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Taranto, il prete anti-migranti si scatena su Fb dopo i fatti di Napoli: "Autorizzerei a sparare"
Il post di don Luigi Larizza sui social è l'ultimo di una sequela che imbarazza il vescovo: "Più volte l'ho invitato a stemperare i modi per non rovinare i rapporti con la comunità islamica"
di VITTORIO RICAPITO
Don Luigi Larizza, il parroco anti-migranti di Taranto già noto alle cronache per il suo litigio in tv con l'ex sindaco di Taranto Ippazio Stefàno in difesa di occupanti abusivi di uno stabile e la messa in memoria di Benito Mussolini, torna a far parlare di sé per le sue esternazioni su Facebook. L'ultima in ordine di tempo è quella pubblicata sul social network a commento della notizia di un gruppo di militari accerchiati a Napoli da immigrati per impedire un fermo. "In casi come questi, per legittima difesa della Nazione autorizzerei i militari a sparare" scrive il sacerdote sulla sua pagina Facebook.
A febbraio 2017 il sacerdote aveva strappato diversi "like" e commenti entusiastici sulla rete commentando la nascita del gruppo dei Democratici e progressisti in questo modo: "hanno scelto di chiamarsi DP, dopo pranzo, cosa si fa dopo pranzo? Si va a gabinetto ed escono gli s...i quindi loro hanno finalmente capito cosa sono realmente". Nella stessa giornata aveva definito "vigliacco" Fabiano Antoniani, alias Dj Fabo, l'uomo rimasto paralizzato e cieco che decise di porre fine alla propria vita con l'eutanasia in una clinica svizzera.
Sulla pagina Facebook di don Luigi, che sul proprio profilo si definisce 'operaio nella vigna del Signore', non mancano polemiche dure e commenti su temi di politica nazionale e locale, dai migranti, allo ius soli, alle nomine dei nuovi assessori al Comune di Taranto. Ilgiornale.it è uno dei siti più condivisi dal parroco per esternare le sue opinioni, ma non mancano commenti ai post di pagine come Riva Destra, Basta Bugie e Matteo Salvini Leder.
Così navigando tra i commenti si passa dalle "cretinate" dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "che sta per chiudere il ciclo della sua vita" a ciò che "la grandissima Boldrina sta facendo contro gli italiani". "Peccato che non ti abbiano lasciato in mare per divenire esca per i pesci" scrive don Luigi commentando l'intervista a un migrante scontento del trattamento ricevuto. In altri post accusa alcuni preti di fare carità a pagamento e si dichiara "fiero di essere definito razzista da chi vuol distruggere la nostra fede, la nostra identità, la nostra storia".
Ad aprile 2016 don Luigi, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Taranto salì di nuovo agli onori delle cronache per aver programmato una messa per Benito Mussolini e Giovanni Gentile. L'iniziativa fu fermata dal vescovo di Taranto Filippo Santoro. In un commento più recente ad un articolo sulla nomina a vice sindaco di Taranto dell'avvocato barese Rocco De Franchi, don Luigi attribuisce al Duce il merito di aver fatto "risorgere" Taranto, "rendendola capoluogo di provincia" anche se "dopo non molti anni il Partito comunista l'ha aggregata a Bari, rendendola Provincia di Bari, così si leggerà nei libri tra qualche anno, grazie ai compagni".
Sempre nel 2016 don Luigi fu protagonista di uno scontro degno del miglior Guareschi col sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, reo, secondo il sacerdote, di aiutare i migranti "perfino portandogli il cornetto la mattina" ma di non far nulla per una dozzina di famiglie bisognose che occupavano abusivamente uno stabile inagibile e in parte evacuato. Il feroce botta e risposta, "si tolga il colletto che porta", "e lei si dimetta da sindaco", avvenne davanti a una telecamera e il video divenne subito virale sui social.
L'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro non nasconde un certo imbarazzo. "Don Luigi è stato più volte invitato a prendere posizioni più equilibrate e stemperare i modi, specie per non rovinare i rapporti con i rappresentanti della comunità islamica di Taranto. Quello che posso dire è che la diocesi tarantina va in tutt'altra direzione. Ho sempre detto che l'accoglienza dev'essere indiscriminata. Rispondendo all'appello di Papa Francesco ad accogliere gli immigrati, abbiamo destinato l'ex convento delle suore carmelitane di Poggio Galeso all'accoglienza e stiamo ristrutturando palazzo Santa Croce, che si trova proprio accanto al palazzo arcivescovile in Città Vecchia, affinché diventi centro di accoglienza per i bisognosi tarantini con 60 posti letto, mensa e tre appartamenti per minori e ragazze madri. Don Luigi sbaglia, non ci sono poveri bianchi che vengono prima e poveri neri che vengono dopo".
A febbraio 2017 il sacerdote aveva strappato diversi "like" e commenti entusiastici sulla rete commentando la nascita del gruppo dei Democratici e progressisti in questo modo: "hanno scelto di chiamarsi DP, dopo pranzo, cosa si fa dopo pranzo? Si va a gabinetto ed escono gli s...i quindi loro hanno finalmente capito cosa sono realmente". Nella stessa giornata aveva definito "vigliacco" Fabiano Antoniani, alias Dj Fabo, l'uomo rimasto paralizzato e cieco che decise di porre fine alla propria vita con l'eutanasia in una clinica svizzera.
Sulla pagina Facebook di don Luigi, che sul proprio profilo si definisce 'operaio nella vigna del Signore', non mancano polemiche dure e commenti su temi di politica nazionale e locale, dai migranti, allo ius soli, alle nomine dei nuovi assessori al Comune di Taranto. Ilgiornale.it è uno dei siti più condivisi dal parroco per esternare le sue opinioni, ma non mancano commenti ai post di pagine come Riva Destra, Basta Bugie e Matteo Salvini Leder.
Così navigando tra i commenti si passa dalle "cretinate" dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "che sta per chiudere il ciclo della sua vita" a ciò che "la grandissima Boldrina sta facendo contro gli italiani". "Peccato che non ti abbiano lasciato in mare per divenire esca per i pesci" scrive don Luigi commentando l'intervista a un migrante scontento del trattamento ricevuto. In altri post accusa alcuni preti di fare carità a pagamento e si dichiara "fiero di essere definito razzista da chi vuol distruggere la nostra fede, la nostra identità, la nostra storia".
Ad aprile 2016 don Luigi, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Taranto salì di nuovo agli onori delle cronache per aver programmato una messa per Benito Mussolini e Giovanni Gentile. L'iniziativa fu fermata dal vescovo di Taranto Filippo Santoro. In un commento più recente ad un articolo sulla nomina a vice sindaco di Taranto dell'avvocato barese Rocco De Franchi, don Luigi attribuisce al Duce il merito di aver fatto "risorgere" Taranto, "rendendola capoluogo di provincia" anche se "dopo non molti anni il Partito comunista l'ha aggregata a Bari, rendendola Provincia di Bari, così si leggerà nei libri tra qualche anno, grazie ai compagni".
Sempre nel 2016 don Luigi fu protagonista di uno scontro degno del miglior Guareschi col sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, reo, secondo il sacerdote, di aiutare i migranti "perfino portandogli il cornetto la mattina" ma di non far nulla per una dozzina di famiglie bisognose che occupavano abusivamente uno stabile inagibile e in parte evacuato. Il feroce botta e risposta, "si tolga il colletto che porta", "e lei si dimetta da sindaco", avvenne davanti a una telecamera e il video divenne subito virale sui social.
L'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro non nasconde un certo imbarazzo. "Don Luigi è stato più volte invitato a prendere posizioni più equilibrate e stemperare i modi, specie per non rovinare i rapporti con i rappresentanti della comunità islamica di Taranto. Quello che posso dire è che la diocesi tarantina va in tutt'altra direzione. Ho sempre detto che l'accoglienza dev'essere indiscriminata. Rispondendo all'appello di Papa Francesco ad accogliere gli immigrati, abbiamo destinato l'ex convento delle suore carmelitane di Poggio Galeso all'accoglienza e stiamo ristrutturando palazzo Santa Croce, che si trova proprio accanto al palazzo arcivescovile in Città Vecchia, affinché diventi centro di accoglienza per i bisognosi tarantini con 60 posti letto, mensa e tre appartamenti per minori e ragazze madri. Don Luigi sbaglia, non ci sono poveri bianchi che vengono prima e poveri neri che vengono dopo".
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