(da A. Marescotti – 29.9.12)
I GIORNI DELL'ILVA PRIDE, DA IPPAZIO
STEFANO A NIKI VENDOLA
“I tarantini sono orgogliosi di
un’industria come l’Ilva in cui convivono lavoro ed
ambiente”.
Chi diceva queste parole? Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. La dichiarazione è apparsa il 20
novembre 2009 sul Corriere del Giorno.
Ovviamente nulla pretese come prescrizioni all'ILVA nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Il 4 agosto 2011 l'allora Ministro Stefania Prestigiacomo annotava – nella parte delle "premesse" del testo dell'AIA - che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Quel Regio Decreto offriva e offre al Sindaco dei “superpoteri”, che possono giungere fino alla chiusura di un'industria che arrechi danno alla salute.
Ma non è finita qui. La vigile attenzione del Sindaco di Taranto arrivava a questi elogi verso l'azienda: "Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazioni alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria".
Queste lusinghiere parole del sindaco Ippazio Stefàno sono state poi smentite dalle perizie commissionate dalla magistratura, ma sono state ben evidenziate sulla rivista patinata dell'Ilva "Il Ponte", nell'ottobre 2011.
Tuttavia il Sindaco era in buona compagnia, visto che a maggio 2011 il periodico pagato dai Riva aveva già ospitato questa dichiarazione di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: “Chiesi ad Emilio Riva, nel mio primo incontro con lui, se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. Credo che dalla durezza di quei primi incontri sia nata la stima reciproca che c’è oggi".
Chi diceva queste parole? Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. La dichiarazione è apparsa il 20
novembre 2009 sul Corriere del Giorno.
Ovviamente nulla pretese come prescrizioni all'ILVA nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Il 4 agosto 2011 l'allora Ministro Stefania Prestigiacomo annotava – nella parte delle "premesse" del testo dell'AIA - che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Quel Regio Decreto offriva e offre al Sindaco dei “superpoteri”, che possono giungere fino alla chiusura di un'industria che arrechi danno alla salute.
Ma non è finita qui. La vigile attenzione del Sindaco di Taranto arrivava a questi elogi verso l'azienda: "Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazioni alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria".
Queste lusinghiere parole del sindaco Ippazio Stefàno sono state poi smentite dalle perizie commissionate dalla magistratura, ma sono state ben evidenziate sulla rivista patinata dell'Ilva "Il Ponte", nell'ottobre 2011.
Tuttavia il Sindaco era in buona compagnia, visto che a maggio 2011 il periodico pagato dai Riva aveva già ospitato questa dichiarazione di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: “Chiesi ad Emilio Riva, nel mio primo incontro con lui, se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. Credo che dalla durezza di quei primi incontri sia nata la stima reciproca che c’è oggi".
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