mercoledì 24 marzo 2021

Il Contratto metalmeccanico si è chiuso - mai come questa volta gli operai sono stati invisibili - Ma i problemi restano tutti

Il CCNL metalmeccanico si è chiuso quasi in silenzio, senza che gli operai abbiano potuto dire la loro nè prima nè dopo.

Ora si dovrebbero tenere le assemblee all'ArcelorMittal e nelle altre fabbriche metalmeccaniche. Noi non abbiamo nessuna illusione che questo CCNL passerà così come è, e che il referendum che faranno Fim, Fiom, Uilm sarà una pallida, burocratica, finta democrazia sindacale.

Diverse possono essere le assemblee, che vanno utilizzate dai lavoratori più coscienti, dai delegati non allineati per fare una denuncia del contratto e del ruolo dei sindacati confederali sempre più collaborativo verso i padroni e allineato/sostenitore del governo Draghi; ma soprattutto per autorganizzarsi e lottare, perchè la lotta sui punti del salario, condizioni di lavoro, sicurezza/salute, diritti, ecc. non può essere affatto considerata chiusa col contratto, e ogni illusioni passata verso la trattativa non può che cadere e soprattutto perchè ora più che mai è inaccettabile che anche sulla pandemia, i padroni riprendono alla grande i profitti e lo sfruttamento degli operai e i lavoratori, coloro che producono tutta la ricchezza nazionale, rischiano licenziamenti, hanno salari miseri, rischiano la salute.

Riportiamo un articolo sul CCNL metalmeccanico usciti sul N. 15 del giornale proletari comunisti, che invitiamo a diffondere nelle fabbriche e durante le assemblee.

LA SOSTANZA DEL CONTRATTO

l'aumento è di 112 euro spalmato in un periodo più lungo del previsto, dato che il contratto diventa di quattro anni e mezzo; si riduce anche la già misera richiesta di 146 euro che doveva coprire il triennio 2020-2022, contenuta nella piattaforma di fiom-fim-uilm che più che un aumento era una piccolo risarcimento del salario perso in questi anni.

L'“aumento” ottenuto non è neanche un caffè al giorno. A giugno del 2021 l'aumento è di 25 euro, a giugno del '22, 27 euro a giugno del '23 e 35 euro a giugno del '24. Una spalmatura che nasconde un taglio dei salari di fatto. Se pensiamo che la maggiorparte dei lavoratori metalmeccanici ha avuto diversi periodi di cassintegrazione e che nell'anno scorso e nel primo semestre di quest'anno si tratta di cassa-covid che taglia oltre il 40% del salario, si può ben vedere come questo aumento sia irrisorio, e certamente non coperto dagli ulteriori 12 euro dell'Ipca (Indicatore dei prezzi al consumo armonizzati a livello europeo al quale si agganciano gli aumenti contrattuali) che arriveranno sui minimi da giugno 2020 per effetto del prolungamento del contratto precedente, insieme ai 200 euro di flexible benefit che beneficiano dell'esenzione fiscale.

L'altro “punto forte” del contratto è il nuovo inquadramento unico, che era rimasto, almeno contrattualmente, intatto dal 1973. Esso consiste nella sostanza nell'abolizione del 1°livello, quindi con passaggio a 9 livelli invece che 10. Qui c'è da dire che il 1° livello era diventato assolutamente di responsabilità di ruolo. “Si passa - come scrive il Sole 24 Ore – dalla mansione al ruolo; dal cosa si fa a come si può fare meglio”. Vengono individuati 6 criteri di professionalità: autonomia, responsabilità gerarchico-funzionale, competenza tecnico specifica, competenze trasversali, polivalenza, polifunzionalità, miglioramento continuo ed innovazione, collegati ai nuovo sistemi integrati di gestione. Un sistema che schiaccia i livelli verso il basso riducendo il salario dei metalmeccanici e facendo risparmiare i padroni sulla pelle dei giovani operai che già sono ai contratti più bassi.

Si tratta in sostanza di una richiesta di intensificazione dello sfruttamento, cumulo di mansioni, rapporto livello/prodotto/produttività, che non si tradurrà in un miglioramento salariale effettivo o che condizionerà ancora peggio di prima salario e passaggio di livello.

Il contratto poi si lancia su una serie di questioni che la realtà dimostrerà presto di cosa concretamente si tratta: rafforzamento delle relazioni industriali, confronto e partecipazione, diritto soggettivo alla formazione, clausola sociale negli appalti pubblici (mentre non si chiede per gli appalti privati, dove spesso c'è un passaggio da CCNL metalmeccanico a quello multiservizi), violenza di genere e smart working.

Inoltre, per favorire la previdenza complementare per le giovani generazioni vi è l’aumento del contributo aziendale al Fondo Cometa per i neo iscritti under 35; il contributo passerà dall’attuale 2% al 2,2% dei minimi contrattuali. Quindi, mentre c’è il collasso della sanità e la pandemia con i morti sui posti di lavoro e tra la popolazione, ancora soldi alla gestione privata della sanità con 'meta salute'."

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