"La Marina Militare – prosegue la nota – è sempre stata determinante per lo sviluppo economico dell’area ionica e lo è particolarmente in questo periodo di forte crisi con un Arsenale che assicura il massimo sforzo produttivo e che, in controtendenza con la realtà industriale, ha garantito nel corso del 2019 il raddoppio degli occupati dell’indotto navalmeccanico, impegnato nelle manutenzioni delle unità navali.".
Questo potenziamento è legato strettamente al ruolo militare dell'Italia in Libia, Iraq, ma anche Afghanistan, ecc.
Quindi in funzione delle missioni di guerra, come della politica Usa di incremento degli F35.
Non possiamo che opporci a questo ampliamento di "morte", e facciamo appello ai pacifisti, antimperialisti di Taranto a prendere decisamente e pubblicamente posizione contro.
Nè vogliamo che tra i fumosi piani di "Cantiere Taranto" ci sia l'occupazione all'Arsenale.
Questo da un lato è una misera illusione. Dall'altro il risanamento economico della città non può essere peggio dell'Ilva, con un inquinamento anche peggiore.
Nello stesso tempo denunciamo che mentre i piani per la guerra, il rilancio dell'Arsenale, significano tantissimi soldi messi dal governo, invece per le bonifiche, il lavoro vero ai disoccupati si mettono solo miserie e lavori precari, temporanei (vedi la raccolta differenziata).
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