Il volantino diffuso durante il presidio
19
giugno
Oggi
19 giugno è una giornata internazionale contro la repressione; a
sostegno delle lotte nelle carceri di tutto il mondo. come parte del
movimento dei proletari e dei popoli di tutto il mondo.
Questa
data ricorda
il massacro dei
prigionieri politici in
Perù del 1986, appartenenti e sostenitori del Partito Comunista del
Perù; essi svilupparono una grande rivolta per affermare che le
prigioni non potevano fermare la guerra del popolo, la lotta di
liberazione, l'aspirazione a una società contro l'imperialismo e le
borghesia ad esso asservite, per una società che desse la terra, il
lavoro, e
in
cui gli operai e i contadini fossero al potere.
Contro
queste prigionieri fu scatenata un’atroce repressione, furono
usate bombe e massacri per mettere fine alla ribellione dei
prigionieri politici. I prigionieri politici opposero una resistenza
eroica, per
questo questa
giornata è ricordata come “giornata dell'eroismo”.
E’
un esempio di grande resistenza anche la battaglia
di Alfredo Cospito
che ha messo in discussione la sua vita con lo sciopero della fame
per tre mesi, contro l’ingiusta detenzione nel 41 bis, contro il
carcere tortura, il carcere assassino.
La
lotta dei prigionieri politici è parte della lotta della classe
operaia, dei proletari e di tutti gli oppositori politici e sociali
di questo paese!
In
questa giornata rilanciamo la
massima solidarietà agli operai e ai lavoratori di Mondo Convenienza
di Campi Bissenzio
di Firenze che da giorni stanno scioperando e la loro lotta sta
continuando perché costretti a lavorare con quei contratti che
producono il cosiddetto lavoro povero: contratto di pulizie
multiservizi, con turni tra le 10 e 14 ore al giorno per sei giorni a
settimana, con straordinari non pagati, in un meccanismo di appalti e
subappalti che ha solo scopo di abbassare il costo del lavoro e
spremere chi si spacca la schiena per lavori veramente faticosi, a
livello di schiavismo, con problemi per la salute e la sicurezza.
Ebbene
rispetto a questi padroni aguzzini e al sistema delle cooperative,
alle grandi catene commerciali che ne sono i beneficiari, questa
lotta ha ottenuto non che venissero accolte le richieste dei
lavoratori, ma la violenza poliziesca, cariche poliziesche,
organizzazioni del crumiraggio, tentativo di investirne qualcuno che
stava cancelli con il camion, come era già avvenuto a Novara con la
morte di Adil, un’avanguardia di questi lavoratori che è morto
investito dal camion di un crumiro.
La
repressione contro le lotte operaie non è soltanto le cariche
poliziesche, sono i licenziamenti, i provvedimenti repressivi, sono
le persecuzioni, sono le discriminazioni, tante quelle che colpiscono
le donne sul lavoro e il ricatto continuo.
La
repressione è
l'arma che usano i padroni del mondo, la borghesia imperialista, le
borghesie dei diversi paesi, i regimi reazionari e fascisti e
dittatoriali che stanno in tutte le parti del mondo, che usano la
violenza di Stato, il carcere, la repressione, per impedire e fermare
le lotte e, soprattutto, per impedire che diventino movimenti
rivoluzionari che mettano in discussione il potere politico dei
padroni e il sistema sociale capitalista e imperialista.
In
questa giornata del 19 giugno vogliamo
dare
un messaggio a tutti che noi
dobbiamo essere uniti, se toccano uno toccano tutti, perché
dal modo di come rispondiamo alla repressione dipende anche la
conquista reale dei nostri diritti, sul salario, sui posti di lavoro,
nel territorio e dipende l'accumulazione della nostra forza per
mettere in discussione tutto: la politica economica dei governi,
l'azione e i piani dei padroni.
Certo
il carcere non è fatto solo di prigionieri politici, il carcere è
fatto di tanta gente che c'è finita dentro e i detenuti vengono
trattati come pezze da piedi, hanno condizioni invivibili. Condizioni
che portano anche a tanti suicidi,
Un
esempio è il carcere di Taranto.
Il 16 giugno i giornali locali riportavano l'ennesimo suicidio nel
carcere e, nello stesso tempo, l'inizio di un processo contro i
detenuti. 5 rischiano il processo per la rivolta che è scoppiata il
5 dicembre del 2021 e la procura contesta il reato di devastazione. I
detenuti che non ne possono più, che si ribellano, subiscono il
processo, vengono accusati di devastazione quando la loro vita viene
devastata quotidianamente in queste carceri.
Difendiamo
le condizione di vita dei detenuti, combattiamo il carcere-assassino
e il carcere-tortura, come parte di una lotta per una società senza
carceri, una società senza sfruttamento, senza oppressione, miseria,
disoccupazione.
Soccorso
Rosso Proletario
srpitalia@gmail.com
presso Slai cobas Taranto via Livio Andronico, 47 WA 351957562
al carcere di taranto
La
“nostra giornata di lutto” per i migranti lasciati morire in mare
C’è
chi non avrà mai una giornata di lutto nazionale nel nostro paese: i
migranti.
I
migranti uccisi a Cutro
sono
stati trattati come “pezze da piedi”, prima abbandonati sulla
spiaggia e con i governanti assenti, governanti che ne avevano
provocato, che lo vogliano o no, la morte. Il
governo italiano a Cutro è andato solo per fare nuove leggi anti
immigrati. Non
ha avuto il coraggio di andare alle bare, di cui molte erano di tanti
bambini, né tantomeno di dichiarare lutti di qualsiasi genere.
Questo
sistema, questi governi, questi Stati fanno orrore.
I
morti saranno anche esseri umani ma ci sono esseri umani che
provocano stragi e morti di tanti altri esseri umani, che non sono
persone ma incarnazione del sistema sociale: il capitalismo,
l'imperialismo che provocano lutti quotidiani, dai posti di lavoro al
mar Mediterraneo, per non dire le oscene carneficine delle guerre,
delle morti per fame.
C'erano
oltre 100 bambini nelle stive della nave affondata al largo della
Grecia.
I corpi non si trovano, ne sono stati trovati ancora molto pochi. A
bordo mancavano acqua e cibo, tanti
sono morti per sete prima del
naufragio. I soccorsi al solito sono arrivati in ritardo.
Il
governo greco che è un governo reazionario come la maggior parte dei
governi in questa Europa si è comportato più o meno come tutti i
governi a fronte di queste stragi. L'allarme era scattato ore prima
del naufragio. La guardia costiera di Atene se la cava dicendo che i
migranti volevano proseguire per l'Italia, per questo non li hanno
assistiti. Dimostratosi totalmente falso.
In
realtà è una menzogna, come le tante menzogne che hanno
accompagnato la strage di Cutro.
600
vittime, mancati soccorsi, repressione e caccia nei confronti di chi
li vuole aiutare, come le ONG: su questo, il governo fascio razzista
di Meloni/Salvini/Piantedosi/Crosetto vuole dettare una linea comune
che poi è quella di non assisterli e, se per caso poi scampano alla
morte, di riportarli indietro. Riportarli innanzitutto in quei paesi
della costa del Mediterraneo, in Libia e oggi in Tunisia, dove li
tengono rinchiusi in lager e dove li sottopongono ad atroci violenze.
Nessuno
di noi può sottrarsi non
solo alla naturale solidarietà – e su questo crediamo che tanti
siano solidali con questi immigrati - ma sottrarsi alla
possibilità di fare qualcosa per
mettere fine all'orrore senza fine.
Onorare
questi morti nell'unico modo in cui è possibile: creare le
condizioni perché non ce ne siano più.
Mai
più stragi in mare, accoglienza, solidarietà, assistenza ai nostri
fratelli di classe, ai poveri del mondo, prima costretti a una vita
impossibile che li spinge sul barcone e poi annegati con il barcone e
poi, se hanno fortuna di arrivare, sottoposti a razzismo, a leggi
anti immigrati, a lavoro schiavistico.
Tratto
da ORE 12 Controinformazione rossoperaia che puoi ascoltare ogni
lunedi’/mercoledi’/venerdi’ sul blog:
proletaricomunisti.blogspot.com
Al Tribunale di Taranto