“Lo sciopero di domani investe più livelli di coscienza perché oltre ai giovanissimi in cerca di un impiego da paghetta settimanale – spiega Daniele Simon, segretario del NIDIL CGIL di Taranto – centinaia sono i lavoratori che ogni giorno, da quest’attività, traggono il sostentamento per sé e per le loro famiglie. Sono queste le persone umiliate economicamente dall’ultimo accordo siglato tra un sindacato di comodo e le piattaforme di consegna. Accordo che sancisce l’ulteriore abbassamento delle tariffe a cottimo per il servizio”.
“Fanno turni di lavoro massacranti, si espongono al rischio, ma non hanno gli stessi diritti degli altri lavoratori. Per questo chiedono – spiega ancora Simon – una retribuzione vera e non a cottimo, diritti e tutele per la salute e la sicurezza loro e dei loro clienti, diritti previdenziali, il diritto alle ferie e al TFR e il diritto anche ad una rappresentanza sindacale”.
Oggi i fattorini in bici, moto o auto che durante il primo lockdown furono definitivi “servizio pubblico essenziale”, alzano la testa forti anche delle sentenze dei giudici italiani che riconoscono il lavoro subordinato e l’illegalità degli algoritmi per l’assegnazione delle consegne. In ultimo, l’accordo che abbassa le tariffe e annienta i diritti è anti-costituzionale...
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