venerdì 31 gennaio 2020

La nostra piena solidarietà alla ragazza - arbitro a Sava. Siamo tutte con te! Mfpr

Calcio, insulti sessisti alla ragazza arbitro: mamme e papà contro la sedicenne

Calcio, insulti sessisti alla ragazza arbitro: mamme e papà contro la sedicenne
«Vai a farti le unghie..». «Vai a pettinare le bambole...». «Sei una deficiente». «Non capisci un c....». E poi insulti tipo sei una tr..., e via di seguito secondo il più scontato dei repertori sessisti. Tutti contro la giovane arbitro, 16 anni appena. Dalle tribune si sono scagliati contro di lei i papà e le mamme dei giovani calciatori. É accaduto nel corso di un incontro di calcio dilettantistico a Sava, in provincia di Taranto.
«Le offese sono iniziate già dai primi minuti dal fischio d'inizio, quando una gruppetto di genitori tra cui anche donne del Sava ha cominciato a offenderla invitandola a dedicarsi al mestiere più antico del mondo piuttosto che calcare i campi da calcio».
«Il calcio femminile è un covo di lesbiche». Nuovo insulto del cronista sessista
Il giudice di gara è una ragazza di soli 16 anni. Il mister della squadra ospite si avvicina alla tribuna per chiedere agli spettatori - in gran parte dei genitori dei ragazzi - di smetterla, ma viene insultato anche lui. «Torna nello spogliatoio», gridano mamme e papà all'allenatore.
Arbitro donna insultata, lei torna in campo: per il giovane calciatore espulsione dal club
«Sono un arbitro - continua Antonio Abatematteo - so per esperienza non è una scelta facile. Non lo è per l'uomo arbitro figuriamoci tanto meno per un ragazzina, che ha avuto il coraggio di affrontare una platea così difficile. È stata brava a restare con la testa nella partita.... e non oso immaginare cosa pensasse ascoltando queste offese. Sono anche un padre e ho anche un figlio che gioca al calcio..... È la prima volta che assisto ad uno spettacolo così indecoroso.
Offese sessiste all'arbitro donna, giocatore si abbassa i pantaloni in campo: insulti anche dalle famiglie

Comunque vada avanti, la trattativa ArcelorMittal/Governo non può andare affatto bene per gli operai e per la città!

Mittal alza continuamente il tiro: ora pretende di utilizzare per sè il miliardo e più sequestrato a Riva, per abbattere i suoi costi e non mettere i soldi necessari per le bonifiche; pretende la cassintegrazione straordinaria per la gestione della transizione verso la decarbonizzazione. Insieme chiaramente alla questione principale: gli esuberi, con un taglio di almeno 3000 operai diretti (con conseguenze ancora più gravi per l'appalto).
Il governo va dietro al ricatto di Mittal: dice no 3000 ma sì anche fino a 2000 esuberi; vuole fare la Newco con capitale pubblico, scaricando Mittal dai costi dell'eventuale parziale decarbonizzazione; riduce i costi di acquisto dello stabilimento; pretende di utilizzare i fondi europei del cosiddetto "Green New Deal" per risanare lo stabilimento siderurgico, quando la commissaria Ue ha chiarito definitivamente che quei soldi (che poi sono appena 354 milioni) non possono assolutamente servire a questo, ma a sostenere le aree più povere: "Se li paghi l'Italia che è tra i primi sette paesi più ricchi" - ha concluso la commissaria.
Mette insieme esuberi Ilva /AM e "cantiere Taranto" per illudere che vi sarà una "riconversione" che darebbe tanta nuova occupazione. Ma queste sono favole...

In questa situazione i sindacati confederali sono quantomeno imbarazzanti, si lamentano di non essere considerati nè dal padrone nè dal governo, così come delle pensanti violazioni sulle condizioni di lavoro, sicurezza che avvengono ogni giorno in fabbrica, ma nessuna iniziativa viene assunta. 
Così il risultato è scontato, e comunque sarà pesante per gli operai e la città.
Questa situazione può cambiare, ma la prima questione è che gli operai non devono stare ad aspettare.

Auchan - Il passaggio a Conad sulla testa dei lavoratori - Conad: "I profitti oltre le persone" -

Si riparla degli esuberi anche a Taranto - dove lavorano 182 persone - nel passaggio da Auchan a Conad che dovrebbe avvenire a febbraio

Conad vuole tagliare il costo del lavoro dal 18 al 12%. Mentre sta aumentando i suoi profitti.
Questo passaggio sta già comportando una situazione pesante per i lavoratori, di cui la stragrande maggioranza sono donne. Basta andare all'Auchan per vedere la gran parte delle casse vuote, pagamenti automatizzati dove bastano 1/2 lavoratrici, personale raro anche nei reparti.
Per Taranto si parla di circa 40 esuberi e se non ci si accorda per la solidarietà, o del trasferimento in sedi lontane da casa, che per chi ha famiglia e deve tirare a campare é una tragedia, vuol dire costringere a rinunciare al lavoro soprattutto le donne.
 
Dicevano qualche tempo fa alcune lavoratrici: "Ci hanno sfruttato, sempre a lavorare, niente feste, né domeniche a casa. Neanche per fare la pipì ti puoi allontanare dal tuo posto di lavoro!"

Gli esuberi non devono passare, così come non deve passare nessun peggioramento delle condizioni lavorative e salariali. 
Ma per questo occorre una lotta seria e senza compromessi.

Appalto ArcelorMittal - Questa volta i lavoratori non si facciano fregare

E' ripresa la protesta dei titolari delle ditte dall'appalto AM e confindustria locale per i mancati pagamenti delle fatture da parte di ArcelorMittal.
Che questa protesta sia per questi padroni e padroncini legittima, non deve però portare a ripetersi quello che è accaduto a fine novembre scorso:
- le conseguenze sui mancati pagamenti non devono ricadere sugli stipendi degli operai;
- gli operai non devono mobilitarsi per sostenere gli interessi delle ditte.
Nell'altra fermata, gli operai che avevano perso giornate hanno rischiato poi sia il non pagamento a dicembre della 13°, sia il non pagamento delle giornate in cui erano andati ad affiancare la protesta delle ditte.

Gli operai dell'appalto hanno loro problemi gravi al di là se le ditte vengono o meno pagate, perchè sia che vada avanti sia che si rompa la trattativa Mittal/Governo, i loro piani prevedono comunque esuberi, che per gli operai dell'appalto significano anche licenziamenti, o peggioramento delle condizioni contrattuali.

E su questo sarà necessario che gli operai, autonomamente dalle ditte, riprendano la lotta.

Rispetto e dignità per le persone detenute nel carcere di Taranto

Denuncia dal carcere di Taranto: "Cominciano a mancare anche letti e materassi". I detenuti - 640 - sono il doppio dei posti disponibili - 310.

Il carcere di Taranto non è un mondo a parte dei problemi di condizioni di vita, di lavoro, di mancanza di reddito per tanti in città, della difficoltà di un futuro.
Lo stesso numero elevato di detenuti è uno specchio della difficoltà di vivere.

A tutto questo si aggiungono le condizioni nel carcere che colpiscono la dignità delle persone.
Riprendiamo nelle nostre mani la denuncia e l'iniziativa anche su questo.

LA FORMAZIONE OPERAIA RIPRENDERA' CON UN NUOVO CICLO IL 6 FEBBRAIO

Invitiamo i lavoratori, i giovani, le donne ad intervenire, fare commenti, domande

giovedì 30 gennaio 2020

Prossima settimana calda a Taranto...

Lunedì 3 febbraio - sciopero dei lavoratori ex Pasquinelli"Si avvia la raccolta differenziata, ma dove si selezionerà...?"

Lettera a Comune e Amiu - La scrivente O.S., facendo seguito ai precedenti comunicati in merito allo stato di agitazione dei lavoratori ex Pasquinelli, non avendo avuto riscontro circa i tempi e modalità di assunzione certe per il rientro degli stessi lavoratori nell'impianto di selezione della differenziata (Pasquinelli), nonostante il 3 febbraio si avvia la nuova raccolta differenziata,


DICHIARA

per il giorno 3 febbraio sciopero.
In detta giornata si svolgeranno presidi presso Palazzo di città e presso Amiu

Chiediamo:

- il passaggio immediato dei lavoratori ex Pasquinelli al loro precedente lavoro negli impianti di selezione differenziata o nella raccolta differenziata.


                                                                              *****

Martedì 4 febbraio - Assemblea e presidio Comune ple Bestat delle lavoratrici degli asili comunali

Dalla lettera al Comune - La scrivente O.S., comunica che il giorno 4 febbraio si terranno assemblee sindacali esterne in ple Bestat/Via Plinio 75 presso Direzione Pubblica Istruzione
Nel corso delle assemblee si svolgerà un presidio in ple Bestat/Via Plinio 75, dalle ore 9,30 

Chiediamo
 per la nuova gara d'appalto
- garanzia dei tempi di avvio dell'aumento dell'orario di lavoro,
- garanzia del riconoscimento della mansione di ausiliariato, con il corrispondente liv 2 parametro 115, così come previsto dal CCNL multiservizi 

Verso lo sciopero delle donne a Taranto - Non Una di Meno ai sindacati: «Convocate lo sciopero generale il 9 marzo» - Il Mfpr appoggia questa richiesta


Da il Manifesto - Non Una di Meno ha inviato ieri una lettera aperta a tutti i sindacati italiani in cui chiede di aderire allo sciopero generale del prossimo lunedì nove marzo garantendo la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro. Sarà «uno sciopero femminista dal lavoro produttivo e riproduttivo, da quello normato e da quello informale, da quello dipendente, autonomo, precario, sottopagato o non pagato per niente». Per l’intera giornata e in tutti i comparti del settore pubblico e privato, il movimento chiede di sostenere lo sciopero inviando la convocazione su tutti i posti di lavoro e riportando le motivazioni. Chiede di organizzare le assemblee per informare sulle rivendicazioni e favorire l’incontro tra i lavoratori e i nodi territoriali di Non Una di Meno «nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista».

Giornata ugualmente importante sarà l’otto marzo. La giornata internazionale dei diritti della donna quest’anno arriva di domenica. Non Una di Meno sarà nelle piazze e nei centri commerciali in cui si lavora 24 ore e 7 giorni su 7... Lo sciopero rivendica sia la parità salariale che un salario degno... perché senza autonomia economica non si esce dalla violenza e non c’è libertà»... «Vogliamo congedi di maternità, paternità e parentali retribuiti al 100%, di uguale durata per entrambi i genitori...
«Vogliamo l’abrogazione dei decreti sicurezza, l’abolizione dei Cpr»...

Questo ricco Dossier si può richiedere a mfpr.naz@gmail.com

Le lotte e manifestazioni contro la politica dei governi di attacco alla salute e al lavoro sono pienamente legittime - Dalla testimonianza del coord. Slai cobas sc al processo Renzi

In occasione della prossima udienza il 27 febbraio 2020, manifestazione alla fabbrica, in tribunale, in città. 
*****
Coordinatore Slai cobas sc
...in occasione della venuta di Renzi (luglio 2016) in quanto responsabile di provvedimenti che avevano peggiorato la situazione del lavoro e della salute nella città, noi ci siamo assunti la responsabilità di convocare e richiedere l’autorizzazione per una manifestazione. Manifestazione che ci hanno autorizzato con delle restrizioni che prevedevano che restassimo al centro della piazza...
Alla manifestazione sono convenute diverse Associazioni, in un numero di partecipanti abbastanza rilevante, che hanno utilizzato la piazza per poter esprimere la loro contrarietà a Renzi, alla sua politica in relazione all’Ilva e alla questione Taranto.
Per tutta la mattinata abbiamo mantenuto la piazza, con striscioni, cartelli e bandiere...
Successivamente i numerosi partecipanti accorsi autonomamente alla manifestazione – cittadini, associazioni, gente di diversa provenienza e tipo, ambientalisti, lavoratori, diversi operai dell’Ilva, lavoratori cimiteriali, donne con bambini che erano assolutamente le più vivaci nel contestare a Renzi le responsabilità del suo governo per i decreti relativi al disastro ambientale - si sono avvicinati la dove era prevedibile la presenza di Renzi, là dove non c’erano transenne... A quel punto sarebbe stato piuttosto strano se noi, che eravamo lì per contestare la venuta di Renzi, che ci eravamo assunti la responsabilità di convocare la manifestazione, mentre gran parte delle persone attorno a noi, alla spicciolata, senza alcuna indicazione organizzata, si avvicinavano al marciapiede di fronte a una delle entrate del Museo, fossimo rimasti all’interno della piazza. Per altro quella stessa zona non era stata limitata da alcuna transenna... 

PM
Se ho capito bene, voi eravate nella zona autorizzata, sono arrivati gruppi di persone che si recavano spontaneamente nella zona antistante il museo e quindi sarebbe stato paradossale se non le aveste raggiunte. Ma la mia contestazione si riferisce al fatto che voi eravate gli organizzatori, avevate richiesto l’autorizzazione, conoscevate il contenuto dell’autorizzazione, ma lei mi sta dicendo che quella manifestazione, autorizzata e organizzata è diventata una manifestazione spontanea […]

Risposta
Noi ci siamo associati alla protesta spontanea delle persone che andavano verso il museo. Nello stesso tempo mantenevamo il presidio nella piazza attraverso la disposizione di alcuni dei nostri lavoratori vicino dove c’erano i nostri cartelli, striscioni... altri attivisti hanno seguito il flusso, me compreso: si arrivava vicino il museo, si tornava indietro […]
Noi volevamo contestare Renzi, questo era il contenuto esplicito della manifestazione per cui avevamo richiesto autorizzazione. Eravamo altrettanto “vivaci” quanto tutti gli altri manifestanti che erano venuti organizzarti alla manifestazione o si erano uniti alla spicciolata... sicuramente c’erano donne, cittadini, lavoratori che avevano molti motivi per lanciare invettive contro la venuta di Renzi. Noi eravamo parte di questo tipo di reazione... C’erano dei manifestanti che si erano avvicinati al museo, per dire a Renzi più direttamente qualche parola e c’era la polizia che faceva cordone per impedirglielo....

PM
Nelle relazioni della polizia lei viene indicato come uno di quelli che incitava la folla forzare il cordone di sicurezza.

Risposta
Che significa incitare? Chiaramente, non mi sono stato zitto, ma i cittadini che erano lì, studenti, lavoratori, mamme, non aspettavano certo l’incitamento del sottoscritto per esprimere la loro protesta... c’erano tante persone che avevano forse più ragioni dello Slai Cobas per far sentire la loro protesta. Noi agiamo su mandato dei nostri iscritti... Io sono il coordinatore dello Slai Cobas, prima di questa iniziativa abbiamo fatto assemblee, abbiamo avuto il mandato di lavoratori di diversi settori, di oltre 100 parti civili nel processo “Ambiente svenduto”, per portare in piazza questa protesta contro Renzi

PM
Le mostro altre foto che la polizia indica come la prova che lei avrebbe incitato la folla a rompere il cordone di sicurezza

Risposta
E come fa la polizia a sostenere questo? Certo qui si vede che ho il braccio alzato e che sto gridando, cioè che sto lanciando uno slogan o un’invettiva di protesta, ma la polizia ha fatto decine di altre foto che ritraggono decine di altre persone che fanno esattamente lo stesso in quello stesso momento.
Voglio, però, aggiungere una cosa: la polizia pensa di cavarsela troppo facilmente. Deve finire questo andazzo che siccome non riescono ad identificare le persone che manifestano, i “soliti noti" rientrano in tutti i fascicoli giudiziari e rapporti della Digos, semplicemente perché siamo “noti”. Questa è una prevaricazione dei nostri diritti! [...]

SI migranti NO soldati! I cartelli ieri al porto per l'arrivo dei migranti. Vigilanti e Guardia di finanza hanno cercato di impedirli, ma altri sono comparsi... Sempre più forte si deve sentire la voce della Taranto solidale e contro la guerra

Solidali con il Grup Yorum in Turchia - solidali con Pati Luceri che li sostiene con uno sciopero della fame

Ciao Pati Luceri, ti scriviamo come Comitato di solidarietà con Grup Yorum. Abbiamo visto che hai iniziato uno sciopero della fame in solidarietà con la resistenza di Grup Yorum. Sfortunatamente non conosciamo la lingua italiana ed abbiamo pensato che fosse meglio inviarti una mail piuttosto che telefonarti, a causa delle difficoltà di comunicazione. Ti ringraziamo molto per questo grande, straordinario gesto di solidarietà . Decidere di fare uno sciopero della fame è una scelta molto difficile e ti ringraziamo molto di aver dimostrato il tuo supporto verso Grup Yorum. Abbiamo dato notizia ai membri di Grup Yorum che si trovano in Turchia della tua resistenza e della tua solidarietà nei loro confronti. Grazie!
COMITATO DI SOLIDARIETÀ CON GRUP YORUM

mercoledì 29 gennaio 2020

La guerra in Libia alle porte di casa - Che succede a Taranto?

Siamo di fronte all'aggravarsi della guerra in Libia, che è diventata ormai una guerra generale per interposta persona, che vede tutte le potenze imperialiste e i regimi reazionari dell'area impegnati dietro i signori della guerra libica, Haftar, Serraj, le bande che agiscono in altre zone della Libia e perfino i gruppi di integralisti islamici che pure sono presenti in alcune zone. In questa guerra, quindi, ci sono ormai tutti. Non ha le dimensioni grandi che ha avuto precedentemente la guerra in Siria, ma ci sono tutti. E la Conferenza internazionale di Berlino ha dimostrato questo.
Con la Conferenza non è la pace che si è promossa bensì la presenza di tutte le potenze imperialiste, Usa, Russia, Europa e di tutti i regimi reazionari legati a queste potenze che si trovano nell'area. Quindi è diventata una vera guerra mondiale, per interposta persona, intorno al petrolio fondamentalmente e al controllo del Mediterraneo. Perchè la Libia poi significa Tunisia, Magreb, porta d'ingresso all'Africa, facente parte di quel lungo arco che va dal Golfo Persico, al Medio Oriente, al Mediterraneo.

Il popolo libico non ha una voce in capitolo perchè non ha una sua struttura, un suo movimento che lotta per la liberazione nazionale, manca un fronte di liberazione nazionale, ed evidentemente non c'è nessuna forza che si può appoggiare all'interno della Libia. Se è così, il nostro obiettivo principale è concentrare le forze contro il nostro imperialismo. L'imperialismo italiano è storicamente presente in Libia ed è di conseguenza uno dei soggetti interessati a mantenere il dominio sulla Libia e sul Mediterraneo.
Ora, data l'importanza che ha la guerra in Libia, l'imperialismo italiano è diventato da “padrone a barca d'affitto. Prima è stato praticamente messo in crisi nella precedente fase dall'intervento soprattutto della Francia. E dietro la Francia sta la Total, come dietro l'Italia c'è l'ENI, a rendere abbastanza chiaro che ciò che è in discussione è il controllo della vie del petrolio e dentro il Mediterraneo il controllo delle vie del gas.
Via via che la guerra si è alimentata sono entrate direttamente le altre potenze, con i piedi di elefante la Russia dietro la fazione di Haftar, e la Turchia dietro Serraj. L'intervento della Russia e di conseguenza dell'Egitto, ecc, come della Turchia hanno trasformato questa guerra da guerra per interposta persona in guerra diretta. E quindi ora tutte le potenze imperialiste se vogliono partecipare a questa guerra devono metterci i soldati, devono scendere sul campo. La Conferenza di Berlino ha cercato di “regolare” questo intervento. Ma chiaramente è clamorosamente fallita, perchè gli interessi delle potenze imperialiste nell'area sono apertamente contrapposti. E l'Europa non può trovare una base comune di intervento perchè i due paesi principali in Europa, Francia e Italia sono in guerra tra di loro, da lati opposti della barricata.
Nello stesso tempo la Germania da lungo tempo pensa ad un massiccio intervento in Africa, perchè l'Africa è il futuro delle ricchezze del mondo, vi sono le risorse più strategiche delle altre; a parte l'energia, sono le materie prime con cui si fanno le tecnologie avanzate, telefonini, le armi più sofisticate, ecc.

L'Italia se vuole contare deve intervenire militarmente e massicciamente, perchè se non lo farà, se non metterà molti soldi e soldati l'Italia sarà espulsa dalla Libia e nello stesso tempo sarà il primo paese in cui arriveranno intorno a 800mila profughi.
Quello che si prepara è uno scenario di una guerra mondiale alle porte di casa, con tutti gli eserciti impegnati in prima persona e con l'Italia che diventa protagonista in negativo, sia dal punto di vista della borghesia, sia dal punto di vista degli interessi delle masse, che dalla guerra non possono trarre alcun vantaggio.

Mediterraneo significa Taranto.
Mediterraneo significa che le Basi principali militari sono in Sicilia e Taranto, Mediterraneo significa che i migranti arrivano al sud dell'Italia, a Taranto e quindi significa che il ruolo strategico di Taranto cresce a dismisura.

In questo quadro va visto ciò che sta diventando la grande Base navale di Taranto. Nel silenzio della città, si stanno costruendo le condizioni perchè la Base, il porto di Taranto siano protagoniste in prima fila nella guerra di Libia e in altre guerre vicine.
Mentre la città viene obiettivamente trascinata nel vortice della vicenda inquinamento, la trasformazione di Taranto tappa tappa in città di guerra appare coperta dal silenzio generale e dalla complicità di tutte le forze politiche e sociali di questa città.
E' questo il problema. Taranto è una delle capitali di questa battaglia. La borghesia sta facendo tutti i passi necessari: sta trasformando la Base navale di Taranto nella principale Base di questa attività, sta trasformando l'Arsenale che era morto e seppellito in un nuovo cantiere navale al servizio delle portaerei degli F35. Le famose assunzioni che ci saranno in Arsenale sono una trasformazione ulteriore di Taranto come città di guerra.
Noi come forze proletarie, della pace,contrarie alla guerra, siamo contro l'ampliamento dell'Arsenale, siamo contro le assunzioni in Arsenale, siamo contro la ripresa dell'Arsenale come cantiere di guerra.
Così, mentre si vuole demolire l'industria siderurgica, si sta ampliando a tappe forzate l'industria militare che ha al centro la Leonardo a Grottaglie, che ormai ha 1300 lavoratori. Non abbiamo l'aereoporto ma abbiamo una delle industrie belliche principali, non possiamo andare con l'aereo da Taranto a Milano, Roma - dove purtroppo avvengono anche i viaggi per la salute”, ma abbiamo i voli interplanetari...
La Leonardo è l'equivalente dell'Eni. L'Eni è nel campo dell'energia, la Leonardo è la grande multinazionale italiana che oggi ha concentrato nelle sue mani tutta l'industria bellica e chiaramente le sue fabbriche sono le principali fabbriche di guerra del nostro paese.
Quindi noi non consideriamo affatto il tipo di sviluppo che si sta avendo nell'area di Grottaglie uno sviluppo dell'economia. Uno sviluppo dell'industria bellica ma non uno sviluppo dell'economia.
Per dirla brutale: l'Ilva è megli che la Leonardo se non producesse all'interno della città i disastri che sappiamo. Non si è fatta mai pienamente luce se dietro l'inchiesta sull'Ilva ci fossero gli interessi della Nato e della Marina, nonostante queste cose siano apparse sui giornali.
Quindi, sono tutte questioni su cui è bene tornare a ragionare e a far ragionare i lavoratori, le masse popolari di questa città.
A partire dal fatto che noi vogliamo la chiusura della Base navale di Taranto, non vogliamo che Taranto sia una città di guerra, non vogliamo che sia la sede principale delle operazioni belliche nel Medio Oriente, nel Golfo persico, nel Mediterraneo. Così siamo contro la produzione degli F35, siamo per la sospensione di questa produzione. Siamo perchè ci sia una riconversione in senso civile dell'Arsenale e della fabbriche di Grottaglie.
Siamo all'opposizione dell'intero modello di sviluppo della nostra città, della sua trafsormazione in base di guerra.

Nello stesso tempo mettiamo in luce che il rapporto che c'è tra guerra e rapina della Libia e dei popoli oppressi, con l'immigrazione. Noi mandiamo soldati e arrivano migranti. Ma chi causa l'ondata migratoria sono chi manda i soldati, sono le grandi potenze imperialiste che hanno le loro grinfie sull'Africa, sulla Libia. Sono loro i responsabili della miseria e della guerra. Per di più, la Libia è diventata un gigantesco lager. Dove non solo le persone vengono torturate, rapinate, massacrate, che fa scandalo giustamente, ma durante la guerra che succede quello che è denunciato recentemente da una delle associazioni pacifiste:siccome è guerra,i migranti vengono obbligati a partecipare alla guerra. Possono uscire dai lager con un fucile in mano a sostenere le bande.

Taranto dovrebbe essere la capitale dell'opposizione a tutto questo. Ma proprio su questo invece mostrano la corda tutti coloro che in questa città possono impegnarsi a cambiarla.
Noi siamo per nessun intervento dell'Italia in Libia, per il ritiro degli attuali soldati.
I soldati italiani in Libia ci sono già. Da tempo vengono addestrate le guardie costiere, esiste un legame stretto tra la famigerata guardia costiera libica e le attività militari dell'Italia che in Libia hanno alimentato la guerra, non hanno certo risolto i problemi.
Quindi è nell'interesse dei proletari e masse popolari di Taranto dire un chiaro NO a tutto questo, che vuol dire No all'intervento in Libia, NO ai lager in Libia, ma che vuol dire anche No alla Base navale, No agli F35, No agli sviluppi attuale dell'Arsenale.
A noi proletari, a noi comunisti tocca un ruolo per sensibilizzare la città. Tocca andare controcorrente.
Nello stesso tempo a tutti coloro che vogliono una città sana, priva di inquinamento - con loro noi divergiamo solo sul problema della chiusura dell'Ilva, abbiamo già spiegato tante volte che senza gli operai in una fabbrica aperta questa battaglia non si potrà mai vincere, e quindi tutto ciò che punta a cancellare la classe operaia, affidarsi ai fondi dello Stato e del cosiddetto “Cantiere Taranto” è in realtà una sciagura che non darà alcun beneficio, ma chiusura fabbrica con incremento della disoccupazione, ma a parte questo, noi diciamo che occorre scendore in campo sull'intera problematica che tocca la città e ora non si può girare la testa dall'altra parte, su ciò che sta succedendo in Libia, sull'arrivo dei migranti, sulla guerra alle porte di casa.
Su questo faremo al nostra parte chiamando le forze antirazziste, pacifiste, solidali con le lotte dei popoli, ad organizzarsi per fare la guerra alla guerra. Perchè da sempre la lotta migliore per la pace è condurre la guerra alla guerra, nel caso nostro, alla nostra partecipazione a questa guerra.
E' del tutto evidente che i governanti attuali sembrano delle comparse al banchetto dei grandi. Le figure che vanno facendo Di Maio e Conte sono appunto di “commensali” che avvicinano i grandi,dicono le loro, poi si vantano di aver detto, aver fatto; quando è sotto gli occhi di tutti che non contano assolutamente niente. L'Italia conta se manda i soldati, se accoglie i migranti.
Ma se l'Italia si comporta così il governo giusto per la borghesia si chiama “Matteo Salvini”, quindi è evidente che tutto questo favorirà la più rapida caduta di questo governo e la presenza di un nuovo governo che cercherà proprio sul terreno della presenza imperialista dell'Italia di fare la sua parte.
Non è tempo in cui si possa non dire le cose, non schierarsi chiaramente su questi processi. Che ci sia confusione tra le masse è normale, ma che coloro che le cose le sanno non facciano la loro parte, non è legittimo.

Amianto Assassino - un’altra condanna per la Marina Militare

Si dimostra la gravita inquinante della presenza della Marina e delle sue strutture a Taranto, presenza che ora si vuole ampliare.  
Sabato scorso in un presidio sotto l'ammiragliato lo slai cobas ha denunciato tutto e ha invitato alla mobilitazione 


info da Controamianto



Un elettricista dipendente della Marina Militare di Taranto ucciso da mesotelioma: un altro decesso per il quale il Ministero della Difesa è stato condannato a risarcire con 480mila euro gli eredi. La famiglia, assistita dall’associazione CONTRAMIANTO, ha ottenuto giustizia dal Tribunale di Taranto “al quale erano state avanzate precise richieste a sostegno del danno da morte causato dall’amianto ed alla latenza ultradecennale delle sue polveri cancerogene” informa l’associazione. “Oltre mezzo milione di euro la somma del risarcimento se si conteggiano interessi e rivalutazione monetaria, la sentenza emessa negli scorsi giorni dal giudice del lavoro del Tribunale

Salvini il fascio/razzista - sotto processo per la vicenda Gregoretti, ma anche per l'imboscamento di 49 milioni, e per i rubli russi fa lo sciacallo per l'arrivo dei migranti e annuncia il suo arrivo a Taranto il 19 febbraio - vieni..bell' vieni...!

Taranto è città solidale e civile e non può essere offesa dall'arrivo di questo maiale in campagna elettorale permanenteIMG 20200129 170145


Chi sono  i profughi della Ocean Viking

Sono 403 le vite salvate dal mare e dall'orrore della Libia. Tra loro scesi a terra anche una decina di ustionati e 109 minori


Approdano a Taranto i profughi della Ocean Viking
Si tratta di 216 uomini, 149 minori e 38 donne. Le loro condizioni di salute sono giudicate buone ma tra le persone scese a terra ci sono anche dieci ustionati (non gravi) perché hanno viaggiato per quattro giorni, senza potersi muovere, a contatto con i motori e i serbatoi di carburante dell'imbarcazione. Il trasferimento dei profughi all'hotspot ubicato nel porto non si sono ancora concluse.


Sos Mediterranee / Medici senza frontiere


Sardine: "Sciacallaggio elettorale di Salvini"che annuncia la sua presenza a Taranto il prossimo 19 febbraio. La risposta delle Sardine non si fa attendere. Siamo una terra accogliente da sempre e siamo una citta' di mare. Prepareremo anche per lui un comitato di accoglienza"

Un benvenuto e un abbraccio caloroso ai 403 migranti arrivati dopo inarrabili sofferenze

'Viaggio da incubo'. A bordo anche 132 minori non accompagnati

Ha attraccato al molo San Cataldo di Taranto la Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, che ha ottenuto questo porto sicuro per sbarcare le 403 persone soccorse nel Mediterraneo (216 uomini, 38 donne e 149 bambini). Altre quattro, una donna con gravi ustioni causate da carburante e i suoi tre figli, erano state portate in elicottero a Malta.
A bordo, fa sapere la Prefettura di Taranto, ci sono anche 12 donne incinte, 132 minori non accompagnati (alcuni tra 11 e 13 anni) e 20 famiglie. Provengono da Marocco, Guinea, Senegal, Burkina Faso, Kenya, Nigeria, Mali e Somalia.
Hanno affrontato un 'viaggio da incubo', secondo il racconto dei soccorritori. Salvati nei giorni scorsi, in cinque operazioni notturne complicate anche dalle condizioni meteomarine, molti erano stipati in barchini pieni d'acqua che sono stati più volte sul punto di ribaltarsi. Altri, soffrivano di ipotermia e mal di mare e, coperti di carburante, viaggiavano a bordo di un gommone sovraffollato.
Tra loro, allo sbarco, volti sorridenti ma provati dalla stanchezza e dalla tensione. Gli operatori sanitari, a quanto si è appreso, hanno rilevato due casi di tubercolosi e alcuni casi di ustioni da idrocarburi, dovute al contatto tra la benzina a bordo e l'acqua di mare, ma in generale le condizioni dei sopravvissuti sono ritenute "abbastanza buone".
I minori, oltre un terzo, sono destinati a comunità educative di Taranto e provincia, gli adulti trasferiti in bus all'hotspot, vi resteranno 48-72 ore per le procedure di identificazione prima di essere condotti in altri centri.
"I salvataggi sono stati difficili - ribadiscono i soccorritori - con il mare mosso, di notte. Ci sono state scene di panico ma è stato compiuto un lavoro straordinario da parte di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. Anche l'equipaggio è stanco, si tratta di recuperare persone in acqua che rischiano la vita. Questi migranti meritano un po' di pace e riposo, ora potranno iniziare una nuova vita in Italia e all'estero".

Processo Ilva - Una testimonianza emblematica di come veniva data l'AIA a Riva/Ilva

Tra le testimonianze di questi giorni da parte di testi presentati dagli avvocati degli imputati, è significativa (in negativo) quella di oggi del Dr. Mazzoni, chimico, per un periodo responsabile dell'organismo ministeriale che doveva valutare, istruire l'AIA del 2011 per l'Ilva - in questo organismo erano presenti anche Regione, Provincia, Comune, Arpa, ecc. rappresentanti della magistratura, e in alcune riunioni ha partecipato anche l'Ilva.

Il Dr.Mazzoni ha tranquillamente dichiarato:
1- che questo organismo valutò che la copertura dei parchi minerali non si poteva fare, per le elevate dimensioni degli stessi;
2 - che, comunque, questa copertura non è prevista da alcuna normativa;
3 - che, quindi, nel rilascio dell'Aia non c'è mai stata una direttiva per la copertura dei parchi;
4 - che erano stati indicati alcuni interventi, come le barriere frangivento, l'innaffiamento del minerale, ma solo come "opportunità, affinchè il provvedimento non potesse essere impugnato";
5 - che non avevano a disposizione un'analisi della composizione del terreno sottostante l'area parchi;
5 - che il Gruppo istruttore, per rilasciare l'Aia, fece un solo sopralluogo agli impianti più importanti dell'Ilva (cokerie, batterie, acciaierie, ecc.) della durata di tre giorni.

Soprattutto su quest'ultima "visita", a fronte di domande del PM su cosa avessero accertato in merito allo stato degli impianti, dopo una serie di "non ricordo", questo Dr. Mazzoni ha dichiarato che però questo sopralluogo aveva lo scopo solo di vedere gli impianti (perchè è meglio vederli direttamente che sulla carta...), di rendersi conto di come era l'impianto, ma non di accertare il loro stato, non di entrare nei dettagli.
Insomma, questo organismo che doveva decidere se concedere o meno l'Aia, che doveva indicare all'Ilva cosa fare per risanare gli impianti, viene a Taranto e si fa una "passeggiata" sugli impianti - ACCOMPAGNATO DALLA DIREZIONE AZIENDALE... 

Ecco, noi pensiamo che in questo processo a fronte di queste bestialità che mostrano come tutti, dai rappresentanti governativi, agli Enti locali e regionali, ai cosiddetti "tecnici. professionisti" agissero per non disturbare il padrone, anzi per favorirlo, ci vorrebbero eccome operai, delegati che "disturbassero" il sonnacchioso/grigio andamento delle udienze e ponessero con forza l'urgenza che tutti i responsabili delle morti, malattie dentro e fuori la fabbrica, vengano condannati!  

USCITO IL NUOVO NUMERO DEL GIORNALE PROLETARI COMUNISTI - per richiederlo: pcro.red@gmail.com o puoi trovarlo nella sede di via L. Andronico, 47 Taranto


info ArcerlorMittal comunica assetti di marcia primo trimestre - aumenterà lievemente la produzione di ghisa giornaliera - la posizione dello Slai cobas




ArcelorMittal Italia ha convocato quest’oggi le sigle sindacali per illustrare l’assetto di marcia del 1° trimestre 2020. Nella fattispecie, l’azienda ha comunicato che per i primi tre mesi ci sarà un aumento produttivo di ghisa, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che passerà da 11,5 mila tonnellate giornaliere a 12,5/13 mila tonnellate.
Di seguito si riportano le aree e i reparti con i seguenti assetti produttivi comunicati dai sindacati:
Area Ghisa Materia Prime: viene confermata l’approvvigionamento di 30 mila tonnellate giornaliere in attesa di una realizzazione di progetti che prevedono innovazioni tecnologiche sullo sbarco delle materie prime presso il IV sporgente. Tali innovazioni saranno comunicate successivamente alle organizzazioni sindacali.
Altiforni: è prevista la marcia dei tre altiforni per una produzione giornaliera di 12,5/13 mila tonnellate. In riferimento ad Afo/2 è prevista una fermata di 4/5 giorni per effettuare uno shoot creet (rivestimento refrattario). Per Afo/4 è prevista una fermata di 45 giorni nel 3° quadrimestre per la sostituzione degli stessi piastroni di rame.
Acciaieria: l’azienda ha comunicato che a seguito del ripristino del convertitore 1 di ACC/2 saranno effettuati dei “test stress” per garantire un numero di 45 colate giornaliere necessarie all’eventuale aumento produttivo.
Area Laminazione Laf – Decatreno: 15 turni settimanali fino al 31 marzo. Successivamente si

Cimitero San Brunone, bonifica alla Cisa - Si ricomincia per davvero? Sarà come l'altra volta? I lavoratori del Cimitero S. Brunone in stato di agitazione la prossima settimana faranno sentire la loro voce alla stampa e a tutta la città

Info a cura dei lavoratori cimiteriali del cimitero S.Brunone operanti con la DR Multiservice
appartenenti allo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Cimitero San Brunone, bonifica alla Cisa

Firmato il decreto del Commissario Straordinario per la Bonifica di Taranto in esecuzione dellaSentenza del Tar Puglia sezione di Lecce


Adesso è ufficiale. Con decreto n. 5 del 27 gennaio del Commissario Straordinario per la Bonifica di Taranto, in esecuzione della sentenza del Tar Puglia/ Lecce, non sospesa dal Consiglio di Stato, sono stati affidati alla CISA spa i lavori per la bonifica delle aree non pavimentate del Cimitero San Brunone, nel comune di Taranto. Con il decreto inoltre si autorizzano il RUP e il Direttore dei Lavori a predisporre tutti gli atti necessari al fine di procedere nel minor tempo possibile all’inizio dei lavori, ivi inclusa l’esecuzione anticipata.
(leggi il nostro articolo https://www.corriereditaranto.it/2020/01/17/bonifica-san-brunone-consiglio-di-stato-laffida-alla-cisa/)

Le vicende giudiziare legate alla gara

Nella nota della struttura commissariale viene ricordato che la gara era stata pubblicata nel novembre del 2018 ed i lavori erano stati aggiudicati a maggio del 2019 dal Commissario Straordinario stesso che ha svolto anche la funzione di stazione appaltante, (decreto di aggiudicazione n. 156 del 14.05.19), all’A.T.I. CO.GE.A. Impresit s.r.l. – Tecnobuilding s.r.l.S&C Costruzioni s.r.l. – Impresa Parisi, Scavi e Costruzioni di Parisi Angelo, con contestuale autorizzazione all’esecuzione anticipata del contratto.
A seguito dell’impugnazione dell’aggiudicazione da parte della terza classificata, CISA S.p.A, innanzi al TAR Puglia/Lecce, che ha sostenuto fatti riguardanti la mandante dell’A.T.I aggiudicataria, e le ditte mandataria e mandante dell’ A.T.I seconda classificata, fatti non rilevabili

martedì 28 gennaio 2020

Ocean Viking con 400 Migranti a Taranto - Diciamo SI all'accoglienza dei migranti – NO all'invio di armi e soldati!

Vi sono anche 12 donne incinte, 132 minori non accompagnati e 20 nuclei familiari tra i migranti a bordo della nave “Ocean Viking“, il cui arrivo è previsto intorno alle ore 8 al molo “S.Cataldo” del porto di Taranto.

Provengono dal Marocco, Guinea, Senegal, Burkina Faso, Kenya, Nigeria, Mali, e Somalia... e sono probabilmente passati dai campi dell'orrore della Libia

Sabato scorso di fronte all'Ammiragliato abbiamo denunciato

 
MANDARE ARMI E SOLDATI NEI TERRITORI DELLE GUERRE SIGNIFICA MASSE DI MIGRANTI CHE FUGGONO DALLE GUERRE
Chi storce il naso per l'arrivo dei migranti, sappia che proprio mandare armi, soldati in Libia, Iraq, in Africa, Medio Oriente, rapinare le ricchezze di petrolio, gas materie prima alimenta guerre e miseria che porta inevitabilmente molti più persone, che vogliono sfuggire alla morte, ai disastri, a venire nel nostro paese. Il governo italiano parla di aiutarli a “casa loro”... ma sono le missioni militari sarebbe “l'aiuto”? Chi se ne avvantaggia sono le grandi multinazionali italiane come l'Eni, la Leonardo, non certo uomini, donne, bambini.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha lanciato sabato un appello diffuso anche all'assemblea delle sardine a palazzo di città a tutti coloro che sono contro la guerra, antimilitaristi, antimperialisti, associazioni di solidarietà con gli immigrati, a una campagna di informazione e mobilitazione
- contro le conseguenze delle guerre in materia di immigrazione di tanti diseredati che fuggono appunto da miserie, guerre, lager di tortura, violenza e sopraffazione, con tanti morti in mare.

info adesioni contatti
Slai cobas sc via livio andronico 47
slaicobasta@gmail.com
347-1102638

Da dove vengono i migranti - cosa succede in Libia

Migranti. Libia Nei centri di detenzione continua l'orrore


Altri tre eritrei sono morti nei centri di detenzione: sono 40mila in attesa di protezione internazionale                 


Un'immagine scioccante dimostra le condizioni nel centro di Bani Walid
Un'immagine scioccante dimostra le condizioni nel centro di Bani Walid

Tre migranti morti a Tripoli per ricordare alla comunità internazionale che in Libia oltre 40mila persone aspettano di venire liberate dai centri di detenzione ufficiali e di ricevere protezione. Tutti e tre i morti sono eritrei, nazionalità che consentirebbe loro di avere asilo nella Ue e persino in Libia, dove non è riconosciuta la convenzione di Ginevra sui rifugiati. Invece sono rinchiusi arbitrariamente a tempo indeterminato, malnutriti e senza cure mediche. Tre morti senza un perché che ancora una volta squarciano il velo sulla tragedia dei migranti nei centri e per le strade.
Adal Debretsion è morto il 12 gennaio nel lager di Sabha. Aveva solo 16 anni e, confermano i rifugiati della diaspora eritrea in Italia, veniva da Elabered, città vicina a Keren, dove c’è un cimitero militare italiano. Era scappato da solo tre anni fa, a 13 anni. Era un piccolo minore non accompagnato che non voleva venire arruolato, hanno assicurato i compagni di prigionia al quotidiano britannico "Guardian," nel servizio di leva a vita che continua ad essere inflitto ai

La Uilm "dona" 80mila euro a lavoratori iscritti ex Ilva in cigs - ma...

Riportiamo su questa notizia un commento di un operaio Ilva AS che rappresenta anche il giudizio di altri operai:
non sono questi soldi che vogliamo, noi vogliamo lavoro e salario pieno. D'altra parte se faccio un pò di conti, a me di questi 80 mila euro verrebbero 150 euro; se penso a tutte le quote sindacali che ho dato in 20 anni, questo "dono" è veramente una miseria...

Nello stesso tempo, sottolineiamo noi, i sindacati confederali non hanno mai istituito una "cassa di resistenza" a sostegno delle lotte/scioperi, di operai licenziati a seguito di lotte - a differenza di quello che avviene invece in altri paesi.
Cassa di resistenza che permette di fare scioperi prolungati e quindi incisivi, senza che gli operai siano costretti a mollare perchè sono presi dalla fame.
Ma questo, che dovrebbe essere un dovere dei sindacati, non si fa. E la Uilm ora vuole far passare come un "dono", queste 80mila euro...
Ah... dimenticavamo. Questi non verranno dati direttamente ai lavoratori, ma in forma di buoni, da spendere nei "400 supermercati e Ipercoop di Coop Alleanza 3.0" - La Coop Alleanza ringrazia!

******* 


INFO sullo stato della questione governo/ArcelorMIttal/Piano industriale, occupazionale, ecc.

pubblicato su Corriere di Taranto il 26 Gennaio 2020

L’obiettivo, fin troppo ambizioso, è provare a raggiungere un’intesa di massima con ArcelorMittal entro il 31 gennaio. Il termine non è perentorio, ma ha un significato fin troppo chiaro: evitare di chiedere il prossimo 7 febbraio un nuovo rinvio nella causa civile in corso al tribunale di Milano. Il perché è presto detto: un ulteriore proroga, sarebbe la terza dallo scorso novembre, farebbe perdere al ricorso ex art. 700 presentato dai legali dei commissari straordinari di Ilva in Amministrazione
Straordinaria, quel carattere di urgenza con il quale fu presentato e appoggiato dal governo per evitare l’immediato addio della multinazionale. Tutt’altro che una ‘causa del secolo‘ come la definì a novembre il premier Conte. 
Per fare il punto della situazione, la scorsa notte il premier Conte ha convocato a Palazzo Chigi un

Oggi i lavoratori appalti comunali programmano le prossime iniziative di lotta

Oggi alle 18 in via Livio Andronico, 47, i rappresentanti dello slai cobas dei lavoratori degli appalti comunali: asili - verde e raccolta differenziata - cimitero
E inoltre lavoratrici pulizie scuole statali, lavoratori pulizie bus Amat

si riuniscono per pianificare una serie di assemblee e manifestazioni

per
imporre  alle amministrazioni comunali, agli Enti e alle Partecipate e agli organi di governo
un lavoro stabile e sicuro, senza precarietà permanente, orari o troppo bassi o troppo alti, senza appalti al massimo ribasso, con salari orari di almeno 9 euro all'ora
- rispetto della liberta di organizzazione sindacale
- contro il monopolio sindacale cgil/cisl/uil complice di amministrazioni e padroncini
- contro regole volte a impedire la libertà di sciopero e la tutela dei diritti dei lavoratori.

Processo per la contestazione a Renzi - manifestazione alla fabbrica, in tribunale, in città in occasione della prossima udienza il 27 febbraio

Contestazione a Renzi del 2016 vedi sotto video/dichiarazione



Rivendichiamo il diritto alla resistenza contro le loro devastazioni:
Chi è davvero illegale e chi è legale in questa città?

La contestazione a Renzi giusta e necessaria

Al Processo "Renzi", parlano "gli imputati"

Al Processo 'Renzi', parlano 'gli imputati', chi pienamente rivendica come legittima quella protesta

Udienza importante al processo di Taranto per la contestazione a Renzi del luglio 2016
La parola è passata agli “imputati”, a chi aveva manifestato contro la venuta provocatoria di Renzi. Hanno parlato esponenti significativi dello Slai cobas per il sindacato di classe, dell’associazionismo, dei Liberi e pensanti .Tutti hanno rivendicato pienamente la loro partecipazione alla manifestazione indetta dallo Slai cobas sc e soprattutto alla contestazione di massa per la venuta di Renzi. Hanno ribadito che era giusta e necessaria, metteva sotto accusa un governo che con i suoi decreti peggiorava la salute e il lavoro.

Anomalie nell’utilizzo della Cigo da parte di ArcelorMittal


Il 26 settembre 2019 l’azienda e le organizzazioni sindacali avevano trovato un’intesa per migliorare e normare la rotazione bisettimanale del personale, già programmata, per mansioni fungibili e di immediata impiegabilità nei reparti interessati quali il TNA/1, PLA/2, ERW. A distanza di settimane, esattamente il 14 novembre 2019, Arcelor Mittal ha disatteso gli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali firmatarie ed ha operato scelte unilaterali in contrapposizione a quanto convenuto con le parti sociali



Infatti, Arcelor Mittal, in data 5 dicembre 2019, ha inviato alle organizzazioni sindacali la richiesta di proroga di CIGO per ulteriori 13 settimane, avviata lo scorso 02.07.2019, senza che vi sia stato un accordo tra le parti sociali e l’azienda. In riferimento alla procedura di CIGO del 5 dicembre abbiamo da subito riscontrato delle anomalie sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale a partire dalla mancata rotazione programmata del personale. Inoltre, abbiamo riscontrato problemi per le manutenzioni centrali e altri reparti di manutenzione elettrica e meccanica dislocati presso gli impianti attualmente in marcia, come nel caso del reparto SOTTOPRODOTTI, DTA-ENE, Man/ACC e Man/Afo, dove viene programmata la cassa integrazione in presenza di ditte di appalto che svolgono le stesse attività dei lavoratori sociali, utilizzando, pertanto, impropriamente gli ammortizzatori sociali“.
Nello specifico, presso il reparto TNA/2, “abbiamo una presenza stabile di personale di una ditta dell’appalto che, di fatto, effettua le stesse attività di manutenzione meccanica svolte dai lavoratori sociali che puntualmente ArcelorMittal continua a far utilizzare impropriamente l’ammortizzatore sociale CIGO –. Anche nel reparto OFE MEL (officina elettrica – manutenzione centrale) continuano ad essere affidate a terzi le attività relative ai motori elettrici con una presenza di circa il 20% del personale sociale in cassa integrazione“.

Ex Ilva, spogliatoi fatiscenti - Una denuncia

Da diversi giorni gli spogliatoi delle portinerie A e D sono privi di acqua calda, con varie inefficienze negli impianti di illuminazione, riscaldamento e pulizie degli stessi spogliatoi.  
Questo disservizio crea un grosso disagio ai lavoratori che di fatto non hanno la possibilità di accedere alle docce dopo lo svolgimento delle attività lavorative“ 

Ex Ilva, morte operaio polacco: 1 condanna e 7 assoluzioni

L'incidente mortale sul lavoro nel quale perse la vita l'operaio polacco Zygmunt Jan Paurowicz di 54 anni avvenne l'11 dicembre del 2008


Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto Francesco Maccagnano ha condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) Jacques Bernier, dirigente dell’azienda ‘Pirson Contractors‘ finito sotto processo in seguito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto l’11 dicembre del 2008 all’interno dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.
A perdere la vita fu l’operaio polacco Zygmunt Jan Paurowicz, di 54 anni, dipendente della ditta francese, che cadde da un ponteggio dopo un volo di circa 14 metri mentre svolgeva lavori di rifacimento nell’Altoforno 4. Maccagnano ha invece assolto altri sette imputati, tra capi reparto della Pirson Contractors a cui la ditta Paul Wurth Italia aveva subappaltato i lavori, e funzionari dell’ex Ilva di Taranto. Il 4 aprile del 2011 il gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere aveva rinviato a giudizio gli otto imputati con l’accusa di omicidio colposo.
L’operaio polacco, tragica fatalità, era al suo ultimo giorno in fabbrica: morì in piena notte, mentre la ditta francese stava smantellando la macchina allestita per ristrutturare l’impianto.
Il lavoratore era intendo nello smontaggio di alcuni piastroni piazzati lungo un’impalcatura per consentire di operare sulla corazza interna dell’impianto. A pochi minuti alla fine del turno, la gru ha agganciato l’ennesimo carico. Un movimento falso, però, innescò una carambola fatale: il braccio della gru iniziò ad oscillare con il piastrone che colpì in pieno il lavoratore, sbalzandolo giù dal ponteggio. Cadendo, la vittima si infilò in un tunnel dal diametro di quattro metri, piombando sul fondo dell’ altoforno. Le urla attirarono i compagni di lavoro che lo soccorsero immediatamente: l’operaio polacco morì durante la disperata corsa verso l’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, dove giunse cadavere. Fu la terza vittima bianca di quell’anno.

lunedì 27 gennaio 2020

La Conferenza stampa al processo per la manifestazione contro Renzi

Elezioni - Fallisce la spallata moderno fascista e razzista di Salvini

dal blog proletari comunisti  27 gennaiotr

La mobilitazione democratica giovanile e popolare, antifascista e antirazzista delle Sardine che ha riempito le piazze, incide sul voto.
Bonaccini vince e prosegue lungo la strada di una giunta, al servizio innanzitutto dei padroni e degli interessi forti della Regione - mentre sul piano nazionale il governo Conte tira un sospiro di sollievo ma si misura con il crollo del socio di maggioranza populista M5Stelle Grillo/Di Maio

Ora il movimento delle Sardine e i suoi leader rispondono anch'essi di quello che succederà sul piano politico e sociale vale a dire  

come prosegue il movimento contro l'avanzata comunque del fascio populismo a guida di Salvini che il voto registra?
quale opposizione alla giunta Bonaccini e alla sua politica sulle condizioni vita, di lavoro degli operai, sulla condizione studentesca e giovanile, sulla casa e servizi sociali delle masse popolari?
quale rapporto con le lotte proletarie studentesche e popolari?

Le forze proletarie e di lotta restano ai margini e non incidono sulla situazione, 
le autopresentazioni PC di MarcoRizzo - Potere al Popolo mostrano che la via elettorale non è la via per costruire - nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, con una effettiva azione di avanguardia politica agente - il partito comunista, il fronte unito necessari per sviluppare l'alternativa di classe di opposizione, lotta e di potere proletario.

proletari comunisti /PCm Italia
27.1.20

info per taranto
c/o sede slai cobas via livio andronico 47 taranto slaicobasta@gmail.com 347-1102638

sabato 25 gennaio 2020

TARANTO NON E' CITTA' DI GUERRA - PRESIDIO INFORMATIVO ALL'AMMIRAGLIATO

Ai lavoratori, ai giovani, alle masse popolari di Taranto
informiamoci, organizziamoci, lottiamo insieme

CONTRO LA GUERRA NEL MEDITERRANEO E ALLE PORTE DI CASA
L'Italia, come tutte le potenze imperialiste, non sta affatto adoperandosi per la pace in Libia, Iraq, ecc., ma si attrezza anch'essa per la guerra, cercando di avere un ruolo nello scontro di interessi tra i paesi europei.
Questa guerra, per l'Italia, viene fatta soprattutto per difendere i profitti delle multinazionali italiane, in primis l'ENI.
Per i lavoratori, giovani, donne sono uno schiaffo ai gravi problemi di vita: milioni, miliardi, spesi per missioni militari, armi, sottratti ai fondi per il lavoro, per la salute, le bonifiche, i servizi sociali, la sanità nella nostra città.
RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DA LIBIA, IRAQ, AFGHANISTAN E IN TUTTE
LE ZONE DI GUERRA
I soldati italiani non vanno per aiutare le popolazioni locali; vanno ad addestrare i militari di questi paesi a fare la guerra. Come è successo in Libia, in cui i militari libici “addestrati” sono poi gli stessi che tengono nei lager i migranti, li torturano, stuprano le donne e impongono ai bambini di abbracciare i mitra e uccidereper partecipare all’infame guerra fra bande in corso in Libia

TARANTO NON E'-NE’ DEVE ESSERE CITTA' DI GUERRA – NOI VOGLIAMO FUORI LE BASI USA/NATO/ITALIA DALLA NOSTRA TERRA ,
Anche le basi militari Marina inquinano il nostro mare e
ancor prima della disastrosa ILVA così come è inaccattabile l'occupazione di intere zone della nostra città, per farne base di attività militari, di navi da guerra e secondo alcuni anche di passaggio di sommergibili nucleari di punto d’appoggio di missioni niente affatto umanitarie ma che sono in primis al servizio degli interessi guerrafondai imperialisti degli Usa/NATO La Marina ora di di voler ampliare l'Arsenale, che ha anch’esso inquinato il nostro mare comel'Ilva, per portaerei per gli F35 per i quali si spendono 9 miliardi mentre Conte tra qualche giorno verrà a parlare di pochi milioni per il cosiddetto e ancora fumoso “Cantiere Taranto”

MANDARE ARMI E SOLDATI NEI TERRITORI DELLE GUERRE SIGNIFICA MASSE DI MIGRANTI CHE FUGGONO DALLE GUERRE
Chi storce il naso per l'arrivo dei migranti, sappia che proprio mandare armi, soldati in Libia, Iraq, in Africa, Medio Oriente, rapinare le ricchezze di petrolio, gas materie prima alimenta guerre e miseria che porta inevitabilmente molti più persone, che vogliono sfuggire alla morte, ai disastri, a venire nel nostro paese. Il governo italiano parla di aiutarli a “casa loro”... ma sono le missioni militari sarebbe “l'aiuto”? Chi se ne avvantaggia sono le grandi multinazionali italiane come l'Eni, la Leonardo, non certo uomini, donne, bambini.
Diciamo SI all'accoglienza dei migranti – NO all'invio di armi e soldati!

Nella giornata nazionale per la pace, l'appello dello Slai cobas sc

In occasione della giornata nazionale di mobilitazione per la pace indetta dall'Arci, facciamo appello a tutti coloro che sono contro la guerra, antimilitaristi, antimperialisti, associazioni di solidarietà con gli immigrati a una campagna di informazione e mobilitazione:

- contro le guerre alle nostre porte e in particolare quelle in corso in Libia e nel Mediterraneo

- la fornitura di armi da parte delle industrie belliche italiane, pensiamo alla Leonardo di Grottaglie,

- contro le basi militari, compreso la Base navale della Marina a Taranto, le cui attività finalizzate alla partecipazione alle guerra per conto USA/NATO proseguono senza che la città abbia alcuna informazione e con il silenzio assenso delle Istituzioni locali

- contro le conseguenze delle guerre in materia di immigrazione di tanti diseredati che fuggono appunto da miserie, guerre, lager di tortura, violenza e sopraffazione, con tanti morti in mare.



Condividiamo alcune parti dell'APPELLO DELLE ORGANIZZAZIONI ITALIANE PER LA PACE per la giornata di mobilitazione di oggi


La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia“.

La guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade in tanti paesi del mediterraneo, del medio oriente, del golfo persico Non possiamo stare a guardare!

Dobbiamo gridare il nostro no alla guerra, alla sua preparazione, a chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi. Guerre che, in ogni momento, possono fare da miccia ad un conflitto globale tanto più preoccupante per il potenziale degli armamenti nucleari oggi a disposizione dei potenti del mondo.

Manifestiamo il nostro sostegno alle popolazioni, vere vittime delle guerre.



Fermare la spirale di violenze è responsabilità anche italiana e chiediamo al nostro Governo di farlo con atti concreti:

• opporsi alla proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente;

• negare l’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato ONU;

• bloccare l’acquisto degli F35;

• fermare la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani come sancito dalla L. 185/90;

• ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan...

aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari eliminandole dalle basi in Italia



Iniziativa a cura di

SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE TARANTO

VIA LIVIO ANDRONICO 47 – slaicobasta@gmail.com 3475301704



leggi il blog http://tarantocontro.blogspot.it