venerdì 24 gennaio 2020

NO al potenziamento dell'Arsenale in funzione della guerra

"La Marina Militare – prosegue la nota – è sempre stata determi­nante per lo sviluppo economico dell’area ionica e lo è particolar­mente in questo periodo di forte crisi con un Arsenale che assicu­ra il massimo sforzo produttivo e che, in controtendenza con la realtà industriale, ha garantito nel corso del 2019 il raddoppio degli occupati dell’indotto na­valmeccanico, impegnato nelle manutenzioni delle unità nava­li.".

Questo potenziamento è legato strettamente al ruolo militare dell'Italia in Libia, Iraq, ma anche Afghanistan, ecc.
Quindi in funzione delle missioni di guerra, come della politica Usa di incremento degli F35. 

Non possiamo che opporci a questo ampliamento di "morte", e facciamo appello ai pacifisti, antimperialisti di Taranto a prendere decisamente e pubblicamente posizione contro.

Nè vogliamo che tra i fumosi piani di "Cantiere Taranto" ci sia l'occupazione all'Arsenale. 
Questo da un lato è una misera illusione. Dall'altro il risanamento economico della città non può essere peggio dell'Ilva, con un inquinamento anche peggiore.
Nello stesso tempo denunciamo che mentre i piani per la guerra, il rilancio dell'Arsenale, significano tantissimi soldi messi dal governo, invece per le bonifiche, il lavoro vero ai disoccupati si mettono solo miserie e lavori precari, temporanei (vedi la raccolta differenziata).  

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