"Per salario, diritti, bonifiche e salute, riconoscimento lavori usuranti. Senza soluzioni si andrà allo sciopero entro la fine nel mese"
Ai cimiteri San Brunone/Talsano di Taranto ripartirà dal 16 gennaio lo stato di agitazione “per salario, diritti, bonifiche e salute, salario minimo garantito, riconoscimento lavori usuranti. Senza soluzioni si andrà allo sciopero entro la fine nel mese“. E’ quanto annuncia lo Slai Cobas per il sindacato di classe.
Prosegue intanto la protesta “per gli accordi antisindacali e l’ingiustifaca attitudine della DArpal regionale. Al Cimitero dove da tempo i lavoratori iscritti Slai cobas per il sindacato di classe – che
sono la maggioranza – stanno portando avanti una mobilitazione per ottenere aumenti salariali, orario uguale per tutti, pagamento per straordinari e per superlavoro legato alle bonifiche, è in atto una aperta azione discriminatoria da parte dell’azienda D.R. Multiservice srl che recentemente ha portato ad un accordo separato tra azienda e Uil (sindacato nettamente minoritario e presente solo al cimitero di Talsano). Un accordo illegittimo, respinto dalla maggioranza dei lavoratori, che vuole imporre discriminazioni tra i lavoratori, dividere tra pochissimi “privilegiati e tutti gli altri” affermano dallo Slai Cobas.
“Questo ha già portato al fatto che solo a singoli lavoratori vengono dati aumenti salariali mentre ad altri, pur svolgendo mansioni simili o più pesanti e centrali, non vengono riconosciuti gli stessi aumenti; ad alcuni si danno privilegi, ad altri che ne avrebbero diritto li si nega, ecc. Stiamo contrastando questa situazione con opportune iniziative sindacali – quali l’attuale stato di agitazione in corso – si legge nel comunicato stampa del sindacato di classe -. Consideriamo altrettanto negativo che il dirigente dell’Ufficio vertenze collettive dell’Agenzia regionale politiche del lavoro di Taranto, nell’incontro del 29 novembre, richiesto solo dallo Slai cobas, invece di essere imparziale, ha sostanzialmente avallato questo accordo separato ritenendolo di fatto legittimo ed estensibile a tutti i lavoratori“.
“Questo secondo noi non è accettabile. Vari giuristi e la stessa Cassazione hanno precisato che quando vengono messi in gioco diritti individuali dei lavoratori, l’accordo può valere per gli iscritti ai sindacati firmatari ma “esclude la possibile estensione dei vincoli nei confronti di soggetti diversi dagli iscritti“, “Le OO.SS – si aggiunge – non possono disporre dei diritti individuali dei propri iscritti e, naturalmente, l’accordo non potrà certamente vincolare i soggetti non aderenti”. Questo a maggior ragione lì dove e quando – come al cimitero di Taranto – la maggioranza dei lavoratori in assemblea ha esplicitamene respinto tale accordo” affermano ancora dallo Slai Cobas.
“Nello stesso tempo sottolineiamo l’inaccettabile procedura della stessa direzione dell’Ufficio di Taranto di convocare negli incontri richiesti solo dallo Slai cobas per il sindacato di classe tutti i sindacati confederali, anche quando alcuni di loro non hanno neanche un lavoratore iscritto nella realtà lavorativa – concludono -. Questo viola e ostacola la libertà dei lavoratori di scegliere l’organizzazione sindacale cui aderire, diritto difeso dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori.
Ai cimiteri San Brunone/Talsano di Taranto ripartirà dal 16 gennaio lo stato di agitazione “per salario, diritti, bonifiche e salute, salario minimo garantito, riconoscimento lavori usuranti. Senza soluzioni si andrà allo sciopero entro la fine nel mese“. E’ quanto annuncia lo Slai Cobas per il sindacato di classe.
Prosegue intanto la protesta “per gli accordi antisindacali e l’ingiustifaca attitudine della DArpal regionale. Al Cimitero dove da tempo i lavoratori iscritti Slai cobas per il sindacato di classe – che
sono la maggioranza – stanno portando avanti una mobilitazione per ottenere aumenti salariali, orario uguale per tutti, pagamento per straordinari e per superlavoro legato alle bonifiche, è in atto una aperta azione discriminatoria da parte dell’azienda D.R. Multiservice srl che recentemente ha portato ad un accordo separato tra azienda e Uil (sindacato nettamente minoritario e presente solo al cimitero di Talsano). Un accordo illegittimo, respinto dalla maggioranza dei lavoratori, che vuole imporre discriminazioni tra i lavoratori, dividere tra pochissimi “privilegiati e tutti gli altri” affermano dallo Slai Cobas.
“Questo ha già portato al fatto che solo a singoli lavoratori vengono dati aumenti salariali mentre ad altri, pur svolgendo mansioni simili o più pesanti e centrali, non vengono riconosciuti gli stessi aumenti; ad alcuni si danno privilegi, ad altri che ne avrebbero diritto li si nega, ecc. Stiamo contrastando questa situazione con opportune iniziative sindacali – quali l’attuale stato di agitazione in corso – si legge nel comunicato stampa del sindacato di classe -. Consideriamo altrettanto negativo che il dirigente dell’Ufficio vertenze collettive dell’Agenzia regionale politiche del lavoro di Taranto, nell’incontro del 29 novembre, richiesto solo dallo Slai cobas, invece di essere imparziale, ha sostanzialmente avallato questo accordo separato ritenendolo di fatto legittimo ed estensibile a tutti i lavoratori“.
“Questo secondo noi non è accettabile. Vari giuristi e la stessa Cassazione hanno precisato che quando vengono messi in gioco diritti individuali dei lavoratori, l’accordo può valere per gli iscritti ai sindacati firmatari ma “esclude la possibile estensione dei vincoli nei confronti di soggetti diversi dagli iscritti“, “Le OO.SS – si aggiunge – non possono disporre dei diritti individuali dei propri iscritti e, naturalmente, l’accordo non potrà certamente vincolare i soggetti non aderenti”. Questo a maggior ragione lì dove e quando – come al cimitero di Taranto – la maggioranza dei lavoratori in assemblea ha esplicitamene respinto tale accordo” affermano ancora dallo Slai Cobas.
“Nello stesso tempo sottolineiamo l’inaccettabile procedura della stessa direzione dell’Ufficio di Taranto di convocare negli incontri richiesti solo dallo Slai cobas per il sindacato di classe tutti i sindacati confederali, anche quando alcuni di loro non hanno neanche un lavoratore iscritto nella realtà lavorativa – concludono -. Questo viola e ostacola la libertà dei lavoratori di scegliere l’organizzazione sindacale cui aderire, diritto difeso dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori.
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