Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto Francesco Maccagnano ha condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) Jacques Bernier, dirigente dell’azienda ‘Pirson Contractors‘ finito sotto processo in seguito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto l’11 dicembre del 2008 all’interno dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.
A perdere la vita fu l’operaio polacco Zygmunt Jan Paurowicz, di 54 anni, dipendente della ditta francese, che cadde da un ponteggio dopo un volo di circa 14 metri mentre svolgeva lavori di rifacimento nell’Altoforno 4. Maccagnano ha invece assolto altri sette imputati, tra capi reparto della Pirson Contractors a cui la ditta Paul Wurth Italia aveva subappaltato i lavori, e funzionari dell’ex Ilva di Taranto. Il 4 aprile del 2011 il gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere aveva rinviato a giudizio gli otto imputati con l’accusa di omicidio colposo.
L’operaio polacco, tragica fatalità, era al suo ultimo giorno in fabbrica: morì in piena notte, mentre la ditta francese stava smantellando la macchina allestita per ristrutturare l’impianto.
Il lavoratore era intendo nello smontaggio di alcuni piastroni piazzati lungo un’impalcatura per consentire di operare sulla corazza interna dell’impianto. A pochi minuti alla fine del turno, la gru ha agganciato l’ennesimo carico. Un movimento falso, però, innescò una carambola fatale: il braccio della gru iniziò ad oscillare con il piastrone che colpì in pieno il lavoratore, sbalzandolo giù dal ponteggio. Cadendo, la vittima si infilò in un tunnel dal diametro di quattro metri, piombando sul fondo dell’ altoforno. Le urla attirarono i compagni di lavoro che lo soccorsero immediatamente: l’operaio polacco morì durante la disperata corsa verso l’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, dove giunse cadavere. Fu la terza vittima bianca di quell’anno.
A perdere la vita fu l’operaio polacco Zygmunt Jan Paurowicz, di 54 anni, dipendente della ditta francese, che cadde da un ponteggio dopo un volo di circa 14 metri mentre svolgeva lavori di rifacimento nell’Altoforno 4. Maccagnano ha invece assolto altri sette imputati, tra capi reparto della Pirson Contractors a cui la ditta Paul Wurth Italia aveva subappaltato i lavori, e funzionari dell’ex Ilva di Taranto. Il 4 aprile del 2011 il gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere aveva rinviato a giudizio gli otto imputati con l’accusa di omicidio colposo.
L’operaio polacco, tragica fatalità, era al suo ultimo giorno in fabbrica: morì in piena notte, mentre la ditta francese stava smantellando la macchina allestita per ristrutturare l’impianto.
Il lavoratore era intendo nello smontaggio di alcuni piastroni piazzati lungo un’impalcatura per consentire di operare sulla corazza interna dell’impianto. A pochi minuti alla fine del turno, la gru ha agganciato l’ennesimo carico. Un movimento falso, però, innescò una carambola fatale: il braccio della gru iniziò ad oscillare con il piastrone che colpì in pieno il lavoratore, sbalzandolo giù dal ponteggio. Cadendo, la vittima si infilò in un tunnel dal diametro di quattro metri, piombando sul fondo dell’ altoforno. Le urla attirarono i compagni di lavoro che lo soccorsero immediatamente: l’operaio polacco morì durante la disperata corsa verso l’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, dove giunse cadavere. Fu la terza vittima bianca di quell’anno.
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