Come avevamo annunciato nell'assemblea del 5 dicembre, lo Slai cobas sc sta avviando l'impugnazione legale dell'accordo Ilva AS-ArcelorMittal-Sindacati firmatari.
L'accordo è un esempio lampante di come si sono usate le leggi al solo scopo di aggirarle.
In esso vi sono una serie di illegalità che metteremo in luce.
Depositeremo l'esposto, dopo averlo fatto esaminare dai nostri avvocati di Torino, Bonetto e Pellegrin, che saranno a Taranto il 7 gennaio 2019 per l'udienza delle nostre parti civili e testi al processo Ilva.
RIPORTIAMO UN BREVE PASSAGGIO DELL'ASSEMBLEA OPERAIA DEL 5 DICEMBRE:
Mittal è venuta a fare profitti, e questo nel sistema capitalista è "normale"; ma non può venire per fare come e peggio di Riva. Gli opèerai non si possono passare da un padrone che viola le leggi ad un altro padrone a cui si fanno le leggi ad personam, per cui la "legge" consiste nella violazione della legge.
L'accordo Ilva/ArcelorMittal/Sindacati del 6 settembre scorso è infatti non in applicazione alle leggi, ma fatto apposta per aggirare le leggi, costruendo parole e articoli atti a questo scopo.
In più l'accordo chiede ai lavoratori assunti dalla ArcelorMittal di firmare, come condizione obbligatoria, una conciliazione tombale. Ma anche questo è fuori dalle leggi.
La Mittal può chiedere una conciliazione rispetto alle materie di sua attuale competenza, mentre chiede una conciliazione per adempimenti che riguardano la precedente proprietà, vale a dire: l'operaio deve rinunciare ad una rivendicazione e una possibile vertenza di cui è responsabile l'Ilva AS e non la ArcelorMittal.
Inoltre, con questo tipo di conciliazione vengono ad essere oggetto di conciliazione questioni, attinenti alla salute, alla sicurezza, che sono diritti indisponibili, e hanno a che fare con reati penali.
Si tratta, quindi, di un meccanismo di estorsione ricattatoria, e non di una normale conciliazione.
Ma così di fatto la conciliazione diventa una attestazione che "io - Mittal - ti sto assumento in maniera illegale, ma tu firmi per darmi garanzia che non farai ricorso".
Si lavora troppo, si muore e ci si ammala
Data di trasmissione