martedì 30 marzo 2021

Covid - 12 morti a Taranto oggi - Serve la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari - Regione e Asl non ce la contano giusta!

Ne parliamo giovedi 1 aprile dalle 17.00 in poi - sede Slai cobas via Livio Andronico 47 Taranto - info slaicobasta@gmil.com 347-5301604

Si potrà seguire su schermo direttamente dalla sede l'assemblea telematica informativa con il ricercatore Fabrizio Chiodo 
che ha fatto parte dell'equipe di studio e realizzazione del vaccino cubano
 

VACCINI/SANITA' - PRIMA CAPIRE, PER AGIRE - ASSEMBLEA TELEMATICA 1° APRILE COL RICERCATORE FABRIZIO CHIODO

Il 1° aprile ore 17 collegarsi on line 

Prosegue la cassintegrazione Covid permanente all'ArcelorMittal e i salari vengono tagliati - solo lo Slai cobas chiede la cassa integrazione parificata in tempi di covid al salario

La richiesta della Cig al 100% del salario è nella "Piattaforma operaia" su cui lo Slai cobas ha raccolto centinaia di firme. 

Le firme sono state già inviate a Governo, Prefettura. Dopo pasqua invieremo un documento esplicativo, con la richiesta di incontro. Quando ci sarà l'incontro chiameremo gli operai ArcelorMittal/Ilva AS/Appalto ad esserci.

Inoltre trasformeremo in esposto alla Procura la denuncia dell'uso illegittimo e truffaldino della cig-covid da parte di AM inviata mesi fa a Inps e Ispettorato del Lavoro e denunceremo anche Inps e Ispettorato del lavoro per aver dichiarato che "è tutto regolare".

ArcelorMittal, cig per Covid sino a giugno

Revoca della Cassa integrazione guadagni ordinaria iniziata ieri. Dal 5 aprile sarà riconvertita in Cassa integrazione con causale Covid 19

Corriere di Taranto

Nuova comunicazione di ArcelorMittal Italia ai sindacati metalmeccanici di Taranto, in merito alla parziale revoca della Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), iniziata ieri. Dal 5 aprile sarà infatti riconvertita in Cassa integrazione con causale Covid 19, utilizzando l’ulteriore periodo di 13 settimane previsto dal Dl Sostegni, e proseguirà fino al 30 giugno. È stato confermato che la procedura interesserà, a seconda delle esigenze produttive, un massimo di 8128 dipendenti (5614 operai, 1514 impiegati, 866 equivalenti e 134 quadri) dello stabilimento siderurgico di Taranto, ovvero l’intera forza lavoro al netto dei dirigenti. La società motiva il ricorso agli ammortizzatori sociali “a causa del perdurare della riduzione dell’attività lavorativa riconducibile alla situazione di emergenza epidemiologica”. L’incontro di consultazione con i sindacati è fissato per il 2 aprile alle ore 12.

Internalizzazione dei servizi pubbici essenziali - Ieri incontro con la Prefettura

Ieri, in via telematica vi è stato l'incontro, richiesto dallo Slai cobas, con il Dr. Giuseppe Pastore vice capo di gabinetto della Prefettura sulla problematica di un percorso di internalizzazione degli appalti e dei lavoratori operanti nei servizi che hanno la caratteristica di essere permanenti, essenziali e strutturali.

All'incontro hanno partecipato circa venti rappresentanti di lavoratori e lavoratrici dei servizi interessati a questa internalizzazione: asili, cimitero, pulizie Amat. lav. ex Pasquinelli per la selezione della differenziata.

L'incontro è stato utile e proficuo. Il Dr.Pastore ha avuto il giusto atteggiamento di recepire esattamente le istanze dello Slai cobas e di impegnarsi a farsi interlocutore rispetto al Comune delle problematiche/richieste, anche soluzioni, rappresentate dai lavoratori.

Nei prossimi giorni daremo conoscenza degli interventi in questo incontro.

Pensiamo e auspichiamo che da esso ora sia possibile far nascere un percorso concreto di dialogo fattivo con Comune, Amiu e Amat, avendo su questo come garante la Prefettura.

Domani, mercoledì 31 marzo, avremo un altro incontro telematico, questa volta con il Comune, assessore Castronovi, in cui, insieme ad altre problematiche urgenti, porteremo una informazione della riunione con il Dr.Pastore della Prefettura. 

ArcelorMittal - Usb e incontro con il Mise - Contraddizioni e certezze

La contraddizione di cui parla l'Usb in questo comunicato se mai è la sua che da un lato dice che alla fine il governo metterà i soldi per ArcelorMittal, dall'altro a questo stesso governo chiede la nazionalizzazione, dall'altro ancora indica nell'"accordo di programma per Taranto" la soluzione..., che è tutt'altra cosa della nazionalizzazione. 

Ma la cosa certa è che l'Usb vuole il "superamento del concetto della fabbrica", che vorrebbe dire superamento della classe operaia: tutti spazzini, tutti operatori turistici e culturali... o, più realistico, tutti a casa in cig (tant'è che l'Usb - avrete notato - per i 1600 operai in cigs di Ilva AS non chiede più il loro rientro in fabbrica, ma l'integrazione salariale o lavori di pubblica utilità, gratis per i Comuni).

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(Da Corriere di Taranto) - “L’incontro svoltosi al Ministero dello Sviluppo Economico non lascia dubbi sul fatto che USB fin qui ha sempre avuto ragione su tutto. Oggi il ministro Giorgetti – accompagnato dal ministro del Lavoro Orlando – ha espresso pesanti dubbi sulla credibilità del soggetto ArcelorMittal parlando di una pesante eredità in capo a questo governo nella gestione di una vertenza in cui gli atteggiamenti dell’azienda nei confronti del nostro Paese sono “negozialmente ricattatori” e in cui è necessario innanzitutto recuperare il pallino delle politiche industriali e della governance di Stato nell’ambito delle aziende strategiche a cui si agganciano tutte quelle filiere di prodotto legate come in questo caso all’acciaio”. E’ quanto affermano Sasha Colautti dell’USB Lavoro Privato Nazionale e Francesco Rizzo dell’USB Provinciale Taranto.

“Il governo in soldoni, per bocca dei suoi ministri, prende tempo sull’intervento diretto dello Stato con i 400 milioni e si assume la responsabilità di una verifica ulteriore dell’accordo che prevede l’ingresso di Invitalia nel cda dell’azienda. È evidente però che, al di la del giudizio del governo sul piano ArcelorMittal, nessuno metta in dubbio per davvero questo soggetto aziendale e pensiamo che il governo sia pronto a garantire a prescindere l’iniezione di fondi pubblici. Per USB questa è una pesante contraddizione – proseguono Colautti e Rizzo -. USB in questo incontro ha consegnato ai due ministri un documento di analisi e proposte sulla vertenza, evidenziando da una parte come ArcelorMittal abbia disatteso tutti gli accordi presi e indicando come unica soluzione possibile la nazionalizzazione “vera” dello stabilimento, la cacciata della multinazionale (o quantomeno l’azzeramento dell’attuale gruppo dirigente) e richiedendo che tale percorso avvenga in un quadro di pieno coinvolgimento degli enti locali. Per USB l’accordo di programma per Taranto continua ad essere la via maestra per garantire l’occupazione in un quadro di dismissione delle fonti inquinanti e di superamento del concetto della fabbrica come unica pregiudiziale per la città” concludono dall’Usb.

VACCINI PER TUTTI E A TUTTI - I NOSTRI NO E SI

NO alle richieste corporative dell'Associazione Nazionale Magistrati di priorità nella vaccinazione
Chi, purtroppo, gli capita in questi mesi di andare nei Tribunali sa bene come nelle aule e sezioni dei giudici i controlli e soprattutto i distanziamenti, gli scaglionamenti delle entrate siano ultra praticati. Questa richiesta ricattatoria non deve passare. Come ha detto qualcuno: "Il vaccino (la giustizia) deve essere uguale per tutti".

SI a provvedimenti contro i medici che non vogliono vaccinarsi
perchè metterebbero a rischio contagi i pazienti, perchè sarebbero loro stessi una "propaganda no vax" attiva e dissuasiva. Perchè non si può contrapporre un diritto individuale a un diritto sociale.
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ASCOLTA E INTERVIENI NELL'INCONTRO TELEMATICO SULLA QUESTIONE DEI VACCINI CON IL RICERCATORE FABRIZIO CHIODO - GIOVEDI' 1°APRILE ORE 17

lunedì 29 marzo 2021

VACCINI/SANITA' - PRIMA CAPIRE, PER AGIRE - ASSEMBLEA TELEMATICA 1° APRILE COL RICERCATORE FABRIZIO CHIODO

Il 1° aprile ore 17 collegarsi on line 

Illegittimo il ricorso alle ferie dell'anno corrente per fronteggiare la emergenza covid

È stata giudicata illegittima la condotta di un ente locale che, in virtu' dell'articolo 87, comma 3, del decreto legge 18/2020 (Cura Italia), abbia imposto a un dipendente non utilizzabile nella modalità agile, di fruire delle ferie maturate nell'anno in corso (anno 2020),

Rinviamo al Tribunale di Milano  sentenza N.R.G. 7831/2020 del 17 marzo 2021,

Il comma 3 dell'articolo 87 del decreto Cura Italia  prevedeva infatti «qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile, le amministrazioni utilizzano gli strumenti delle ferie pregresse, del congedo, della banca ore, della rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della contrattazione collettiva. Esperite tali possibilità, le amministrazioni possono motivatamente esentare il personale dipendente dal servizio».
 
Per questa ragione, la prassi seguita da alcuni dirigenti che, prima di concedere l'art 87 e la esenzione dal servizio per il quale non era prevista la modalità agile, hanno imposto ferie dell'anno 2020 è da ritenersi illegittima
Il tribunale di Milano ha stabilito il  ripristino del monte ferie dell'anno 2020 escludendo il principio che le ferie dell'anno possano essere considerate alla stregua di ferie maturate nell'anno, o negli anni precedenti.

La norma in questione ha stabilito quindi di  regolare in via del tutto eccezionale le sole ferie pregresse per far fronte alla situazione emergenziale della pandemia.

(da comunicati su Patto d'azione)

venerdì 26 marzo 2021

ULTIM'ORA I LAVORATORI ARRESTATI A PIACENZA, CARLO ED ARAFAT, SONO LIBERI, REVOCATI ANCHE I PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI AGLI ALTRI LAVORATORI

La lotta paga, la solidarietà è la più grande risposta alla repressione di padroni e Stato

Le lavoratrici e i lavoratori da Taranto questa mattina hanno mandato un sentito messaggio di vicinanza ai lavoratori arrestati




Le immagini della mobilitazione di oggi, dall'ArcelorMittal/Appalto a piazza Castello - tra lotte per il lavoro/salute/internalizzazione e contro la repressione delle lotte in solidarietà con i lavoratori arrestati a Piacenza









l'incontro inconcludende e inutile di oggi .. ma quando i sindacati confederali smetteranno loro di 'tergiversare'? e chiamare alla lotta su una piattaforma operaia i lavoratori?

 

 Ex Ilva, i sindacati: “Governo non tergiversi”

 

Dopo l'incontro odierno al MiSE le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici esprimomo tutte le loro preoccupazione sulla vertenza in atto
pubblicato il 26 Marzo 2021, 18:20

“Questa mattina si è svolto il presidio di Fim, Fiom e Uilm sotto al Mise con i delegati dei lavoratori di tutta Italia rappresentativi delle crisi industriali nei settori strategici per l’industria nel nostro Paese. Per quanto riguarda le crisi, a partire da quelle più urgenti come Whirlpool, Blutec ex Termini Imerese, Acc- ex Embraco e i tavoli di settore su automotive, aerospazio, elettrodomentico e siderurgia, i Ministri Giorgetti e Orlando hanno annunciato che con l’entrata in funzione della task force verranno programmati gli incontri. La Fiom ribadisce che le crisi non possono aspettare, tanto più che il Governo ha deciso lo sblocco dei licenziamenti per i lavoratori dell’industria già da luglio. Sull’ex Ilva i Ministri hanno dichiarato che nelle prossime settimane, e comunque prima del 13 maggio, verrà perfezionato l’ingresso di Invitalia, con i 400 milioni di euro. Il Governo sta analizzando il piano industriale per capirne la concretezza e da questa verifica dipendono gli investimenti del Recovery Plan sulla siderurgia. Permane, quindi, una condizione di incertezza che peggiora la situazione dei lavoratori di tutti gli stabilimenti, a partire da Taranto, mentre sarebbero necessari investimenti industriali, ambientali e sulla manutenzione”. E’ quanto afferma Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil.

“Stesso stato di incertezza riguarda il sito siderurgico di Piombino, il cui piano industriale è stato respinto. Il Governo sta valutando l’ingresso di capitale pubblico che per noi è condizionato alla salvaguardia di tutta l’occupazione. Riteniamo urgente la convocazione dei tavoli di settore su automotive, aerospazio, elettrodomentico e siderurgia, con la presenza delle imprese e dei sindacati. Le politiche industriali e le politiche per il lavoro vanno discusse insieme. Le risorse del Recovey Fund devono essere utilizzate per consolidare l’industria e garantire l’occupazione, i piani devono essere condivisi con il sindacato. Pertanto, se nei prossimi giorni non arriveranno le risposte e le necessarie convocazioni, torneremo a mobilitarci” conclude la Re David.

“Nell’incontro di oggi con i ministri Giorgetti e Orlando abbiamo assistito di nuovo a uno scaricabarile, questa volta ancora più eclatante perché avviene tra due Ministeri importanti come il Mise e il Ministero dell’Economia. La risposta di Giorgetti sull’ingresso dello Stato all’interno del capitale di ArcelorMittal non solo non è certa, ma è vincolata al parere del Mef e all’eventuale modifica del contratto realizzato il 10 dicembre proprio tra AMI e Invitalia. Ci aspettavamo una presa di posizione netta dopo 9 anni dall’inizio della vertenza, ma si continua a perdere tempo con il rischio serio che la situazione diventi irreparabile. Sembra quasi che si voglia aspettare il giudizio del Consiglio di Stato, atteso il 13 maggio, per non per assumersi le necessarie responsabilità”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm e Guglielmo Gambardella, responsabile del settore per la Uilm Nazionale.

“Anche oggi noi abbiamo continuato a chiedere, senza ricevere risposte chiare – esortano – come si vuole procedere, cosa si vuole fare del destino di 20mila lavoratori e di intere comunità e quali sono i progetti concreti che si vogliono mettere in campo”. “Non possiamo attendere i tempi della politica – continuano Palombella e Gambardella – c’è bisogno di un intervento rapido e risolutivo del Governo per gestire la transizione ecologica e il risanamento ambientale indicando piani industriali credibili, salvaguardia dei livelli occupazionali e tempi certi”. “Nessun impegno concreto – concludono – è stato assunto da Giorgetti e Orlando su come si vogliono affrontare le più urgenti crisi aziendali in settori strategici come aerospazio, automotive e siderurgia a fronte del presidio con centinaia di lavoratori provenienti da tutta Italia. E’ indispensabile avviare un intenso programma di incontri in tempi brevissimi per scongiurare che il nostro Paese si indebolisca ulteriormente perdendo asset industriali importanti”.

“È una buona notizia la disponibilità a procedere, nelle prossime settimane. Ma dobbiamo riprendere la discussione su come si rilancia l’attività produttiva e si garantisce l’occupazione. Per questo abbiamo proposto un tavolo anche con l’azienda”, dice in sintesi il segretario generale della Fim-Cisl, Roberto Benaglia, commentando l’incontro in un video pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del sindacato. 

i servi dei servi del governo e dei padroni della UGL parlano di Incontro molto proficuo oggi al Mise con il ministro Giancarlo Giorgetti e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: con la task force tra Mise e Ministero del Lavoro – che, appena possibile, verrà istituita – potremo finalmente entrare nel vivo delle crisi e delle politiche industriali”. Lo dichiara il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, presente all’incontro insieme al segretario confederale dell’UGL, Adelmo Barbarossa


All'internazionalismo dei padroni dell'ArcelorMittal rispondere con la lotta internazionale dei lavoratori

Nelle prossime settimane partirà dallo Slai cobas per il sindacato di classe un appello internazionale per il coordinamento di informazione e lotta tra gli operai dello stabilimenti ArcelorMittal e siderurgici in Europa e nel mondo - a partire da quello che avviene in India in cui Mittal è uno dei principali sostenitori del governo fascio/indutva Modi, e in cui il gruppo sta avendo un importante sviluppo.

Invitiamo tutti a leggere, richiederci, presentare anche telematicamente il dossier preparato a Taranto

Richiedere per invio anche on line a slaicobasta@gmail.com

L’impero Arcelor-Mittal: non solo ex Ilva di Taranto

PRESENTAZIONE

Questo dossier, che abbiamo realizzato, anche con l’aiuto di materiali di altri, vuole essere una radiografia sul campo dell’impero ArcelorMittal, non solo fornendo una serie di informazioni ma facendo uno sforzo per documentare l’altra faccia dell’impero Mittal, cioè cosa succede nelle file della classe operaia, delle masse popolari là dove è presente questo impero.

Ci siamo avvalsi di documentazione che proviene da realtà sindacali associative a livello internazionale che hanno animato e documentato la lotta sul lavoro o sull’ambiente nei territori dove è presente ArcelorMittal. Nello stesso tempo ci siamo documentati più dettagliatamente circa le tendenze sindacali

Roma - ArcelorMittal - Un incontro Giorgetti/sindacati inutile e inconcludente - come lo Slai cobas ha previsto e ha denunciato questa mattina alla fabbrica


Incontro al Mise sull'ex Ilva

info stampa
Incontro al Mise sull'ex Ilva
"Il ministro Giorgetti ha manifestato una preoccupazione rispetto all'accordo del 10 dicembre scorso che non da, a suo avviso, grande chiarezza sugli impegni e sul vero rilancio, soprattutto sul fatto che lo Stato deve mettere i soldi ma deve anche controllare che il rilancio dell'attività industriale occupazionale avvenga". E' il leader Fim, Roberto Benaglia, a sintetizzare così l'esito del confronto al Mise sull'ex gruppo Ilva. "Giorgetti ci ha anche confermato che nell'arco delle prossime settimane, fatti i dovuti passaggi con l'avvocatura, Invitalia concederà la ricapitalizzazione indispensabile per dare sicurezza il lavoro e consentire il rilancio dell'attività produttiva", conclude.  Critici anche Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Guglielmo Gambardella, responsabile siderurigia della categoria "Nell'incontro di oggi con i ministri Giorgetti e Orlando abbiamo assistito di nuovo a uno scaricabarile, questa volta ancora più eclatante perché avviene tra due ministeri importanti come Mise e Mef. La risposta di Giorgetti sull'ingresso dello Stato (Invitalia) all'interno del capitale di ArcelorMittal non solo non è certa, ma è vincolata al parere del Mef e all'eventuale modifica del contratto realizzato il 10 dicembre proprio tra AM e Invitalia". Lo dichiarano . "Ci aspettavamo una presa di posizione netta dopo 9 anni dall'inizio della vertenza - dicono - ma si continua a perdere tempo con il rischio serio che la situazione diventi irreparabile. Sembra quasi che si voglia aspettare il giudizio del Consiglio di Stato, atteso il 13 maggio, per non per assumersi le necessarie responsabilità".
 "Non siamo stati noi ad aver scelto A.Mittal ma i governi: dal 2018 ad oggi ne sono cambiati 4 e ogni volta ci si spiega che devono verificare l'affidabilità di A.Mittal. Io non mi esprimo sulla multinazionale ma chiedo, chi l'ha scelta?". Cosi' il leader Fiom, Francesca Re David commenta quanto detto dal ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti nel corso dell''incontro sull'ex gruppo Ilva, secondo il quale il governo deve rifare il punto sul piano industriale. "I 400 milioni arriveranno per garantire il lavoro e farlo ripartire in questa fase, anche quello dell'indotto....Naturalmente dicono che devono fare tutte le loro verifiche su come si sta muovendo A.Mittal, su come utilizzare i soldi, su quali siano gli obiettivi e così via", spiega ricordando come il coinvestimento preveda anche la nomina di 3 membri del Cda che potranno dunque "svolgere una funzione di controllo". "400 milioni tra qualche settimana e comunque prima del 13 maggio per stabilire un elemento anche di controllo e di continuità. Stanno studiando il piano industriale per capire quanto c'è di concreto riaffermando la centralità dell'acciaio", conclude guardando alla dead line posta dal governo giusto a ridosso della sentenza attesa del Consiglio di Stato che si dovrà esprimere sulla chiusura dello stabilimento di Taranto come previsto dalla sentenza del tar di Lecce.

giovedì 25 marzo 2021

ArcelorMittal/Appalto/Ilva AS: bisogna passare alla lotta generale

ArcelorMittal/Appalto/lavoratori cigs Ilva AS

 

Basta parole

bisogna passare alla lotta generale

 

ArcelorMittal e governo scaricano la crisi sui lavoratori con la cassa integrazione permanente, che ha come effetto il taglio dei salari e il ricatto costante sui lavoratori con aggravio di sfruttamento e sicurezza.

Padroni e padroncini a loro volta la scaricano sugli operai dell’appalto mettendo a rischio stipendi e lavoro.

Gli incontri di Roma e prefettura risultano sempre più inconcludenti.

Questa situazione non può cambiare senza la lotta autonoma, unitaria e generale degli operai su una piattaforma operaia che difenda i loro interessi immediati e futuri su cui abbiamo raccolto firme di diverse centinaia di lavoratori che ora si devono trasformare in fatti e azioni.

Si deve andare allo sciopero generale subito dopo pasqua.

Costruire la presenza in fabbrica dello Slai cobas per il sindacato di classe è necessario per spingere tutti a fare di più e meglio.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

info slaicobasta@gmail.com

tel 3475301704 - WhatsApp 3519575628

sede via Livio Andronico 47 Taranto

martedì e giovedì 17.30/19.30

 Per ArcelorMittal/Ilva AS

 
Per appalto AM

Sciopero dei riders anche a Taranto - Solidarietà dallo Slai cobas ai lavoratori in lotta - Unità tra i lavoratori domani ore 9,30 presidio in piazza Castello

(Da Corriere di Taranto) - Per tutta la giornata di domani, venerdì 26 marzo, i riders italiani e tarantini incroceranno le braccia per il primo sciopero dei servizi di consegna di cibo o spesa. L’azione, per dirsi ben riuscita, necessita del coinvolgimento dei cittadini a cui questi lavoratori chiedono di non ordinare da Deliveroo, Glovo, o Just Eat...

“Lo sciopero di domani investe più livelli di coscienza perché oltre ai giovanissimi in cerca di un impiego da paghetta settimanale – spiega Daniele Simon, segretario del NIDIL CGIL di Taranto – centinaia sono i lavoratori che ogni giorno, da quest’attività, traggono il sostentamento per sé e per le loro famiglie. Sono queste le persone umiliate economicamente dall’ultimo accordo siglato tra un sindacato di comodo e le piattaforme di consegna. Accordo che sancisce l’ulteriore abbassamento delle tariffe a cottimo per il servizio”.

“Fanno turni di lavoro massacranti, si espongono al rischio, ma non hanno gli stessi diritti degli altri lavoratori. Per questo chiedono – spiega ancora Simon – una retribuzione vera e non a cottimo, diritti e tutele per la salute e la sicurezza loro e dei loro clienti, diritti previdenziali, il diritto alle ferie e al TFR e il diritto anche ad una rappresentanza sindacale”.

Oggi i fattorini in bici, moto o auto che durante il primo lockdown furono definitivi “servizio pubblico essenziale”, alzano la testa forti anche delle sentenze dei giudici italiani che riconoscono il lavoro subordinato e l’illegalità degli algoritmi per l’assegnazione delle consegne. In ultimo, l’accordo che abbassa le tariffe e annienta i diritti è anti-costituzionale...

FORMAZIONE OPERAIA - sul Centenario del PCI e sulla Comune di Parigi - un Quaderno e un testo documento

Entrambi indispensabili per proseguire la formazione on line in corso e andare verso il nuovo appuntamento telematico pubblico in aprile - data provvisoria 24 aprile 2021 ore 16.30 

Pulsante destro: salva link con nome 


 La Comune di Parigi 

da Resistenze
Accademia delle Scienze dell'URSS | Storia universale vol. VII, Teti Editore, Milano, 1975, pagg. 25-42
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Il 1871 apre una nuova era nella storia universale. Nel suo corso infatti accaddero avvenimenti decisivi, che operarono una frattura tra due epoche. Il 18 marzo, per la prima volta nella storia dell'umanità, il potere statale passò, anche se per breve tempo, nelle mani del proletariato, la classe rivoluzionaria per eccellenza nella società capitalistica.La Comune, creata nel 1871 dagli operai parigini, ebbe un'esistenza di soli 72 giorni, ma la sua importanza per la lotta di liberazione della classe operaia fu enorme.

La lotta di classe in Francia dopo la caduta del II impero
Lo sviluppo economico dei paesi capitalistici e l'incremento verificatosi nell'industria pesante avevano approfondito le contraddizioni tra la borghesia e il proletariato. La costituzione della Comune di Parigi anticipò la lunga lotta della classe operaia in Francia contro la reazione politica e lo sfruttamento capitalistico. Gia nel luglio del 1848, gli operai parigini insorti avevano lanciato la parole d'ordine della "repubblica sociale" che essi contrapponevano alla "repubblica del capitale e del privilegio".
All'inizio del 1865, in Francia, erano sorte le prime sezioni della Associazione Internazionale dei Lavoratori (I Internazionale); con la loro attività, queste sezioni favorivano il formarsi di una coscienza di classe, rafforzavano l'organizzazione del proletariato e la sua liberazione dall'influenza dell'ideologia democratico-borghese. L'instancabile lotta di Marx e dei suoi sostenitori contro le correnti piccolo-borghesi nel movimento operaio internazionale aveva intaccato le posizioni dei proudhoniani, dei bakuniniani, dei lassalliani e degli altri avversari del socialismo scientifico. Le decisioni dei congressi dell'Internazionale sugli scioperi, sulle unioni professionali, sulla lotta politica, avevano inferto forti colpi al prestigio di quanti cercavano di distogliere la classe operaia dai suoi compiti storici.

Verso la fine degli anni 60, nel movimento operaio dei paesi capitalistici più sviluppati vennero compiuti notevoli progressi.

In Francia, all'ala dei proudhoniani di destra si era sostituita, nella sezione dell'Internazionale, l'ala dei

Comunicato e invito alla stampa venerdì 26 ore 9.30 piazza Castello

In occasione del presidio a piazza castello del 26 marzo ore 9.30 - 11

conferenza stampa dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori

asili comunali

pulizie amat

pulizie ex-pasquinelli

lavoratori cimiteriali

sul problema della internalizzazione di tutti gli appalti comunali necessaria per una maggior tutela dei lavoratori e un miglior servizio ai cittadini - contro la logica degli appalti al massimo ribasso che penalizza salari,orari, condizioni di lavoro, diritti dei lavoratori,servizio ai cittadini

sul problema dell'emergenza COVID a Taranto e sui posti di lavoro con richiesta di vaccini per tutti - vaccinazione sui posti di lavoro- protocolli sicurezza sui posti di lavoro - salvaguardia di giornate di lavoro e salari

richiesto incontro alla Amministrazione Comunale e Prefettura

slai cobas per il sindacato di classe taranto

slaicobasta@gmail.com tel 347-5301704

TA 24 marzo 2021

ps - il presidio e la conferenza stampa si svolgono con il massimo rispetto delle norme anti covid mascherine e distanziamento

mercoledì 24 marzo 2021

Un altro incontro inutile tra azienda e sindacati confederali - da cui risulta che AM fa quello che gli pare e i sindacati minacciano a vuoto, sperano in Giorgetti e rinviano assemblee che avevano promesso... Fino a quando compagni operai?

ArcelorMittal, i sindacati: “Serve chiarezza generale”

Fim, Fiom e Uilm hanno incontrato quest'oggi ArcelorMittal in merito alla procedura di Cigo avviata lo scorso 3 marzo dall'azienda.
 
pubblicato il 23 Marzo 2021, 20:26
info da corriere di taranto

Quest’oggi ArcelorMittal, a seguito di una richiesta sindacale di esame congiunto sulla procedura di Cigo del 3 marzo scorso, ha incontrato le organizzazioni sindacali al fine di illustrare i contenuti della stessa procedura.

“L’azienda ha evidenziato che la procedura di Cigo, ex art.14 D.Lgs. n.148, sarà attiva esclusivamente per la copertura di un periodo che va dal 29 al 31 di marzo e che successivamente sarà riconvertita in cassa integrazione con causale covid-19, utilizzando di fatto l’ulteriore periodo di 13 settimane

Il Contratto metalmeccanico si è chiuso - mai come questa volta gli operai sono stati invisibili - Ma i problemi restano tutti

Il CCNL metalmeccanico si è chiuso quasi in silenzio, senza che gli operai abbiano potuto dire la loro nè prima nè dopo.

Ora si dovrebbero tenere le assemblee all'ArcelorMittal e nelle altre fabbriche metalmeccaniche. Noi non abbiamo nessuna illusione che questo CCNL passerà così come è, e che il referendum che faranno Fim, Fiom, Uilm sarà una pallida, burocratica, finta democrazia sindacale.

Diverse possono essere le assemblee, che vanno utilizzate dai lavoratori più coscienti, dai delegati non allineati per fare una denuncia del contratto e del ruolo dei sindacati confederali sempre più collaborativo verso i padroni e allineato/sostenitore del governo Draghi; ma soprattutto per autorganizzarsi e lottare, perchè la lotta sui punti del salario, condizioni di lavoro, sicurezza/salute, diritti, ecc. non può essere affatto considerata chiusa col contratto, e ogni illusioni passata verso la trattativa non può che cadere e soprattutto perchè ora più che mai è inaccettabile che anche sulla pandemia, i padroni riprendono alla grande i profitti e lo sfruttamento degli operai e i lavoratori, coloro che producono tutta la ricchezza nazionale, rischiano licenziamenti, hanno salari miseri, rischiano la salute.

Riportiamo un articolo sul CCNL metalmeccanico usciti sul N. 15 del giornale proletari comunisti, che invitiamo a diffondere nelle fabbriche e durante le assemblee.

LA SOSTANZA DEL CONTRATTO

l'aumento è di 112 euro spalmato in un periodo più lungo del previsto, dato che il contratto diventa di quattro anni e mezzo; si riduce anche la già misera richiesta di 146 euro che doveva coprire il triennio 2020-2022, contenuta nella piattaforma di fiom-fim-uilm che più che un aumento era una piccolo risarcimento del salario perso in questi anni.

L'“aumento” ottenuto non è neanche un caffè al giorno. A giugno del 2021 l'aumento è di 25 euro, a giugno del '22, 27 euro a giugno del '23 e 35 euro a giugno del '24. Una spalmatura che nasconde un taglio dei salari di fatto. Se pensiamo che la maggiorparte dei lavoratori metalmeccanici ha avuto diversi periodi di cassintegrazione e che nell'anno scorso e nel primo semestre di quest'anno si tratta di cassa-covid che taglia oltre il 40% del salario, si può ben vedere come questo aumento sia irrisorio, e certamente non coperto dagli ulteriori 12 euro dell'Ipca (Indicatore dei prezzi al consumo armonizzati a livello europeo al quale si agganciano gli aumenti contrattuali) che arriveranno sui minimi da giugno 2020 per effetto del prolungamento del contratto precedente, insieme ai 200 euro di flexible benefit che beneficiano dell'esenzione fiscale.

L'altro “punto forte” del contratto è il nuovo inquadramento unico, che era rimasto, almeno contrattualmente, intatto dal 1973. Esso consiste nella sostanza nell'abolizione del 1°livello, quindi con passaggio a 9 livelli invece che 10. Qui c'è da dire che il 1° livello era diventato assolutamente di responsabilità di ruolo. “Si passa - come scrive il Sole 24 Ore – dalla mansione al ruolo; dal cosa si fa a come si può fare meglio”. Vengono individuati 6 criteri di professionalità: autonomia, responsabilità gerarchico-funzionale, competenza tecnico specifica, competenze trasversali, polivalenza, polifunzionalità, miglioramento continuo ed innovazione, collegati ai nuovo sistemi integrati di gestione. Un sistema che schiaccia i livelli verso il basso riducendo il salario dei metalmeccanici e facendo risparmiare i padroni sulla pelle dei giovani operai che già sono ai contratti più bassi.

Si tratta in sostanza di una richiesta di intensificazione dello sfruttamento, cumulo di mansioni, rapporto livello/prodotto/produttività, che non si tradurrà in un miglioramento salariale effettivo o che condizionerà ancora peggio di prima salario e passaggio di livello.

Il contratto poi si lancia su una serie di questioni che la realtà dimostrerà presto di cosa concretamente si tratta: rafforzamento delle relazioni industriali, confronto e partecipazione, diritto soggettivo alla formazione, clausola sociale negli appalti pubblici (mentre non si chiede per gli appalti privati, dove spesso c'è un passaggio da CCNL metalmeccanico a quello multiservizi), violenza di genere e smart working.

Inoltre, per favorire la previdenza complementare per le giovani generazioni vi è l’aumento del contributo aziendale al Fondo Cometa per i neo iscritti under 35; il contributo passerà dall’attuale 2% al 2,2% dei minimi contrattuali. Quindi, mentre c’è il collasso della sanità e la pandemia con i morti sui posti di lavoro e tra la popolazione, ancora soldi alla gestione privata della sanità con 'meta salute'."

E' morto Sante Notarnicola - ribelle - rivoluzionario - prigioniero politico - comunista - poeta - UN SALUTO ROSSO RIVOLUZIONARIO DA TARANTO

"...Quando comunque si scherzava, quasi ogni giorno, lo potevi sentir rivendicare il paese dov’era nato, Castellaneta, vicino Taranto. Perché c’era nato pure Rodolfo Valentino, e dunque…"

Tanti altri articoli su Sante Notarnicola si possono leggere sul blog: https://proletaricomunisti.blogspot.com/

Trascorre l'infanzia in un istituto. A 13 anni emigra a Torino dove vive la madre. Iscritto alla FGCI poi al PCI, si allontana presto dalla sinistra istituzionale per legarsi a gruppi rivoluzionari e anarchici.  quindi fa parte della Banda Cavallero autore di rapine e di episodi di scontro a fuoco con morti.

 Arrestato e processato viene condannato all'ergastolo. Il carcere non spegne il suo spirito rivoluzionario, infatti insieme agli altri detenuti si batte, rivoltandosi contro le condizioni carcerarie nelle quali i detenuti erano costretti a vivere, riuscendo a conquistare con queste prime rivolte, una serie di diritti loro negati, dall'avere carta e matita per poter scrivere o avere più di un libro in cella a proteste contro il sistema penitenziario, le condizioni detentive, i decreti legge sulle carceri; come la lotta sul decreto di amnistia per i detenuti politici incarcerati durante "l'autunno caldo" o le condizioni detentive in massima sicurezza e l'introduzione delle carceri speciali e del regime in 41bis (art. 41bis codice penale). Partecipò alle rivolte in carcere, che segnarono la storia carceraria italiana... Nel novembre 1976 tenta di evadere con altri quattro detenuti dal carcere di Favignana attraverso un tunnel sotterraneo che viene però scoperto dagli agenti[3].

Nel 1978 è il primo nella lista dei 13 nomi indicati dalle Brigate rosse come detenuti da liberare in cambio del rilascio di Aldo Moro.

In carcere studia, legge e scrive: pubblica il suo primo libro nel 1972 "L'evasione impossibile" ed è autore di diversi scritti poetici. Alla sua prima raccolta poetica, Con quest'anima inquieta (Torino, Senza galere, 1979), seguirà La nostalgia e la memoria (Milano, G. Maj, 1986) Dal 1995, in regime di semilibertà. Dal 21 gennaio 2000 è libero.

Perchè il 26 è necessario lo sciopero nella scuola - Facciamo appello a studenti, insegnanti, lavoratori della scuola, genitori a venire il 26 in piazza Castello alle ore 9,30

Le alterne vicende che hanno interessato la scuola sono note a tutti, sia a chi direttamente coinvolto in quanto lavoratore della scuola/studente/genitore sia a chi come “opinione pubblica” ne ha seguito le sorti; da un lato perché è stato il primo settore chiuso – da un giorno all’altro, come si verifica ripetutamente,  ormai da più di un anno, dal momento in cui in Italia è stato dichiarato lo stato d’emergenza, dall’altro perché la ministra Azzolina si è contraddistinta per il suo protagonismo con  le numerosissime dichiarazioni (i banchi con le rotelle sono lì a chiedere vendetta) e prese di posizione sulla ripresa... o forse no della didattica in presenza... un anno vissuto pericolosamente, al cardiopalma.
Sorprendentemente il suo successore si caratterizza per una sorta di riservatezza al limite dell’assenza dalla scena pubblica del responsabile dell’istruzione, settore  che meriterebbe, invece, forse maggiore e migliore trattazione e presa di posizione  ma, soprattutto, sarebbe degno di ottenere soluzioni e provvedimenti che, finalmente, dovrebbero portare a una reale riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado in ogni regione.
Anche in ragione dell’enorme prezzo pagato da tutti i milioni tra personale della scuola, studenti e famiglie: tutti parimenti sconvolti nelle loro vite quotidiane, in grado e per aspetti diversi che le

"Noi a Roma non andremo" - Fiom Genova ArcelorMittal

(dalla stampa di Genova)

Ex Ilva, venerdì i sindacati a Roma: tavolo con il ministro Giorgetti

C'è attesa per la sentenza del Consiglio di Stato del 13 maggio su Taranto ma nel frattempo l'ingresso di Invitalia non è ancora stato perfezionato

Genova. Venerdì 26 marzo alle 10 il ministro Giancarlo Giorgetti ha convocato i segretari nazionali di Fiom, Fim e Uilm al Mise per un confronto sulla vicenda ex Ilva.

Dopo la sospensiva da parte del Consiglio di Stato che di fatto ha detto no allo stop degli impianti a caldo come chiesto dal Tar pugliese, c’è attesa per le decisioni nel merito su cui lo stesso consiglio di Stato si esprimerà il prossimo 13 maggio.

E l’ennesima vicenda giudiziaria ha provocato nuove frizioni tra il governo (che a fine hanno ha firmato un accordo per l’ingresso dello Stato nella gestione degli stabilimenti ex Ilva) e Arcelor Mittal. Con il cambio del governo infatti l’accordo non è ancora stato tradotto in moneta sonante: per l’ingresso infatti Invitalia deve versare nelle casse di Mittal 400 milioni di euro. Un passaggio che, al di là delle garanzie da parte del Governo italiano, ancora non è stato fatto e non è escluso che questo ritardo sia dovuto proprio all’attesa per la sentenza del Consiglio di Stato.

“Noi a Roma non andremo – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – visto che l’invito è a un solo rappresentante per sigla ma è evidente che questa situazione di stallo ci preoccupa. Mittal ha minacciato di ridurre la produzione visto che considera lo Stato italiano inadempiente, poi sembra aver avuto rassicurazioni ed è tornata sui suoi passi ma nel frattempo abbiamo notizia che si sarebbe rivolta al Tribunale europeo. Crediamo che il governo non debba tergiversare ulteriormente: o entra nella co-gestione subito oppure può pensare a una nazionalizzazione completa”.

“In ogni caso, qualunque cosa succeda l 13 maggio – conclude Manganaro – è chiaro che i 10 mila dipendenti Mittal sono una responsabilità del governo”.

martedì 23 marzo 2021

Venerdì in piazza - per tante ragioni...

Aprite gli asili in sicurezza! Per farlo, far tornare subito al lavoro le lavoratrici delle pulizie/ausiliariato - Lo Slai cobas lo ha proposto al Comune ma il Comune non risponde... Venerdì 26 presidio in piazza Castello

 

 

Chiusura asili nido comunali: agitazione tra i lavoratori

 

Lo Slai cobas avanza al Comune, alla ditta, alla Regione ed alla Prefettura le richieste per tutelare gli operatori dell'ausiliarato
 
pubblicato il 18 Marzo 2021, 18:49

C’è agitazione tra le lavoratrici ed i lavoratori degli asili comunali. “A fronte della chiusura da lunedì 15 marzo al 6 aprile 2021 degli asili comunali per cui 82 lavoratrici e lavoratori dell’ausiliariato, dipendenti della Ditta Servizi Integrati srl, rischiano di perdere 20 giorni di lavoro e di salario, che pesa enormemente su stipendi già molto miseri, dopo l’assemblea con le lavoratrici e lavoratori, le lavoratrici slai cobas hanno chiesto al Comune, alla Ditta, alla Regione ed alla Prefettura quanto segue: “Le lavoratrici non vogliono che questa nuova situazione di chiusura degli asili sia “tamponata” con la richiesta della Fis, che per le lavoratrici l’anno scorso è stata solo una vessazione, con ritardo di mesi del pagamento dell’Inps (alcune lavoratrici ancora oggi stanno attendendo il pagamento degli assegni familiari) e una copertura salariale solo del 60%; nè detraendo ferie che per legge devono servire solo al recupero psicofisico”.

Pertanto sono state avanzate delle proposte alternative “che hanno lo scopo sia di difendere i lavoratori, sia di migliorare lo stato degli asili per la salute dei bambini e del personale educativo per una riapertura in sicurezza.

1) pur con gli asili chiusi, le lavoratrici e lavoratori ausiliari possono lavorare all’interno per fare con accuratezza pulizie straordinarie (anche di mobili/strutture varie/centinaia e centinaia di giocattoli, ecc.) e sanificazione degli ambienti – si sottolinea che la chiusura degli asili avvantaggia questo lavoro, permettendo alle lavoratrici di rispettare al massimo il distanziamento che nella ordinaria attività con asili aperti, non è possibile;

2) utilizzare una parte dei giorni di chiusura per fare in smart working i corsi di aggiornamento e formazione professionale sulla sicurezza, tenendo conto che oltre una formazione per la situazione in corso di epidemia, a tutt’oggi devono essere ancora fatti corsi per antincendio e primo soccorso;

3) in subordine – recupero dei giorni di fermo dal 15/3 al 6/4 nel periodo estivo: luglio e agosto; anche in questo caso le scuole chiuse permetterebbero una più efficare attività lavorativa;

4) In ulteriore subordine: le lavoratrici e i lavoratori accetterebbero la FIS, solo e soltando all’attuarsi di due condizioni: l’anticipazione da parte della Ditta della Fis; l’integrazione dell’indennità da parte del Comune, perchè copra il salario perso – tenendo conto che per il Comune non è un costo in più, avendo posto in bilancio il pagamento di tutte le giornate, e che non è giusto che a risparmiare sia solo il Comune e a perdere solo le lavoratrici”.

Per tutto quanto sopra gli Slai cobas hanno chiesto “un immediato incontro con il Comune a cui sarebbe opportuna e necessaria la presenza del responsabile della Servizi Integrati” conclude RSA Cavalieri Enza Slai cobas sc.

lunedì 22 marzo 2021

MARTEDI' 23 MARZO ALLE ORE 10,30 LAV EX PASQUINELLI SOTTO LA DIREZIONE AMIU PAOLO VI - IN OCCASIONE RICHIESTA INCONTRO COL PRES. MANCARELLI

Ultim'ora: L'incontro ci sarà venerdì 26 ore 12 in remoto. Pertanto è stata sospesa la conferenza stampa sotto direzione Amiu

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Per i lavoratori ex Pasquinelli, attualmente impiegati nell'Arca nella pulizie di zone di Taranto, il contratto con l'Arca dovrebbe scadere a fine mese, mentre ancora nulla si sa sul futuro lavorativo.
Di fatto è in atto una discriminazione per quanto riguarda il loro momentaneo utilizzo sull'impianto di selezione rifiuti differenziati.

A fronte di parole, la realtà è che la squadra di lavoratori impegnata da mesi sull'impianto resta sempre la stessa, formata solo da lavoratori iscritti Ugl - ci sentiamo presi in giro; non c'è stata la rotazione/nè formazione degli altri, e questo porta ad una divisione oggettiva tra i 21 lavoratori per il futuro e a una discriminazione sindacale.

Così nessuna informazione chiara e certa viene data su tempi e modalità dell'impiego H24 dell'impianto di selezione Pasquinelli.
I lavoratori Slai cobas sono molto stanchi di questa situazione, che dura ormai da anni, di precarietà, di incertezza su un futuro lavorativo stabile - l'attuale situazione, pur garantendo lavoro e stipendio, non permette ai lavoratori nessun progetto per sè e la propria famiglia.

domenica 21 marzo 2021

600 morti! Così non si può andare avanti

Ieri pomeriggio c'è stata una riunione d’urgenza convocata dal Emiliano per la grave e preoccupante situazione del Covid-19 presente in Puglia, in cui Taranto è al primo posto: un anno fa per tutto il periodo di lockdown ci furono poche decine di morti, ora siamo arrivati a 600! 

Ma le dichiarazioni in premessa di questa riunione non tranquillizzano affatto. A parte la conferma della zona rossa, se mai rafforzata, e la proposta da parte del Sindaco Melucci di "incentivare lo smartworking anche presso i privati" - che soprattutto per le lavoratrici è un disastro, vuol dire sobbarcarsi doppio lavoro, dovendo conciliare forzatamente il lavoro esterno con la cura dei figli a casa, o degli anziani, il lavoro domestico che rimane tutto sulle spalle delle donne - accompagnato da inutili appelli a far prevalere "il valore della salute e non sorgano nuove polemiche per questo approccio, occorrono unità e senso di responsabilità”; non si vede luce nè circa una analisi approfondita dei dati dei contagi, dei morti, nè tantomeno nel capire quali sono i problemi sanitari, le carenze sanitarie che stanno portando a questi numeri altissimi, e quali soluzioni per rispondere a questi problemi, coinvolgendo medici, infermieri, familiari dei malati. 

Staremo a sentire e vedere, MA SIA CHIARO, COSI' NON SI PUO' ANDARE AVANTI!

Il 26 marzo chiamiamo tutti, dai lavoratori, ai cittadini, al personale medico e sanitario, ai sindacati che vogliono rompere un silenzio assurdo, a trovarci al mattino in piazza Castello per discutere e prendere iniziative.

La Carfagna a capo del CIS a Taranto - Ma stiamo su scherzi a parte!?

(Dal Corriere di Taranto) "Il neo ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna sarà a capo del CIS. E, quindi, si occuperà direttamente del Tavolo interistituzionale per Taranto, cioè quel grande contenitore progettuale e con risorse che ammontano a circa un miliardo di euro.
Già ministro per le Pari opportunità nel governo Berlusconi, e fino a poche settimane fa vicepresidente della Camera dei deputati, Mara Carfagna è donna del Sud, quindi dovrebbe conoscere molto bene le problematiche che attanagliano il Mezzogiorno e, di conseguenza, la vicenda Taranto. Almeno, questo è l’auspicio...".

Da quando in qua essere "donna del Sud" è sinonimo di professionalità/competanza?

Ma soprattutto, la Carfagna per anni con Berlusconi e nel governo di Berlusconi, è stata sempre dalla parte dei padroni, dei poteri forti, del marciume politico.

Stendiamo un velo pietoso, poi sul suo ruolo come Ministro delle "pari opportunità" nel governo Berlusconi; forse le opportunità di ascesa e di poltrone le ha avuto lei, ma non certo le donne che con Berlusconi dovettere toccare il fango, subito offese, sono state considerate "opportune" solo per i porci "utilizzatori", in primis proprio il suo padrino Berlusconi. E non sentimmo a questo proposito dalla Carfagna a suo tempo neanche una parola...

Anche questo ora si meritano gli abitanti e le donne di Taranto?


26 MARZO MOBILITAZIONE E SCIOPERO NAZIONALE SCUOLA. SCIOPERO DALLA DAD, SCIOPERO SOCIALE - A Taranto presidio in piazza Castello ore 9,30 insieme agli altri settori di lavoratori

Da PRIORITA' ALLA SCUOL

Curami! Recovery-amo la scuola
A BARI il 26 marzo dalle ore 10 sul Lungomare Nazario Sauro - davanti alla sede della Regione Puglia per riappropriarci della scuola senza DAD, quella in presenza e sicurezza. Una giornata con musica, teatro, letture per bambine e bambini. Con distanziamento e nel rispetto delle misure anticovid.
Per oggi e per domani. Uno sciopero dalla Dad da parte di tutta comunità scolastica. Uno sciopero degli studenti e delle studentesse, dei e delle docenti, uno sciopero sociale. Venerdì 26 marzo sosteniamo con una mobilitazione nazionale lo sciopero dei e delle docenti convocato dai COBAS e sostenuto da CNPS (coordinamento nazionale precari della scuola) in tutta Italia.
Priorità alla Scuola invita di nuovo a prendersi strade e piazze partecipando alle assemblee pubbliche, alle manifestazioni, ai presidi che stiamo organizzando in tutta Italia. Invitiamo studentesse e studenti a scioperare. Dove le scuole sono chiuse invitiamo per venerdì 26 marzo a

sabato 20 marzo 2021

ArcelorMittal - la crisi si approfondisce... ma i sindacati protestano con comunicati e con annunci di scioperi puntualmente revocati

Lo diciamo ancora come Slai cobas per il sindacato di classe ai lavoratori AM/Appalto/ILVA AS

piattaforma operaia - autonomia operaia - lotta operaia su basi di classe 

Torneremo a proporlo e ad agire in occasione della giornata di lotta del 26 marzo

info da corriere di taranto

ArcelorMittal ‘rallenta’: Invitalia è inadempiente

la new.co Aminvestco, società veicolocon cui ArcelorMittal vinse la gara per l’assegnazione e la gestione degli impianti ex Ilva in Italia nel giugno 2017, richiama l’attenzione sull’Accordo di Investimento firmato con Invitalia lo scorso 10 dicembre 2020, che prevedeva l’impegno della società controllata dal ministero dello Sviluppo economico a sottoscrivere e versare un aumento di capitale di euro 400 milioni entro il 5 febbraio 2021 ed una serie di altre misure per sostenere gli investimenti della società.

una nota ufficiale ArcelorMittal fa sapere che “nonostante la natura vincolante dell’Accordo, ad oggi Invitalia non ha ancora sottoscritto e versato la sua quota di capitale e quindi non ha adempiuto agli obblighi previsti dall’Accordo. Questo persistente mancato adempimento sta seriamente compromettendo la sostenibilità e le prospettive dell’azienda e dei suoi dipendenti”.

Conseguentemente a ciò Aminvestco “è costretta ad annunciare una riduzione dei suoi livelli di produzione ed un rallentamento temporaneo dei suoi piani di investimento. Queste misure saranno in vigore fintanto che Invitalia non adempierà agli impegni presi con l’Accordo di Investimento”

La posizione della Uilm

 In merito alle direttive date nella tarda serata di ieri, con le quali l’azienda fermava la produzione di impianti con il ridimensionamento del personale di officine centrali e di magazzino generale, “ci è stata comunicata oggi la ripartenza di alcuni impianti causata dalla marcia dei tre altiforni a pieno regime.: ACC/1: ripartenza; verrà chiamato il personale per consentire il riavvio; TNA/2: in data odierna è prevista la ripartenza; Manutenzioni centrali: il ripristino del numero del personale presente nei giorni in cui avevamo la produzione dei tre altiforni a pieno regime”, scrive in una nota il sindacato.

“A nostro malgrado, PLA/2 e ERW restano fermi senza avere una visione del loro futuro – aggiunge la Uilm -. Per quanto riguarda l’appalto non c’è stata data nessuna indicazione su pagamenti e riprese di attività, soprattutto su quelle che prevedono il rispetto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Gravissima la decisione, ma soprattutto la gestione, dello stabilimento nelle mani di chi vuole solamente distruggere gli impianti a scapito di tutti i lavoratori dell’azienda e anche dell’intera comunità tarantina. Questa gestione ha dimostrato tutte le sue inadempienze ma, soprattutto, incapacità di portare avanti lo stabilimento di Taranto. Chiediamo al Governo di intervenire immediatamente altrimenti nella nostra città esploderà una bomba sociale e occupazionale senza precedenti. Pretendiamo immediatamente da parte di AMI una convocazione urgente per capire dove si voglia arrivare; altrimenti, 

da lunedì stesso, inviteremo anche le altre organizzazioni sindacali a mettere in campo mobilitazioni ed iniziative di lotta. I lavoratori di AMI ed appalto sono stanchi di aspettare chi dovrebbe decidere per il loro bene e quello della città ma non agisce”.

la posizione USB#
ArcelorMittal. Reparti fermi e nuova cassa integrazione. “Tentativo di pressione dell’azienda perché vengano sbloccati i 400 mln”

La reazione da parte della multinazionale è tempestiva e arriva a nostro avviso come diretta conseguenza del fatto che il Premier #Draghi temporeggi sui 400 milioni di euro necessari a garantire l’ingresso effettivo nella gestione dello stabilimento siderurgico da parte di Invitalia. Di oggi infatti l’informativa con cui l’azienda fa sapere che Acciaieria 1 e Treno Nastri 2 non ripartiranno, come era invece previsto. Di conseguenza verranno messi in cassa integrazione ulteriori 250 lavoratori; si tratta di unità lavorative che operano nelle aree MAGAZZINI E OFFICINE. Non verrà garantito il presidio ai forni, saranno a lavoro solo gli addetti alla salvaguardia degli impianti.
Evidente il tentativo di fare pressione sul #Governo attraverso la fermata di ulteriori reparti dell’acciaieria, affinché vengano sbloccate le risorse. Ancora una volta viene utilizzata la minaccia occupazionale e i lavoratori diventano strumenti nelle mani di chi ha a cuore unicamente il profitto.
#Usb continua a ribadire la necessità di interrompere ogni relazione con #ArcelorMittal, che ha ampiamente mostrato la sua inaffidabilità. Il Governo deve bloccare l’attuale gestione e procedere con la nazionalizzazione della fabbrica. Assolutamente necessario attuare un accordo di programma legato alla piattaforma presentata dalla nostra organizzazione al precedente esecutivo, con proposte mirate a garantire tutti i lavoratori, avviando la riconversione economica della città di Taranto.