Le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto, Fim, Fiom, Uilm ed Usb quest’oggi “hanno appreso che vi è stato un cedimento della struttura refrattaria dell’altoforno n.2, a distanza di un solo mese della ripartenza e successivamente all’esecuzione degli interventi previsti dalle prescrizioni della Procura della Repubblica di Taranto. L’azienda, al momento, non ha chiarito alle organizzazioni sindacali quanto accaduto alla struttura dello stesso altoforno e, inoltre, riteniamo inammissibile che accada dopo un mese dall’avvio nonostante vi siano state anche delle attività specifiche ai refrattari di shot creet”.
Fim, Fiom, Uilm, Usb ricordano che “in più occasioni hanno rivendicato e denunciato un’assenza di programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria tale da determinare un aumento ingiustificato del personale, addetto alle manutenzioni, che puntualmente è collocato in cassa integrazione. La multinazionale, di fatto, ha una gestione della fabbrica basata principalmente sulla produzione giornaliera nel rapporto con la forza lavoro presente in fabbrica e trascura tutte le attività necessarie a garantire la sicurezza in termini ambientali ed impiantistici”.
“Il ruolo dello Stato diventa imprescindibile per cambiare radicalmente l’attuale gestione della fabbrica che rischia di compromettere il futuro
ambientale, occupazionale e industriale del sito di Taranto” concludono
le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto, Fim, Fiom,
Uilm. (Corriere di Taranto).
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