lunedì 20 gennaio 2020

CAMPAGNA NAZIONALE PER POPOLARIZZARE LA VERTENZA ILVA NELLE GRANDI FABBRICHE - BERGAMO

DISCUSSIONI AI CANCELLI, INCONTRI, MATERIALI. SI ROMPE UN SILENZIO SEGNATO DAL RISALTO DATO DALLA FALSA PROPAGANDA AGLI ACCORDI SINDACALI FIRMATI CON PADRONI E GOVERNO, E SULLA FALSA ALTERNATIVA ‘LAVORO O SALUTE’.
LOTTA DI CLASSE E SCIOPERO GENERALE VERO DEI METALMECCANICI IN PRIMO PIANO.
IL DISORIENTAMENTO TRA LE FILE OPERAIE È SEGNATO DALLE NOTIZIE FALSE CHE GIRANO SUI MEDIA, SUI SOCIAL, IN GENERALE CON INTERNET. SOPRATTUTTO SULLA NATURA E CONTENUTI DEGLI ACCORDI SINDACALI. CHE PORTANO SOLDI, CHE TUTELANO GLI OPERAI.
Sulla fabbrica che viene immaginata come inevitabilmente segnata da una produzione di morte: "io piuttosto che rovinarmi la salute preferisco chiuderla".
Basta poco per far osservare quanto sia contraddittoria questa affermazione. La maggioranza degli operai che la ripetono, non dovrebbero essere nemmeno nella ‘loro’ fabbrica, sicuramente non velenosa come l’Ilva ma distruttiva giorno dopo giorno, se fossero coerenti.
Ma il lavoro ai cancelli non corre sul filo della logica.
Si polemizza su come facendo propria una teoria piccolo borghese, che sposta il centro della nocività dal capitale alla fabbrica, si alimentano individualismo, rassegnazione, paura.
E di come questo dia un grande vantaggio a padroni e ai loro servi, non partecipando allo scontro in atto. Che oggi vede al centro la fabbrica di Taranto, ma che avrà ripercussioni su tutta la classe operaia. E nelle fabbriche stanno riprendendo massicciamente i piani di ristrutturazione.
Nelle discussioni si corre alla sconfitta della Fiat di Torino del 1980. Ma molti non ne hanno né memoria ne conoscenza.
Operai che fanno propri luoghi comuni sulla questione ambientale, sull’inquinamento che da un lato oggettivamente attorno alle fabbriche è veramente un concentrato di veleni, ma che è un’illusione combattere individualmente, mettendosi una mascherina mentre si circola in fabbrica per simulare una protesta simbolica rispetto a questa situazione, perdendo di vista che quello che può cambiare lo stato di cose esistenti è la presa di coscienza collettiva che questa situazione è generata dal sistema del capitale per il profitto e che questa nocività si combatte con la lotta di classe, con la mobilitazione degli operai che devono mettersi alla testa e guidare un movimento per farla finita con il sistema dei padroni.

Ma si continua. Con un piano di informazione/controinformazione costante e iniziative specifiche fabbrica per fabbrica per la mobilitazione, tenendo in primo piano la lotta di classe e lo sciopero generale vero dei metalmeccanici a sostegno della vertenza Ilva.

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