mercoledì 31 dicembre 2014

Buon anno dallo slai cobas per il sindacato di classe

Buon anno di lotta e unità per il sindacalismo di classe e di massa
Buon anno nella lotta per rovesciare il governo Renzi e ogni governo dei padroni
Buon anno per fare avanzare l'alternativa del potere nelle mani dei lavoratori

Slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
slaicobasta@gmail.com

Un augurio, una canzone alle donne e alle proletarie in particolare... dalle lavoratrici, operaie, disoccupate, precarie, licenziate del Movimento femminista proletario rivoluzionario




Alle compagne, alle donne ribelli,
un "Bella ciao" originale (e un pò attualizzato) perchè ideato dalle mondine nella versione originale

Alla mattina, appena alzata 
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
Alla mattina, appena alzata 
al lavoro mi tocca andar.
Il capo in piedi, col suo bastone 
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
Il capo in piedi, col suo bastone 
E noi curve a lavorar.
Oh mamma mia, oh che tormento 
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
O mamma mia, oh che tormento 
Il mio capo mi ha licenzià
E ora lavoro senza salario
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
E ora lavoro senza salario
Per la carogna del mio padron
Lavoratrice, disoccupata
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
Compagne donne, la nostra vita
non vuol dire schiavitù
E verrà il giorno che pagheranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
E verrà il giorno che pagheranno
la miseria e la schiavitù
E verrà il giorno, che tutte quante, 
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao 
E verrà il giorno, che tutte quante, 
Lavoreremo in libertà
E verrà il giorno che tutte quante 
Seppelliremo il capital

martedì 30 dicembre 2014

Cgil Puglia - sfacelli, ammanchi ruberie abusi sindacalisti sempre a caccia di soldi, poltrone e posti di lavoro per sè e per la famiglia ne conosciamo alcuni anche noi

Terremoto nella Cgil Forte vuole lasciare

BARI - Prima il caso della Camera del Lavoro di Bari, dove nel 2012 era stato trovato un buco importante. Poi quello simile, ma meno grave, di Foggia. Quindi l’ammanco da un milione di euro scoperto nelle casse dello Spi, i pensionati, su cui indaga la Procura. Ma a fronte all’ultimo caso di «opacità» nella Cgil pugliese, chiuso stavolta con il «perdono» della commissione nazionale di garanzia, il segretario regionale Gianni Forte ha detto basta. Poco prima di Natale ha rassegnato le dimissioni: e così oggi, nel sindacato, c’è ufficialmente un problema Puglia.Forte, 58 anni, è un sindacalista di lunghissimo corso. Ex segretario a Taranto, dal novembre 2008 è segretario generale regionale con piglio decisionista e con una forte impronta di modernizzazione e trasparenza. In questi anni ha gestito decine di vertenze delicate ma anche, lontano dai riflettori, una serie di grandi emergenze interne. Come quella che nel 2012, a Bari, è costata il posto al segretario Piero Colonna: l’acquisto di una mega-sede per la Camera del Lavoro e una serie di spese e stipendi generosi avevano creato un buco nel bilancio. Per sistemare le cose, Forte volle Pino Gesmundo, proprio l’uomo che oggi viene considerato in pole position per prendere il suo posto.
Ma lo scandalo più grosso è quello scoppiato nel 2013 intorno allo Spi, la potente organizzazione dei pensionati. La Cgil pugliese ha 320mila iscritti, di cui 160mila sono pensionati: un enorme polmone finanziario che garantisce circa 700mila euro l’anno. Una verifica interna, partita da una squadratura sui conti correnti di appena 25mila euro, ha permesso di scoprire un buco da un milione, scavato con centinaia di prelevamenti in contanti da 4-5mila euro ciascuno sui conti della categoria. La Cgil è intervenuta silurando il segretario Vincenzo Valentino, la sua responsabile amministrativa e la responsabile dell’organizzazione. Forte, raccontano in Cgil, avrebbe preferito chiudere la vicenda con la restituzione dei soldi, invece la segreteria nazionale dello Spi gli ha imposto di presentare una denuncia da cui è partito il fascicolo di indagine su cui ora sta lavorando la Finanza.
A far traboccare il vaso, a quanto si racconta, è stato però il caso della Fillea di Taranto. Il segretario regionale aveva disposto la sospensione per 6 mesi del segretario generale Antonio Stasi, a quanto pare per una questione di stipendi e indennità non dovute. I fatti risalgono al 2013. Ma poche settimane fa la commissione nazionale di garanzia ha sconfessato Forte: non nella forma (Stasi, a quanto pare, è stato destinato a Matera), quanto nella sostanza. Il caso degli «emolumenti ad personam», ha scritto la commissione nazionale, in Puglia sarebbe una abitudine consolidata. Una sorta di «così fan tutti» che il segretario generale - assolutamente estraneo ai fatti - ha considerato un insulto personale. E dopo aver chiesto a Roma la verifica sui bilanci della segreteria pugliese (verifica conclusa senza rilievi), Forte ha rassegnato le dimissioni.
L’interessato, però, smentisce e non vuole commentare le decisioni relative al caso Stasi. «Sono regolarmente al lavoro. Dimissioni? È in corso - dice al telefono - una discussione interna al sindacato. Essendo una questione ancora aperta, non mi sembra il caso di parlarne». Eppure è un fatto che per il 7 gennaio sia già stato convocato il comitato direttivo della Cgil pugliese: dovrà decidere proprio se e quando andare a congresso.

Ilva - La Newco partirebbe con un capitale di 250 milioni... ma stiamo su "scherzi a parte"? Se i 250 milioni dati dalle Banche non sono durati che pochi mesi... In realtà è tutta la questione finanziamenti che è un grande bluff..., si tirano in ballo vecchi contenziosi... il 1,2 miliardi di Riva per ora non utilizzabili..

RENZI E I SINDACATI CHE APPOGGIANO QUESTO INTERVENTO DELLO STATO STANNO PRENDENDO IN GIRO GLI OPERAI E LE MASSE POPOLARI DI TARANTO!

(Dal Quotidiano) - "...Viene confermata la strategia emersa nelle scorse settimane. L'amministrazione controllata straordinaria dell'Ilva verrà richiesta dopo il 14 gennaio, e nei prossimi 3 mesi cederà in affitto gli assets di Ilva e i rapporti di lavoro con i 16 mila dipendenti ad una Newco pubblica.
La Newco, che avrà un capitale sociale di 250 milioni, potrà utilizzare da subito, con il coinvolgimento di Fintecna, risorse provenienti da un contenzioso della vecchia Italsider (150 milioni), finanziamenti della Bei e, al solo scopo di soddisfare il piano ambientale Aia, 1,2 miliardi sequestrati alla famiglia Riva.
Nel decreto si fa riferimento anche ad investimenti per 2 miliardi di euro che serviranno per effettuare investimenti infrastrutturali nella città di Taranto. Questo processo di statalizzazione, nei piani, servirà a rimettere in sesto il polo industriale in vista di una vendita (all'asta o dopo trattativa privata) che non verrà però in tempi stretti. Nei piani di Palazzo Chigi ci vorranno almeno 2 anni prima che l'Ilva possa diventare appetibile sul mercato".             

Il bluff del decreto Ilva: se lo dice anche uno del centro studi confindustria...

RIPORTIAMO UN COMMENTO ALLA BOZZA DEL DECRETO ILVA DEL PROF. FEDERICO PIRRO DEL UNIVERSITA' DI BARI - DEL CONTRO STUDI DELLA CONFINDUSTRIA PUGLIA, CHE CONTRIBUISCE A MOSTRARE COME QUESTO DECRETO FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI. BLUFFA SULLE BONIFICHE, SUI FONDI NECESSARI, E SE VENISSE VERAMENTE ATTUATO SAREBBE UNA MANNAIA PER L'OCCUPAZIONE.

Scrive Pirro - "...l'azienda - che è tuttora di proprietà privata con il gruppo Riva al 90% e il Gruppo Amenduni al 10% - andrà in amministrazione straordinaria ai sensi della legge Marzano che sarà modificata per un periodo massimo di 36 mesi...
Ma si chiede Pirro - "... Come verrà tutelato il diritto di proprietà degli attuali azionisti?

Continua Pirro - "...per l'attuazione del piano ambientale si prevedono 375 milioni per il 2015 e il 2016 (provenienti dal piano di azione coesione e dal Fesr) oltre 137 milioni che arriveranno da Cassa depositi e prestiuti tramite Fontecna...
Ma Pirro stesso ricorda altre cifre - "...Un primo elemento da verificare sarà come verranno trattati in tale amministrazione i crediti di banche e fornitori, le prime già esposte per circa 1,5 miliardi e i fornitori - soprattutto quelli di Taranto - per una cifra che se fosse congelata potrebbe determinare un vero e proprio tracollo....
...Le risorse previste per il risanamento sono sufficienti? E la possibilità di recuperare il miliardo e duecento milioni sequestrato ad Adriano Riva... è realmente disponibile, avendo il diretto proprietario fatto ricorso in appello alla sentenza così da bloccare l'utilizzo effettivo di quel miliardo?
E NOI AGGIUNGIAMO CHE SI STA SCHERZANDO CON I NUMERI. PER L'ATTUAZIONE DELL'AIA UFFICIALMENTE SONO STATI PREVISTI 1,8 MILIARDI; A SUO TEMPO BONDI PARLO' DI 4 MILIARDI NECESSARI IN REALTA'; PER NON PARLARE DELLA QUANTIFICAZIONE IN 8 MILIARDI DI EURO FATTA DALLA GIUD. TODISCO PER IL RISANAMENTO DA FARE E NON FATTO NEGLI ANNI.

Ancora Pirro - "Il Commissario dovrà poi vendere o affittare gli impianti al miglior offerente, che dovrà impegnarsi a garantire produzione e ambiente ma senza vincolo occupazionale..."
Ma si chede Pirro - "...E l'Aia l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2012 che stabiliva un tetto massimo di 8 milioni di tonnellate annue producibili, può essere superata in questa soglia massima, portando la produzione massima a livelli più elevati?...
"... E l'occupazione - che vede oggi 11.480 addetti diretti (più almeno altri 5000 tra operai dell'appalato e aziende dipendenti dalla produzione Ilva - ndr) sarà tutelata?...Certo le leggi del mercato e della domanda sono quelle che decidono, ma si prevede una riduzione di capacità produttiva o un suo incremento magari con l'utilizzo del preridotto di ferro? Ma questo porterebbe ad esuberi di manodopera molto elevati..."

Conclude Pirro - "...Il Commissario non potrà essere indagato se attuerà il piano aziendale... occorre ora definire il decreto in un accurato dettaglio anche per impedire che sia attaccabile sotto il profilo della costituzionalità e in sede europea".
VALE A DIRE: MANO LIBERA AL COMMISSARIO... MA PERCHE' IL GOVERNO RENZI SA BENE DI FARE UN DECRETO IN VIOLAZIONE DI LEGGI E NORME EUROPEE. QUINDI, IN REALTA' SI TRATTA DI UN DECRETO CHE POTRA' DECADERE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO.

lunedì 29 dicembre 2014

Il governo conferma tutte le cose peggiori che abbiamo detto sul decreto - i sindacalisti Palombella e Landini contenti e entusiasti - ne parliamo il 10 gennaio in assemblea e poi dovranno cominciare le danze




Il decreto
Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha illustrato ai rappresentanti nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Ugl Met le linee principali del decreto sull’Ilva che è stato varato dal Consiglio dei Ministri alla vigilia di Natale. Presente il Commissario dell’Ilva, Piero Gnudi. Nel dettaglio - riferisce una nota del Mise - il Ministro Guidi ha esposto le opportunità che il Governo ha tenuto in considerazione nell’intraprendere il percorso che porterà il Gruppo siderurgico di Taranto verso l’amministrazione straordinaria e i passaggi significativi che prevedono, in particolare, l’affitto del ramo d’azienda a un veicolo societario a controllo pubblico in grado di effettuare gli investimenti di ambientalizzazione e di manutenzione per il rilancio dell’azienda. Il Ministro Guidi ha assicurato tempi stretti in tutte le fasi della procedura che partirà formalmente dopo il 14 gennaio allo scopo di completare il pagamendegli stipendi a tutti i dipendenti dell’Ilva. Immediatamente dopo si avvierà formalmente l’iter per l’ammissione dell’Ilva all’amministrazione straordinaria con la nomina di uno o tre commissari straordinari. Nell’arco di 2-3 mesi si arriverà alla costituzione della nuova società a controllo pubblico mentre tutta la procedura dovrebbe concludersi in 24/36 mesi. Durante l’incontro si è stabilito che le parti torneranno a riunirsi nella seconda metà di gennaio.
La Uilm
Non ci saranno soggetti privati che interverranno direttamente nella new company a controllo pubblico che si costituirà dopo il passaggio del gruppo Ilva all’amministrazione straordinaria. Lo ha detto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella uscendo dall’incontro con il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi al Mise dove è stato illustrato ai sindacati il decreto varato dal cdm. «Il risanamento dell’Ilva sarà un percorso impervio e importante che seguiremo con grande attenzione» ha detto Palombella. Il segretario della Uilm ha anche rassicurato sui pagamenti degli stipendi che saranno pagati dalla vecchia gestione commissariale fino a quelli di dicembre, quindi dall’amministrazione straordinaria che si avvantaggerà «di risorse aggiuntive rinvenienti dalla vecchia Italsider». Poi toccherà alla newco.
La Fiom
Il decreto su Taranto e l’Ilva, varato dal cdm della vigilia di Natale «è un punto da cui partire per evitare una svendita o una perdita di una produzione strategica». Così il segretario della Fiom Maurizio Landini. «Quello che si può realizzare a Taranto - ha detto Landini - può avere valore generale per tutta l’Italia. Valuto positivamente il fatto che il governo abbia assunto in questa vicenda un ruolo strategico».

LA TRAGEDIA DEL TRAGHETTO HA UNA SOLO CAUSA: IL PROFITTO SULLA PELLE DELLA GENTE - PARTITO CON PROBLEMI DI SICUREZZA E STRAPIENO

(dal blog proletari comunisti)) 

(dalla stampa) - "...il traghetto Norman Atlantic è andato a fuoco durante il viaggio tra il porto greco di Igoumenitsa e quello di Ancona, dove sarebbe dovuto attraccare alle 17 di domenica 28 dicembre...
le fiamme divampate nel garage dove erano stipati oltre 200 automezzi, tra camion e auto...
...sorpresi nel sonno dal fumo e dalle fiamme le persone si sono precipitati verso le scialuppe di salvataggio (pare ce ne fossero solo 2) ma solo pochi sono riusciti a salirci, prima che un black-out facesse piombare la nave nel buio e senza possibilità di attivare il meccanismo per calare in mare le imbarcazioni soccorso...
Un testimone di nazionalità turca riferisce di aver visto quattro morti. Ma la Marina militare italiana non conferma. Arrivati a Bari 49 sopravvissuti. Nella porzione di mare di fronte alle coste pugliesi, dove si trova la Norman Atlantic in avaria soffieranno venti con raffiche fino 60-70 km/orari, con onde alte circa 3-4 metri...
..."Molta gente - ha continuato l'uomo - è caduta in mare purtroppo. Ho visto anche una decina di persone che erano a bordo di una lancia che poi sono finite in mare e non so proprio che fine abbiano fatto"...

VARI E GRAVI PROBLEMI DI SICUREZZA MA PER L'ARMATORE ERA TUTTO EFFICIENTE
la certificazione dei problemi di insicurezza
...La Norman Atlantic è una cosiddetta “ro-pax”, cioè di quelle che fanno sia trasporto merci che trasporto passeggeri. Batte bandiera italiana, l’armatore è la Visemar, ha cambiato 3 nomi e 6 compagnie da quando è stata costruita (nel 2009)...
...l’ultima ispezione, solo alcune settimane fa, aveva messo in luce alcuni problemi alle porte “taglia fuoco”. ...Sei problemi sarebbero stati riscontrati sul traghetto 'Norman Atlantic', nell'ultima ispezione compiuta sulla nave il 19 dicembre 2014, nel porto di Patrasso, dall'organizzazione internazionale 'Paris Mou'. Lo si legge sul sito dello stesso organismo. Sei 'deficiencies' che però non avevano comportato il fermo della nave...
Tra le carenze riscontrate la principale riguardava le porte taglia fuoco («Fire doors/openings in fire-resisting divisions») che risultavano sulla scheda dell'ispezione come «malfunzionanti». I tecnici marittimi che avevano ispezionato la nave una decina di giorni fa avevano anche segnalato la mancanza di alcuni sistemi di sicurezza come ad esempio batterie e luci, ma anche problemi strutturali. Questi ultimi erano stati segnalati come «not as required», vale a dire non conformi alle norme.
...Carlo Visentini, armatore del traghetto, si è affrettato a smentire spiegando che i controlli avevano “confermato lo stato di piena funzionalità” del Norman Atlantic e che “era stato riscontrato un lieve malfunzionamento”, che però era stato “immediatamente eliminato...è certa della piena efficienza della nave, una nave di recente costruzione, con tutte le certificazioni necessarie ad operare"....
Il “lieve malfunzionamento di una delle porte tagliafuoco” era stato riscontrato alla “numero 112, situata al ponte numero 5, cioè sopra al punto dal quale, secondo quanto se ne sa finora, si è sviluppato l’incendio”. 

IL TRAGHETTO STIPATO AL MASSIMO CON MEZZI E PERSONE
L’altro aspetto riguarda invece lo stato del carico della nave al momento della partenza. Saranno centrali le testimonianze. Ci sono, per esempio, quelle di alcuni camionisti tratti in salvo: “La parte alta dei mezzi pesanti faceva attrito col soffitto del garage, i tir erano carichi di olio e schiacciati come sardine, ballavano per le onde alte”, hanno detto al telefono al quotidiano greco To Vima: “Facile che una scintilla sia partita da lì”.

SI LAVORA PER POCHI EURO, MENTRE GLI ARMATORI FANNO MILIONI DI UTILI
...«Rischiano la vita per pochi euro». Così la mamma di Gianluca Assante, uno dei marittimi a bordo del traghetto andato a fuoco tra la Grecia e l'Italia...

sabato 27 dicembre 2014

Un articolo su "Il Manifesto" che conferma la negatività del decreto Ilva di Renzi

Molti i dubbi del modello Alitalia

"...Que­sti i punti deboli
Il timore è quello che, come nel caso Ali­ta­lia, le pesanti spese della ricon­ver­sione ambien­tale e stra­te­gica siano tutte accol­late sulla mano pub­blica e che poi l’impianto, una volta risa­nato, venga ceduto per pochi spic­cioli al primo impren­di­tore di pas­sag­gio.

venerdì 26 dicembre 2014

Decreto Ilva: "fumo", e peggioramento, per gli operai e la popolazione di Taranto, "arrosto" per i padroni... con i soldi pubblici.

Renzi manda il suo inequivocabile messaggio agli operai Ilva e alla popolazione di Taranto
Si tratta di un "decreto" che di fatto non è neanche un decreto ma una sorta di "dichiarazione di intenti a cui dovrebbero seguire disposizioni legislative vere e proprie; la sostanza sta, però, nelle dichiarazioni di Renzi e soprattutto nei passi concreti che comunque faranno, questi sì pericolosi.
In alcuni aspetti nella sua stesura questo decreto non aggiunge nulla a quanto già in corso in termini di misure e di fondi disponibili, mentre nella sostanza peggiora la situazione in termini di tempi e soprattutto di interventi su salute e lavoro.

La posizione di PeaceLink: "al mittente il regalo di Natale di Renzi"

Nuovo decreto ILVA, violate le leggi europee, la nuova AIA non protegge più la salute dei cittadini
Il comunicato stampa di Peacelink 24 dicembre 2014

E' stato varato in data odierna il settimo decreto del Governo italiano sullo stabilimento Ilva di Taranto.
I soldi pubblici messi a disposizione dell'ILVA sono una quantità irrisoria e non serviranno che a pagare un terzo del debito che ILVA ha con le banche. Essi saranno sottratti ai progetti di sviluppo regionale, usando fondi europei FESR e di coesione sociale che dovrebbero essere invece investiti a favore dello sviluppo, della ricerca e dell'innovazione sostenibili.

Il testo del Decreto "Sviluppo Taranto e Ilva" - a parte commento

Renzi quantifica ciò che ha fatto per Taranto...
Il Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, con i Ministri dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, dell’Ambiente, Gianluca Galletti, della Difesa, Roberta Pinotti, dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, ha approvato il decreto per lo Sviluppo dell’area di Taranto, che permette misure speciali per Ilva e che intende imprimere una svolta negli interventi di bonifica, riqualificazione e rilancio della città e dell’area di Taranto, con particolare attenzione alle emergenze industriali, storiche e culturali.


1) MISURE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DI TARANTO

Altre norme relative a Taranto riguardano la riqualificazione e la valorizzazione delle emergenze urbane, storiche e culturali, prevedendo un tavolo delle istituzioni coinvolte istituito presso la Presidenza del Consiglio... l'attuazione degli interventi che la riguardano è assicurata e disciplinata da uno specifico Contratto Istituzionale di Sviluppo Taranto... sottoscritto da un apposito Tavolo istituzionale permanente per l’Area di Taranto, che verrà istituito entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Tavolo ha il compito di coordinare e concertare le azioni in essere e di definire strategie comuni utili allo sviluppo compatibile e sostenibile del territorio.

Il Tavolo è presieduto da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è composto da un rappresentante per ciascuno dei Ministeri dello Sviluppo economico, dell'Ambiente della tutela del territorio del mare, delle Infrastrutture e dei trasporti, della Difesa, dei Beni culturali e del turismo, nonché da un rappresentante della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, del Comune di Taranto e dei Comuni ricadenti nell’area, dell’Autorità Portuale di Taranto, del Commissario Straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, del Commissario Straordinario del Porto di Taranto e dell’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Invitalia.

Il Tavolo assorbe le funzioni di tutti i tavoli tecnici comunque denominati su Taranto istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di quelli costituiti presso le amministrazioni centrali, regionali e locali.


. Bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’intera area di Taranto

Il Commissario straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, già all’opera, metterà a sistema misure per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’intera area di Taranto, dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale, attraverso un programma volto a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente, nonché a mitigare le relative criticità che ostacolano la competitività delle imprese del territorio Tarantino.


· Porto di Taranto, estensione del ruolo del commissario e semplificazione

I poteri del Commissario straordinario del porto di Taranto, già all’opera, sono estesi a tutte le opere ed agli interventi infrastrutturali necessari per l’ampliamento e l’adeguamento del porto, affinché l’infrastruttura risponda agli standard competitivi dell’area mediterranea, con riflessi positivi per la celerità dei trasporti marittimi e per lo sviluppo competitivo dell’intero Paese.

Al fine di garantire una fondamentale accelerazione e semplificazione per la realizzazione di tali opere ed interventi, l'acquisizione degli atti di assenso degli enti locali, regionali, dei ministeri e altri enti competenti, devono essere resi entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario straordinario del porto di Taranto. Decorso inutilmente il termine, gli atti si intendono resi in senso favorevole.


· Procedure accelerate per il progetto Taranto del ‘Piano nazionale per le Città’

...Anche in questo caso, per l’approvazione e l’attuazione degli interventi previsti, il Comune di Taranto... potrà intendere resi in senso favorevole, atti che non siano resi entro 30 giorni dalla richiesta, da parte degli enti locali, regionali, dei ministeri e degli altri enti competenti.


· Valorizzazione culturale e turistica con la riqualificazione dell’Arsenale

È previsto un progetto di valorizzazione culturale e turistica dell’Arsenale militare marittimo di Taranto, da concordare al Tavolo interistituzionale, su proposta dei Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Difesa.

L’Arsenale di Taranto, che occupa un’area di oltre 90 ettari insistente sul demanio dello Stato in uso all’Amministrazione della difesa è, storicamente, un realtà di rilevante importanza sociale, culturale ed economica. Il complesso arsenalizio di Taranto non è dunque solo realtà produttiva, ma un importantissimo patrimonio storico e di archeologia industriale per l’intero Paese, da tutelare e valorizzare, rendendolo fruibile ai cittadini. L’intero progetto è di significativa importanza culturale per il Paese e di notevole interesse turistico, ponendosi anche quale centro di diffusione della cultura del mare.

Vengono confermate la prioritaria destinazione ad arsenale del complesso e le prioritarie esigenze operative e logistiche della Marina Militare e viene avanti il Piano di rilancio industriale e produttivo, di risanamento delle officine e delle banchine.


· Disposizioni per Arpa Puglia

Per contrastare fenomeni di degrado ambientale e assicurare adeguati livelli di tutela della salute pubblica, la Regione Puglia, valutata prioritariamente l’assegnazione temporanea di proprio personale, attuate e concluse le procedure volte a ricollocare il personale delle province, può autorizzare l’Arpa Puglia, dopo l’approvazione di uno specifico piano a procedere per l’anno 2015, con esclusivo riferimento all’Area di Taranto, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato.




2) ILVA

Il provvedimento estende le procedure previste dall’amministrazione straordinaria per le imprese operanti nei servizi pubblici essenziali anche alle società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale. Scopo della misura è di garantire la prosecuzione dell’attività produttiva assicurando che le risorse aziendali siano prioritariamente destinate a tale scopo. Per quanto riguarda in particolare l’ILVA, l’amministrazione straordinaria fa cessare il commissariamento straordinario deliberato nel 2013.

Il decreto attribuisce al commissario straordinario i poteri necessari per attuare le prescrizioni di carattere ambientale previste dall’Autorizzazione integrata ambientale (AIA). Allo stesso commissario saranno destinate le somme sequestrate all’ILVA, che confluiranno in una contabilità speciale. La gestione dell’impresa sarà considerata attività di pubblica utilità e gli interventi previsti dal piano ambientale vengono dichiarati urgenti e indifferibili.

giovedì 25 dicembre 2014

Ilva - un sentito grazie da parte dei padroni e da tutti i sostenitori della "nazionalizzazione capitalistica" USB compresa... lo Stato borghese socializza le perdite e si mette a lavorare per restituire ai padroni, Riva compreso, una fabbrica in grado di fare i profitti. Prima dicevano di No, ma Renzi conferma: per gli operai sarà come "Alitalia"... cioe tagli...

Ilva in amministrazione straordinaria. Renzi: “Spero risultati migliori di Alitalia”

Ilva in amministrazione straordinaria. Renzi: “Spero risultati migliori di Alitalia”
L’Ilva andrà in amministrazione straordinaria a inizio gennaio. Lo ha ufficializzato il presidente del consiglio Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri del 24 dicembre, confermando il decreto ad hoc “salvo intese” che stabilisce l’avvio di una Marzano a misura dell’impianto siderurgico di Taranto “come per l’Alitalia, con risultati spero migliori”. A breve, quindi, è prevista la nomina di  “uno o più commissari”, ha precisato ancora Renzi senza però alzare un velo sui nomi dei candidati alla successione di Piero Gnudi. Quanto alla durata della procedura, secondo l’ex rottamatore, “l’investimento pubblico avrà successo se destinato a un tempo limitato, compreso tra un minimo di 18 mesi e un massimo di 36“. Renzi ha poi quantificato in 2 miliardi di euro l’investimento complessivo su Taranto. “I denari tra porto e infrastrutture fuori da Ilva già sbloccati, ammontano a qualcosa come 800 milioni di euro. L’autorizzazione ambientale e il risanamento valgono, stimati in modo superficiale, oltre un miliardo di euro”, ha detto ancora il premier. Non è però chiaro se nel computo della somma ci siano anche gli 1,2 miliardi sequestrati alla famiglia Riva per presunti reati valutari e fiscali, nell’ambito di un’indagine milanese ancora aperta, che saranno assegnati al commissario straordinario dell’Ilva all’interno di una “contabilità speciale”. Quanto agli interventi, oltre all’Ilva, il piano Taranto include la riqualificazione del porto (banchina e terminal container), la Città vecchia, il Museo archeologico nazionale e l’Arsenale della Marina. Trenta milioni saranno invece destinati al centro di ricerca sui tumori infantili dell’ospedale della città. Il premier ha quindi parlato di “una grande scommessa” e di “momenti nella storia di un Paese in cui l’amministrazione deve avere il coraggio di assumersi le sue responsabilità”.

martedì 23 dicembre 2014

Lama, una denuncia degli abitanti che conferma quello che noi diciamo da tempo: solo una raccolta differenziata porta a porta, fatta da personale formato, con una gestione specifica può essere una risorsa ambientale, occupazionale e anche economica, abbassando le tasse dei cittadini. MA E' PROPRIO QUESTO CHE L'AMIU NON FA e anche a Talsano si rischia di fare la fine di Lama-S.Vito


La sentenza del gup per le parti civili di operai, cittadini parla di "timore di ammalarsi", dando ragione alla impostazione decisa dallo Slai cobas e dall'Avv. Bonetto (Torino) nel processo Ilva - Ne parleremo IL 10 GENNAIO IN CUI CI SARA' UN'ASSEMBLEA PUBBLICA PER PREPARARCI AL PROCESSO

Da un commento dell'Avv. Bonetto (avvocato di Torino dei processi Eternit e Thyssen e ora coordinatore del collegio di avvocati per le parti civili slai cobas nel processo ilva ) sulla sentenza del Gup Gilli sull'ammissione delle parti civili:

"... La parte della sentenza che ammette la costituzione come parti civili di operai Ilva, lavoratori cimiteriali e operanti nel cimitero, abitanti dei Tamburi, Paolo VI, è importante ed è un precedente. 
Per la prima volta in questo grado di giudizio si dice che non solo chi si è ammalato a causa dell'inquinamento o i familiari di operai, cittadini deceduti possono essere parte civile, ma anche chi è attualmente sano ma è sottoposto costantemente, a causa dell'esposizione a più agenti altamente inquinanti, ad uno stress psicologico da "timore di ammalarsi". Si è riconosciuta di fatto la nostra tesi, cioè che anche il "timore di ammalarsi", è un danno morale riconosciuto dalla giurisprudenza, quale sofferenza soggettiva...".

Lo Slai cobas sc, confortato da questa sentenza, nella prima udienza dibattitamentale presenterà altri parti civili già organizzate e invita altri operai Ilva e appalto, lavoratori operanti nell'area ilva e cimitero, abitanti anche di Paolo VI, Statte e borgo, a mettersi in contatto per essere parte civili al processo.

IL 10 GENNAIO INFORMEREMO DI ALTRE PARTI DELLA SENTENZA NELL'ASSEMBLEA CHE FAREMO.

Sull'esclusione del Comitato Liberi e pensanti come parte civile dal processo Ilva

Riportiamo sotto il comunicato del Comitato. Condividiamo la denuncia - dallo slai cobas fatta fin dal primo momento - della indecenza della costituzione come parte civile dei sindacati confederali (fim-cisl, fiom-cgil, uilm-uil), dato che questi sono pienamente corresponsabili della situazione di attacco quotidiano alla salute e sicurezza in fabbrica e della criminale azione dell'Ilva di inquinamento; e per il loro ruolo, appunto sindacale, sono dal punto di vista della difesa degli operai ancora più da condannare, perchè hanno ampiamente contribuito, ora col silenzio (anche dei loro RLS in Ilva e nell'appalto), ora con espliciti accordi di svendita di diritti fondamentali dei lavoratori e di cogestione, ora con la condivisione della logica criminale padronale di mettere la produzione e gli interessi aziendali al primo posto, e, in generale, frenando e indebolendo la forza di opposizione dei lavoratori, ad arrivare negli anni alla gravissima situazione di oggi.
Ricordiamo che a seguito di una esplicita denuncia dello slai cobas, RLS dei sindacati confederali sono imputati per la prima volta nel processo per la morte dell'operaio Di Leo. E tante altre denunce sono state fatte che dimostrano esplicitamente questa costante corresponsabilità.
Ora, questi sindacati confederali si trovano come parti civili nel processo Ilva, quando avrebbero dovuto stare dall'altra parte, come noi avevamo chiesto al Procuratore Sebastio. E dobbiamo sentire l'avvocato della Fiom-Cgil sostenerne la costituzione dicendo nell'udienza del 16 dicembre scorso che il sindacato ha "diritto di intervenire nelle scelte dei sistemi di produzione...". E perchè la Fiom-Cgil, come fim e uilm, non l'ha preteso e fatto a suo tempo? Perchè invece ha assunto una linea di concertazione? (basta leggere decine e decine di verbali di accordo e soprattutto sentire gli operai...). La risposta la sappiamo.
Stendiamo, poi, un velo pietoso sulle parti civili di Regione, Comune, Provincia...

Detto questo, dobbiamo dire che lo Slai cobas aveva proposto da subito al Comitato Liberi e pensanti, nelle assemblee pubbliche prima dell'avvio del processo Ilva e in incontri diretti, di portare avanti insieme questa battaglia, per un processo a tutti i reali responsabili di morti, malati, perchè questa battaglia fosse più forte e coinvolgesse un più ampio settore di lavoratori.
Così come, fin dal primo momento abbiamo proposto agli operai del Comitato di fare una vasta campagna per presentare centinaia di parti civili di operai dell'Ilva e dell'appalto, insieme a abitanti dei Tamburi, lavoratori cimiteriali; perchè era questa presenza, questo "fiato sul collo" nel corso del processo che serviva e serve perchè questo processo non vada a finire come altri.
Ma il Comitato Liberi e Pensanti, dopo aver detto prima Si, ha poi improvvisamente fatto per conto suo, e soprattutto ha scelto, in maniera sbagliata, di non presentare costituzioni di parti civili di operai, ecc., ma solo la propria associazione - fatto che oggettivamente indeboliva la stessa legittimità del Comitato Liberi e pensanti nel processo.
I Liberi e pensanti di fatto hanno pensato più a sè che ad organizzare le forze dei lavoratori, delle masse popolari - cosa sicuramente non facile, ma possibile, come lo slai cobas ha dimostrato con circa 100 parti civili - non comprendendo che questa battaglia del processo deve essere parte della guerra di classe contro padroni, Stato, Istituzioni, sindacati venduti, e che questa guerra si deve fare con i lavoratori  e la gente colpita prima di tutto, dentro e fuori il processo.
Per questo noi pensiamo, e proponiamo ai Liberi e Pensanti e soprattutto agli operai, che ora la loro migliore risposta sarebbe di costituire parte civile gli operai dell'Ilva e dell'appalto, i cittadini dei quartieri inquinati.

COMUNICATO STAMPA
In riferimento all'accettazione delle costituzioni di parte civile nel processo "Ambiente Svenduto" da parte del giudice Gilli, riteniamo estremamente grave che siano state ammesse le organizzazioni sindacali, organi politici istituzionali, Regione e Comune di Taranto nonostante sia stato riscontrato che nei capi d'accusa le stesse intrattenevano costanti contatti con gli indagati al fine di individuare le problematiche che non avrebbero consentito l'emissioni di provvedimenti autorizzativi nei confronti dello stabilimento Ilva.
Risulta inoltre che le stesse concordavano possibili soluzioni individuando soggetti di vari livelli con i quali provvedevano ad intrattenere costanti contatti con funzionari e incaricati di vari uffici riuscendo a conoscere in anticipo il contenuto di documenti ufficiali destinati allo stabilimento, al fine di ridimenzionare problematiche anche gravi in materia ambientale.
Le stesse organizzazioni sindacali, secondo quanto affermato dalla Procura, avrebbero collaborato per consentire allo stabilimento la prosecuzione dell'attività lavorativa violando le normative vigenti.
Ad essere stato escluso dalla costituzione di parte civile, invece è stato questo comitato. Eppure il cllp si é costituito in data 4 marzo 2013! Non quindi nel 2014 come asserito in fase dibattimentale da alcuni legali della difesa degli indagati.
Considerato dunque che i reati contestati sono :
A ) il reato contestato va dal 1995 al 6/09/2013 ASSOCIAZIONE A DELINQUERE;
B ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 DISASTRO AMBIENTALE;
C ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 OMISSIONE DOLOSA DI CAUTELA PER I LAVORATORI;
h ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 AVVELENAMENTO DA DIOSSINA DEL BESTIAME;
i ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 AVVELENAMENTO DA DIOSSINA NEL MARPICCOLO;
ci domandiamo come sia possibile che gli enti su citati siano stati ammessi e noi esclusi, nonostante le numerose denunce presentate agli organi di controllo e le nostre testimonianze finalizzate allo smantellamento del "governo ombra".
A riscontro di tali ragioni, secondo la procura, le circostanze riferite dal nostro comitato appaiono del tutto coerenti e compatibili con il quadro delle dinamiche e del modus-agendi adottato dal sistema Ilva.
Inoltre, a due anni e mezzo di distanza dalla presentazione delle denunce relative alla fondazione del "vivere solidare", nelle quali abbiamo evidenziato che le confederazioni sindacali Fim Fiom e Uilm hanno incassato dal 1995 al 2013 una somma pari a 8.000,000 di euro che servivano per il salario accessori dei lavoratori, ad oggi non abbiamo ricevuto nessun riscontro da parte della procura.

Aps Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

Un augurio e un bel proposito dai lavoratori Pasquinelli...

Dalla loro bella lettera che vale per tutti, letta ieri sera durante la viva e calda assemblea dei lavoratori, disoccupati dello slai cobas sc di saluto e di auguri per un nuovo anno rosso e di lotta:

"Ed eccoci qua per chiudere un anno e aprirne un altro.
Del vecchio anno ci possiamo ritenere soddisfatti per i risultati portati a casa. 
Al nuovo anno diciamo "PREPARATI!", che siamo più combattenti che mai per poter conquistare ancora degli obiettivi, perchè niente è scontato ed a questo c'è solo una risposta che solo la lotta paga!
...Vogliamo ringraziare i due coordinatori dello slai cobas per il loro tempo e la loro formidabile collaborazione perchè noi siamo il braccio e loro sono la mente e uniti e compatti si vince sempre.

Vi facciamo tanti auguri di buon natale e un solo grido ci unisce

LA LOTTA E' DURA E NON CI FA PAURA!

Da parte dei lavoratori organizzati della Pasquinelli


Un calendario di auguri e soprattutto di impegno - Per richiederlo pcro.red@gmail.com

lunedì 22 dicembre 2014

Riaprire le indagini nel reparto OCM CAP - Nuova denuncia dello Slai cobas sc sulla base della denuncia/intervista pubblicata su "lavocedimanduria.it". Gli operai devono essere nel frattempo immediatamente spostati da questo reparto "della morte".


ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

AL DIRETTORE DELLO SPESAL

AL DIRETTORE DELL'ISPETTORATO DEL LAVORO

ALLA DIREZIONE ILVA SPA - TARANTO


TA. 22.12.14


Oggetto: riaprire subito le indagini per la morte di Nicola D'Arcante e gli operai ammalati nel reparto dell'Ilva: Officine OCM CAP.


Nel riportare ampi stralci della denuncia/intervista ad un operaio dell'Ilva del reparto Officine Ocm Cap, lo slai cobas chiede agli organi competenti di riaprire le indagini e fare approfonditi accertamenti sulle cause che hanno portato alla morte di D'Arcante e alla presenza di un numero elevato di operai malati; atteso che dopo la morte dell'operaio Nicola D'Arcante, a parte visite mediche, non vi è stato alcun intervento che portasse a modificare una condizione oggettiva del reparto. Si chiede che nel frattempo si disponga che l'azienda non faccia lavorare gli operai in questa zona.
Si diffida, pertanto, la direzione dell'Ilva a spostare in altri reparti gli operai.

Si chiede di conoscere gli esiti degli accertamenti.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

da lavocedimanduria.it
Pubblicato da Redazione mercoledì, 10 dicembre, 2014
"...Parliamo di questa officina, cosa c'è sotto queste officine? - In pratica sotto questa officina all'epoca c'era una serie di cunicoli e sotto c'erano trasformatori all'apirolio e vasche di raccoglimento, non so di olio.
Più o meno quanti anni fa hanno costruito questa officina? - Diciamo dal 1997 al 2000.
E prima dell'officina cosa c'era?- Erano tutti cunicoli sotterranei, gallerie sotterranee dove passavano dei cavi da sotto, e c'erano questi trasformatori all'apirolio. e c'erano delle vasche di raccoglimento, non so di preciso, di olio, di acqua e comunque posso garantire che sotto non c'era una pavimentazione.
Quindi veniva utilizzato l'apirolio? - Si e dal terreno assorbiva tutto.
Quindi il piano calpestabile di questi cunicoli o gallerie non era contenuto? - Non era contenuto, esatto.
Le ditte esterne che lavoravano in questi cunicoli prima delle officine ocm cap facevano manutenzione? - Si, e pulizia industriale.
Operai dell'Ilva entravano in questi cunicoli? - Devo dire la verità non ricordo, però ricordo che c'erano queste pozze per terra che andavano giù come se si facessero dei buchi naturali.
Poi iniziarono a costruire l'officina, e con questi cunicoli cosa hanno fatto? - Prima di costruire l'officina hanno dovuto riempire tutte queste gallerie sotterranee, hanno riempito. arrivavano camion. con di tutto, tutto ciò che stava, fusti. tutto ciò che potevano portare. portavano e buttavano tutto sotto sino ad arrivare al riempimento.
Anche da dentro l'officina stessa ancora oggi ci sono dei piccoli spazi che si riesce a vedere che sotto ci sono fusti o cose, e la pavimentazione molto spesso si gonfia, addirittura arriva anche a 40, 50cm, formando delle crepe, e in un altra zona delle officine che fuoriesce come un materiale liquido, diventa umido dove ci sono questi rigonfiamenti.
C'è una parte delle officine dove esce.. Si, diventa come se fosse bagnato questo rigonfiamento, poi c'è la semat che viene spesso per poter riparare tutti questi. rompono il pavimento, mettono una griglia di ferro e mettono un pò di cemento.
Quante persone in tutto si sono ammalate in queste officine? - Tra le persone che hanno avuto il problema maligno alla tiroide e quello benigno saranno più di 30.
...abbiamo esposto questo problema Ilva si è rifiutata e ha detto che al massimo poteva fare controlli palpabili. diciamo con le mani e in effetti è quello che sta succedendo, il dottore dell'Ilva ci controlla lui direttamente, solo che fa un controllo manuale. lui attribuisce il problema alla mancanza di iodio, si pensa che scendiamo tutti dalla montagna.
Rilevatori che vengono indossati dall'operaio che lavora? - Esatto e dovrebbero essere portati per otto ore, per tutta la giornata invece a noi li mettevano o ai capisquadra che stanno nell'ufficio oppure vengono messi a noi ma un paio d'ore magari, dall'ora di pausa sino alle 12.30 quando uno non sta lavorando.
La macchinetta viene messa all'operaio che sta fermo? - Si, oppure ce lo mettono. per esempio se lo mettono a un saldatore o a un carpentiere. quando gli mettono la macchinetta gli dicono di fare qualcos'altro e la macchinetta addosso non viene tenuta per più di due ore in totale.
Quindi a un saldatore o a un carpentiere viene messa la macchinetta addosso e gli si dice. di fare qualcos'altro, tranne fare la saldatura, oppure magari gliela mettono, gli fanno stare dieci minuti a lavorare e poi si toglie da dove sta giusto per far vedere che il filtrino ha preso un pò di fumo e polvere.
Quali sono le attenzioni rivolte alle emissioni delle operazioni in officina? - Sino a poco tempo fa avevamo degli aspiratori che sono dei tuboni che fanno il giro di tutta l'officina ed erano stati fatti da noi, all'epoca dell'inizio del capannone, con dei bocchettoni che ti avvicini dove stai facendo la saldatura e sino a poco tempo fa c'era questo bocchettone che usciva fuori dal capannone e in pratica era sotto l'altezza della finestra e il fumo usciva fuori. e la polvere una parte usciva così persa nell'aria e parte rientrava dalla finestra perchè era proprio sotto la finestra, da dove usciva rientrava dentro.
Ma a questi tubi ci sono dei filtri? - No, dei motori che aspirano, non hanno filtri. Ultimamente è venuto questo nuovo ingegnere da quando abbiamo il problema e ha fatto fare delle prolunghe ai tuboni che escono fuori e porta in alto, poi dobbiamo dare dei meriti. che sta facendo mettere degli aspiratori a cappe fatti da una ditta, solo che per esempio ci sono punti dove questi aspiratori non ce la fanno neanche ad aspirare. magari non sono lavori che si dovrebbero fare in officina.
Poi volevo dire anche un'altra cosa, quello che mi è rimasto impresso all'inizio di questa storia che per tanti anni abbiamo usato delle mascherine di carta poi siamo passati a delle mascherine M3. poi tutto ad un tratto da quando è cominciato il problema, non siamo mai riusciti a capire il motivo, perchè ci hanno tolto. Hanno fatto scomparire tutte queste mascherine, a un certo punto ci è arrivato l'ordine di toglierle tutti, di far scomparire queste mascherine, le abbiamo tolte di mezzo, i capisquadra le hanno fatte sparire tutte.
E nello stesso momento non le hanno sostituite? - No, hanno fatto l'ordinazione"

Dove sta lo slai cobas si ottengono anche aumenti salariali - LA PASQUINELLI

Lo Slai cobas sc non è come i sindacati confederali che siccome c'è la crisi si fanno tutti "responsabili e comprensivi" delle difficoltà padronali e si guardano bene dal chiedere aumenti salariali;
Lo Slai cobas sc non è come i sindacati confederali che gestiscono e fanno accordi al massimo su ammortizzatori sociali...

Lo Slai cobas che sa bene che la crisi è provocata dal sistema stesso dei padroni, i quali poi cercano, attraverso anche le Istituzioni, di scaricarla sui lavoratori, pretende e lotta sempre per il rispetto dei diritti dei lavoratori e la difesa delle condizioni di lavoro.

Questa posizione di classe e di lotta ha permesso che, mentre in altre aziende i lavoratori rischiano anche di non prendere lo stipendio mensile, alla Pasquinelli i lavoratori dello Slai cobas hanno ottenuto dalla Coop. L'Ancora dal 1° gennaio il passaggio al livello retributivo superiore.

Questa stessa nostra posizione permetterà nel prossimo nuovo anno di conquistare nuovi posti di lavoro alla Pasquinelli, dove i ritmi e il carico/tipologia di lavoro richiedono già da oggi più operai e l'aumento del lavoro per la nuova raccolta differenziata a Talsano deve per forza portare a più turni lavorativi e più occupazione.

QUESTA SERA SALUTI E AUGURI

In prossimità delle festività e del nuovo anno 

LUNEDI' 22 ALLE ORE 19 LO SLAI COBAS INVITA A VENIRE IN SEDE (via Rintone, 22) PER DARCI I SALUTI E AUGURI PER UN ANNO ROSSO E DI LOTTA. 

Ilva - le leggi si cambiano e i soldi si trovano per il sistema economico del capitale, per gli operai e le popolazioni mai!

Una volta fatta considerare l'Ilva "di interesse strategico nazionale" tutte le leggi sia nazionali che europee si possono aggirare. Il decreto che Renzi sta preparando per il 24 dicembre è all'interno di questa politica.
A livello europeo "lo Stato potrebbe intervenire evitando il rischio di una procedura Ue per aiuti di Stato", pertanto niente minacce di sanzioni . Non solo, " la commissaria Ue per il Mercato Unico e le Imprese si è detta anche ottimista sulla possibilità di utilizzare i fondi del Piano Juncker per i due progetti che riguardano l’Ilva (526 milioni per il risanamento ambientale e 670 milioni per l’efficientamento energetico).
A livello nazionale viene forzata la legge Marzano, che prevede l'intervento dello Stato per "grandi imprese in stato di insolvenza", per applicarla anche all’Ilva non dichiarata insolvente.

Questo mostra che quando si tratta di difendere gli interessi dell'economia capitalistica, lo Stato fa e cambia leggi da un giorno all'altro, trova e mette fondi, ecc.; diverso atteggiamento, invece, quando si tratta di fare o cambiare leggi o di fare stanziamenti in difesa dei lavoratori e delle masse popolari. 

"Con questo schema normativo lo Stato entrerebbe attraverso una società pubblica (Fondo Strategico o più probabilmente Fintecna) in una newco che verrebbe finanziata da Cassa Depositi e Prestiti. Alla newco sarebbero poi dati in affitto gli stabilimenti di Taranto mentre la proprietà degli stessi stabilimenti resterebbe in capo alla vecchia Ilva, e quindi ai vecchi proprietari, diventata bad company. Questa avrebbe in carico il contenzioso ambientale con le relativo richieste di risarcimento danni".

Il provvedimento del governo atteso per il 24 dicembre dovrebbe contenere anche una formula capace di favorire un alleggerimento dell’Aia portandola a livello degli standard europei, meno restrittivi e costosi di quelli imposti dal piano ambientale per il sito di Taranto.

Il provvedimento-decreto del governo Renzi mostra chiaramente che l'intervento momentaneo dello Stato significherà un taglio proprio sui problemi ambientali sia all'interno dell'Ilva che sul territorio. Il "risanamento" dello stabilimento per renderlo più spendibile verso i nuovi padroni privati, quindi, non significherà affatto una effettiva bonifica e messa a norma degli impianti nocivi per la sicurezza e la salute, ma al contrario un ridimensionamento degli interventi, e dei soldi necessari, "alleggerendo" un Aia già di per sè insufficiente, per non parlare delle bonifiche delle aree esterne all'Ilva che potrebbero essere in questo modo scaricate nella "bad company"  

sabato 20 dicembre 2014

Ci sono cento morti operaie ma... il fatto non sussiste... Per Marlane, tutti assolti i padroni assassini!

Marlane, tutti assolti gli imputati: non ci fu omicidio colposo e disastro ambientale

Marlane, tutti assolti gli imputati: non ci fu omicidio colposo e disastro ambientale


Per i giudici del Tribunale di Paola, in provincia di Cosenza, sono innocenti i 12 rinviati a giudizio per la morte di un centinaio di operai dell’ex stabilimento Marlane di Praia a Mare, uccisi, secondo l’accusa, dai vapori respirati nella lavorazione dei tessuti

Tutti assolti. Dopo dieci ore di camera di consiglio è questa la conclusione a cui sono giunti i giudici del Tribunale di Paola, in provincia di Cosenza, al termine del processo per la morte di un centinaio di operai dell’ex stabilimento Marlane di Praia a Mare, uccisi, secondo l’accusa, dai vapori respirati nella lavorazione dei tessuti. Una tesi non condivisa dal Tribunale che invece ha assolto i 12 imputati, tra i quali Pietro Marzotto, ex presidente del gruppo, accusati a vario titolo, oltre che di omicidio colposo, anche di disastro ambientale.

I giudici del Tribunale non hanno riscontrato il nesso di causa-effetto tra i vapori respirati dagli operai e le morti che si sono verificate nel corso degli anni. Nella loro requisitoria, il 21 settembre scorso, i pm avevano chiesto la condanna di 11 dei 12 imputati.
Gli imputati sono stati rinviati a giudizio nel novembre 2010 dopo una inchiesta della Procura di Paola durata dieci anni che ha rappresentato la sintesi di tre diversi filoni di indagine, il primo dei quali risalente al 1999 e gli altri al 2006 ed al 2007. I periti nominati dai magistrati hanno sostenuto che esiste un nesso di causalità tra la morte degli operai e le esalazioni tossiche sprigionate dai coloranti utilizzati nella produzione, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura.

*****
Stralci dal comunicato della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio emesso dopo la sentenza Eternit in Cassazione

......lo Stato borghese prima o poi assolve i suoi padroni assassini. 
Le corti d'appello, la Cassazione sono le fogna a cielo aperto in cui si consuma il più grave dei crimini, quello di rendere legale, legittimi e impuniti le morti sul lavoro, da  lavoro, da disastro ambientale per il profitto dei padroni. 
La sentenza Eternit dice che il reato di disastro ambientale "non è perseguibile"; così come alla fine con la stessa logica non sono perseguibili le stragi, gli assassini sul lavoro, ecc... I governi dei padroni, oggi Renzi, con pacchetti di legge rimuovono via via anche l'obbligo dell'osservanza delle norme di sicurezza. La Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territorio, ha sempre cercato di essere avanguardia e sostegno di tutti coloro che hanno richiesto giustizia, risarcimenti nei processi, ma ha sempre detto, fin dal primo giorno in cui è nata, che lo Stato del capitale, i suoi Tribunali e i suoi giudici - anche quelli più impegnati e volenterosi - non sono in grado di dare giustizia e che quindi i Tribunali non potevano e non possono essere teatro di semplice contesa legale ma occasione di denuncia e scontro, uno dei terreni, non il principale della lotta di classe. Perchè solo una rivoluzione politica e di massa poteva e può mettere fine ad un sistema che mette il profitto al primo posto ai danni della vita degli operai, delle popolazioni nei territori.
Questa battaglia  va ripresa esplicitamente dalla fine e per questo fine

Lavorare perchè  anche  i tribunali siano terreno di scontro tra masse e Stato, lavorare perchè ogni processo diventi un processo popolare, lavorare perchè ogni occasione come queste servano il lavoro per la rivoluzione...
...facciamo appello ad entrare in questa nuova logica, affinchè si costruisca insieme questa nuova fase della battaglia.

Per condurre adeguatamente questa battaglia occorre anche scegliere il terreno su cui questo costituisca un fatto reale e un nuovo segnale. 
E' evidente a tutti che il processo a Padron Riva e complici a Taranto è una sorta di "madre" di tutti i processi di questo genere...

Serve una riunione nazionale a Taranto nel futuro e tocca a noi che la Rete l'abbiamo proposta, animata in questi anni convocarla anche eventualmente per dichiarare conclusa questa esperienza nelle forme attuali e pianificare insieme come proseguirla.

Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul 
territorio
bastamortesullavoro@gmail.com