Le esplosioni in acciaieria dimostrano per l'ennesima volta che gli operai devono impugnare in prima persona con lo sciopero prolungato e mirato la battaglia per salute e sicurezza in fabbrica rispondendo no a qualsiasi esubero e liberandosi della scimmia addosso del sindacalismo aziendalista e collaborativo come pure di quella parte dell'ambientalismo antioperaio che vuole la chiusura della fabbrica.
Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
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Tre esplosioni sono avvenute la notte scorsa nell’impianto Idf a
servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2 nello stabilimento
siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Non si registrano feriti. Hanno
provocato diversi squarci alle tubazioni della condotta di aspirazione
del recupero gas. L’incidente è avvenuto alla
vigilia della fermata dell’Acciaieria 1 e del conseguente aumento della
produzione per l’Acciaieria 2, che necessita di manutenzione.
Per la fermata dell’Acciaieria 1 l’azienda ha già annunciato una
riduzione di personale da 477 a 227 unità, che determinerà la
collocazione di 250 lavoratori in Cassa integrazione ordinaria (Cigo).(FIM-CISL): «I fatti ci danno ragione»
«Non sono trascorse nemmeno 48 ore dall’incontro consumato nello stabilimento di Taranto dalle organizzazioni sindacali con i vertici di ArcelorMittal, sulla decisione di fermare Acciaieria 1 e marciare a pieno regime con l’Acciaieria 2, ed ecco emergere le prime criticità». Una decisione aziendale che abbiamo rigettato e definito inaccettabile, sia per i problemi che potevano verificarsi in termini di sicurezza ed ambientali, sia per l’impatto occupazionale che di fatto determina la collocazione in Cigo di 250 lavoratori».
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