Come non vedere anche nello scenario attuale della guerra in Ucraina quale svolta e quale crisi della guerra e dei loro governi imperialisti e reazionari sarebbe se i soldati ucraini e i soldati russi fraternizzassero, interrompendo così la carneficina per conto dei loro padroni e loro governi?
Questo è sempre nelle corde durante la guerra e in particolare nelle guerre reazionarie imperialiste.
Ma giustamente Lenin rileva che l’aspetto determinante in questo non è la spontaneità ma il ruolo che svolgono i comunisti, i rivoluzionari internazionalisti attraverso un lavoro sistematico in questa direzione compiuto in tutti i paesi in guerra per trasformare questa spontaneità in una lotta effettiva contro la guerra, i propri governi, realizzando un avamposto determinante per quello che chiama Lenin “un movimento rivoluzionario internazionale”.
Per noi comunisti nello studio attuale dei preparativi e sviluppi della guerra imperialista è quindi determinante la lotta contro l’opportunismo, il socialsciovinismo fondato sull’anali errata del carattere di questa guerra con le conseguenti parole d’ordini errate e devianti che impediscono lo sviluppo proletario e rivoluzionario della lotta contro la guerra e della fraternizzazione sui campi di battaglia.
Chi dice che l’attuale guerra dell’Ucraina, guidata da Zelensky e i suoi battaglioni nazisti in prima fila, super armati dagli imperialisti Usa/Nato ed Europa, sarebbe una guerra di liberazione, è evidente che istiga e alimenta la guerra interimperialista e a tutto pensa fuorchè alla linea della fraternizzazione.
Non parliamo poi nella Russia imperialista, dove la negazione del carattere reazionario e imperialista dell’invasione alimenta il socialsciovinismo russo e approfondisce il solco tra i soldati anche in aree del Donbass, dove sarebbe possibile.
Lenin prosegue nel suo scritto sull’importanza dell’organizzazione illegale. Essa non è un feticcio ideologico, un principio guida astratto dalla realtà, essa dipende dalla linea e dalla strategia che si conduce nel corpo della guerra imperialista per trasformarla in tutti i paesi in guerra civile rivoluzionaria.
E’ evidente che non si può organizzare la guerra civile rivoluzionaria in forma legale; ed è altrettanto evidente che via via che si approfondisce la guerra e lo scontro tra le potenze imperialiste nei punti di esplosione di essa, vedi oggi Ucraina, l’organizzazione illegale è la forma e guida della lotta contro la guerra e per la sua trasformazione. Via via che ci si allontana dall’epicentro di essa, all’interno di tutti i paesi imperialisti/capitalisti trascinati in guerra, a seconda dello stadio dei preparativi di essa, c’è una crescente importanza dell’organizzazione illegale rispetto alle forme legali di lotta.
E’ importante, però, ancora una volta prendere sul serio le parole di Lenin che scrive: “senza rinunciare in nessun caso e in nessuna circostanza ad utilizzare ogni minima possibilità legale per l’organizzazione delle masse e la propaganda del socialismo, i partiti socialdemocratici (oggi comunisti) devono rompere con il loro asservimento alla legalità”.
Anche qui i legalitari ad oltranza sono i partiti riformisti, opportunisti, ma bisogna guardarsi attentamente dal pericolo di gruppi espressione di estremismo e rivoluzionarismo piccolo borghese che considerano l’azione illegale e l’azione militare un dover essere, un prius sganciato dall’analisi concreta della situazione concreta. E qui Lenin chiede aiuto a Engels e scrive: “Per favore sparate per primi, signori borghesi"– scrisse Engels alludendo appunto alla guerra civile e alla necessità che la legalità fosse violata da noi dopo che essa era stata violata della borghesia”. E’ da questo che nasce l’importanza dell’organizzazione illegale e la conseguente azione illegale.
Il quadro di fondo è ben chiaro nell’analisi di Lenin “La crisi ha dimostrato che la borghesia viola la legalità in tutti i paesi, perfino nei più liberi, e che è impossibile condurre le masse alla rivoluzione senza creare un’organizzazione illegale per la propaganda, lo studio, la valutazione, la preparazione dei mezzi rivoluzionari di lotta”.
Via via che avanzano i preparativi di guerra l’opposizione alla guerra è repressa e criminalizzata e la necessità che essa si svolga con mezzi illegali è obbligata e crescente, e questo è possibile se via via avanza l’organizzazione illegale per farlo. Lenin fa riferimento all’Inghilterra e scrive: “In Inghilterra si pronunciano condanne alla galera per dei manifestini invitanti a non entrare nell’esercito”. E nella chiarezza di questo Lenin conclude in forma che diremmo tassativa e che vale anche per oggi: “Considerare compatibile con l’appartenenza al partito socialdemocratico (comunista) la negazione dei metodi illegali di propaganda… è un tradimento del socialismo”.
Lenin poi scrive – e noi non abbiamo niente da aggiungere se non il fatto che ogni comunista, ogni operaio cosciente si può definire tale se assimila profondamente questa indicazione: “I sostenitori della vittoria del proprio governo nella guerra attuale, nonché i sostenitori della parola d’ordine “né vittoria né sconfitta” hanno un punto di vista ugualmente socialsciovinista. La classe rivoluzionaria, nella guerra reazionaria, non può non desiderare la disfatta del proprio governo, non può non vedere il legame esistente tra gli insuccessi del proprio governo e la maggiore facilità di abbatterlo.
Soltanto il borghese il quale crede e desidera che la guerra iniziatasi tra i governi termini assolutamente come una guerra tra governi, trova ridicola o assurda l’idea che i socialisti di tutti i paesi belligeranti manifestino e augurino la sconfitta a tutti i propri governi. Al contrario, proprio una simile azione corrisponderebbe ai segreti pensieri di ogni operaio cosciente e si accorderebbe con la linea della nostra attività diretta a trasformare la guerra imperialista in guerra civile. Indubbiamente, la seria agitazione contro la guerra di una parte dei socialisti inglesi, tedeschi, russi ha “indebolito la potenza militare” dei rispettivi governi; ma tale agitazione è stata un merito di questi socialisti. I socialisti devono spiegare alle masse che per esse non c’è salvezza senza l’abbattimenti rivoluzionario dei “propri” governi e che le difficoltà di questi governi nell’attuale guerra devono essere sfruttate appunto a questo fine”.