Noi vogliamo che ad ogni aumento della produzione corrisponda una diminuzione della CIGO in corso
Nello stesso tempo non siamo d'accordo con la posizione dei sindacati confederali
che richiede di ripristinare i progetti di riqualificazione di aree esterne e interne al perimetro aziendale, così come previsto all’interno dell’addendum ministeriale. Tali attività dovranno essere effettuate dagli stessi lavoratori per i reparti maggiormente colpiti dalla CIGO“.
Lo Slai cobas invece vuole che tali attività vengano svolte dagli operai attualmente in CIGS AM ILVA
info da Corriere di Taranto
ArcelorMittal Italia ha convocato quest’oggi le sigle sindacali per illustrare l’assetto di marcia del 1° trimestre 2020. Nella fattispecie, l’azienda ha comunicato che per i primi tre mesi ci sarà un aumento produttivo di ghisa, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che passerà da 11,5 mila tonnellate giornaliere a 12,5/13 mila tonnellate.
Di seguito si riportano le aree e i reparti con i seguenti assetti produttivi comunicati dai sindacati:
Area Ghisa Materia Prime: viene confermata l’approvvigionamento di 30 mila tonnellate giornaliere in attesa di una realizzazione di progetti che prevedono innovazioni tecnologiche sullo sbarco delle materie prime presso il IV sporgente. Tali innovazioni saranno comunicate successivamente alle organizzazioni sindacali.
Altiforni: è prevista la marcia dei tre altiforni per una produzione giornaliera di 12,5/13 mila tonnellate. In riferimento ad Afo/2 è prevista una fermata di 4/5 giorni per effettuare uno shoot creet (rivestimento refrattario). Per Afo/4 è prevista una fermata di 45 giorni nel 3° quadrimestre per la sostituzione degli stessi piastroni di rame.
Acciaieria: l’azienda ha comunicato che a seguito del ripristino del convertitore 1 di ACC/2 saranno effettuati dei “test stress” per garantire un numero di 45 colate giornaliere necessarie all’eventuale aumento produttivo.
Area Laminazione Laf – Decatreno: 15 turni settimanali fino al 31 marzo. Successivamente si
fermerà per circa 4 settimane per poter effettuare delle manutenzioni sugli stessi impianti.
Decapaggio – a 15 turni settimanali; Zincatura 2 – 20 turni settimanali; Zincatura 1: ripartenza slittata di circa 10 giorni per attività di manutenzione; Tna 2 – 20 turni settimanali; Tna 1 – al momento, secondo quanto riportato da Arcelor Mittal, non c’è visibilità sia per assenza di commesse che per gli attuali assetti di marcia.
Fna 2: la turnazione rimane invariata Treno Lamiere; Tubifici ERW Tla: ripartenza slittata di 10 giorni circa, rispetto alla data prevista del 10 febbraio, per problemi riscontrati in fase di manutenzione in merito a dei motori elettrici. ERW: non sono previste al momento ripartenze prima del 31 marzo.
Inoltre, l’azienda ha comunicato ai Coordinatori di fabbrica “la possibilità che nelle prossime settimane possano essere acquisite ulteriori commesse per garantire la continuità produttiva“. Fim, Fiom e Uilm hanno, tuttavia, ribadito “la propria contrarietà a nuovi assetti di marcia in acciaieria in assenza di interventi preventivi di manutenzione ordinaria e straordinaria“. I sindacati hanno richiesto ad ArcelorMittal “per tutti i lavoratori con fermate lunghe di effettuare rotazioni e/o ricollocazioni su altri impianti”. Inoltre, hanno richiesto “di ripristinare i progetti di riqualificazione di aree esterne e interne al perimetro aziendale, così come previsto all’interno dell’addendum ministeriale. Tali attività dovranno essere effettuate dagli stessi lavoratori per i reparti maggiormente colpiti dalla CIGO“.
Di seguito si riportano le aree e i reparti con i seguenti assetti produttivi comunicati dai sindacati:
Area Ghisa Materia Prime: viene confermata l’approvvigionamento di 30 mila tonnellate giornaliere in attesa di una realizzazione di progetti che prevedono innovazioni tecnologiche sullo sbarco delle materie prime presso il IV sporgente. Tali innovazioni saranno comunicate successivamente alle organizzazioni sindacali.
Altiforni: è prevista la marcia dei tre altiforni per una produzione giornaliera di 12,5/13 mila tonnellate. In riferimento ad Afo/2 è prevista una fermata di 4/5 giorni per effettuare uno shoot creet (rivestimento refrattario). Per Afo/4 è prevista una fermata di 45 giorni nel 3° quadrimestre per la sostituzione degli stessi piastroni di rame.
Acciaieria: l’azienda ha comunicato che a seguito del ripristino del convertitore 1 di ACC/2 saranno effettuati dei “test stress” per garantire un numero di 45 colate giornaliere necessarie all’eventuale aumento produttivo.
Area Laminazione Laf – Decatreno: 15 turni settimanali fino al 31 marzo. Successivamente si
fermerà per circa 4 settimane per poter effettuare delle manutenzioni sugli stessi impianti.
Decapaggio – a 15 turni settimanali; Zincatura 2 – 20 turni settimanali; Zincatura 1: ripartenza slittata di circa 10 giorni per attività di manutenzione; Tna 2 – 20 turni settimanali; Tna 1 – al momento, secondo quanto riportato da Arcelor Mittal, non c’è visibilità sia per assenza di commesse che per gli attuali assetti di marcia.
Fna 2: la turnazione rimane invariata Treno Lamiere; Tubifici ERW Tla: ripartenza slittata di 10 giorni circa, rispetto alla data prevista del 10 febbraio, per problemi riscontrati in fase di manutenzione in merito a dei motori elettrici. ERW: non sono previste al momento ripartenze prima del 31 marzo.
Inoltre, l’azienda ha comunicato ai Coordinatori di fabbrica “la possibilità che nelle prossime settimane possano essere acquisite ulteriori commesse per garantire la continuità produttiva“. Fim, Fiom e Uilm hanno, tuttavia, ribadito “la propria contrarietà a nuovi assetti di marcia in acciaieria in assenza di interventi preventivi di manutenzione ordinaria e straordinaria“. I sindacati hanno richiesto ad ArcelorMittal “per tutti i lavoratori con fermate lunghe di effettuare rotazioni e/o ricollocazioni su altri impianti”. Inoltre, hanno richiesto “di ripristinare i progetti di riqualificazione di aree esterne e interne al perimetro aziendale, così come previsto all’interno dell’addendum ministeriale. Tali attività dovranno essere effettuate dagli stessi lavoratori per i reparti maggiormente colpiti dalla CIGO“.
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