sabato 20 marzo 2021

DA UN OPERAIO: Commento su "Lettera aperta a Ispettorato del Lavoro e Inps sulla cassintegrazione covid in ArcelorMittal"

15 feb 2021

"Come se non bastasse ai lavoratori in forze non viene retribuito lo straordinario quanto piuttosto sostituto con pari ore di permesso, ore che non possono assolutamente essere utilizzate dato che sono immediatamente scalate non appena i lavoratori stessi vengono posti in cassintegrazione essendo a zero ore". Un operaio in cigs di Ilva AS

 Riportiamo la "lettera aperta":

LETTERA APERTA

SLAI Cobas per il sindacato di classe

Sede: Taranto v. L. Andronico, 47 – 347/5301704 – C.F. 90177580736 - e mail: slaicobasta@gmail.com

Alla Direzione dell'Ispettorato del Lavoro - Taranto

Alla Direzione Inps - Taranto

TA. 15.2.21

OGGETTO: Conclusione accertamenti cassintegrazione Covid ArcelorMittal Taranto

 Il 29 gennaio l'Ispettorato territoriale del Lavoro di Taranto ha risposto alla denuncia/esposto fatta il 27

luglio 2020 dalla scrivente O.S., Slai cobas per il sindacato di classe sull'utilizzo illegittimo da parte di ArcelorMittal della cassintegrazione-Covid, dicendo solo che da parte dell'Ispettorato del Lavoro e dell'Inps sono stati svolti gli accertamenti. Da fonti stampa, però, siamo venuti a sapere che la conclusione dei vostri accertamenti è stata che "E' TUTTO REGOLARE".

Evidentemente avete fatto accertamenti sulle carte. Da quanto ci risulta nessun operaio è stato sentito.

Le vostre conclusioni non possono che essere frutto di una applicazione burocratica dei Dpcm del governo, senza distinguere realtà lavorative che effettivamente per la pandemia hanno dovuto chiudere, fermarsi e una multinazionale come ArcelorMittal che non si è mai fermata, che ha fatto lavorare in pieno lockdown 5000 operai tra diretti e appalto - cosa non avvenuta in nessuna fabbrica a livello europeo -, che aveva posto in cig molto prima dell'emergenza covid (da luglio 2019) e aveva già pianificato esuberi per tutti i mesi successivi, legandoli non certo alle conseguenze della pandemia, ma ai problemi di mercato dell'acciaio che c'erano prima, durante e continueranno ad esserci, e per cui al massimo poteva essere chiesta e autorizzata la cassintegrazione normale e non quella covid.

Ma non basta. Dall'autunno ArcelorMittal stessa, mentre continuava a chiedere cassintegrazione covid, mentre è in corso la pandemia, dichiara un aumento della produzione in conseguenza di un aumento delle commesse.

Quindi dove sono gli estremi per affermare che la richiesta di cig-covid sarebbe “regolare” e non, invece, una vera e propria truffa dell'azienda ai danni dello Stato e dei cittadini tutti, in primis dei lavoratori?

Con la cig-Covid, infatti, gli operai hanno visto e continuano a vedere quasi dimezzato il loro salario, mentre ArcelorMittal ci guadagna, dato che le aziende vengono scaricate da ogni contributo.

Chiediamo all'Ispettorato del Lavoro e all'INPS di rivedere le conclusioni degli accertamenti.

SLAI COBAS per ilo sindacato di classe

per comunicazioni:

slaicobasta@gmail.com – via Livio Andronico, 47 Taranto – 3475301704 - slaicobassc@pec.libero.it


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