Fim, Panarelli e quello della Uilm, Talò - su Stefanelli, Fiom, stendiamo un velo pietoso – si sono letteralmente sbracciati in questi giorni in dichiarazioni di sostegno all’azienda che ne hanno dimostrato la natura di puri e semplici portavoci.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ribadisce il suo netto NO alla cassintegrazione e ad ogni attacco ai salari dei lavoratori.
Se entro il 10 di gennaio non saranno rientrati tutti gli operai dalla cassa e gli stipendi non saranno regolarmente garantiti, la fabbrica si deve fermare, con le buone o con le cattive.
A questo chiamiamo fin da ora tutti i lavoratori e tutti gli organismi sindacali, formali o non formali.

Se col decreto salva-Riva in atto si lascia mano libera all’azienda, non si avrà alcun risanamento – ammesso pure che col decreto si possa avere – e gli operai saranno usati oltre che come burattini, come manodopera flessibile a disposizione, senza alcuna garanzia.
Lo Slai cobas chiede con forza che si vada ad una verifica ora dell’effettiva rappresentatività dei sindacati confederali in fabbrica attraverso il rinnovo subito delle Rsu.
Lo Slai cobas sostiene la necessità di una lista unica di tutti coloro che non condividono la linea dei tre sindacati confederali in fabbrica per vincere le elezioni e ridare in mano ai lavoratori il sindacato.

Taranto via Rintone 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 – 3475301704 (attivo anche in questo periodo di feste).

TA. 22.12.12
Pubblicato da tarantocontro alle 12:44 Nessun commento:
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l'ilva taranto questione nazionale nel lavoro della rete nazionale per la sicurezza sul lavoro -

comunicato
Saranno pronti a giorni gli atti con gli interventi dell'assemblea nazionale della rete nazionale per la sicurezza sul posto di lavoro tenutasi a Taranto il 7 dicembre 2012.
Ricordiamo che a gennaio in almeno 20 città italiane saranno organizzate assemblee promosse dalla Rete, ma  assolutamente aperte a tutti - sulla questione Ilva come su tutte le altre vicende che toccano sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio, con la presenza di compagni di Taranto e di tutti coloro anche non aderenti finora alla rete che siano interessati a costruire iniziative di vario genere nella prospettiva di una grossa
manifestazione nazionale a Taranto - periodo previsto seconda metà di aprile.
Il nostro appello è rivolto in particolare a operai,lavoratori,rls,sindacati di base e di classe, organismi tematici e organismi popolari, ispettori del lavoro o dell'asl, avvocati, giuristi, medici, intellettuali, artisti ecc..
ma anche a tutte le forzepolitiche proletarie, comuniste, rivoluzionarie che siano impegnate o vogliano impegnarsi in questa battaglia.
Chiunque voglia organizzare o contribuire a realizzare queste assemblee sul territorio prenda subito contatto con la Rete sia al suo indirizzo nazionale sia a quelli locali dei compagni e forze impegnati nella Rete
bastamortesullavoro@gmail.com
23 dicembre 2012
Pubblicato da tarantocontro alle 12:03 Nessun commento:
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contro i governi dei padroni a taranto e a livello nazionale - la lotta e non il voto ! Boicottiamo le elezioni !


Pubblicato da tarantocontro alle 08:53 Nessun commento:
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sabato 22 dicembre 2012

Una poesia di Bertolt Brecht, agli operai, ai giovani, alle donne, alle compagne e compagni, a tutti coloro che vogliono trasformare e trasformarsi

LODE DELL’IMPARARE

Impara quel che è più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’abc; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non avere paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.
Controlla il conto,
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.

Bertolt Brecht
Pubblicato da tarantocontro alle 10:33 Nessun commento:
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venerdì 21 dicembre 2012

comunicato N°1 prigionieri politici e latitanti famiglia riva.. tragedia o farsa

La famiglia Riva
«Ilva sta attuando
prescrizioni Aia»

TARANTO – «Lo Stabilimento di Taranto sta attuando le prescrizioni della nuova Aia». Lo afferma in una nota la famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva, aggiungendo che «gli investimenti richiesti sono ingenti». «Stiamo lavorando per assicurare questi investimenti e siamo fiduciosi di riuscirci».

«In questi mesi – sottolinea la famiglia Riva – il futuro dell’Ilva è stato in pericolo. Abbiamo sempre e solo chiesto di poter produrre e vendere i nostri prodotti adeguandoci ai tempi previsti dalle nuove norme. Nessun ricatto occupazionale. Nessuna pressione diretta o indiretta. Solo un fatto molto semplice e logico: senza produzione e vendita una fabbrica non può sopravvivere».

I Riva si dichiarano «fiduciosi che ora in Italia vi sia una nuova strada, una scelta politica capace di coniugare i valori fondamentali della nostra società».

“La legge che il Parlamento ha ieri approvato ci fa guardare con fiducia al futuro. Non abbiamo mai voluto lasciare Taranto. In 17 anni abbiamo investito 4,5 miliardi di euro solo nel sito pugliese e abbiamo mantenuto la fabbrica competitiva, rispettando sempre la legge”.

“Il Governo e il Parlamento - sottolinea la famiglia Riva a proposito della conversione in legge del decreto – hanno riconosciuto il ruolo strategico dell’Ilva e hanno dato fiducia al management e alla Proprietà. Nell’Ilva vediamo il presente e il futuro della siderurgia italiana, una siderurgia che vuole coniugare rispetto dell’ambiente e della salute con il lavoro. In Italia, come in Europa, si deve evitare che l’industria e il lavoro entrino in conflitto con le giuste sensibilità ambientali”.


Pubblicato da tarantocontro alle 20:29 Nessun commento:
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un lurido porco come LaRussa e qualche lurido porco di taranto pronti a candidare i due marò assassini in vacanza a natale

in partenza per l'Italia
e già arrivano offerte di candidatura

L'aereo del ministero della Difesa partirà poco dopo la mezzanotte da Kochi in direzione Roma Ciampino. Monti: "Sono un esempio del rispetto e del servizio verso il paese". La Russa: "Cedo i posti migliori in lista così vanno in Parlamento e restano in Italia"

Lo leggo dopo

KOCHI - Al termine di una lunga giornata trascorsa a Kollam e Kochi, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono rientrati in serata nell'albergo che li ospita per prepararsi a lasciare l'India tra poche ore. L'aereo speciale inviato dal ministero della Difesa per riportare in Italia i due fucilieri della Marina militare dovrebbe decollare dall'aeroporto internazionale di Kochi alle 4.55, ora locale (0.25 in Italia) diretto all'aeroporto di Roma Ciampino.

L'ultimo appuntamento della giornata è stato con il commissario Ajith Kumar al quale le autorità italiane dovranno far pervenire tutte le informazioni legate agli spostamenti in Italia dei due marò finiti al centro di una contriiversia diplomatica e giudiziaria dal giorno in cui furono fermati con l'accusa di aver ucciso due pescatori, scambiandoli per pirati somali. Nel saluto agli ambasciatori, oggi alla Farnesina, lo stesso Mario Monti ha annunciato che i due fucilieri arriveranno domani e che "rappresentano l'esempio del rispetto e del servizio più alto verso il paese".

Il premier non è stato l'unico a citare Latorre e Girone, che rientrano dopo mesi e trovano un Paese già precipitato nel clima della campagna elettorale. Il nuovo partito "Fratelli d'Italia - centrodestra nazionale" ha subito offerto loro una candidatura: "Sono pronto a lasciare i migliori posti in lista ai due marò, che devono rientrare e restare in Italia, per svolgere un ruolo in parlamento", ha detto l'ex ministro Ignazio La Russa nel
corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo partito. Una "strumentalizzazione del tutto inopportuna" l'ha definita Federica Mogherini, deputata del Pd, facendo riferimento soprattutto alla delicata situazione dei rapporti diplomatici fra Italia e India sulla vicenda: "Tanto più da parte di chi ha ricoperto la funzione di ministro della Difesa - aggiunge Mogherini - , ci si attenderebbe un comportamento più equilibrato e responsabile".

I due marò torneranno per un permesso sotto cauzione di due settimane, trascorse le quali dovranno ripartire per l'India ed attendere il processo.
(21 dicembre 2012)
Pubblicato da tarantocontro alle 20:23 Nessun commento:
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A TARANTO VIA L'ILVA PER FAR LARGO ALLA NATO .. solo una favola ?


Di comidad (del 31/07/2012 @ 09:36:26, in Commentario 2012, linkato 4093 volte)
La Psychological War della NATO conosce i suoi polli, quindi era facilmente prevedibile che il lanciare l'esca di un dibattito infinito sull'alternativa tra salute e lavoro avrebbe stanato la legione dei filosofastri sempre in agguato. Nel "dibattito" ovviamente non si è mai mancato di avallare quell'ipocrisia ufficiale secondo la quale le industrie esisterebbero per dare posti di lavoro, perciò, in definitiva la colpa dell'inquinamento è degli operai.
Ciò non vuol dire che l'Ilva di Taranto non sia realmente inquinante; lo è, eccome. Il punto è capire perché la situazione sia stata lasciata incancrenire per anni, come se fossimo ancora nell'800, e non fossero già disponibili da anni le tecnologie non solo per il disinquinamento, ma anche per il ricircolo delle acque impiegate nella produzione siderurgica e per il recupero delle scaglie. A chi fa comodo questa emergenza?
Nel febbraio del 2004 Peacelink rendeva noti documenti del Pentagono - peraltro non segretati - da cui risultava che Taranto sarebbe divenuta sede di un'altra base navale della NATO. La notizia era fino ad allora ignota al Parlamento italiano, anche se era stata in qualche modo anticipata da dichiarazioni di Francesco Cossiga.
La nuova base navale sarebbe stata collocata nel Porto di Taranto, nella nuova megastruttura del Molo Polisettoriale. La base NATO dovrebbe ospitare un grande centro di comunicazioni e spionaggio e servire da sito per i sommergibili nucleari della USNavy. [1]
Dalla mappa del porto di Taranto risulta che il Molo Ovest (o 5° Sporgente), in uso all'Ilva, ed il Molo Polisettoriale, destinato alla NATO, sono a ridosso l'uno dell'altro, ed hanno anche un'insenatura in comune. La stessa insenatura che dovrebbe essere usata dai sommergibili nucleari. [2]
Il caso, la coincidenza e le circostanze della vita hanno fatto sì che la NATO avesse l'opportunità di liberarsi dell'ingombrante vicino grazie ad un'iniziativa della Procura di Taranto. Toghe a stelle e strisce? Ma chi oserebbe mai pensarlo. Perché mai tre basi militari nel Porto di Taranto dovrebbero sottrarre lo spazio ad altre attività?
Gli esempi di altre città ci confortano in questa fiducia nella NATO. Nonostante la nuova base NATO di Giugliano in Campania, e nonostante il rafforzamento delle basi USA del Porto di Napoli e dell'Aeroporto di Capodichino, nel quartiere napoletano di Bagnoli c'è tuttora una base NATO, di cui da due decenni si annuncia vanamente la prossima chiusura. A Napoli la militarizzazione del territorio non ha mai ceduto terreno, semmai lo ha tolto ad altre attività, tanto che dal 1999 il Porto ha ceduto alla USNavy più del 50% delle banchine.
Negli anni '80 anche a Bagnoli c'era ancora uno stabilimento dell'Ilva, che però, quello sì, fu veramente chiuso, anche se con motivazioni ufficiali diverse da quelle oggi adoperate a Taranto. Anche quella di Bagnoli è stata chiaramente una pura coincidenza.
Ovviamente il "cui prodest" non è mai un criterio valido per interpretare gli avvenimenti. Bisogna invece convenire onestamente che la NATO è fortunata, o è protetta da Dio. Anzi, diciamo pure che ormai la NATO è Dio, così si fa prima.

[1] http://www.peacelink.it/disarmo/a/3030.html
http://www.zonanucleare.com/dossier_italia/taranto_nucleare.htm
http://www.peacelink.it/editoriale/docs/185.pdf
[2] http://www.tarantoporto.com/logistica/polisett.htm
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Pubblicato da tarantocontro alle 19:18 Nessun commento:
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maro' -cittadini liberi e pensanti -- cittadini.... - un dibattito istruttivo



Cittadini e lavoratori liberi e pensanti · Piace a 7.310 persone
2 ore fa tramite cellulare · 
  • Il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno scrive parole di giubilo per il ritorno a casa in occasione della licenza natalizia del maró Massimiliano Latorre. I due maró più famosi dell'ultimo anno sono stati accusati di omicidio, tentato omicidio, condotta dannosa e associazione per delinque dalla polizia di Kerala (India) per l'uccisione di 2 pescatori.
    I maró si trovavano lì perché "noleggiati" da una compagnia petrolifera in ossequio ad una convenzione firmata dal Ministero della difesa e dall'associazione degli armatori per lo svolgimento di servizi anti pirateria.
    Massimiliano Latorre risulta candidato alle comunali di Taranto del 2007 per At6 di Giancarlo Cito attualmente detenuto presso il carcere di Turi. Nel 2010 si è candidato alle regionali per la Puglia con Mario Cito, figlio di Giancarlo.
    QUESTA NON È LA TARANTO CHE VOGLIAMO.
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    • A te e altri 119 piace questo elemento.
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    • Gianluca ❼ Petrelli E comunque non sono marò, ma fucilieri di Marina. Io sono tornato da poco da quelle zone. E tutto sembrano, meno che pescatori. E' gente che ti spara addosso senza nessuna paura e carità. Noi siamo lì perchè ci hanno affidato un compito. Difendere il traffico dei mercantili in quella zona. Ne abbiamo presi una decina. Abbiamo offerto loro acqua e cibo. Non leggete solo quello che volete voi.
      circa un'ora fa · Mi piace · 7
    • Gianluca ❼ Petrelli E non siamo ne eroi, ne nulla. Facciamo solo il nostro compito. Il compito che l'Italia ci ha affidato.
      circa un'ora fa · Mi piace · 6
    • Francesco Rauseo De Mitri no no gianluca loro leggono quello che gli fa comodo............................ voglio vedere se ci fosse stato un loro parente li e gli avesse detto che quelli non erano per niente pescatori cosa scriverebbero ora
      circa un'ora fa · Mi piace · 2
    • Luana Fiorenza mai letto un post più inutile e triste...sono certa che il mio "mi piace" in meno non vi danneggerà più di tanto, ma la perdita del rispetto da parte di chi vi legge e segue da tempo dovrebbe farvi riflettere...
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 3
    • Luana Fiorenza e aggiungo che quando parlate dei militari dovreste avere QUANTOMENO lo stesso rispetto che avete per gli operai! Poveri voi...
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Cosimo Schiavone Andate a "servire" la VS patria .....siete pagati per farlo.....se io muoio per lavoro nessuno sospira parole di conforto, se vanno in quelle zone e compiono il "loro" dovere debbono prendersi le loro responsabilità....belle o brutte che siano. Per cui basta co' sti marò fateli rimanere li se devono rimanere......
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 1
    • Piergiorgio D'elia Vacci te li..solo chi non ha mai partecipato a missioni del genere non può apprezzare il nostro lavoro...noi garantiamo per la vostra libertà...
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 4
    • Fabiola Ferretti Dai ragazzi però la storia di quei due poverini che si sono fatti già otto mesi di carcere senza motivo e' puramente strumentale... Non c'azzecca niente!! Ma se fosse vera tutta la storia degli indiani ma secondo voi sarebbe normale farli tornare a cas...Altro
      circa un'ora fa · Mi piace · 4
    • Luana Fiorenza Mio dio quanta ignoranza..."fateli rimanere li"..."se io muoio x lavoro"...
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Cosimo Pizzolla CHE MISERIA!!! come al solitp al servizio dei padroni!!!!!
      circa un'ora fa · Mi piace
    • Aldo Schiedi Trovo fuori luogo questo argomento con la causa di Taranto.....state facendo uscire piano piano fuori la vs anima del comitato......"Cobas"
      circa un'ora fa · Mi piace · 4
    • Cittadini e lavoratori liberi e pensanti Ribadiamo dei dati oggettivi che ognuno sta interpretando a modo proprio:
      1 i due maró sono accusati di quei reati riportati nel post iniziale, saranno in futuro giudicati per gli stessi. Non c'è nulla di definitivo attualmente.
      2 chi lavora per lo sta
      ...Altro
      circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 3
    • Raimondo Bertollo Meglio piccolo pannella che un grande fascista
      59 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Pietro Antonucci Di colpo tutti i Liberi e Pensanti son diventati soltanto anti-Cito (di cui non me ne frega assolutamente un cazzo) e soprattutto anti Militari. Gran bella stronzata. Perchè NOI militari tarantini non siamo degni di far parte del comitato e delle lotte...Altro
      58 minuti fa · Mi piace · 8
    • Daniela Margot Louise Antonucci Francamente leggere qsti post fa davvero rabbrividire..... Il fatto che il sindaco di Taranto abbia parlato dei Maro' lascia il tempo che trova.... Ma usare le parole del sindaco x buttare fango sui militari mi fa ricredere un po' sulla fiducia e sul r...Altro
      57 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 5
    • Luana Fiorenza avete palesemente affiancato la figura di un militare candidato politicamente a quella di un carcerato definitivamente condannato x associazione mafiosa.
      57 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 4
    • Luana Fiorenza se non ce l hai col militare ma cn stefàno dovevi scrivere "questo non è il sindaco che vogliamo" e non "questa non è la taranto che vogliamo".
      54 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Fabrizio Villani Attenzione alle PAROLE CHE DITE......PRIMA DI PARLARE SENZA PENSARE GUARDATEVI INTORNO...
      53 minuti fa · Mi piace · 2
    • Cittadini e lavoratori liberi e pensanti Aldo Schiedi: non siamo nè un partito, nè un sindacato.
      Pietro Antonucci: quel che scrivi lo stai dicendo tu, non lo abbiamo scritto noi
      Fabrizio Villani: È una minaccia?
      49 minuti fa tramite cellulare · Mi piace
    • Peppe Vernaglione Non fate i comunisti... Che non serve... Continuate a perorare la causa ilva del resto non vi preoccupate. On tocca a voi...
      46 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 4
    • Giuseppe Rochira cittadini liberi e pensanti avete capito adesso cosa intendevo dire? io ho capito la vostra buona fede ed é anche chiaro che stefano è un coglione a certi livelli, però risulta pericoloso utilizzare certe argomentazioni per screditare il sindaco.
      Ma mi sto facendo capire o dobbiamo andare avanti fino a stasera?
      45 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 3
    • Daniela Margot Louise Antonucci Giuseppe rochira.... Io nn ho capito cosa intendesse dire il comitato.... O meglio spero di aver capito male ...... Delucidazioni in merito al post!!!
      41 minuti fa tramite cellulare · Mi piace
    • Peppe Vernaglione Con queste affermazioni cade tutto ciò che di buono avete fatto... Avete buttato la maschera.... La politica non tocca a voi farla... E non tocca a voi neanche fare i gjudici senza tra l'altro conoscere i fatti....
      40 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 5
    • Gennaro Elisa Materazzo Ragazzi seguo il vostro movimento, ho sostenuto le vostre e nostre battaglie. Ho pianto per i vostri due morti, ho massimo rispetto per i veri operai dell ilva che lavorano tra i fumi e nel pericolo. Ma non sono un operaio ma un uomo del san marco con ...Altro
      37 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 6
    • Raffaele La Chiesa Cittadini e lavoratori liberi e pensanti ti ho sempre stimato ma hai pisciato fuori dal vaso! hai sottolineato che La Torre lavorava x Cito....che c'entra con la questione Taranto Ilva Stefano??? Se mi conosceste capireste tutta la mia tarantinitá,quel...Altro
      37 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 4
    • Pietro Antonucci Non lo abbiamo scritto noi ???? Forse allora è bene che tu ti fermi un attimo a rileggere tutte ciò che hai scritto ed a riflettere su tutti i commenti ricevuti. Non ho capito chi c'è dietro la tastiera in questo momento a scrivere a nome dei "Cittadin...Altro
      36 minuti fa · Mi piace · 5
    • Cittadini e lavoratori liberi e pensanti Perdonate ma vi state inutilmente ed ingiustificatamente sentendo criticati ed attaccati. Questo è quanto. Ullteriori spiegazioni al post iniziale sono state date nei commenti successivi ma forse non li avete neanche letti perché ci sono tanti commenti.
      31 minuti fa tramite cellulare · Mi piace
    • Giuseppe Rochira ve lo dico di nuovo.. non siate orgogliosi io vi stimo e il 10 agosto sono rientrato dalle ferie perché mi avete trascinato emotivamente.
      Siete forti!!! ma lasciate stare questo argomento dei due maro '.
      cancellate il post o chiarite meglio perché tutti i marinai che vi seguono +io sono fisioterapista, potrebbero giustamente prendersela a male.
      31 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Francesco Rauseo De Mitri se non ricordo male ho iniziato a imparare a leggere quando andavo all'asilo....................................................... e visto che ora riesco a farlo bene deduco che la teoria: lasciamo le nostre bandiere si è andata a far friggere........................... visto che avete condannato quel militare solo perché appoggiava cito..................... Il MALE PEGGIORE che sovrasta taranto è l'IGNORANZA
      30 minuti fa · Mi piace · 5
    • Luigi Stallo voglio solo osservare che IL DIRITTO INTERNAZIONALE prevede che i marò italiani, per un reato ( ancora presunto in assenza di un giudicato ) commesso in acque internazionali siano giudicati, eventualmente condannati ed imprigionati nel LORO paese ( ...Altro
      30 minuti fa · Mi piace · 2
    • Raffaele La Chiesa Cittadini e lavoratori liberi e pensanti continui a nn rispondermi che c'entrava Cito nel saluto di Stefano a Max??? Rispondi!
      28 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Daniela Margot Louise Antonucci Perdonatemi ma io i commenti li ho letti tutti e il post del comitato l ho letto già troppe volte x riuscire a scorgere il senso che a qnt pare ha capito solo chi del comitato l ha scritto.....cmq io da militare nn mi sento attaccata.... solo mi infastidisce che persone che nn conoscono la nostra vita si improvvisino giudici .....
      28 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 1
    • Raffaele La Chiesa leggili tu i commenti Cittadini e lavoratori liberi e pensanti che io l'ho fatto!!! Abbiamo tutti male interpretato o hai scritto cavolate???
      25 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 3
    • Raimondo Bertollo Raffaele bravo continua ad offendere ho solo voluto ricordare i due morti non quando invece tu hai solo difeso i due maro' alla quale non ho niente contro... Ho tanti parenti e amici in marina a me tanto cari... Quindi non perdere tempo ad offendere...dovresti vergognare tu
      21 minuti fa tramite cellulare · Mi piace
    • Giuseppe Rochira uno scivolone può capitare a tutti. voi avete compiuto azioni eroiche e scritto cose ineccepibili.
      ora cancellate sta cosa disordinata pregiudizosa e offensiva
      20 minuti fa tramite cellulare · Mi piace · 2
    • Francesco Rauseo De Mitri peccato.................................... quasi quasi ci avevo creduto a una lotta dove tutti sono uguali..........................pazienza.
      11 minuti fa · Mi piace · 1
    • Fiorella Masci E uno scandalo che per due assassini il governo ha versato quasi un milione di euro per la liberazione fisse stati il contrario gli indiani sarebbero marciti in galera
      10 minuti fa tramite cellulare · Mi piace
    • Pietro La Grotta Sei sicura che a parti invertite sarebbe andata così? Pensa che c'è un certo CESARE BATTISTI (Brigatista, terrorista e assassino che se ne sta libero di girare in Brasile), eppure in Italia, per alcuni politici è un martire
      6 minuti fa · Mi piace · 1
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TA NON È LA TARANTO CHE VOGLIAMO
Pubblicato da tarantocontro alle 19:07 Nessun commento:
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