Ancora una trattativa farsa a Roma sulla cassintegrazione. tra l'altro ancora una volta rinviata, al 28 marzo.
Ma non si può accettare questa continua coazione a ripetere che poi ricade solo sugli operai, in termini di salario, lavoro e futuro.
ArcelorMittal con la reinvestitura "a furor di Meloni" della Morselli ha annunciato che la nuova cassintegrazione precede esuberi strutturali.
Lo sanno bene i sindacalisti che stanno trattando, tutti. Eppure sono lì a scaldare la sedia per vedere come aggirare l'ostacolo - ostacolo che per loro non sono Morselli e Meloni, ma l'ostacolo dei lavoratori che potrebbero metter fine alla pacchia dell'accettazione passiva di fronte al gioco truccato che dal 2018 è in corso (cosiddetto accordo che avrebbe tutelato i lavoratori e riportato i cassintegrati in fabbrica).
Il sindacalista in carriera, Valerio D'Alò, ha registrato bontà sua "un cambio di passo, anche se ancora non abbiamo trovato la sintesi per un accordo".
E tutto questo "cambio di passo" sarebbe i ratei di 13°, le modalità di rotazione, che c'erano anche prima e sono state bellamente evase dall'azienda.
Il famoso "piatto di lenticchie" in cambio del Sì ai piani dell'azienda che non possono che finire con esuberi strutturali. E per i cassintegrati fuori ormai da una vita e che non rientreranno? La proposta di D'Alò è "non devono sparire dal perimetro delle trattativa"...
La Fiom come al solito in questi Tavoli conta come il due di bastone a briscola e quindi se la può cavare tranquillamente con "sono in corso riunioni di approfondimento...".
Più chiaro è la Uilm, sindacato maggioritario in Acciaieria, che parla bene e razzola male; parla bene "è inutile il rinvio del Tavolo, perchè nelle prossime ore le condizioni non saranno diverse da quelle attuali", "se firmassimo l'accordo di cigs certificheremmo 3mila esuberi strutturali che si aggiungerebbero ai 1600 in Ilva AS che non rientrerebbero al lavoro... non può esserci nessuna moneta di scambio che giustifichi la nostra firma ad un accordo di cigs, neanche un rateo di 13°".
E allora, signori della Uilm, che fare, qual'è la vostra effettiva risposta? Davvero pensate di cavarvela con "chi lo farà (firma dell'accordo - ndr) si assumerà una grave responsabilità e ne dovrà rispondere ai lavoratori".
Neanche Francesco Rizzo, però, ci convince, nè deve convincere i lavoratori. Per l'Usb il problema è sempre e solo gli "ammortizzatori sociali" e anche qui il massimo di minaccia è "non certificheremo mai esuberi strutturali". L'alternativa sarebbe "discutere sulle prospettive della realtà industriale complessivamente intesa e di conseguenza per i vari segmenti della forza-lavoro. da parte nostra nessun pregiudizio, ma è indispensabile un Tavolo delle imprese e del made in Italy". Ma come parla bene lei...
A questo si aggiungono altre frasi in stretto sindacalese.
Si potrebbe dire che i lavoratori hanno i sindacalisti che si meritano, visti i risultati delle Rsu? Noi pensiamo che questo possa essere smentito, e che il tempo della ribellione, quella vera, arriverà; anche perchè non c'è altra strada.
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