martedì 20 giugno 2023

Taranto 19 giugno in piazza, al carcere, al tribunale - cosa ha detto la delegazione di lavoratori e compagni

 

Il volantino diffuso durante il presidio

19 giugno

Oggi 19 giugno è una giornata internazionale contro la repressione; a sostegno delle lotte nelle carceri di tutto il mondo. come parte del movimento dei proletari e dei popoli di tutto il mondo.

Questa data ricorda il massacro dei prigionieri politici in Perù del 1986, appartenenti e sostenitori del Partito Comunista del Perù; essi svilupparono una grande rivolta per affermare che le prigioni non potevano fermare la guerra del popolo, la lotta di liberazione, l'aspirazione a una società contro l'imperialismo e le borghesia ad esso asservite, per una società che desse la terra, il lavoro, e in cui gli operai e i contadini fossero al potere.

Contro queste prigionieri fu scatenata un’atroce repressione, furono usate bombe e massacri per mettere fine alla ribellione dei prigionieri politici. I prigionieri politici opposero una resistenza eroica, per questo questa giornata è ricordata come “giornata dell'eroismo”.

E’ un esempio di grande resistenza anche la battaglia di Alfredo Cospito che ha messo in discussione la sua vita con lo sciopero della fame per tre mesi, contro l’ingiusta detenzione nel 41 bis, contro il carcere tortura, il carcere assassino.

La lotta dei prigionieri politici è parte della lotta della classe operaia, dei proletari e di tutti gli oppositori politici e sociali di questo paese!

In questa giornata rilanciamo la massima solidarietà agli operai e ai lavoratori di Mondo Convenienza di Campi Bissenzio di Firenze che da giorni stanno scioperando e la loro lotta sta continuando perché costretti a lavorare con quei contratti che producono il cosiddetto lavoro povero: contratto di pulizie multiservizi, con turni tra le 10 e 14 ore al giorno per sei giorni a settimana, con straordinari non pagati, in un meccanismo di appalti e subappalti che ha solo scopo di abbassare il costo del lavoro e spremere chi si spacca la schiena per lavori veramente faticosi, a livello di schiavismo, con problemi per la salute e la sicurezza.

Ebbene rispetto a questi padroni aguzzini e al sistema delle cooperative, alle grandi catene commerciali che ne sono i beneficiari, questa lotta ha ottenuto non che venissero accolte le richieste dei lavoratori, ma la violenza poliziesca, cariche poliziesche, organizzazioni del crumiraggio, tentativo di investirne qualcuno che stava cancelli con il camion, come era già avvenuto a Novara con la morte di Adil, un’avanguardia di questi lavoratori che è morto investito dal camion di un crumiro.

La repressione contro le lotte operaie non è soltanto le cariche poliziesche, sono i licenziamenti, i provvedimenti repressivi, sono le persecuzioni, sono le discriminazioni, tante quelle che colpiscono le donne sul lavoro e il ricatto continuo.

La repressione è l'arma che usano i padroni del mondo, la borghesia imperialista, le borghesie dei diversi paesi, i regimi reazionari e fascisti e dittatoriali che stanno in tutte le parti del mondo, che usano la violenza di Stato, il carcere, la repressione, per impedire e fermare le lotte e, soprattutto, per impedire che diventino movimenti rivoluzionari che mettano in discussione il potere politico dei padroni e il sistema sociale capitalista e imperialista.

In questa giornata del 19 giugno vogliamo dare un messaggio a tutti che noi dobbiamo essere uniti, se toccano uno toccano tutti, perché dal modo di come rispondiamo alla repressione dipende anche la conquista reale dei nostri diritti, sul salario, sui posti di lavoro, nel territorio e dipende l'accumulazione della nostra forza per mettere in discussione tutto: la politica economica dei governi, l'azione e i piani dei padroni.

Certo il carcere non è fatto solo di prigionieri politici, il carcere è fatto di tanta gente che c'è finita dentro e i detenuti vengono trattati come pezze da piedi, hanno condizioni invivibili. Condizioni che portano anche a tanti suicidi,

Un esempio è il carcere di Taranto. Il 16 giugno i giornali locali riportavano l'ennesimo suicidio nel carcere e, nello stesso tempo, l'inizio di un processo contro i detenuti. 5 rischiano il processo per la rivolta che è scoppiata il 5 dicembre del 2021 e la procura contesta il reato di devastazione. I detenuti che non ne possono più, che si ribellano, subiscono il processo, vengono accusati di devastazione quando la loro vita viene devastata quotidianamente in queste carceri.

Difendiamo le condizione di vita dei detenuti, combattiamo il carcere-assassino e il carcere-tortura, come parte di una lotta per una società senza carceri, una società senza sfruttamento, senza oppressione, miseria, disoccupazione.

Soccorso Rosso Proletario srpitalia@gmail.com presso Slai cobas Taranto via Livio Andronico, 47 WA 351957562

al carcere di taranto


La “nostra giornata di lutto” per i migranti lasciati morire in mare

C’è chi non avrà mai una giornata di lutto nazionale nel nostro paese: i migranti.

I migranti uccisi a Cutro sono stati trattati come “pezze da piedi”, prima abbandonati sulla spiaggia e con i governanti assenti, governanti che ne avevano provocato, che lo vogliano o no, la morte. Il governo italiano a Cutro è andato solo per fare nuove leggi anti immigrati. Non ha avuto il coraggio di andare alle bare, di cui molte erano di tanti bambini, né tantomeno di dichiarare lutti di qualsiasi genere. Questo sistema, questi governi, questi Stati fanno orrore.

I morti saranno anche esseri umani ma ci sono esseri umani che provocano stragi e morti di tanti altri esseri umani, che non sono persone ma incarnazione del sistema sociale: il capitalismo, l'imperialismo che provocano lutti quotidiani, dai posti di lavoro al mar Mediterraneo, per non dire le oscene carneficine delle guerre, delle morti per fame.

C'erano oltre 100 bambini nelle stive della nave affondata al largo della Grecia. I corpi non si trovano, ne sono stati trovati ancora molto pochi. A bordo mancavano acqua e cibo, tanti sono morti per sete prima del naufragio. I soccorsi al solito sono arrivati in ritardo.

Il governo greco che è un governo reazionario come la maggior parte dei governi in questa Europa si è comportato più o meno come tutti i governi a fronte di queste stragi. L'allarme era scattato ore prima del naufragio. La guardia costiera di Atene se la cava dicendo che i migranti volevano proseguire per l'Italia, per questo non li hanno assistiti. Dimostratosi totalmente falso.

In realtà è una menzogna, come le tante menzogne che hanno accompagnato la strage di Cutro.

600 vittime, mancati soccorsi, repressione e caccia nei confronti di chi li vuole aiutare, come le ONG: su questo, il governo fascio razzista di Meloni/Salvini/Piantedosi/Crosetto vuole dettare una linea comune che poi è quella di non assisterli e, se per caso poi scampano alla morte, di riportarli indietro. Riportarli innanzitutto in quei paesi della costa del Mediterraneo, in Libia e oggi in Tunisia, dove li tengono rinchiusi in lager e dove li sottopongono ad atroci violenze.

Nessuno di noi può sottrarsi non solo alla naturale solidarietà – e su questo crediamo che tanti siano solidali con questi immigrati - ma sottrarsi alla possibilità di fare qualcosa per mettere fine all'orrore senza fine.

Onorare questi morti nell'unico modo in cui è possibile: creare le condizioni perché non ce ne siano più.

Mai più stragi in mare, accoglienza, solidarietà, assistenza ai nostri fratelli di classe, ai poveri del mondo, prima costretti a una vita impossibile che li spinge sul barcone e poi annegati con il barcone e poi, se hanno fortuna di arrivare, sottoposti a razzismo, a leggi anti immigrati, a lavoro schiavistico.

Tratto da ORE 12 Controinformazione rossoperaia che puoi ascoltare ogni lunedi’/mercoledi’/venerdi’ sul blog: proletaricomunisti.blogspot.com

Al Tribunale di Taranto

 

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