Avevamo scritto prima delle elezioni e
prima del ballottaggio che la maggioranza proletaria e popolare di
questa città non avrebbe votato per questo sindaco e per questo
consiglio comunale. I voti, o meglio, i non voti reali, ci hanno dato
ragione.
Questa è la prima questione da
affermare. Questo Sindaco, questa Giunta, ma anche questo consiglio
comunale non ci rappresenta né rappresenta la maggioranza.
Da questo discende una prima scelta
netta e chiara che proponiamo: opposizione, generale e particolare, a
questa Giunta, a questo Sindaco, non considerare nessuno dei
consiglieri presenti nella nuova amministrazione comunale come nostro
alleato, interlocutore e, quindi, occorre che la maggioranza delle
masse popolari di Taranto facciano sentire la loro voce, la loro
protesta, la loro lotta e in questa voce, protesta e lotta
organizzarsi per rivendicare un altro potere, un potere popolare che
corrisponda anche ai numeri reali in questa città.
Non li abbiamo votati, non sono stati
votati, non per disinteresse ma per l'interesse delle masse reali;
non li abbiamo votati perchè non li abbiamo considerati capaci di
risolvere i nostri problemi quotidiani e il nostro futuro.
Le elezioni sono finite ma la lotta per
i nostri bisogni e per un cambiamento sociale e di potere è appena
cominciata.
In questa situazione va poi detta
un'altra verità che la stampa asservita al Palazzo non dice. Il
Sindaco Melucci è il Sindaco meno votato della storia di Taranto; è
espressione di un gruppo di potere politico ed economico,
minoritario; e quindi questo vuol dire che anche tutti coloro che
hanno votato in queste elezioni, sbagliando secondo noi, non sono
rappresentati da questo Sindaco e da questa Giunta. E quindi perfino
chi ha votato, se è coerente con le cose per cui ha cercato di
votare, dovrebbe essere all'opposizione di questo Sindaco e questa
Giunta ultraminoritari, e questa opposizione si dovrebbe far sentire,
non certo in nome di partiti e liste ancora più minoritarie e
squalificate e sputtanate di Melucci - vedi Baldassari, Cito, ecc.,
ma in nome delle aspirazioni e interessi sociali della città.
Nell'invitare a non votare avevamo
scritto: “Partiti, liste, candidati hanno tutti un solo interesse,
quello di occupare incarichi e poltrone o quello di ottenere comunque
favori, vantaggi, privilegi, ove non occupassero poltrone
importanti”. Erano appena finite le elezioni e tutto questo è
apparso alla luce del sole. Candidati e liste che avevano
sbraitato sui giornali e televisioni contro Melucci, sono saliti
subito sul carro del vincitore; già la notte li abbiamo visti
esultare sulle foto e sui giornali come se avessero vinto loro e non
fossero l'ennesima espressione dell'indegna corsa alle poltrone e ai
favori personali.
Un'intera lista, quella di Bitetti,
espressione significativa della vecchia amministrazione ma anche
degli interessi trasversali che hanno legato l'amministrazione
comunale e quella provinciale, una lista nata per l'espulsione dal
PD, è diventata la prima a salire sul carro per chiedere “poltrone,
poltrone, poltrone” di qualsiasi tipo, e quando non le hanno
ottenute, hanno cominciato a gridare: “azzerare, azzerare,
azzerare”, e a questo punto Melucci ne ha prontamente raccolto le
istanze para-ricattatorie, cominciando a dare “soddisfazione”.
Che dire poi della vergognosa
attitudine del Giud. Sebastio, su cui avevamo già scritto durante le
elezioni alcune cose, vedendo meriti e demeriti (rimandiamo alla
nota) ma che non pensavamo così pronto al “salto della quaglia”.
Prima in spregio ai suoi elettori e a buona parte delle liste che lo
hanno sostenuto, ha appoggiato nel ballottaggio Melucci per
ottenerne, comunque la si possa declamare, una poltrona importante,
quella del Presidente del consiglio comunale, di “garanzia”; poi
quando è scoppiata la guerra tra bande, soprattutto nel PD e nei
sostenitori di Melucci, da cui è uscito, per così dire, “vincente”
Lonoce, neopresidente del Consiglio comunale, ma non più potente
assessore e vicesindaco, collettore di affari e clientele, ci
ritroviamo Sebastio assessore “all'aria fritta”. E travestire
tutto questo di “cultura, legalità” è un insulto
all'intelligenza oltre che agli interessi delle masse di questa
città.
Appena c'è stata da fare la Giunta,
sono venuti alla luce quelli che hanno realmente eletto Melucci, con
buona pace di quegli elettori che in buona fede lo hanno votato e i
cui esponenti più negativi sono quelli che si pensano ancora di
“sinistra” o rappresentanti dei cosiddetti “interessi popolari”
in Consiglio e in Giunta.
Melucci non è mai stato di sinistra e
mai lo sarà. Melucci è il figlio ripulito di esponenti
democristiani di questa città che hanno costituito sempre il bubbone
clientelare dell'amministrazione del sottogoverno. Un imprenditore
sulle cui attività bisognerà anche tornare... cos'è in realtà la
“Ionian Shipping Consortium” che passa disinvoltamente dal
giovane imprenditore al vecchio politicante PD che praticamente non
ha mai lavorato in vita sua, come amministratore delegato?
Ma dietro Melucci c'è Emiliano, in
maniera fin troppo spudorata. Ed Emiliano, che si presenta come nume
tutelare di questa città e non demagogo “arruffa popolo” dentro
la guerra personale nel PD, è davvero poco credibile. Onestamente
non c'era ma stato, anche questa è una novità, con tutto il male
che si può dire dei Sindaci che hanno preceduto Melucci, un Sindaco
così insediato quasi direttamente dal Presidente della Regione, che
usasse il potere personale come presidente della Regione per imporlo
ai diversi partiti e gruppi di maggioranza, e che poi, appena eletto,
non solo lo vantasse come suo risultato, ma lo circondasse
immediatamente di suoi tecnici, di fatto i reali amministratori. Non
è un problema di campanilismo, ma un problema di cosa si intende per
politica, democrazia, amministrazione.
Questa è quasi un'esplicita conferma
di quello che abbiamo detto durante tutta la campagna elettorale: “
le elezioni, in questo sistema, in questa politica non sono una
scelta democratica, né servono a scegliere alcunchè, se non ad
insediare il “comitato d'affari” di turno che serve ai padroni e
alla classe dominante di questo paese.
E parliamo appunto dei padroni.
Confindustria, Confcommercio, Ordini professionali di vario ordine e
tipo sono subito accorsi a celebrare il neo Sindaco, e il neo Sindaco
dopo aver promesso il suo fedele servizio, travestito da “interesse
della città” ha subito fatto la sua scelta sulla questione più
importante dei padroni in questa città, il passaggio dell'Ilva alla
Mittal. Con buona pace dei sindacati confederali, i cui apparati più
o meno hanno sostenuto tiepidamente le elezione di questo Sindaco,
ha, infatti, incontrato in pompa magna Mittal e non si è presentato,
seppur invitato, all'assemblea del Consiglio di fabbrica del 26
luglio.
Questo coacervo di interessi produce
alla fine una Giunta composta da tecnici venuti non si sa come e
perchè, o meglio, sapendo bene il come e perchè. Una Giunta che non
coincide in nessuna misura non solo con gli interessi delle masse
popolari della città, che in larga maggioranza non ha votato, non
solo di coloro che hanno votato sperando in una Giunta che esprimesse
le persone che avevano votato, ma perfino dello stretto entourage di
Melucci, che al dunque si sono visti penalizzati dall'arrivo dei
cosiddetti “tecnici” - sulla cui biografia torneremo in seguito.
Quindi un Sindaco e una Giunta nelle
mani sostanzialmente di soggetti che nessuno conosce, nessuno ha
eletto, e nessuno sa quali sono i loro programmi, interessi.
I tecnici non sono una novità assoluta
nelle amministrazioni, anche i Sindaci precedenti, quando non
riuscivano a trovare l'accordo con i loro consiglieri, si inventavano
i tecnici, il cui operato, tutti alla luce dei fatti e in tutti i
campi, nelle precedenti amministrazioni, sono stati considerati alla
fine inutili o dannosi, ma non si era mai arrivati ad una Giunta
tecnica dal primo giorno.
I giornali per salire sul carro del
vincitore danno spazio alle lamentele di piccolo cabotaggio dei
“cerca poltrone” rimasti fuori e nello stesso tempo, per far
vedere che sono seri e responsabili, dichiarano di aspettare la
Giunta alla prova dei fatti, come se tutti quelli che stiamo
denunciando su elezioni, formazione della Giunta, “guerre tra
bande” non siano già fatti.
A questi fatti corrisponderanno altri
fatti e la stessa stampa/Tv ufficiale locale, Baldacconi in testa, si
adopererà per spiegarci che i “fatti devono essere verificati”,
ecc. ecc.
Chi ha cuore gli interessi dei
proletari, delle masse povere di questa città non deve attendere
passivamente i fatti. Per gli interessi, natura e composizione che
esprime questa Giunta, i fatti non possono essere che peggiori di
quelli del passato su tutte le questioni gravi ed urgenti della
città, prima di tutto il lavoro, la precarietà, la salute, il
salario insufficiente e il peggioramento costante e più costoso di
sanità, case, scuole, trasporti, tasse, ecc.
Questa Giunta dimostra in concreto
che non c'è alternativa, la lotta e non il voto, l'autorganizzazione
di classe e di massa, sono le uniche principali armi che abbiamo
nelle nostre mani e che richiedono il nuovo potere, radicato sui
posti di lavoro, nei quartieri, in tutti gli ambienti dove si
affermano gli interessi dei padroni e si negano i diritti alle masse.