"Ci danno già per operai senza lavoro e reddito. Prima quando andavamo alle banche a chiedere un prestito, bastava che presentavamo la busta paga Ilva e ce lo davano ad occhi chiusi. Oggi quando facciamo vedere la busta paga, ci mandano via. E questo succede anche da parte di grossi commercianti. se io devo fare oggi un acquisto a rate, non me lo fannno, perchè oggi lavorare all'Ilva per loro significa essere a rischio..."
"Molti di noi operai, di Mesagne, ma anche di altre zone, fanno le accoglienze nelle loro case di bambini che hanno grossi prioblemi familiari, ora non lo possiamo fare più, perchè temiamo che da un giorno all'altro non abbiamo più la sicurezza del lavoro e del salario. Quindi, non solo colpiscono noi, ma anche questi bambini..."
"Ci fanno sentire come se noi siamo colpevoli dell'inquinamento, ma noi siamo i primi ad ammalarci, a mettere a rischio la nostra salute in fabbrica. Dovremmo unirci lavoratori e cittadini, perchè stiamo tutti nella stessa barca..., anche io vivo ai Tamburi...."
"non ci può essere distinzione tra operai di Taranto o di Matera, ecc. Tutti veniamo qui, lavoriamo per 8 ore e respiriamo polveri e i veleni...".
"L'Ilva continua a produrre come prima. All'Acciaieria 1 dove lavoro, sto facendo anche gli straordinari in questi giorni. Riva si è fatto i soldi in questi anni e ora dice che non ha soldi e che per mettere altri per la bonifica degli impianti deve continuare a produrre... Ma basta con le parole, che comincino questi benedetti interventi...".
domenica 30 settembre 2012
il circo mediatico torna a taranto - lunedì tocca a gad lerner con l'infedele a tamburi
che si parli di taranto molto spesso in tv è un bene
che tanti tarantini parlino in tv è un bene
quello che non va è che finiscano per parlare sempre gli stessi
quelli che il lunedì sera si trovano a tamburi per la trasmissione preconfezionata
chi viene tagliato fuori da questo è l'operaio massa
che di solito parla con i fatti
2 giorni di sciopero e blocchi della via appia e della 106
non sono la stessa cosa di una trasmissione televisiva
ma nel circo mediatico le cose funzionano diversamente
la realtà che esprime è parziale e sfalsata
e di essa però si nutre autolimenta il luogo comune che la fa da padrone
che tanti tarantini parlino in tv è un bene
quello che non va è che finiscano per parlare sempre gli stessi
quelli che il lunedì sera si trovano a tamburi per la trasmissione preconfezionata
chi viene tagliato fuori da questo è l'operaio massa
che di solito parla con i fatti
2 giorni di sciopero e blocchi della via appia e della 106
non sono la stessa cosa di una trasmissione televisiva
ma nel circo mediatico le cose funzionano diversamente
la realtà che esprime è parziale e sfalsata
e di essa però si nutre autolimenta il luogo comune che la fa da padrone
"I giorni dell'Ilva pride, da Stefano a Vendola"
(da A. Marescotti – 29.9.12)
I GIORNI DELL'ILVA PRIDE, DA IPPAZIO
STEFANO A NIKI VENDOLA
“I tarantini sono orgogliosi di
un’industria come l’Ilva in cui convivono lavoro ed
ambiente”.
Chi diceva queste parole? Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. La dichiarazione è apparsa il 20
novembre 2009 sul Corriere del Giorno.
Ovviamente nulla pretese come prescrizioni all'ILVA nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Il 4 agosto 2011 l'allora Ministro Stefania Prestigiacomo annotava – nella parte delle "premesse" del testo dell'AIA - che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Quel Regio Decreto offriva e offre al Sindaco dei “superpoteri”, che possono giungere fino alla chiusura di un'industria che arrechi danno alla salute.
Ma non è finita qui. La vigile attenzione del Sindaco di Taranto arrivava a questi elogi verso l'azienda: "Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazioni alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria".
Queste lusinghiere parole del sindaco Ippazio Stefàno sono state poi smentite dalle perizie commissionate dalla magistratura, ma sono state ben evidenziate sulla rivista patinata dell'Ilva "Il Ponte", nell'ottobre 2011.
Tuttavia il Sindaco era in buona compagnia, visto che a maggio 2011 il periodico pagato dai Riva aveva già ospitato questa dichiarazione di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: “Chiesi ad Emilio Riva, nel mio primo incontro con lui, se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. Credo che dalla durezza di quei primi incontri sia nata la stima reciproca che c’è oggi".
Chi diceva queste parole? Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. La dichiarazione è apparsa il 20
novembre 2009 sul Corriere del Giorno.
Ovviamente nulla pretese come prescrizioni all'ILVA nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Il 4 agosto 2011 l'allora Ministro Stefania Prestigiacomo annotava – nella parte delle "premesse" del testo dell'AIA - che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Quel Regio Decreto offriva e offre al Sindaco dei “superpoteri”, che possono giungere fino alla chiusura di un'industria che arrechi danno alla salute.
Ma non è finita qui. La vigile attenzione del Sindaco di Taranto arrivava a questi elogi verso l'azienda: "Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazioni alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria".
Queste lusinghiere parole del sindaco Ippazio Stefàno sono state poi smentite dalle perizie commissionate dalla magistratura, ma sono state ben evidenziate sulla rivista patinata dell'Ilva "Il Ponte", nell'ottobre 2011.
Tuttavia il Sindaco era in buona compagnia, visto che a maggio 2011 il periodico pagato dai Riva aveva già ospitato questa dichiarazione di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: “Chiesi ad Emilio Riva, nel mio primo incontro con lui, se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. Credo che dalla durezza di quei primi incontri sia nata la stima reciproca che c’è oggi".
sabato 29 settembre 2012
NO AL RICATTO DI FERRANTE
IL NO
ALLA CHIUSURA DELL’ILVA DEGLI OPERAI E IL RICATTO PRODUTTIVO DI FERRANTE SONO DUE
COSE OPPOSTE, PER INTERESSI OPPOSTI.
Ferrante
pone la continuità della produzione come condizione assolutamente
necessaria e indispensabile per mettere altri soldi per la messa a
norma dell’area a caldo. Il discorso che sorregge questo è
spudoratamente padronale, i capitalisti, in questo caso padron Riva,
non si preoccupano di nascondere i loro reali intenti.
Dice
Ferrante: l'azienda deve fare profitti, altri profitti, se volete che
metto soldi in più; quindi, o voi me li lasciate fare mantenendo
sostanzialmente la stessa produzione o niente soldi.
Che
questa sia la maledetta logica padronale, è purtroppo scontato fino
a che il sistema capitalista, in cui la produzione è sociale e gli
utili frutto del lavoro degli operai sono invece privati, non viene
rovesciato; ma essa, sostenuta a spada tratta dai dirigenti, capi,
tecnici dell'Ilva, non può essere assunta come legittima
giustificazione anche da settori di lavoratori.
La
realtà è che questa politica se è “logica” per i padroni, è
una mazzata sui piedi per gli operai.
Primo,
perché è dai miliardi di profitti fatti in tutti questi anni che
Riva deve prendere i soldi per la messa a norma. Per dirla banale: a
vecchia omessa messa a norma, a vecchi interventi da fare e non
fatti, a palese violazioni in tutti questi anni di norme sulla
sicurezza e l’ambiente, deve corrispondere l’impiego di “vecchi”
utili, di profitti già fatti, grazie allo sfruttamento operaio e
anche, in misura rilevante, grazie ai tagli ai costi sulla sicurezza,
e quindi ai miliardi risparmiati.
Non
stiamo di fronte a un padroncino di un’officina che per tirare
avanti e fare degli investimenti deve prima incassare, ma ad un
padrone che anche nel periodo di crisi, dal 2008 ad oggi, ha
continuato a fare profitti, ad allargare le sue attività a livello
mondiale, a spingere al massimo la produzione (tenuta solo per brevi
periodi ferma, ma unicamente perché Riva non voleva abbassare i i
prezzi del suo acciaio sul mercato).
Secondo,
accettare questa politica padronale, vuol dire stare sempre sotto
ricatto, senza alcuna certezza di interventi e tempi di bonifica;
ogni problema di mercato, ogni momentanea riduzione dei profitti,
potrà essere usata da Riva per procrastinare i lavori per la messa a
norma o attuare solo interventi tampone. D'altra parte l'uscita dei
giorni scorsi di Ferrante su nuove perizie “scientifiche”
(celermente commissionate dall'Ilva) che dimostrerebbero che a
Taranto non ci sarebbe nessuna “emergenza ambientale” - e quindi,
nessuna urgenza degli interventi prescritti dal gp - è un ulteriore
esempio che Riva cercherà ogni cosa per non uscire i soldi che
servono.
Terzo,
Riva è già condannato per le malattie, le morti che ha provocato,
dal '95 ad oggi. Ferrante con le sue dichiarazioni, questo, piccolo
particolare, lo nasconde, come nasconde che vi è un'inchiesta
parallela sulla corruzione che ha accompagnato l'attività di
inquinamento dell'Ilva. Chi ha già violato, chi ha fatto azioni
criminose, e ne ha goduto in termini anche economici in questi anni,
deve pagare!.
E’
come se ad un ladro che deve restituire ciò che ha rubato, gli si
consenta di continuare a rubare per fare i soldi necessari alla
restituzione del malloppo.
Terzo,
dire che l’azienda deve produrre per fare i soldi da investire
nella massa a norma, è di fatto dichiarare da parte di padron Riva
per i prossimi anni un supersfruttamento degli operai; perché è
come dire che gli operai dovranno lavorare al doppio, per consentire
all’Ilva di mantenere i sui mercati ma anche di fare più utili per
impegnarne una parte per la salute e l’ambiente.
E
tutti sappiamo che più sfruttamento, soprattutto e comunque in una
fabbrica siderurgica, significa più rischio per la sicurezza degli
operai, più lavoro, più rischio per la salute.
Quando
gli operai, e noi con loro, dicono che l’Ilva non deve chiudere,
che gli impianti dell’area a caldo non si devono fermare tutti
insieme perché significherebbe lo stesso bloccare tutto il ciclo
produttivo, ma occorrono piani concreti e tempi certi, è per
tutt’altra ragione!
E’
per la difesa di tutti i posti di lavoro e del salario, per impedire
che l’Ilva diventi una mega Bagnoli, senza riconversione
lavorativa, senza risanamento dell’ambiente, e ora in mano alla
speculazione privata e della criminalità; per dire NO alla
cancellazione di una classe operaia di ben 15mila lavoratori, unica
forza che può imporre con la lotta una reale messa a norma
dell’Ilva.
Sono
gli operai dell’Ilva che negli anni passati hanno lottato, quasi
sempre da soli, per la difesa della salute, della sicurezza,
dell’ambiente, che oggi sono la “garanzia” per gli abitanti di
Taranto.
E’
uno scontro di classe quello che sta e starà sempre di più
all’Ilva: gli operai vogliono continuare a lavorare per unire
lavoro e salute; padron Riva vuole continuare a produrre per fare
profitti sfruttando e ricattando gli operai e subordinando gli
interventi sulla messa a norma all’accettazione di tutto questo.
Una
linea sindacale di classe deve rovesciare questa logica e questi
piani, imponendo l’avvio effettivo della messa a norma con i soldi
necessari subito, lottando contro Riva e il governo, contro fim, uilm
che hanno difeso prima e continuano a farlo ora la politica
aziendale, contro la Fiom, il cui segretario, Landini, ieri nel
convegno nazionale della siderurgia tenutosi a Taranto, mentre gli
operai facevano i blocchi, invece di dire che Riva deve mettere molti
più soldi subito, ha proposto “un prestito pubblico all'Ilva”...
ilva finisce per ora blocco e sciopero
ieri sera alle 20.10 è stato sopeso il blocco delle strade contigue
all'ilva, mentre lo sciopero continuava fino a questa mattina.
i sindacalisti hanno spiegato che vi è una accellerazione dell'AIA, che prevede altri passaggi fino al 16 ottobre in cui si terrà la conferenza dei servizi, dopo di che la palla dovrebbe ripassare all'azienda le cui dichiarazioni finora sono contradditorie e non positive.
Lo slai cobas ritiene che questo sciopero e questi blocchi erano necessari e hanno visto la partecipazione della maggioranza degli operai presenti in fabbrica - purtroppo la Fiom dice bugie sull'argomento - ma chiaramente la linea fim-uilm affida tutto all'Aia e al governo come soluzione possibile; noi pensiamo invece che padron Riva, governo e Stato siano le controparti che ancora bisogna piegare con la lotta per la messa a norma degli impianti e la bonifica del territorio.
Da lunedì la lotta di posizione, lo scontro tra le due linee anche tra gli operai riprende in fabbrica.
Lo slai cobas per il sindacato di classe promuove due presidi alle 15 e alle 16 di lunedì alla port. 6
e martedì mattina alle 6 alla port D, port imprese, tubificio.
slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it
29-9-2012
i sindacalisti hanno spiegato che vi è una accellerazione dell'AIA, che prevede altri passaggi fino al 16 ottobre in cui si terrà la conferenza dei servizi, dopo di che la palla dovrebbe ripassare all'azienda le cui dichiarazioni finora sono contradditorie e non positive.
Lo slai cobas ritiene che questo sciopero e questi blocchi erano necessari e hanno visto la partecipazione della maggioranza degli operai presenti in fabbrica - purtroppo la Fiom dice bugie sull'argomento - ma chiaramente la linea fim-uilm affida tutto all'Aia e al governo come soluzione possibile; noi pensiamo invece che padron Riva, governo e Stato siano le controparti che ancora bisogna piegare con la lotta per la messa a norma degli impianti e la bonifica del territorio.
Da lunedì la lotta di posizione, lo scontro tra le due linee anche tra gli operai riprende in fabbrica.
Lo slai cobas per il sindacato di classe promuove due presidi alle 15 e alle 16 di lunedì alla port. 6
e martedì mattina alle 6 alla port D, port imprese, tubificio.
slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it
29-9-2012
Per informazione, dalla comunicazione di Talò Uilm di ieri sera:
“Il prefetto ha consegnato ai sindacalisti promotori dello sciopero il
documento ufficiale del Ministero.
Questa nuova Aia è di 30 pagine, con
una sintesi di una pagina, dove viene scritto l'essenziale.
L'Ilva da subito deve fare interventi
per le cokerie e parchi minerali e applicare le BAT, anche queste da
subito e non nel 2014. Successivamente il Ministero e la
commissione hanno preso l'impegno per un documento anche su discariche e
acque reflue.
Sui tempi e date. Oggi è stato emanato
il documento ufficiale; il 9 ottobre vi è il passaggio con
istruttoria regionale per integrarlo con le leggi regionali; l'11 ottobre
dovrebbe essere definito e il 16 ottobre vi sarà la Conferenza di
servizi, con cui il documento diventa esecutivo...".
venerdì 28 settembre 2012
solidarietà da altre fabbriche e città con gli operai ilva
OPERAI
DALMINE SOLIDALI CON OPERAI ILVA - 27-09-2012
Si e' tenuta ieri ai cancelli dell'Acciaieria, e proseguira oggi con presidi e volantinaggi alla port. centrale della tenaris dalmine, la campagna di mobilitazione nazionale per costruire una manifestazione nazionale a taranto in solidarieta' con gli operai ilva e la popolazione di taranto, in stretto legame con l'iniziativa dello slai cobas ilva appalto di cui riportiamo sotto il comunicato diffuso oggi .
gli operai della dalmine hanno risposto con interesse alla parola d'ordine lanciata al presidio: no alla chiusura delle fabbriche, gli operai lavorano per vivere e non per morire, le fabbriche vanno messe a norma e in sicurezza dai padroni con i profitti che hanno fatto in questi anni.
dirante l'iniziativa si e' criticato apertamente la presenza della uilm che diffondeva il proprio periodico provinciale, in quanto il segretario dei metalmeccanici di questa organizzazione palombella e' tra i conniventi della situazione venutasi a creare all'ilva e tra i principali camerieri di padron riva.
inoltre si e' preso l'opportunita' vista la presenza dei delegati fiom che parteciperanno a taranto domani all'assemblea nazionale della siderurgia, per invitarli a schierarsi e ad esprimere come rsu fiom dalmine la propria solidarieta' alla lotta degli operai ilva......vedremo.
nei prossimi giorni metteremo al corrente l'opinione pubblica delle argomentazioni espresse nell'incontro con i dependenti settimana scorsa dall'amministratore delegato della dalmine sig. zanotti in merito alla questione ilva che guarda caso era tra una delle domande che sono pervenute via email durante l'incontro, per ora ci basta dire che come una fotocopia ha ripetuto in merito ad un infortunio mortale negli stabilimenti tamsa di messico, le argomentazioni che riva all'ilva ha espresso quando sono morti giovani operai per una gru spezzata ossia il fatto che in siderurgia non si producono gomme da masticare (riva a veva detto cioccolatini), diciamo questo perche' lavorando ogni giorno nei reparti conosciamo bene la situazione che si cela dietro tutto l'apparato di sicurezza aziendale che ha come risultato, insieme a premi legati al numero di infortuni, che molti infortuni non vengono denunciati dai lavoratori.....e che neanche i delegati sindacali e gli rls si permettano di mettere comunicati ai lavoratori quando succedono gli infortuni .
Dal
presidio di lotta quotidiano al palazzo della provincia contro i
tagli ai posti di lavoro
DAI
PRECARI COOP SOCIALI IN LOTTA A PALERMO AGLI OPERAI ILVA/INDOTTO DI
TARANTO - SLAI COBAS PER IL S.C.
TARANTO - SLAI COBAS PER IL S.C.
LA
LOTTA PER IL LAVORO E LA SALUTE E SICUREZZA E AMBIENTE CONTRO PADRONI
E GOVERNO E' UNA!
Per
noi la classe operaia è al centro del sistema produttivo, al centro
del sistema dei rapporti di forza tra padroni/governo e classe
operaia e che questo influenza tutte le altre vertenze, come quelle
del pubblico impiego.
ILVA,
DALMINE,SIDERURGIA: DIFENDERE LAVORO, SALARIO E SALUTE
Lo Slai Cobas Dalmine invita tutti gli operai a sostenere la lotta degli operai ILVA e della popolazione di Taranto, per affermare in fabbrica e in città una importante battaglia: NON PER CHIUDERE LE FABBRICHE MA PER PRETENDERE SALUTE E LAVORO CONTRO LA LOGICA DEL PROFITTO DI PADRON RIVA E DI TUTTTI I PADRONI, SOSTENUTI DAL GOVERNO.
Quello che sta avvenendo a Taranto, nel più grande polo siderurgico d'Europa, riguarda tutta la società perché gli operai vanno in fabbrica per vivere non per morire, quindi la nostra salute e quella della popolazione non possono essere messe in contrapposizione al lavoro e alla chiusura delle fabbriche (come vorrebbe l'ecologismo ambiguo), né alle tendenze aziendaliste (sostenute dai sindacati confederali, Fim e Uilm in testa) che vorrebbero far pagare agli operai i costi della messa a norma della fabbrica e dell'ambiente con cassaintegrazione o continuando a lavorare a rischio.
QUESTA BATTAGLIA E' CONDOTTA A TARANTO IN MANIERA CHIARA E DECISA SOLO DALLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE, che sta lavorando per far emergere la voce autonoma degli operai, (ogni giorno in balia di due terrorismi: ricatto occupazionale o chiusura della fabbrica), attraverso l'organizzazione sindacale della propria forza in fabbrica, unico modo per tutelare i propri interessi, all’ILVA e in ogni posto di lavoro: per una fabbrica messa a norma e per unire tutta la popolazione nella lotta per una città risanata e salvaguardata.
Questa iniziativa si inserisce nel quadro della campagna nazionale lanciata dal coordinamento nazionale dello slai cobas s.c, che ha visto una prima iniziativa il 21 settembre alla sede legale dell'ILVA di Milano, ma che proseguirà coinvolgendo sindacati di base, organismi che si occupano della sicurezza e tutte le forze politiche che affermino con chiarezza che nocivo è il capitale e non le fabbriche e gli operai, attraverso assemblee, mozioni, incontri nazionali, con particolare attenzione verso le fabbriche siderurgiche del paese, e attivando con un assemblea a Roma il 6 ottobre la rete nazionale della sicurezza (già protagonista il 18 aprile del 2009 di un grande corteo di migliaia di cittadini e operai che partito dal quartiere Tamburi ha invaso la città di Taranto), per arrivare alla costruzione di una manifestazione nazionale e ad un convegno nazionale a Taranto, per approfondire tutti gli aspetti della questione Ilva all'interno della lotta più generale contro padroni e governo.
MOBILITIAMOCI
LA QUESTIONE ILVA RIGUARDA TUTTI GLI OPERAI
PER INVIARE
SOLIDARIETA’: cobasta@libero.it
PER INFORMAZIONE QUOTIDIANA: http://tarantocontro.blogspot.it/
Slai COBAS Dalmine per il sindacato di classe Sede viale Marconi,1
Cell. 335/5244902 Fax 035/19968666 cobasdalmine@infinito.it http://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.it/
COMUNICATO
STAMPA
Gli operai dell' Ilva e la popolazione
di Taranto vogliono salute e lavoro.
Milano risponde non siete né sarete
soli in questa lotta.
Nella giornata di oggi, lo Slai Cobas
per il sindacato di classe dell' Istituto Nazionale dei Tumori di
Milano ha dato il via al percorso di iniziative di solidarietà che
sono e saranno un “assedio” alla sede legale dell' Ilva, qui a
Milano; l'ha fatto convocando una conferenza stampa e portando uno
striscione “Solidarietà agli operai dell' Ilva e della popolazione
di Taranto. Non per chiudere la fabbrica, ma per pretendere salute e
lavoro. Contro la logica del profitto di padron Riva e di tutti i
padroni, sostenuti dal governo”.
Sappiamo bene come certa stampa che, in
questi mesi, ha riempito pagine intere sulla vicenda Ilva, non ama
fare l'informazione che dia voce a chi mette in discussione
l'arroganza di padron Riva e del sostegno/connivenza del governo e,
quindi, ha ritenuto di non presentarsi; abbiamo, pertanto, proseguito
l'iniziativa portando direttamente alla sede di radio popolare di
Milano il senso di questa giornata e delle iniziative che intendiamo
promuovere.
Questa prima iniziativa è stata
anticipata dall' intervento fra i 300 lavoratori del S. Raffaele in
presidio davanti alla Regione Lombardia in lotta contro la politica
dei licenziamenti, dei sacrifici per i lavoratori del nuovo
proprietario, che ricade anche sul diritto alla salute della
popolazione.
All'annuncio della iniziativa che lo
Slai Cobas per il sindacato di classe dell' Istituto Nazionale dei
Tumori ha promosso c'è stato un caloroso e sentito applauso dei
lavoratori che mostra come quanto da noi affermato:”la lotta dell'
Ilva riguarda tutti”, sia compreso in altre realtà.
Forti di questa solidarietà/condivisone
proseguiremo con altre iniziative, principalmente verso operai e
lavoratori, come già avvenuto verso gli operai della Marcegaglia.
Milano.21.9.2012
Slai Cobas Istituto Nazionale dei
Tumori Milano per il sindacato di classe
cobasint@tiscali.it
3387211377
giancarlo leone taranto oggi e manifesto deforma le cose
Tra i compiti che ci tocca assolvere
c'è quello di denunciare anche l'attività di cattiva informazione
che viene svolta sulla questione Ilva da Il Manifesto, che sposando
in pieno il punto di vista ambientalista, unisce a buone informazioni
sull'inchiesta una disinformazione su quello che accade realmente
all'Ilva e tra gli operai in questi giorni.
Sono grottesche la prima pagina e gli
articoli fatti per la giornata di ieri.
3000 operai e divenuti 5000 nel
pomeriggio che attuano blocchi da un giorno e mezzo per tutta la
giornata, diventano nell'ignobile titolo de Il Manifesto “decine di
operai che aderiscono allo sciopero aziendale di cisl e uil e
bloccano la città contro la chiusura dell'altoforno”.
A parte il fatto, come farebbero decine
di operai a bloccare la città?, neanche nei peggiori momenti della
stampa padronale nei confronti delle lotte operaie si sono lette
simili “stronzate”.
Tutto per esaltare invece l'iniziativa,
con aspetti giusti e sbagliati, come abbiamo già commentato di un
cinquecento manifestanti tra cui un centinaio di operai Ilva
racco,lti intorno al Comitato liberi e pensanti.
Nel titolo si spara un'assemblea per
oggi in fabbrica della Fiom che non c'è stata né ci poteva essere,
sia perchè oggi più di ieri gli operai erano in sciopero e ai
blocchi, sia perchè la Fiom era impegnata in un convegno nazionale
sulla siderurgia nel chiuso del Salone della Provincia.
Questo è ingannare chi legge Il
Manifesto! Costruire un immagine della situazione dell'Ilva e a
Taranto del tutto deformata che cancella gli operai veri, tuttora,
certo, pieni di divisioni, confusioni, per offrire un'immagine che
contrappone operai e città e che sostiene a spada tratta la chiusura
della fabbrica come unica soluzione. Una visione che deforma i
rapporti di forza e impedisce alle avanguardie operaie di affrontare
i problemi, trattare contraddizioni per vincere la partita contro
padron Riva, governo e Stato.
Un'azione profondamente dannosa perchè
impedisce ai compagni e al movimento in tutto il paese di avere una
giusta informazione e una chiara visione dei problemi e che possa
permettere anche a distanza di valutare questa partita decisiva per
la sorte della più grande fabbrica del paese e della più grande
concentrazione operaia che si vuole smantellare e distruggere, con il
risultato, non certo del risanamento dell'ambiente e della fine dei
morti da inquinamento, ma esattamente il contrario: trasformare Ilva
e Taranto in una nuova Bagnoli.
Ma perchè Il Manifesto scrive tutto
questo, dato che anche noi pensiamo che a parte gli eccessi filo Fiom
di questo giornale, in generale sulle questioni della fabbriche dà
una informazione più attinente alla realtà?
Perchè ormai il giornale nella parte
Ilva è fatto da un giornalista tarantino, Gianmario Leone, che
scrive quotidianamente su un giornale minore di Taranto, “Taranto
Oggi” che è impegnato, come è noto a tutti a Taranto, in una
sorta di crociata per la chiusura dell'Ilva e che agisce ogni giorno
come portavoce della Procura e dei notabili ambientalisti operanti in
città, dal Verde Bonelli ad altri.
Questo giornalista e questo giornale
locale, peraltro, tende ad usare il 'Comitato di cittadini e
lavoratori liberi e pensanti' come una sorta di “organismo di
massa” della Procura e dei notabili Verdi sostenitori
dell'ambientalismo antifabbrica; naturalmente il Comitato non è
questo, ma le cronache de Il Manifesto lo utilizzano in questa
maniera.
Gianfranco Leone non è mai appartenuto
alla sinistra cittadina in tutte le sue varianti, e il giornale
locale su cui scrive è collocato in un area certo non di sinistra.
oggi al secondo giorno di blocchi
Dopo una notte in cui i blocchi sono
stati mantenuti da folti gruppi di operai, questa mattina, 2° giorno
di sciopero, ai blocchi gli operai sono aumentati. Il clima è stato
più combattivo di ieri. L'estensione della partecipazione dimostra
che gli operai volevano una risposta di lotta alle decisioni della
Procura e alla staticità delle posizioni dell'azienda.
Durante la mattinata le notizie che via
via sono pervenute non spingevano all'ottimismo e accendevano lo
spirito di lotta.
Ferrante, per conto di padron Riva, è
tornato ad agitare l'opposizione alla Procura, sollevando l'argomento
che ci sarebbero altre perizie “scientifiche” che smentirebbero
l'emergenza ambientale. Si tratta di posizioni che dimostrano che
l'azienda fa estrema resistenza, non solo alle decisioni della
Procura verso la quale la sua guerriglia giudiziaria è scontata, ma
ad assumersi le sue responsabilità nel rispondere alla denuncia di
forte inadeguatezza dei fondi e delle misure annunciate, e questo,
peraltro, è sostenuto anche dalle OO.SS. che hanno promosso lo
sciopero di questi due giorni. La stessa questione dell'AIA su cui
gli operai pongono fiducia e aspettativa perchè possa comunque
autorizzare a produrre, attesa da un momento all'altro, in realtà il
governo fa sapere che il lavoro procede ma che bisognerà attendere
almeno l'11 ottobre.
Queste risposte obiettivamente negative
richiedono che la lotta continui e diventi più incisiva.
Le intenzioni di Fim e Uilm vanno
nell'organizzazione di una manifestazione nazionale a Roma per il 15
o il 17 ottobre; anche gli operai spingono per una manifestazione a
Roma.
I compagni e lavoratori dello Slai
cobas, invece sostengono che è meglio lavorare per uno sciopero
generale unitario e di massa in città che unisca operai e masse
popolari e che sia in grado di esercitare moplta più pressione,
costringendo governo e tutte le altre parti a venire a Taranto e a
presentare una soluzione che salvaguardi lavoro, salario e faccia
avanzare radicalmente una reale messa a norma dello stabilimento.
Tra gli operai resta molta confusione,
in parti seminata dalle componenti aziendaliste, in parte proveniente
dai livelli di coscienza sindacale che restano arretrati rispetto
alla partita in gioco.
Altri motivi di divisione e di
contrasto tra gli operai nascono dalla posizione della Fiom che ha
scelto di non disturbare il manovratore, di non rispondere alle
spinte presenti tra la massa operaia, di non contrastare sul campo
nella lotta e nello sciopero le posizioni aziendaliste tra i
lavoratori e nelle altre OO.SS. Restare in fabbrica a lavorare quando
c'è da lotta su posizioni di classe, è una scelta profondamente
sbagliata.
Le proposte provenienti dal Convegno
nazionale sulla siderurgia della Fiom, a porte chiuse, fatte a
Taranto oggi, al di là del merito che tratteremo in altra nota,
nascono morte proprio perchè non si misurano col calore di una
tensione e di una mobilitazione che gli operai riversano nei blocchi
di questi due giorni.
In questa situazione difficile cammina,
con piccoli passi ma determinati, l'azione dello Slai cobas per il
sindacato di classe. Già da ieri pomeriggio al blocco della 106 le
cose cominciavano a cambiare, capannelli, discussioni accese, ma
anche sostegno aperto.
Questa mattina, prima al blocco della
106, in cui è presente e attiva la componente aziendalista, quindi
anche capi e ingegneri, i focolai di discussione sono diventati
grandi capannelli coinvolgendo circa un centinaio di operai. E qui
gli argomenti usati hanno riguardato l'impegno e l'azione dello Slai
cobas che in generale in questi anni sono stati nascosti e
ostacolati, denigrati da azienda e sindacalismo confederale, quando
invece attraverso numerosi esempi di azione concreta essi sono stati
la vera alternativa di proposta e di azione, prevalentemente esterna,
contro padron Riva, le collusioni del sindacalismo confederale e il
clima generale di timore in fabbrica tra la massa degli operai.
Le forti discussioni emerse hanno
spostato l'attenzione e favoriscono la continuazione del lavoro di
chiarimento e organizzazione, nel quadro necessariamente unitario di
questa lotta contro padron Riva, Stato e governo.
Al blocco della via Appia, il più
grande, i capannelli si sono accesi, uno dietro l'altro con l'arrivo
dello Slai cobas. Vi sono state approfondite discussioni di denuncia
della politica di Riva, del ruolo complice sulla questione sicurezza
e salute delle direzioni sindacali, ma anche dei delegati e Rls –
su questo vi è stato un forte accordo da parte degli operai - sulla
battaglia specifica su questo terreno fatta negli anni dallo Slai
cobas anche con la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro; altre
discussioni positive sono state sul problema dell'unità necessaria
lavoratori/cittadini, qui lo Slai cobas ha anche chiarito che molte
volte vien presentata dalla stampa, in internet, una contrapposizione
che nei fatti non c'è tra i cittadini dei quartieri, e che viene
alimentata strumentalmente da ambientalisti, che si fanno passare per
“cittadini”.
Oggi il tentativo di settori sindacali
o aziendalisti di isolarci, basato spesse volte su disinformazione e
menzogne sono stati smontati, l'attenzione e i consensi sono
cresciuti.
Intorno alle 13 l'apparato sindacale di
fim e uilm fortemente presente oggi a questo blocco è intervenuto
decisamente sollecitando i suoi rappresentanti che partecipavano alle
discussioni a interromperle immediatamente, una mossa difensiva per
ridimensionare e isolare lo slai cobas, per toglierci l'acqua in cui
stavamo nuotando, e un segno di debolezza.
Lo Slai cobas nel suo volantino, letto
con crescente attenzione, richiesto da tanti operai, fa delle
proposte concrete che sono unitarie e si rivolgono a tutti gli
operai, che tengono conto dell'emergenza e della fase dello scontro
di classe all'Ilva.
E su questo il lavoro e la battaglia
continua.
Il Comitato liberi e pensanti questa
mattina non si è visto ai blocchi, la linea che i blocchi
danneggiano la città ha portato in mattinata a disertarli, per una
presenza molto vivace ma abbastanza innocua alla portineria dei
camion delle merci,dove l'attività è estremamente ridotta; una
presenza che non poteva andare oltre una buona discussione con
qualche autotrasportatore.
ilva ieri .. e cosa diciamo oggi ?
all'Ilva di Taranto, la lotta continua,contraddizioni tra gli opera, l'azione dello slai cobas per il sindacato di classe
La giornata di ieri è proseguita con blocchi che complessivamente hanno interessato circa 5000 operai per tutta la giornata, e durante la giornata è cresciuto il peso e la presenza dello Slai cobas per il sindacato di classe, in particolare al blocco sulla 106 in cui è stato distribuito un volantino e si sono accesi lunghi capannelli con gli operai, con momenti attivi di confronto/scontro con la componente aziendalista.Un dibattito che resta difficile per la confusione presente tra i lavoratori, per le divisioni esistenti al loro interno, per il fatto che la componente aziendalista è combattiva mentre la gran parte degli operai chiede chiarezza e fatti ma non ha ancora una voce autonoma e compatta.
In questo gli strilloni e demagoghi dell'ambientalismo antioperaio intorbidano parecchio.
I compagni e lavoratori dello slai cobas sc hanno spiegato perchè erano presenti e attivi ma non aderivano - quindi niente bandiere slai cobas ai blocchi, anche se questo ci penalizza nella visibilità mediatico/televisiva - alla linea impressa da Fim-Uilm allo sciopero, perchè esso doveva essere chiaramente contro RIVA e il GOVERNO MONTI CLINI, perchè la salvaguardia rigida della fabbrica e della continuità del lavoro - che lo slai cobas saldamente difende contro demagoghi e reazionari antioperai da strapazzo, che ne vogliono la chiusura con "reddito per tutti" - richiede l'acutizzazzione della lotta di classe all'interno contro Riva e i suoi sostenitori per una vera messa a norma.
Operai hanno sostenuto a gran voce che devono finire le discriminazioni e le calunnie di azienda, capi e di qualcun altro contro lo slai cobas, e altri operai hanno notato che mentre sindacalisti organizzatori lo sciopero si vedevano poco, lo slai cobas era sempre presente.
I blocchi sono proseguiti tutta la notte.
Un centinaio del Comitato ha fatto nel pomeriggio-sera il presidio alla portineria dei camion delle merci - ma camion da bloccare non ce n'erano; in serata gruppi del comitato erano presenti e attivi anche negli altri blocchi.
La Uilm, il sindacato più attivo tra i due promotori dello sciopero e che aveva parlato con il suo segretario anche dall'Apecar al mattino, sostiene la linea dell'andare a Roma a chiedere a Clini di sbrogliare la matassa.
Lo Slai cobas invece sostiene che i blocchi devono continuare anche nella prossima settimana paralizzando fabbrica e città e che se Tavolo vi deve essere con governo e tutte le parti, deve essere un Tavolo d'emergenza a Taranto, dove operai e masse popolari possono esercitare il massimo della forza e pressione.
Nello stesso tempo lo slai cobas per il sindacato di classe spiega che la lotta è prolungata e che bisogna costruire in fabbrica e città lo sciopero generale unitario e di massa recuperando alla lotta anche la componente Fiom, uno sciopero che mostri l'unità tra operai e masse popolari di Taranto - arma vincente contro Riva e lo Stato dei padroni nella difesa del lavoro e la salute - unità contrastata dalle componenti ambientaliste antifabbrica presenti anche nel Comitato che contrappongono operai che difendono il posto di lavoro alla lotta in città contro l'inquinamento.
Per questo lavoriamo per uno sciopero generale che proponiamo a tutti per il 19 ottobre.
comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti - pubblichiamo i loro comunicati di ieri e domani vi diciamo su che cosa siamo d'accordo e su che cosa no - poi ognuno dica la sua
>Agli organi di stampa e alle emittenti radiotelevisive
>con preghiera di pubblicazione e diffusione
>
>
>Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ribadisce con forza la
contrarietà a qualsiasi iniziativa di blocco stradale o manifestazione di
protesta che possa essere strumentalizzata a favore dell'azienda Ilva.
>Di fronte alle notizie delle ultime ore, che hanno visto per l'ennesima volta
la magistratura bocciare un piano di presunto risanamento dello stabilimento
che in realtà non garantisce la salute né dei cittadini di Taranto né dei
lavoratori dell'Ilva, invitiamo i lavoratori a radunarsi domani, dalle 6, in
presidio-assemblea dinanzi alle portinerie A, D e IMPRESE.
>Il Comitato non aderisce allo sciopero indetto dai sindacati Uil e Cisl,
volto esclusivamente alla salvaguardia di uno stabilimento obsoleto e
inquinante per il cui risanamento non basteranno i 400 milioni promessi da
Ferrante, ma invita i lavoratori e i cittadini di Taranto a riunirsi e a
partecipare insieme alla costruzione di un nuovo futuro per questa città, un
modello di sviluppo ecocompatibile che non costringa più i cittadini a dover
scegliere tra diritto alla vita e diritto al lavoro.
>Énecessario respingere i ricatti ed impedire che si speculi ancora sulla
salute e sulla disperazione di migliaia di lavoratori che temono di perdere il
lavoro.Non dobbiamo più accettare accordi al ribasso che permettano la
prosecuzione di un crimine e chi lo ha commesso deve farsi carico della tutela
del reddito e della salute dei lavoratori, pagando tutto quello che c’è da
pagare per i danni prodotti. In questo disastro, i lavoratori dell’ILVA non
possono più permettere di essere usati per bloccare la città ed alimentare la
solita strategia del ricatto occupazionale, ma devono essere protagonisti del
cambiamento, per la difesa dei propri diritti.
>Ai cittadini di Taranto chiediamo di unirsi alle nostre assemblee dinanzi
alle portinerie, per far sentire, tutti uniti, la nostra voce e soprattutto per
ribadire che d'ora in poi nessuna decisione verrà presa sulla pelle di
centinaia di migliaia di tarantini, cittadini e lavoratori. D'ora in poi non
permetteremo più scelte politiche non condivise dalla popolazione, che non
contribuiscono al bene comune.
>
>Alle 10 il Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti si riunirà nel
piazzale antistante la portineria A per una conferenza stampa. Gli operatori
dell'informazione sono invitati.
>
>
>Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
>
>
>
>con preghiera di pubblicazione e diffusione
>
>
>Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ribadisce con forza la
contrarietà a qualsiasi iniziativa di blocco stradale o manifestazione di
protesta che possa essere strumentalizzata a favore dell'azienda Ilva.
>Di fronte alle notizie delle ultime ore, che hanno visto per l'ennesima volta
la magistratura bocciare un piano di presunto risanamento dello stabilimento
che in realtà non garantisce la salute né dei cittadini di Taranto né dei
lavoratori dell'Ilva, invitiamo i lavoratori a radunarsi domani, dalle 6, in
presidio-assemblea dinanzi alle portinerie A, D e IMPRESE.
>Il Comitato non aderisce allo sciopero indetto dai sindacati Uil e Cisl,
volto esclusivamente alla salvaguardia di uno stabilimento obsoleto e
inquinante per il cui risanamento non basteranno i 400 milioni promessi da
Ferrante, ma invita i lavoratori e i cittadini di Taranto a riunirsi e a
partecipare insieme alla costruzione di un nuovo futuro per questa città, un
modello di sviluppo ecocompatibile che non costringa più i cittadini a dover
scegliere tra diritto alla vita e diritto al lavoro.
>Énecessario respingere i ricatti ed impedire che si speculi ancora sulla
salute e sulla disperazione di migliaia di lavoratori che temono di perdere il
lavoro.Non dobbiamo più accettare accordi al ribasso che permettano la
prosecuzione di un crimine e chi lo ha commesso deve farsi carico della tutela
del reddito e della salute dei lavoratori, pagando tutto quello che c’è da
pagare per i danni prodotti. In questo disastro, i lavoratori dell’ILVA non
possono più permettere di essere usati per bloccare la città ed alimentare la
solita strategia del ricatto occupazionale, ma devono essere protagonisti del
cambiamento, per la difesa dei propri diritti.
>Ai cittadini di Taranto chiediamo di unirsi alle nostre assemblee dinanzi
alle portinerie, per far sentire, tutti uniti, la nostra voce e soprattutto per
ribadire che d'ora in poi nessuna decisione verrà presa sulla pelle di
centinaia di migliaia di tarantini, cittadini e lavoratori. D'ora in poi non
permetteremo più scelte politiche non condivise dalla popolazione, che non
contribuiscono al bene comune.
>
>Alle 10 il Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti si riunirà nel
piazzale antistante la portineria A per una conferenza stampa. Gli operatori
dell'informazione sono invitati.
>
>
>Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
>
>
>
>
>Comunicato
>
>
>Il questo momento il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti sta
bloccando i mezzi Ilva in ingresso e uscita dallo stabilimento alla portineria
C (strada da Tamburi a Statte) e chiede solidarietà alla cittadinanza. "Gli
operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la
produzione. Chi sta bloccando invece la statale Appia sono capi e impiegati
alle dipendenze di Riva mentre invece noi operai stiamo bloccando la portineria
C perché stanchi delle bugie e dei giochetti del padron Riva con i sindacati.
Oggi abbiamo convinto i lavoratori a rimuovere un blocco stadale. Adesso siamo
al Varco C e abbiamo già bloccato i camion in entrate e uscita. Chiediamo la
solidarietà della città. Rimerremo a oltranza. Venite ad aiutarci, siamo già
cinquecento".
>Ce lo comunicano per telefono Cataldo Ranieri e Massimo Battista del Comitato
Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti.
>
>Cataldo Ranieri - operaio Ilva (cell.3478605836)
>Massimo Battista - operaio Ilva (cell.3382567801)
>
>
>Comunicato
>
>
>Il questo momento il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti sta
bloccando i mezzi Ilva in ingresso e uscita dallo stabilimento alla portineria
C (strada da Tamburi a Statte) e chiede solidarietà alla cittadinanza. "Gli
operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la
produzione. Chi sta bloccando invece la statale Appia sono capi e impiegati
alle dipendenze di Riva mentre invece noi operai stiamo bloccando la portineria
C perché stanchi delle bugie e dei giochetti del padron Riva con i sindacati.
Oggi abbiamo convinto i lavoratori a rimuovere un blocco stadale. Adesso siamo
al Varco C e abbiamo già bloccato i camion in entrate e uscita. Chiediamo la
solidarietà della città. Rimerremo a oltranza. Venite ad aiutarci, siamo già
cinquecento".
>Ce lo comunicano per telefono Cataldo Ranieri e Massimo Battista del Comitato
Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti.
>
>Cataldo Ranieri - operaio Ilva (cell.3478605836)
>Massimo Battista - operaio Ilva (cell.3382567801)
>
>
>
>
>
giovedì 27 settembre 2012
IILVA TARANTO: UNA GIORNATA DI LOTTA E CONTRADDIZIONI
Dopo la decisione da parte della
giudice Todisco di marciare verso il fermo degli impianti, era
inevitabile una forte reazione dei lavoratori, a fronte del pericolo
effettivo di fermo della produzione e conseguenti ricadute sul
lavoro.
Alle reazioni delle prime ore, ispirate
principalmente dalla componente aziendalista filo Riva, con presidi
alla Direzione della fabbrica e lavoratori saliti sulla passerella
del camino, Fim e Uilm hanno fatto seguire sulla spinta di molti
operai, la dichiarazione 48 ore di sciopero, con blocchi stradali per
oggi e domani. La Fiom invece ha assunto una decisione filo-giudici
ma ha anche dichiarato di 'ritenere che le assicurazioni date da
Ferrante, di non immediati riflessi sull'attività e sui posti di
lavoro, sufficienti per non promuovere alcuna iniziativa di lotta'.
Una posizione quindi altrettanto
aziendalista.
Questa mattina 3mila operai hanno
scioperato al primo turno e bloccato via Appia e la SS 106 nelle
prossimità dello stabilimento. Una partecipazione quindi abbastanza
maggioritaria tra gli operai del 1° turno.Mentre si sviluppava
questo blocco è arrivato uno spezzone molto folto di alcune
centinaia di manifestanti raccolti intorno al Comitato cittadini e
lavoratori liberi e pensanti, di questi circa un centinaio erano
operai Ilva guidati dai leader naturali di questo comitato; Ranieri,
Battista, ecc.
Lo spezzone ha raggiunto il blocco con
due obiettivi giusti e uno totalmente sbagliato:
1- realizzare un confronto con gli
operai presenti al blocco
2- lottare insieme perchè l'avversario
sia padron Riva e che si faccia di più per bloccare la produzione;
3- ostentato in maniera arrogante e
aggressiva, è stato quello di pretendere l'immediato scioglimento
del blocco stradale perchè “danneggerebbe la città e i
cittadini”.
Quest'ultima posizione è apparsa di
stampo reazionario, antisciopero e antiblocco. Spesso e volentieri
gli operai quando hanno attuato scioperi hanno bloccato le strade
vicino alla fabbrica per renderlo più visibile e incisivo; inoltre,
il blocco vicino alla fabbrica incide poco sulla città. La pretesa,
quindi, di parlare a nome dei cittadini e di usare questo argomento
contro il necessario blocco in occasione dello sciopero rappresenta
una posizione di destra, per così dire di “ben pensanti”
piuttosto che di “liberi e pensanti”.
La posizione di contrapporre cittadini
a operai è una posizione dannosa e reazionaria alla lotta per il
lavoro e la salute. Una cosa è sostenere e battersi perchè gli
scioperi e i blocchi siano contro Riva e il governo, altra cosa è
invece usare argomenti sbagliati, quali quelli usati dal Comitato in
questa occasione.
Il confronto, invece, sviluppatosi a
livello di base a volte in forme aspre,tra operai presenti al blocco
e operai del Comitato è stato comunque utile, anche se l'argomento
sottointeso a questa discussione, e che gran parte del Comitato
sostiene, quello della chiusura dell'Ilva, così come l'altro
argomento altrettanto sbagliato che la colpa dei danni prodotti da
padron Riva sarebbe anche degli operai che si dovrebbero “scusare”
con la città, in questo confronto sono stati tenuti in sordina.
Nel corso del presidio ha parlato
dall'Apecar anche il segr. della Uilm che ha ribadito la posizione
attuale del sindacato che domanda maggiore impegno a Riva e chiede
maggior tempo alla Procura, e in ultima analisi si affida alle
decisioni del governo, proponendo per questo una manifestazione a
Roma.
Lo Slai cobas per il sindacato di
classe presente ai blocchi, come da comunicato che segue, ha vissuto
insieme a molti operai con difficoltà questo confronto-scontro; se
si contrappongono aziendalismo e ambientalismo, faticano ad
affermarsi le necessarie posizioni di classe che sono indispensabili
per condurre e vincere questa battaglia.
la
posizione dello slai cobas per il sindacato di classe ilva
Taranto
Noi siamo per lo sciopero e la mobilitazione unitaria e di massa degli operai Ilva e indotto
ma esso deve essere CONTRO padron Riva e il governo Monti-Clini che non vogliono mettere i soldi necessari al vero risanamento della fabbrica e del territorio
Lo SCIOPERO va fatto per tenere aperta la fabbrica con una vera messa a norma e difendere il LAVORO E IL SALARIO di tutti gli operai e LA SALUTE dei lavoratori e della città.
Noi siamo contro l'aziendalismo pro Riva,
Noi siamo per lo sciopero e la mobilitazione unitaria e di massa degli operai Ilva e indotto
ma esso deve essere CONTRO padron Riva e il governo Monti-Clini che non vogliono mettere i soldi necessari al vero risanamento della fabbrica e del territorio
Lo SCIOPERO va fatto per tenere aperta la fabbrica con una vera messa a norma e difendere il LAVORO E IL SALARIO di tutti gli operai e LA SALUTE dei lavoratori e della città.
Noi siamo contro l'aziendalismo pro Riva,
noi siamo contro
“ambientalismo antioperaio” che vuole la chiusura della fabbrica
nocivo è il capitale e non la fabbrica.
Oggi siamo presenti a scioperi e blocchi per stare con i lavoratori ma siamo senza bandiere, perchè nessuna delle iniziative in corso si muovono su posizioni giuste da noi condivise1 - noi chiediamo che intanto non si proceda a nessuna chiusura di impianti, senza aver fatto un cronoprogramma graduale che mantenta il ciclo produttivo e il lavoro degli operai
2 - noi chiediamo l'immediata convocazione di un tavolo di emergenza in Prefettura per trovare le soluzioni a tutela di lavoro e reddito degli operai - tavolo a cui sia presente anche lo slai cobas ilva
noi vogliamo uno sciopero generale che unisca operai e masse popolari della città e lavoriamo perchè questo avvenga il 19 ottobre, - se si costruiscono le condizioni per una data più ravvicinata, vi aderiremo
Slai cobas per il sindacato di classe Ilvacobasta@libero.it – 347-1102638 - 347-5301704
Oggi siamo presenti a scioperi e blocchi per stare con i lavoratori ma siamo senza bandiere, perchè nessuna delle iniziative in corso si muovono su posizioni giuste da noi condivise1 - noi chiediamo che intanto non si proceda a nessuna chiusura di impianti, senza aver fatto un cronoprogramma graduale che mantenta il ciclo produttivo e il lavoro degli operai
2 - noi chiediamo l'immediata convocazione di un tavolo di emergenza in Prefettura per trovare le soluzioni a tutela di lavoro e reddito degli operai - tavolo a cui sia presente anche lo slai cobas ilva
noi vogliamo uno sciopero generale che unisca operai e masse popolari della città e lavoriamo perchè questo avvenga il 19 ottobre, - se si costruiscono le condizioni per una data più ravvicinata, vi aderiremo
Slai cobas per il sindacato di classe Ilvacobasta@libero.it – 347-1102638 - 347-5301704
TA 27-9-2012
martedì 25 settembre 2012
la taranto autorganizzata che lotta
a taranto si lotta anche se molti mettono la testa sotto il sacco
i disoccupati organizzati dello slai cobas per il sindacato di classe presidieranno per altri due giorni da giovedì 27 alle 6 la pasquinelli, rivendicano il completamento delle assunzioni dei corsisti della raccolta differenziata
domani mercoledì si riunisce il Comitato lavoratori del porto - slai cobas TCT per preparare nuove iniziative al Porto e in provincia - ore 16 sede via rintone 22
il cobas ilva questa mattina ha portato locandine a tutte le portinerie e volantini alla portinerie imprese
e giovedì comizio con assemblea alla port. A alle 15 e alle 16
i disoccupati organizzati dello slai cobas per il sindacato di classe presidieranno per altri due giorni da giovedì 27 alle 6 la pasquinelli, rivendicano il completamento delle assunzioni dei corsisti della raccolta differenziata
domani mercoledì si riunisce il Comitato lavoratori del porto - slai cobas TCT per preparare nuove iniziative al Porto e in provincia - ore 16 sede via rintone 22
il cobas ilva questa mattina ha portato locandine a tutte le portinerie e volantini alla portinerie imprese
e giovedì comizio con assemblea alla port. A alle 15 e alle 16
lotta di classe
Operai dell'intera italia sono in lotta per il lavoro,
noi a taranto con l'ilva abbiamo una grande opportunità,quella di far cambiare realente le cose,quella di ricostruire una autonomia operaia attraverso il sindacato di classe,quella autonomia che trasforma la coscienza operaia e la rende capace di grandi trasformazioni e conquiste,come è avvenuto con le lotte dei sindacati degli anni 70.
SLAI COBAS ILVA per il sindacato di classe taranto...un sindacato degli anni 70
noi a taranto con l'ilva abbiamo una grande opportunità,quella di far cambiare realente le cose,quella di ricostruire una autonomia operaia attraverso il sindacato di classe,quella autonomia che trasforma la coscienza operaia e la rende capace di grandi trasformazioni e conquiste,come è avvenuto con le lotte dei sindacati degli anni 70.
SLAI COBAS ILVA per il sindacato di classe taranto...un sindacato degli anni 70
Ranieri... un po' di coerenza ogni tanto non farebbe male
sulla pagina facebook di ranieri
DENUNCIAMO
PUBBLICAMENTE TUTTI I GIORNI la MANFRINA di questo utente che ha aperto
una PAGINA chiamandola "Sostenitori del giudice Patrizia Todisco" AL
SOLO SCOPO DI USARE IL NOME DEL GIUDICE TODISCO PER OTTENERE UNA
VISIBILITA' (OLTRE 6000...
"Mi piace" DATA DAGLI UTENTI IN BUONA FEDE ALL'OPERATO DEL GIUDICE
TODISCO) USATA INVECE SU QUESTA PAGINA-SPECCHIO-PER-LE-ALLODOLE PER
TENTARE DI ACCREDITARE L'IDEA CHE QUEL CONSENSO SIA SU OPINIONI SUE
PERSONALI COME QUESTO POST CHE E' IN EVIDENTE CONTRASTO CON QUELLE DEL
GIUDICE PATRIZIA TODISCO IL CUI LAVORO ED INTENTO NON HA MAI AVUTO COME
OBIETTIVO LA CHIUSURA DELL'ILVA MA LA SUA MESSA A NORMA CON LE BUONE O
CON LE CATTIVE. INVITO GLI UTENTI DI FACEBOOK CHE HANNO ESPRESSO IL
PROPRIO "MI PIACE" A QUELLA PAGINA-MANFRINA A TOGLIERLELO !!
La parola d'ordine "SI ALLA CHIUSURA DELL'ILVA" E' ASSAI DISCUTIBILE PERCHE' ROMPE L'UNITA' TRA I LAVORATORI E I CITTADINI (E PER QUESTO MINORITARIA) MA LEGITTIMA E CHIEDERNE IL SOSTEGNO ANCHE: MA NON QUI. NON CON L'INGANNO !!
SMASCHERIAMO QUESTA MANFRINA, RIPUBBLICANDOLA SULLE NOSTRE BACHECHE E SU QUELLE DEI NOSTRI AMICI CORRETTI, FACCIAMO GIRARE QUESTO POST PER FAVORE !!Visualizza altro
La parola d'ordine "SI ALLA CHIUSURA DELL'ILVA" E' ASSAI DISCUTIBILE PERCHE' ROMPE L'UNITA' TRA I LAVORATORI E I CITTADINI (E PER QUESTO MINORITARIA) MA LEGITTIMA E CHIEDERNE IL SOSTEGNO ANCHE: MA NON QUI. NON CON L'INGANNO !!
SMASCHERIAMO QUESTA MANFRINA, RIPUBBLICANDOLA SULLE NOSTRE BACHECHE E SU QUELLE DEI NOSTRI AMICI CORRETTI, FACCIAMO GIRARE QUESTO POST PER FAVORE !!Visualizza altro
caro ranieri
siamo d'accordo con la tua precisazione
ma la parola d'ordine 'si alla chiusura dell'ilva" è ampiamente sostenuta a gran voce e con grandi grida nel Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti e dai palchi delle sue iniziative
gli ambientalisti 'doc' la sparano a ogni piè sospinto
alcuni del comitato sono arrivati a strappare le locandine dello slai cobas per il sindacato di classe
perchè contenevano la parola d'ordine 'l'ilva non deve chiudere, ma padron riva deve pagare e metterla a norma'...
lunedì 24 settembre 2012
LOTTA PER IL LAVORO
Sono un disoccupato che vive ai Tamburi, sono quattro anni che con i disoccupati organizzati
stò lottando per la raccolta differenziata, perchè ci dia lavoro e salute.
Insieme ai miei compagni abbiamo avuto denunce ma non ci siamo lasciati intimidire.
Perchè è una lotta giusta, è un nostro diritto voler lavorare !
Non ci hanno scoraggiati nè le denunce nè le cariche della polizia , anzi siamo ancora più determinati.
In questi giorni stiamo facendo una compagna di informazione , delle nostre rivendicazioni
al quartiere Tamburi, per far capire ai disoccupati che unendoci nella lotta in tanti si vince,
chiediamo alle istituzioni bonifiche ai quartieri pù disagiati :Tamburi e Paolo VI .
Il lavoro si ottiene con la lotta non con le assunzioni clientelari, è una vergogna che deve finire.
DICO A TUTTI I DISOCCUPATI DI TARANTO SVEGLIATEVI! UNIAMOCI
NELLA LOTTA !
Perchè solo uniti possiamo vincere, ai Tamburi stiamo raccogliendo molti consensi
non ci dobbiamo far prendere in giro da chi ci vuole vendere fumo ,basta con le parole
da chi ci governa vogliamo i fatti.
un disoccupato organizzato
taranto 24\09\12
stò lottando per la raccolta differenziata, perchè ci dia lavoro e salute.
Insieme ai miei compagni abbiamo avuto denunce ma non ci siamo lasciati intimidire.
Perchè è una lotta giusta, è un nostro diritto voler lavorare !
Non ci hanno scoraggiati nè le denunce nè le cariche della polizia , anzi siamo ancora più determinati.
In questi giorni stiamo facendo una compagna di informazione , delle nostre rivendicazioni
al quartiere Tamburi, per far capire ai disoccupati che unendoci nella lotta in tanti si vince,
chiediamo alle istituzioni bonifiche ai quartieri pù disagiati :Tamburi e Paolo VI .
Il lavoro si ottiene con la lotta non con le assunzioni clientelari, è una vergogna che deve finire.
DICO A TUTTI I DISOCCUPATI DI TARANTO SVEGLIATEVI! UNIAMOCI
NELLA LOTTA !
Perchè solo uniti possiamo vincere, ai Tamburi stiamo raccogliendo molti consensi
non ci dobbiamo far prendere in giro da chi ci vuole vendere fumo ,basta con le parole
da chi ci governa vogliamo i fatti.
un disoccupato organizzato
taranto 24\09\12
domenica 23 settembre 2012
LAVORATRICI E LAVORATORI TELEPERFORMANCE A RISCHIO LICENZIAMENTO
Ai lavoratori della Teleperfomance, il colosso dei call center con sede a Taranto, scade la cassa integrazione, e la messa in mobilità è attesa per la settimana prossima.
Lo scorso anno si era ottenuta la cassa integrazione per i dichiarati esuberi di circa 460 lavoratori,
la lotta scongiurò i licenziamenti ma si ottenne la cassa integrazione.
Adesso ci ritentano con esuberi dichiarati a quota 500, le donne sono la maggioranza delle occupate, a Taranto dove la disoccupazione è al 30% e le donne che lavorano non sono neanche una su due è inaccettabile che si perda un solo posto di lavoro.
Le donne considerate dai padroni l'ultima ruota del carro sono state sempre le piu penalizzate, la maternità aumenta il loro costo, e comunque si cerca di ricacciarle a casa per sopperire alla carenza dei servizi sociali.
Le lavoratrici della Teleperfomance quando dopo una lunga lotta ottennero la sicurezza di un posto di lavoro stabile decisero di avere figli.
La Teleperfomance, con le sue minacce di delocalizzare in Serbia ha ricattato i lavoratori, dopo aver ottenuto dallo stato sgravi, finanziamenti, e infine cassa integrazione hanno continuato a fare contratti a progetto i cosiddetti out bound, i sindacati e il governo hanno sempre fatto finta di niente .
Per le strade di Taranto campeggiano enormi cartelloni che invitano a presentarsi per colloqui di lavoro a termine. TUTTO CIO' E' VERGOGNOSO!
A Roma ci sarà a breve un sit in delle lavoratrici con l'obbiettivo di avere un confronto con il ministro Fornero, il 18 Ottobre ci sarà uno sciopero generale di categoria.
Noi lavoratrici non ci stiamo a essere ricacciate in famiglia, la lotta è generale e non ci fermeremo.
Taranto 23/09/2012
Lo scorso anno si era ottenuta la cassa integrazione per i dichiarati esuberi di circa 460 lavoratori,
la lotta scongiurò i licenziamenti ma si ottenne la cassa integrazione.
Adesso ci ritentano con esuberi dichiarati a quota 500, le donne sono la maggioranza delle occupate, a Taranto dove la disoccupazione è al 30% e le donne che lavorano non sono neanche una su due è inaccettabile che si perda un solo posto di lavoro.
Le donne considerate dai padroni l'ultima ruota del carro sono state sempre le piu penalizzate, la maternità aumenta il loro costo, e comunque si cerca di ricacciarle a casa per sopperire alla carenza dei servizi sociali.
Le lavoratrici della Teleperfomance quando dopo una lunga lotta ottennero la sicurezza di un posto di lavoro stabile decisero di avere figli.
La Teleperfomance, con le sue minacce di delocalizzare in Serbia ha ricattato i lavoratori, dopo aver ottenuto dallo stato sgravi, finanziamenti, e infine cassa integrazione hanno continuato a fare contratti a progetto i cosiddetti out bound, i sindacati e il governo hanno sempre fatto finta di niente .
Per le strade di Taranto campeggiano enormi cartelloni che invitano a presentarsi per colloqui di lavoro a termine. TUTTO CIO' E' VERGOGNOSO!
A Roma ci sarà a breve un sit in delle lavoratrici con l'obbiettivo di avere un confronto con il ministro Fornero, il 18 Ottobre ci sarà uno sciopero generale di categoria.
Noi lavoratrici non ci stiamo a essere ricacciate in famiglia, la lotta è generale e non ci fermeremo.
Taranto 23/09/2012
BAGNOLI... RIFLETTANO I NOSTRI AMBIENTALISTI...
ECCO COSA HA PORTATO LA CHIUSURA DI BAGNOLI:
Prima perdita di migliaia di posti di lavoro e nessun risanamento del territorio
Oggi, tentativo di grande speculazione, affidando interi pezzi di territorio in mano a speculatori privati e settori di criminalità.
RIFLETTANO QUEGLI AMBIENTALISTI CHE A TARANTO SBANDIERANO LA "CHIUSURA DELL'ILVA"!
(da Contropiano)
"Operazione Bagnolifutura: una privatizzazione di fatto dell'uso del territorio metropolitano.
Martedi della prossima settimana il consiglio comunale di Napoli discuterà lo statuto di Bagnolifutura. Si tratta di una grossa operazione urbanistica e finanziaria sull'area dell'ex Italsider che sta incontrando forti opposizioni da parte dei movimenti sociali del territorio. Bagnolifutura Omnibus infatti si configura a tutti gli effetti come una “società di diritto privato”, il che delinea una evidente privatizzazione della progettazione, trasformazione e gestione del territorio metropolitano.
Ancora più dura è “l'Assiste cittadina per Bagnoli”, una coalizione di forze sociali della zona Flegrea: “...si crea una società di diritto privato che può operare per progettare, trasformare e gestire interi pezzi del territorio cittadino, agendo secondo logiche privatistiche, senza efficaci controlli pubblici”. L’Assise chiede chiarezza sui bilanci della Bagnoli Futura, sulle procedure seguite per la bonifica, sulle trattative intercorse con i proprietari dei suoli oggetto di intervento. “Bagnoli si rilancia a partire dalla trasparenza o affoga nell’ennesimo bluff”.
Sembra davvero lontano il tempo in cui Luigi De Magistris caratterizzava la sua campagna elettorale con duri attacchi a quella che veniva bollata come “una pagina vergognosa di commistione tra politica e crimine attorno al denaro pubblico”, promettendo lo scioglimento. della Bagnoli Futura.
Ricordiamo che da anni grava sull’operato di Bagnoli Futura un’indagine della Procura di Napoli che mette in discussione l’efficacia della bonifica finora realizzata.... la ripatrimonializzazione “al buio” della Bagnoli Futura con le opere di urbanizzazione secondaria finora realizzate nell’ambito di Bagnoli (e, potenzialmente, con altre insistenti sull’intero territorio cittadino) consentirà infatti alla società di proseguire un pericoloso gioco di indebitamento che rischia di incorporare e compromettere progressivamente sempre nuove risorse pubbliche.
... Si affidano a questa società beni pubblici indisponibili, con lo scopo di incorporarli nel suo patrimonio ed utilizzarli come garanzia per ottenere ulteriori prestiti bancari o la ricontrattazione di quelli esistenti. Pratiche spregiudicate, rispetto alle quali è lecito interrogarsi per i rischi che pongono all’utilizzo sociale delle risorse pubbliche. Se consideriamo la possibilità che investitori privati acquistino quote del capitale sociale della Società di Trasformazione Urbana, divenendo di fatto proprietari e gestori di rilevanti infrastrutture urbane, vediamo profilarsi uno scenario di gestione affaristica della città coerente con le proposte del progetto Insula di Romeo. “Occorre evitare decisioni azzardate che rischiano di riprodurre su più ampia scala le logiche speculative e gli errori del passato” denunciano le associazioni del territorio e i movimenti sociali che si oppongono all'operazione Bagnolifutura".
Prima perdita di migliaia di posti di lavoro e nessun risanamento del territorio
Oggi, tentativo di grande speculazione, affidando interi pezzi di territorio in mano a speculatori privati e settori di criminalità.
RIFLETTANO QUEGLI AMBIENTALISTI CHE A TARANTO SBANDIERANO LA "CHIUSURA DELL'ILVA"!
(da Contropiano)
"Operazione Bagnolifutura: una privatizzazione di fatto dell'uso del territorio metropolitano.
Martedi della prossima settimana il consiglio comunale di Napoli discuterà lo statuto di Bagnolifutura. Si tratta di una grossa operazione urbanistica e finanziaria sull'area dell'ex Italsider che sta incontrando forti opposizioni da parte dei movimenti sociali del territorio. Bagnolifutura Omnibus infatti si configura a tutti gli effetti come una “società di diritto privato”, il che delinea una evidente privatizzazione della progettazione, trasformazione e gestione del territorio metropolitano.
Ancora più dura è “l'Assiste cittadina per Bagnoli”, una coalizione di forze sociali della zona Flegrea: “...si crea una società di diritto privato che può operare per progettare, trasformare e gestire interi pezzi del territorio cittadino, agendo secondo logiche privatistiche, senza efficaci controlli pubblici”. L’Assise chiede chiarezza sui bilanci della Bagnoli Futura, sulle procedure seguite per la bonifica, sulle trattative intercorse con i proprietari dei suoli oggetto di intervento. “Bagnoli si rilancia a partire dalla trasparenza o affoga nell’ennesimo bluff”.
Sembra davvero lontano il tempo in cui Luigi De Magistris caratterizzava la sua campagna elettorale con duri attacchi a quella che veniva bollata come “una pagina vergognosa di commistione tra politica e crimine attorno al denaro pubblico”, promettendo lo scioglimento. della Bagnoli Futura.
Ricordiamo che da anni grava sull’operato di Bagnoli Futura un’indagine della Procura di Napoli che mette in discussione l’efficacia della bonifica finora realizzata.... la ripatrimonializzazione “al buio” della Bagnoli Futura con le opere di urbanizzazione secondaria finora realizzate nell’ambito di Bagnoli (e, potenzialmente, con altre insistenti sull’intero territorio cittadino) consentirà infatti alla società di proseguire un pericoloso gioco di indebitamento che rischia di incorporare e compromettere progressivamente sempre nuove risorse pubbliche.
... Si affidano a questa società beni pubblici indisponibili, con lo scopo di incorporarli nel suo patrimonio ed utilizzarli come garanzia per ottenere ulteriori prestiti bancari o la ricontrattazione di quelli esistenti. Pratiche spregiudicate, rispetto alle quali è lecito interrogarsi per i rischi che pongono all’utilizzo sociale delle risorse pubbliche. Se consideriamo la possibilità che investitori privati acquistino quote del capitale sociale della Società di Trasformazione Urbana, divenendo di fatto proprietari e gestori di rilevanti infrastrutture urbane, vediamo profilarsi uno scenario di gestione affaristica della città coerente con le proposte del progetto Insula di Romeo. “Occorre evitare decisioni azzardate che rischiano di riprodurre su più ampia scala le logiche speculative e gli errori del passato” denunciano le associazioni del territorio e i movimenti sociali che si oppongono all'operazione Bagnolifutura".
ILVA: SCIOPERO CONTRO CHI E PERCHE'
Gli operai non possono stare alle notizie dell'ultim'ora,
con un giorno l'allarmismo sul lavoro, e un giorno l'allarmismo sull'ambiente,
ora serve uno sciopero autonomo degli operai sui loro interessi.
SCIOPERO
NON per Riva, ma CONTRO Riva e il governo che non vogliono mettere i soldi necessari per il risanamento
NON per chiudere la fabbrica, nè per fare solo una manutenzione "ordinaria", ma per la vera messa a norma dell'area a caldo, per DIFENDERE LAVORO, SALARIO E SALUTE
Padron Riva che non vuole realmente risanare la fabbrica, mette in gioco il lavoro
Gli ambientalisti che non difendono il lavoro all'Ilva, mettono in gioco la reale messa a norma della fabbrica
con un giorno l'allarmismo sul lavoro, e un giorno l'allarmismo sull'ambiente,
ora serve uno sciopero autonomo degli operai sui loro interessi.
SCIOPERO
NON per Riva, ma CONTRO Riva e il governo che non vogliono mettere i soldi necessari per il risanamento
NON per chiudere la fabbrica, nè per fare solo una manutenzione "ordinaria", ma per la vera messa a norma dell'area a caldo, per DIFENDERE LAVORO, SALARIO E SALUTE
Padron Riva che non vuole realmente risanare la fabbrica, mette in gioco il lavoro
Gli ambientalisti che non difendono il lavoro all'Ilva, mettono in gioco la reale messa a norma della fabbrica
venerdì 21 settembre 2012
Clini nega l'evidenza, Bonelli sbandiera morti e tumori come se fossero trofei ...
una oscena contesa è in atto sulla stampa sul numero dei tumori a taranto
il ministro Clini tende a minimizzare , mentre i dati veri ancora non escono
d'altra parte questo ministro è dalla parte di padron riva
ma non ci piacciono personaggi come bonelli che usano taranto e i suoi morti per
fare carriera politica e quindi li amplifica, li ostenta al servizio di una sola tesi
chiudere tutto così a morti e inquinamento si aggiunga disoccupazione di massa, deindustrializzazzione
noi siamo per una taranto in lotta contro padron riva e l'ambientalismo antioperaio
per la taranto operaia e popolare che difenda lavoro e salute contro padron riva e lo stato dei padroni
siamo per l'unità tra gli operai ilva e indotto e tra l'unità tra operai e masse popolari
questa taranto che vogliamo non è ancora scesa in campo in questa città
perchè in fabbrica domina l'aziendalismo e sindacati confederali collusi
e in città si vuol far prevalere coloro che vogliono la chiusura delle fabbriche e che accusano gli operai
di essere complici e corresponsabili dell'inquinamento - chi dice questo è un demagogo e un imbroglione -
gli operai all'ilva sono stati in tutti questi anni le prime vittime di morti sul lavoro e malattie da inquinamento
e tutti hanno fatto di tutto perchè non si autorganizzassero e lottassero padron riva sindacati confederali partiti parlamentari anche di 'sinistra'
ma anche quelli che sono stati dentro i sindacati confederali a fargli da copertura 'critica'- fiom compresa e compreso quelli che oggi si dichiarano paladini della salute dei cittadini
quelli che non si sono manco interessati per sbaglio degli operai dell'ilva - compresi quelli che pure avrebbero dovuto interessarsi nei sindacati di base - tranne lo slai cobas - e che ora sono al carro degli ambientalisti impegnati a raccattare voti
sono molti i colpevoli di quello che accade, ma sono anche molti gli ipocriti
tarantocontro
il ministro Clini tende a minimizzare , mentre i dati veri ancora non escono
d'altra parte questo ministro è dalla parte di padron riva
ma non ci piacciono personaggi come bonelli che usano taranto e i suoi morti per
fare carriera politica e quindi li amplifica, li ostenta al servizio di una sola tesi
chiudere tutto così a morti e inquinamento si aggiunga disoccupazione di massa, deindustrializzazzione
noi siamo per una taranto in lotta contro padron riva e l'ambientalismo antioperaio
per la taranto operaia e popolare che difenda lavoro e salute contro padron riva e lo stato dei padroni
siamo per l'unità tra gli operai ilva e indotto e tra l'unità tra operai e masse popolari
questa taranto che vogliamo non è ancora scesa in campo in questa città
perchè in fabbrica domina l'aziendalismo e sindacati confederali collusi
e in città si vuol far prevalere coloro che vogliono la chiusura delle fabbriche e che accusano gli operai
di essere complici e corresponsabili dell'inquinamento - chi dice questo è un demagogo e un imbroglione -
gli operai all'ilva sono stati in tutti questi anni le prime vittime di morti sul lavoro e malattie da inquinamento
e tutti hanno fatto di tutto perchè non si autorganizzassero e lottassero padron riva sindacati confederali partiti parlamentari anche di 'sinistra'
ma anche quelli che sono stati dentro i sindacati confederali a fargli da copertura 'critica'- fiom compresa e compreso quelli che oggi si dichiarano paladini della salute dei cittadini
quelli che non si sono manco interessati per sbaglio degli operai dell'ilva - compresi quelli che pure avrebbero dovuto interessarsi nei sindacati di base - tranne lo slai cobas - e che ora sono al carro degli ambientalisti impegnati a raccattare voti
sono molti i colpevoli di quello che accade, ma sono anche molti gli ipocriti
tarantocontro
giovedì 20 settembre 2012
SU LAVORO E AMBIENTE IL SINDACO STEFANO DIVENTA ISTERICO?
I disoccupati organizzati avevano chiesto un incontro col Sindaco per oggi per discutere su “Lavoro nelle attività di risanamento
ambientale e corsi di formazione”, per tutta risposta Stefano ha mandato una letteraccia con toni inaccettabili e con l’affermazione
tassativa che l’incontro “non avrà luogo né in quella data
né in altre successive”, condita poi con parole offensive su presunte “strumentalizzazioni a danno dei cittadini”.
Su
una problematica così attuale e urgente che riguarda il rapporto
ambiente/lavoro nella nostra città un sindaco non può rifiutarsi di
incontrare un’organizzazione di disoccupati che da tre anni, come è
notorio, ha aperto una vertenza a livello comunale, provinciale e
regionale su questa tematica.
Il
Sindaco scrive che “il Comune non può aderire a richieste di
parte”; una posizione assurda sia perché i Disoccupati Organizzati hanno sempre
portato avanti le istanze di tutti i disoccupati, sia perché chi
vieta al Sindaco di incontrare altre rappresentanze su
queste tematiche?
Il
Sindaco poi rappresenta in termini negativi “le pregresse
vicissitudini che hanno caratterizzato l’avvio della raccolta
differenziata nelle zone di Lama-S.Vito”, quando invece lo sblocco
di tale servizio, anche in termini finanziari (rispetto ad un piano
che era rimasto per anni e anni nel cassetto) grazie alla
mobilitazione dei disoccupati in tutte le sedi (comunale,
provinciale, Ato, regione) con iniziative di lotta, incontri,
interventi nei quartieri, ma anche Convegni che hanno portato un
contributo costruttivo programmatico, ecc., è un fatto molto
positivo.
Circa
i “corsi di formazione”, sappiamo bene che non rientrano nella
competenze del Sindaco, ma della Provincia/Regione, e nè prima, né
nella ns ultima lettera abbiamo detto che è il Sindaco che se ne
deve occupare. Perchè, quindi, questa polemica? Ciò che chiediamo
al Sindaco è di farsi con noi oggi parte attiva verso Regione e
Provincia perché si avvii nuovamente un percorso virtuoso
formazione/lavoro, sia per il ciclo raccolta differenziata in tutta
la città (per cui occorrono almeno 200 lavoratori formati e oggi ne
restano appena 49 dei precedenti corsi), sia soprattutto per
impegnare i giovani disoccupati o coloro che hanno perso il lavoro
nelle attività, più complesse, di risanamento ambientale.
Ma
anche in questo campo, è ben strano che il Sindaco invece di dare un
giudizio positivo di questa esperienza – rapporto corsi di
formazione/lavoro, sostenuta tra l’altro da Provincia e Regione,
che per la prima volta non ha sprecato soldi pubblici in corsi fini a
sé stessi, che ha già permesso, e permetterebbe molto di più in
futuro, di occupare disoccupati formati e motivati nel lavoro, che ha
consentito un’assunzione da parte delle ditte sulla base di criteri
trasparenti e pubblici (appunto la frequenza dei corsi di formazione)
- né dà invece un giudizio negativo.
Ma
veniamo alle affermazioni gravi fatte dal Sindaco sugli interventi di
bonifica.
Questa
degli interventi di bonifica è una problematica urgente che tocca la
salute dei cittadini e il Sindaco invece di cominciare a fare un
piano concreto degli interventi di bonifica da fare, scrive di “non
ingenerare inutili aspettative”!
I Disoccupati Organizzati è da tre anni che hanno posto in maniera concreta
problematiche di risanamento di quartieri come Paolo VI e Tamburi,
facendo anche proposte concrete (vedere anche su questo gli atti del
Convegno “lavoro differente”); certo, sappiamo bene che gli
interventi non sono semplici e occorre anche qui un crono programma,
ma finora, a parte ordinanze di divieti non si sa quali interventi il
Comune intenda programmare. E la gente aspetta eccome!
Ma
il Sindaco invece di cominciare a rispondere nel concreto, arriva
nella lettera a scrivere di “stroncare sul nascere facili
strumentalizzazioni a danno dei cittadini ignari e in buona fede”?
Primo,
in questa maniera offende anche i cittadini, che sicuramente non sono
affatto ignari e manipolabili come li rappresenta in Sindaco e sanno
distinguere bene (si ricordi il Sindaco che poche settimane fa sono
state gli stessi cittadini dei Tamburi a denunciare come
inconcludenti le ordinanze comunali di divieto sulle aree in cui
giocano i bambini).
Secondo,
se non fosse grave che un sindaco faccia questa affermazioni di
“strumentalizzazioni”, ci sarebbe da ridere: quale
strumentalizzazione? I disoccupati
organizzati non hanno poltrone da difendere, non hanno soldi da avere
(anzi ce li rimettono, e hanno solo sacrifici e denunce), non hanno
voti da chiedere.
La
lettera del sindaco continua reclamando il “rispetto delle norme
nazionali per l’affidamento di lavori e servizi”. Ma chi e quando
questo sarebbe stato negato? Nello stesso tempo noi chiediamo che
avvenga quanto prima l'affidamento di lavori e servizi. Perchè non
le norme, ma la burocrazia, non diventi la giustificazione per
rimandare sine die decisioni e azioni da parte del Comune. I disoccupati organizzati, con accordi verbalizzati con Provincia, Comune (di cui
possiamo a chi non ha memoria produrre copia), hanno solo detto in
questi anni che le ditte che hanno questi appalti devono assumere dal
bacino dei disoccupati dei quartieri da risanare, dei corsisti,
altrimenti invece di unire ambiente e lavoro, si riduce drasticamente
il lavoro a Taranto. La
realtà purtroppo in questa città è ben altra e questa sì
richiederebbe trasparenza.
Su
questo chiediamo noi al Sindaco di rispondere, non a noi ma a tutti i
disoccupati e alla cittadinanza, a queste domande?
Perché
650mila euro, stanziati dalla Regione dal Fondo sociale, a fronte di
lotte, tavoli e incontri e finalizzati al
servizio di raccolta differenziata, da marzo ancora non si sa perché
non vengono utilizzati?
Perché
quest’estate vi è stata l’interruzione di due mesi del servizio
di raccolta nonostante una determina della Regione e perché le
400mila euro stanziati dalla regione a fronte della nostra lotta, da
destinare alla prosecuzione del servizio sono andati all’Amiu per
pagarsi il proprio personale?
Perché,
a proposito di rispetto di norme e di trasparenza, quando vi sono
affidamenti o appalti pubblici del Comune, il Sindaco manda liste di
persone da “assumere”.
Il
Sindaco che scrive a noi di non voler guardare a “disoccupati
appartenenti a questo o ad altro gruppo organizzato”, ci deve
spiegare a quale gruppo allora appartengono quelli mandati da lui?
I Disoccupati Organizzati hanno sempre parlato a
nome delle migliaia dei disoccupati a Taranto - parliamo della
necessità di 200 assunzioni nella raccolta differenziata e di 1000
nei lavori di bonifica, e possiamo assicurare il Sindaco che i
Disoccupati Organizzati non sono certo migliaia!
I
disoccupati non sono tutti come li vorrebbe lui, in tranquilla attesa
di un lavoro che non arriva mai. Tra i disoccupati ci sono quelli che
si organizzano e lottano per il diritto al lavoro e la loro battaglia
serve tutti; noi non vogliamo le attese apparenti e gli intrallazzi
clientelari reali. Noi vogliamo che tutte le migliaia di disoccupati
e senza lavoro di Taranto si mobilitino, per dire basta a clientele,
elemosine ai politici, alle istituzioni.
Il
Sindaco ne sta facendo una battaglia personale che non interessa né
i disoccupati né i cittadini, noi invece vogliamo fare una battaglia
pubblica su lavoro e ambiente.
CONVOCHI
IL SINDACO UN INCONTRO PUBBLICO DI TUTTE LE PARTI SOCIALI, SINDACALI,
POLITICHE E PARLIAMO DI PIANI DI LAVORO CONCRETI.
PERCHÈ
A TARANTO NON SOLO SI MUORE PER INQUINAMENTO, MA NEANCHE SI VIVE
SENZA LAVORO E SALARIO
Ferrante i soldi sono pochi e così non si risana
la cifra annunciata dall'ilva di 400 milioni euro - che poi sono i 146 di prima e altri 254 - sono tutt'ora pochi per il piano di risanamento
bisogna lottare in fabbrica e in città non per chiudere la fabbrica ma perchè questa cifra aumenti e sia impiegata subito secondo un cronoprogramma credibile
serve innanzitutto che gli operai ilva prendano l'iniziativa autonoma per imporre lavoro e salute come una lotta sola
intanto però non un posto di lavoro deve essere perso
l'annuncio di ferie forzate per 400 operai alle ditte è un brutto segnale
i lavoratori del cobas ilva sono tutt'ora pochi e sottoposti a mille pressioni da azienda e sindacalisti confederali comunque i loro 3 rappresentanti si riuniranno con lo slai cobas provinciale domani alle 10 al centro sportivo magna grecia - via zara 121 - una sede pubblica per permettere anche a chi non è iscritto allo slai cobas di partecipare e confrontarsi
in questa sede oltre che fare il punto decideremo uno sciopero autonomo degli operai ilva per mettere gli operai tutti davanti alle loro responsabilità
per gli operai del cobas ilva
andrea e piero
bisogna lottare in fabbrica e in città non per chiudere la fabbrica ma perchè questa cifra aumenti e sia impiegata subito secondo un cronoprogramma credibile
serve innanzitutto che gli operai ilva prendano l'iniziativa autonoma per imporre lavoro e salute come una lotta sola
intanto però non un posto di lavoro deve essere perso
l'annuncio di ferie forzate per 400 operai alle ditte è un brutto segnale
i lavoratori del cobas ilva sono tutt'ora pochi e sottoposti a mille pressioni da azienda e sindacalisti confederali comunque i loro 3 rappresentanti si riuniranno con lo slai cobas provinciale domani alle 10 al centro sportivo magna grecia - via zara 121 - una sede pubblica per permettere anche a chi non è iscritto allo slai cobas di partecipare e confrontarsi
in questa sede oltre che fare il punto decideremo uno sciopero autonomo degli operai ilva per mettere gli operai tutti davanti alle loro responsabilità
per gli operai del cobas ilva
andrea e piero
mercoledì 19 settembre 2012
oggi al porto agli operai del porto e allo slai cobas volevano vietare perfino di entrare
a fare il presidio assemblea del neonato comitato lavoratori del porto
ma abbiamo detto che non se ne parlava e alla fine ci hanno fatto entrare
il presidente dell'autorità portuale con motivazioni pretestuose non ci ha voluto incontrare- lui incontra solo sindacati collusi, corrotti come cgil-cisl-uil
abbiamo fatto l'assemblea e programmate le prossime iniziative
non è che l'inizio !
ma abbiamo detto che non se ne parlava e alla fine ci hanno fatto entrare
il presidente dell'autorità portuale con motivazioni pretestuose non ci ha voluto incontrare- lui incontra solo sindacati collusi, corrotti come cgil-cisl-uil
abbiamo fatto l'assemblea e programmate le prossime iniziative
non è che l'inizio !
al cimitero i lavoratori dell'ancora vogliono restare vivi !
sono venuti tutti i quotidiani locali e studio cento questa mattina alla conferenza stampa indetta dai lavoratori cimiteriali della coop ancora, in larga parte iscritti allo slai cobas e i lavoratori hanno parlato di morti- 2 lavoratori morti di tumore negli ultimi al cimitero, malattie e rischio , di lavoro di 6 ore al giorno da 20-15 anni all'aperto, con tanta polvere sollevata e inchiottita, di un cimitero a due passi dai parchi minerali,
ora dicono basta e scendono in campo
chiedono subito interventi asl-arpa - chiedono visite mediche e misure per tutelare la salute- chiedono risarcimento e lo chiedono come lavoratori a dimostrazione che sono i lavoratori le prime vittime dell'inquinamento e se organizzaati da un sindacato come lo slai cobas sono loro chiedono lavoro e salute e non fanno la fine degli operai dell'ilva burattini di riva tramite i sindacati confederali, o vittime sacrificali del giustizialismo ambientalista che vuole togliergli il lavoro e il futuro
ma questa iniziativa dimostra che i sindacati non sono tutti uguali come strillano alcuni del comitato liberi e pensanti, ma c'è chi lotta da sempre contro padroni e stato dei padroni per difendere lavoro e salute e che invece che essere appoggiato viene attaccato e gli si vuole negare perfino le bandiere.. ma va...
ora dicono basta e scendono in campo
chiedono subito interventi asl-arpa - chiedono visite mediche e misure per tutelare la salute- chiedono risarcimento e lo chiedono come lavoratori a dimostrazione che sono i lavoratori le prime vittime dell'inquinamento e se organizzaati da un sindacato come lo slai cobas sono loro chiedono lavoro e salute e non fanno la fine degli operai dell'ilva burattini di riva tramite i sindacati confederali, o vittime sacrificali del giustizialismo ambientalista che vuole togliergli il lavoro e il futuro
ma questa iniziativa dimostra che i sindacati non sono tutti uguali come strillano alcuni del comitato liberi e pensanti, ma c'è chi lotta da sempre contro padroni e stato dei padroni per difendere lavoro e salute e che invece che essere appoggiato viene attaccato e gli si vuole negare perfino le bandiere.. ma va...
a poesie
Ferrante ha ditt' "o si produce o si chiude"
Uè cape de firr'...nind'è capite?
a tarand ci è c'adda chiudere... si tu.
A fabbrica è a nostr, ca già l'amme pajate
cu a fatije,u sfruttament e l' muert avvelenate.
Japre l'uecchie ,sind' a rime
ca a rivolt s'avvicine
n'è nguajate,n'è sfruttate,
mo ne uè disoccupate.
Vatt'è jacchie na fatie,
ca a rivolt se stè avvie.
Scappe,fujie,gambe all'arie,
s'à svegliate u proletarie,
ca mò chiù no se lament
cu u bastone è chiù cuntent
le padrune addà sprangà
e s'arripigghie a dignità.
Uè cape de firr'...nind'è capite?
a tarand ci è c'adda chiudere... si tu.
A fabbrica è a nostr, ca già l'amme pajate
cu a fatije,u sfruttament e l' muert avvelenate.
Japre l'uecchie ,sind' a rime
ca a rivolt s'avvicine
n'è nguajate,n'è sfruttate,
mo ne uè disoccupate.
Vatt'è jacchie na fatie,
ca a rivolt se stè avvie.
Scappe,fujie,gambe all'arie,
s'à svegliate u proletarie,
ca mò chiù no se lament
cu u bastone è chiù cuntent
le padrune addà sprangà
e s'arripigghie a dignità.
19 settembre - Non vi dimenticate la rivolta a Taranto delle lavoratrici pulizie....
Si sta preparando un nuovo attacco a fine anno al lavoro e al salario delle lavoratrici delle pulizie delle scuole statali, anche a Taranto.
A chi, delle Istituzioni, ha scarsa memoria, vogliamo ricordare che nel 2008 Taranto fu messa a "ferro e fuoco" proprio dalla rivolta di queste lavoratrici che per settimane bloccarono ripetutamente la città.
Attenti, queste lavoratrici sono oggi pronte a riprendere quella rivolta!
Per rinnovare la memoria ripubblichiamo quest'articolo.
Dalla
precedente rivolta delle lavoratrici pulizie
Le lavoratrici delle
pulizie sono state il cuore e il motore di questa rivolta.
Da la ‘Guerra civile in
Francia’ di Marx: “… al posto delle cocottes (le ricche
signore che) avevano seguito le orme dei loro protettori, gli
scomparsi campioni della famiglia, della religione e soprattutto
della proprietà: Al loro posto ricomparvero alla superficie le vere
donne di Parigi, eroiche, nobili e devote come le donne
dell’antichità. Parigi lavoratrice, pensatrice, combattente
insanguinata, raggiante nell’entusiasmo della sua iniziativa
storica, quasi dimentica, nella incubazione di una nuova società,
dei cannibali che erano alle sue porte…).
Il pesante attacco al
lavoro e al salario, alle condizioni di vita, colpisce doppiamente le
donne. Prima di tutto c’è un dato oggettivo: tra i lavoratori che
rischiano il licenziamento, il taglio alle ore la maggioranza sono
donne. (...)
martedì 18 settembre 2012
appalti pulizie e nuove gare d'appalto
A luglio 2012 la Consip ha indetto le nuove gare d appalto per i servizi di pulizia nelle scuole statali. la convenzione ha un valore di 1,63 miliardi di euro più un importo aggiuntivo di 163 milioni di euro come plafond, per quattro anni, che" dovrebbero" soddisfare la domanda annua dei servizi di pulizia per le scuole che affidano tali servizi a ditte esterne.
La gara è divisa per 13 lotti geografici e prevede un massimale di fornitura. La durata della convenzione è di 24 mesi, più eventuale proroga di 12 mesi. La gara sarà effettuata a procedura aperta e verrà aggiudicata con la modalità dell' offerta economicamente più vantaggiosa (leggi al massimo ribasso) .
l' apertura delle buste è prevista per il 26 Settembre.
Gli scenari che si aprono per i 700 operai, impiegati nel servizio di pulizia per Taranto e provincia sono tragici, come già accadde nel 2007 con il passaggio dalla ditta Polignano alla Dussmann, l'orario di lavoro sarà di due ore giornaliere e la cassa integrazione che eravamo riusciti a ottenere con la forte lotta del 2007 cesserà a Dicembre e da Gennaio 2013 dovremo tirare a campare con la bellezza di 300 euro mensili, e con un carico di lavoro triplicato però!
AL nostro governo questo non interessa minimamente, non interessa che a Taranto la disoccupazione è al 30%, non interessa neanche che tra dissesto, cattiva ammininistrazione clientelismo, morti sul lavoro adesso ci saranno anche i morti per fame.
seguiranno aggiornamenti.........
un operaia delle pulizie.
La gara è divisa per 13 lotti geografici e prevede un massimale di fornitura. La durata della convenzione è di 24 mesi, più eventuale proroga di 12 mesi. La gara sarà effettuata a procedura aperta e verrà aggiudicata con la modalità dell' offerta economicamente più vantaggiosa (leggi al massimo ribasso) .
l' apertura delle buste è prevista per il 26 Settembre.
Gli scenari che si aprono per i 700 operai, impiegati nel servizio di pulizia per Taranto e provincia sono tragici, come già accadde nel 2007 con il passaggio dalla ditta Polignano alla Dussmann, l'orario di lavoro sarà di due ore giornaliere e la cassa integrazione che eravamo riusciti a ottenere con la forte lotta del 2007 cesserà a Dicembre e da Gennaio 2013 dovremo tirare a campare con la bellezza di 300 euro mensili, e con un carico di lavoro triplicato però!
AL nostro governo questo non interessa minimamente, non interessa che a Taranto la disoccupazione è al 30%, non interessa neanche che tra dissesto, cattiva ammininistrazione clientelismo, morti sul lavoro adesso ci saranno anche i morti per fame.
seguiranno aggiornamenti.........
un operaia delle pulizie.
L'ultimo salto della quaglia di Rizzo
L’USB
annuncia in pompa magna nel suo sito e con un volantinaggio alla
fabbrica la sua nascita all’Ilva di Taranto.
Che
ci sia necessità del sindacato alternativo ai confederali all’Ilva
è noto a tutti, ma che questo debba essere un sindacato di classe in
grado di essere realmente uno strumento di lotta ai padroni, è meno
chiaro.
Il
sindacato di classe all’Ilva si chiama Slai cobas, questo è ben
noto a padron Riva e al sindacalismo confederale che fanno una guerra
spietata all’ingresso dello Slai cobas in fabbrica: non
riconoscimento delle deleghe e di ogni diritto sindacale, campagne
quotidiane di persecuzione di lavoratori che ad esso aderiscono,
denunce sistematiche da parte dei dirigenti sindacali corrotti, quali
Palombella, Fiusco, ecc., per “diffamazione”, fino al processo
per “Riva assassino!” intentato da padron Riva in persona.
L’obiettivo
di tutti è impedire al presenza dello Slai cobas. Ai padroni, al
sindacalismo confederale tutti vanno bene tranne lo Slai cobas.
una città in lotta oggi,domani,dopodomani.. sempre, perfino al Cimitero
ilva taranto
martedì 18 settembre ore 15-ore16 Port:D
il testo del volantino odierno
Tutti all'assemblea operai Ilva del 22 settembre ore 10 al Centro Sportivo Magna Grecia - via ZARA 121 TARANTO Discussione e approvazione di una seria piattaforma dei lavoratori
per la messa a norma con tutela del lavoro, salario, salute e sicurezza
Padrone, Governo, ognuno nelle sue competenze, come si dice, stanno lavorando sulla nostra testa e sulla nostra pelle. Padron Riva e il suomaggiordomo, Ferrante, ancora non ci dicono quanti soldi vogliono mettere, a parte le briciole già programmate, presi dai profitti accumulati in questi
anni, per mettere realmente a norma lo stabilimento e avere quella continuità produttiva che dicono di volere. Senza questo passaggio le promesse di Ferrante, in mensa, sui giornali, negli incontri, sono aria
fritta e i sindacalisti fanno da cavalier serventi.
Il Governo, per bocca di Monti, Passera e Clini, usa i "guanti bianchi" verso l'azienda e fa il 'gioco delle tre carte' per quanto riguarda i soldi per le bonifiche. I soldi stanziati sono presi da voci già precedenti la
crisi Ilva, una parte rilevante di essi riguardano il Porto e non l'Ilva, che fare poi di questi soldi, attesi come tante orde fameliche da politicanti e istituzioni locali, ancora non si è capito nei tempi e nei piani.
Gli operai di questa fabbrica non possono continuare ad essere o vittime o burattini! Ci dobbiamo liberare con decisione di ricatti, pressioni aziendali e padrini!
Nel frattempo in fabbrica peggiorano le condizioni di lavoro con ulteriore rischio per salute e sicurezza, vedi ultimo infortunio, operaio ustionato nell'appalto ilva -e nessuno - tranne lo slai cobas - dice niente.
Il posto di lavoro si difende con la lotta per mettere realmente a norma lo stabilimento, che non va chiuso, con buona pace degli ambientalisti antioperai.
Serve ora la forza autonoma e organizzata dei cobas per il sindacato di classe nelle mani dei lavoratori
per affrontare la situazione difficile che si presenta.
Noi non siamo per stare fermi a guardare.....
ma per tornare a bloccare la fabbrica e ad occupare l'intera città,
ma per i nostri interessi e non per quelli di padron Riva, Ferrante e capi.
L'assemblea del 22 settembre serve a questo!
SLAI COBAS ILVA
per il sindacato di classe
VIA RINTONE 22 TA
cobasta@libero.it - 3471102638
13.9.12
ilva taranto
Agli operai Ilva del Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti
IL 22 SETTEMBRE ORE 10 PRESSO IL CENTRO SPORTIVO 'MAGNA GRECIA' VIA ZARA
121, TARANTO, ASSEMBLEA OPERAI ILVA
PER:
- Discussione e approvazione di una seria piattaforma dei lavoratori per la
reale messa a norma dell'Ilva con tutela del lavoro, salario, ambiente,
salute, sicurezza, per costruire una voce e azione autonoma degli operai in
fabbrica;
- per impedire che l'azienda metta nel dimenticatoio tutte le altre
questioni, faremo il punto sullo stato dell'esposto e ricorsi "Cambio tuta"
(con il primo calendario delle udienze), delle problematiche sui livelli,
sicurezza sul lavoro, contratto siderurgici;
- rafforzare la forza indipendente in fabbrica degli operai, attraverso il
cobas ilva; non basta cancellarsi dai sindacati filoaziendali, senza
organizzazione gli
operai non contano niente e rischiano di prendere "mazzate" da tutte le
parti.
Invitiamo gli operai del Comitato liberi e pensanti a partecipare
all'assemblea del 22, per avere il vostro contributo e decidere insieme
l'attività in fabbrica.
Per informazioni: tel. 3475301704 - cobasta@libero.it
SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
TA. 15.9.12
porto di taranto
taranto - lotta al porto
mercoledì nuova iniziativa del Comitato Lavoratori del Porto
ore16 all'autorità portuale - richiesto incontro con il Presidente Prete
nei giorni scorsi oltre 70 lavoratori hanno dato vita al Comitato Lavoratori
del Porto su proposta e iniziativa dei lavoratori TCT iscritti allo slai
cobas taranto
I lavoratori della TCT sono stanchi di leggere sui giornali la sorte che gli
tocca, che diventa anzichè più chiara, più incerta e nebulosa ogni giorno
che passa; mentre nel frattempo vengono trattati come dei "lavoratori a
chiamata - sms", senza rispetto dei diritti, della privacy, in
cassintegrazione a zero ore che finora ha significato zero euro, con una
rotazione annunciata ma applicata con la politica di "figli e figliastri",
con una gestione concertata TCT/sindacati confederali, in cui tutto è deciso
senza mai sentire la voce, il parere dei lavoratori.
La cassintegrazione è al servizio di un piano stabilito ma finora tutto
sembra essere rimasto sulla carta e non si vede ancora quelle azioni che
permettano di valutare se il piano annunciato è mantenuto.
Intanto il Ministro Clini annuncia fondi per la crisi Ilva, ma dentro questi
fondi ci sono tutti i 197 milioni di euro previsti per il porto. L'assessore
Minervini conferma apertamente che 35 milioni di euro vengono dal de
finanziamento del Distripark, anch'esso presentato come futuro di salvezza e
sviluppo del porto.
Infine, Lei sig:Presidente dice chiaramente che se si ferma la
movimentazione Ilva è il 70% dell'attività portuale che viene meno"
I lavoratori del Porto si preoccupano seriamente del loro presente e
soprattutto del loro futuro.
Per questo chiedono di incontrarLA e ottenere direttamente dalla sua
autorevole voce le rassicurazioni necessarie
La data che proponiamo è mercoledì 19 settembre alle ore 16, pur restando a
disposizione per altra data disponibile. Per l'incontro è stata predisposta
la presenza di 3 lavoratori del porto, rappresentanti del neonato COMITATO,
per il COMITATO LAVORATORI del PORTO
slai cobas TCT tel. 347-1102638 cobasta@libero.it fax099-4792086
cimitero taranto
cimitero san.Brunone a Tamburi...
il posto più inquinato di Taranto
i morti - di cui tanti da inquinamento - son morti .. e chi vive e lavora al
Cimitero, che fine farà ?
Comunicato stampa -invito a conferenza stampa mercoledi 19 ore 10
presso cimitero s.brunone tel 347-1102638
A pagina 69 della sentenza del Riesame del 7 agosto 2012 emessa a conferma
della ordinanza del Giudice Todisco si scrive
" la gravissima situyazione di inquinamento, prodottasi con la
contaminazione della vasta area .... tra i comuni di taranto e statte,
causata dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili.oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si
accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane -
immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridossso del
siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero
di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di
polveri ferrose di colore rossastro...che ha determinato un gravissimo e
ormai insostenibile rischio sanitario."
I lavoratori cimiteriali attualmente nella cooperativa Ancora Service, e
prima ancora molti di essi nella cooperativa La solidarietà, da 15-20 anni
ogni giorno lavorano nel Cimitero per almeno 6 ore all'aria aperta e
sollevando tanta polvere e pulendo e tumulando ecc, esponendosi quindi alle
sostanze inquinanti, di cui sopra, con gravi evidenti danni alla loro salute
passata, presente e temiamo sopratutto futuri
ora dicono basta e sono pronti a mobilitarsi
la situazione e le loro iniziative saranno espresse direttamente a stampa e
tv- con invito a telecamere e fotografi a documentare il tutto
mercoledì 19 settembre alle ore 10 conferenza stampa Cimitero San brunone
Taranto
disoccupati organizzati taranto
20 settembre ore 10
piazza castello manifestazione
Taranto è in movimento, le TV e i giornali ora puntano i loro riflettori
sulla città, ma non emerge tutta la situazione.
A TARANTO NON SOLO SI MUORE PER INQUINAMENTO, MA NON SI RIESCE A VIVERE!
SENZA LAVORO E SENZA SOLDI NEANCHE SI PUO' VIVERE!
NOI DISOCCUPATI ORGANIZZATI da 3 anni, da quando abbiamo cominciato a
lottare per il lavoro, abbiamo fatto volantinaggi e promosso iniziative
rivendicando il lavoro nella raccolta differenziata porta a porta in tutti i
quartieri per occupare 200 disoccupati, e il lavoro nelle bonifiche e
manutenzione e risanamento dei quartieri, che potesse dare lavoro a 1000
disoccupati e abbiamo rivendicato per questo corsi di formazione retribuiti
e finalizzati a questo lavoro.
Abbiamo ottenuto finora corsi di formazione e lavoro nella raccolta
differenziata nei quartieri Lama - S. Vito. Ora più che mai è necessario
estendere questa lotta per tutta la città
Sulle bonifiche e risanamento Provincia e Comune hanno fatto solo parole e
promesse ma nulla di concreto anche di fronte a proposte precise che come
Disoccupati Organizzati abbiamo fatto.
Ora la situazione può cambiare. PER QUESTO COME DISOCCUPATI ORGANIZZATI
FACCIAMO APPELLO A UNIRCI E A LOTTARE.
Ma a non abbiamo fatto solo questo. Abbiamo avviato la campagna contro
Equitalia, rivendicando l'esenzione dal pagamento per lavoratori a basso
reddito, precari e disoccupati, poveri, raccogliendo firme anche nel
quartiere.
Così come rivendichiamo con forza che ci sia l'abbassamento come città
disastrata dell'IMU e Tarsu e la riduzione delle tariffe, perchè non
possiamo essere danneggiati due volte.
Ora è necessario organizzare una MANIFESTAZIONE su queste rivendicazioni e
organizzare una VERA VERTENZA per ottenere risultati concreti, tutti in
piazza castello 20 settembre ore 10
DISOCCUPATI ORGANIZZATI
Slai cobas per il sindacato di classe
TA. 8.9.12
cobasta@libero.it
347-1102638
347-5301704
Iscriviti a:
Post (Atom)