TARANTO
– "Da lungo tempo diciamo che la siderurgia è un settore strategico per
il nostro paese, che non si può perderla, e quindi questa è un’ottima
ragione per prevedere un intervento pubblico". Lo ha detto il segretario
generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo aver partecipato a Taranto,
in fabbrica, ad un’assemblea dei lavoratori Ilva. Il leader della Cgil è
a Taranto per partecipare ad una assemblea di quadri e delegati sui
temi del lavoro.
Camusso ha spiegato che lo Stato "deve farsi carico della continuità e della qualità produttiva, intendendo sia la continuità del lavoro, sia la continuità dell’intervento ai fini della salute dei lavoratori e della città".
"Vorremmo essere – ha proseguito il leader della Cgil - innanzitutto interlocutori di questo processo, capire di cosa si stia discutendo concretamente e della necessità che l’intervento pubblico sia vero, quindi remuneri anche il Paese e non sia semplicemente un modo per accollarsi le difficoltà per venderla al primo offerente". "Abbiamo valutato gli scenari – ha aggiunto - e detto che per noi il punto fondamentale è la garanzia del rapporto lavoro-salute, continuità e qualità della produzione".
"Condividiamo l’impostazione del Presidente del Consiglio sull'Ilva: erano mesi che la Uil aveva prospettato una soluzione pubblica di emergenza per lo stabilimento siderurgico tarantino. I nostri dubbi sul potenziale acquirente privato sono sempre stati molto forti perchè le condizioni produttive e di mercato in cui esso opera sono tali da non garantire un futuro per l’Ilva".
E’ quanto si legge in una nota di Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, che commenta così l’apertura di Matteo Renzi a Repubblica di un intervento pubblico sull'Ilva. "Si proceda, dunque, sulla strada da noi suggerita e, ora, annunciata dal Premier. Si mettano in sicurezza sia l’ambiente sia la capacità produttiva e l'occupazione di uno stabilimento strategico per tutta l'economia nazionale. E quando poi si dovesse procedere alla vendita, si facciano accurate verifiche sulle effettive intenzioni di sviluppo di quel sito da parte di eventuali acquirenti", conclude Barbagallo.
TARANTO – “Prendo atto con soddisfazione del ripensamento del governo, visto che nel passaggio tra commissario vecchio e commissario nuovo la missione di Gnudi era solo quella della vendita”. Lo dice il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli riferendosi alla possibilità, annunciata dal premier Matteo Renzi, che lo Stato intervenga sull'Ilva con un soggetto pubblico per rimettere in sesto l’azienda e poi rilanciarla sul mercato.
“Evidentemente – osserva il sindacalista – l'evoluzione della situazione sta inducendo il governo a ripensarci. Ovviamente guardo a queste dichiarazioni con interesse ma con altrettanta prudenza perchè voglio stare a vedere in che forma si sostanza l’intervento pubblico. Al di là delle parole, di merito non c'è ancora nulla. In ogni caso, indubbiamente, si tratta – conclude Stefanelli – di un’evoluzione della situazione su un argomento che noi come Fiom Cgil abbiamo posto già da due anni”.
Camusso ha spiegato che lo Stato "deve farsi carico della continuità e della qualità produttiva, intendendo sia la continuità del lavoro, sia la continuità dell’intervento ai fini della salute dei lavoratori e della città".
"Vorremmo essere – ha proseguito il leader della Cgil - innanzitutto interlocutori di questo processo, capire di cosa si stia discutendo concretamente e della necessità che l’intervento pubblico sia vero, quindi remuneri anche il Paese e non sia semplicemente un modo per accollarsi le difficoltà per venderla al primo offerente". "Abbiamo valutato gli scenari – ha aggiunto - e detto che per noi il punto fondamentale è la garanzia del rapporto lavoro-salute, continuità e qualità della produzione".
"Condividiamo l’impostazione del Presidente del Consiglio sull'Ilva: erano mesi che la Uil aveva prospettato una soluzione pubblica di emergenza per lo stabilimento siderurgico tarantino. I nostri dubbi sul potenziale acquirente privato sono sempre stati molto forti perchè le condizioni produttive e di mercato in cui esso opera sono tali da non garantire un futuro per l’Ilva".
E’ quanto si legge in una nota di Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, che commenta così l’apertura di Matteo Renzi a Repubblica di un intervento pubblico sull'Ilva. "Si proceda, dunque, sulla strada da noi suggerita e, ora, annunciata dal Premier. Si mettano in sicurezza sia l’ambiente sia la capacità produttiva e l'occupazione di uno stabilimento strategico per tutta l'economia nazionale. E quando poi si dovesse procedere alla vendita, si facciano accurate verifiche sulle effettive intenzioni di sviluppo di quel sito da parte di eventuali acquirenti", conclude Barbagallo.
TARANTO – “Prendo atto con soddisfazione del ripensamento del governo, visto che nel passaggio tra commissario vecchio e commissario nuovo la missione di Gnudi era solo quella della vendita”. Lo dice il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli riferendosi alla possibilità, annunciata dal premier Matteo Renzi, che lo Stato intervenga sull'Ilva con un soggetto pubblico per rimettere in sesto l’azienda e poi rilanciarla sul mercato.
“Evidentemente – osserva il sindacalista – l'evoluzione della situazione sta inducendo il governo a ripensarci. Ovviamente guardo a queste dichiarazioni con interesse ma con altrettanta prudenza perchè voglio stare a vedere in che forma si sostanza l’intervento pubblico. Al di là delle parole, di merito non c'è ancora nulla. In ogni caso, indubbiamente, si tratta – conclude Stefanelli – di un’evoluzione della situazione su un argomento che noi come Fiom Cgil abbiamo posto già da due anni”.
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