venerdì 31 marzo 2023

La firma dell'accordo Acciaierie fa della Fiom di Taranto un reggicoda di sindacati apertamente padronali e fascisti. Operai iscritti fiom, delegati, non possono stare in silenzio

Dalle notizie che abbiamo nell'accordo firmato sono state cassati alcuni pezzi (di un documento proposto da tutti i sindacati), che riguardano la questione di trasformare di fatto i cassintegrati in esuberi, cosa su cui lo Slai cobas da tempo mette in guardia; quindi l'accordo conferma in pieno che i cassintegrati sia quelli di Acciaieria, sia, a maggior ragione, di Ilva AS non entraranno più in fabbrica.

I due pezzi cassati sarebbero: "I lavoratori interessati dal programma di cigs non sono da considerarsi esuberi strutturali e che pertanto rientreranno in azienda al termine della cassa"; "la societa' conferma la validita' del complesso e articolato accordo sottoscritto in data 6 settembre 2018".

Altre frasi cancellate riguardarebbero gli impegni per il rifacimento dell'altoforno 5 e per gli investimenti industriali e ambientali.

Quindi, vuol dire che chi ha firmato l'accordo, ha accettato che i lavoratori cassintegrati, tutti, non hanno alcun futuro!

Una firma ignobile! Non ha caso è stata messa dai sindacati apertamente filo padronali (la Fim e la Fismic) che gia' nel recente passato non avevano aderito agli scioperi, e dalla Ugl che non conta nulla in fabbrica, ma è esplicitamente un sindacato legato ai partiti fascisti al governo. Di questi, quindi, non possiamo meravigliarci.

E la Fiom? La Fiom ha fatto da reggicoda ad azienda e a questi sindacati. La linea Landini di nessuna pregiudiziale verso il governo Meloni, accolta in pompa magna al congresso, sta cominciando a dare i suoi amari frutti per i lavoratori? 

Detto questo Usb e Uilm chiaramente non se la possono cavare solo con la mancata firma, lamentele e (Usb) con l'ennesima richiesta di incontro al governo/Urso (per annunciare ma solo e sempre nel futuro indeterminato azioni di lotta).

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