giovedì 18 dicembre 2014

Come abbiamo più volte detto: primo, l'ipotesi di intervento statale per l'Ilva è quella "Alitalia" che ha portato a molti tagli di posti di lavoro; secondo, è confermata la creazione di due società: una "buona" e una cattiva; terzo, verrà modificata-peggiorata l'Aia, come chiedono i nuovi possibili padroni per tagliare i costi ed elevare la produzione.

(da Sole 24 Ore) - Le casse dell’Ilva hanno liquidità solo per due mesi e se l’Eni bloccherà le forniture di gas, dal 29 dicembre dovrà fermare gli altiforni. Lo ha detto il commissario Piero Gnudi alla Camera... mentre il Governo stringe sulla definizione del decreto legge che vedrà la luce nel Consiglio dei ministri del 24 dicembre.
Un decreto che mette in campo una soluzione pubblica temporanea per salvare l’azienda e allontana per ora l’ipotesi della cessione ai privati. Lo schema su cui si starebbe lavorando prevede anzitutto il ricorso all’amministrazione straordinaria per l’Ilva utilizzando la legge Marzano (sul modello Alitalia). Legge che però verrebbe modificata per consentire di raggiungere due obiettivi: dare pieni poteri all’amministrazione straordinaria rispetto all’attuale proprietà del gruppo Riva e salvaguardare i crediti dell’indotto e dei fornitori le cui attività verrebbero ritenute funzionali al ciclo produttivo della società siderugica.
Non ancora deciso quale potrà essere il soggetto pubblico che opererà. Sembra però riprendere quota l’ipotesi di Fintecna. Ci sarebbe poi lo spacchettamento dell’Ilva in una new company, che inizialmente sarebbe pubblica, e in una bad company. La prima avrebbe in carico impianti e personale, la seconda il contenzioso ambientale con le relative richieste di risarcimento danni. Ci sarebbe poi un intervento sull’Autorizzazione integrata ambientale. L’idea cui pensa il Governo è quella di stabilire che per le Aia valgono gli standard europei... Arcelor Mittal-Marcegaglia ha detto chiaramente che l’Aia dell’Ilva non solo costa troppo per qualsiasi investitore (1,8 miliardi), ma che le sue prescrizioni, tra cui quella del tetto produttivo annuo di 8 milioni di tonnellate, vanno oltre le regole in vigore nella Ue.
Che il Governo lavori ad una soluzione pubblica lo conferma lo stesso ministro Guidi. «Ora - afferma - abbiamo bisogno di un accompagnamento con un veicolo pubblico per un periodo sufficientemente lungo a rimettere l’azienda sul mercato e a risolvere una serie di questioni perchè il sito è efficiente dal punto di vista industriale... In futuro, invece, credo sia ancora assolutamente valutabile l’ipotesi di un investitore industriale». Vendere, invece, «non sarebbe possibile», anche perché il siderurgico ha «il 75 per cento degli impianti sequestrati»...

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