Aggiornamento sul processo Ilva
Nelle scorse udienze in particolare hanno parlato difensori di imputati per i due infortuni mortali di Marsella e Zaccaria.
Per Zaccaria, morto il 28 novembre 2012 quando Taranto fu investita da un tornado che travolse la sua cabina scaraventandola in fondo al mare, sotto accusa, in concorso con Adolfo Buffo, Antonio Colucci e Giovanni Raffaelli, è finito Giuseppe Di Noi, caporeparto al molo dell’Ilva del porto di Taranto. Per lui il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 3 anni e 9 mesi di reclusione per omesse cautele e misure di sicurezza sul lavoro e omicidio colposo: al molo dell’Ilva venivano utilizzate apparecchiature di sollevamento “che risultavano in esercizio da oltre 30 anni e in pessimo stato di conservazione”, mancavano le misure di sicurezza, ossia un respigente fine-corsa
regolamentare e il fermo antiuragano per bloccare la cabina ed impedire
che finisse in mare. I difensori hanno contestato che il tornado, pur essendo eccezionale, fosse prevedibile e che fu talmente forte e violento da strappare gli ormeggi e spostare persino alcune navi. Infine, per Di Noi, non centrerebbe nulla perchè era responsabile solo
del carico e scarico delle navi (e non centrerebbe nulla?!).
Dell’altro infortunio in cui aveva perso la vita un operaio del Movimento ferroviario, Claudio Marsella sono accusati sempre Buffo e Colucci, anche il caporeparto Cosimo Giovinazzi, per il quale la pubblica accusa ha chiesto la condanna ad un anno e tre mesi di reclusione per la mancata adozione delle misure di sicurezza sul lavoro e la mancata osservanza delle norme anti infortuni.
Nell'udienza del 15 marzo, sotto accusa è stato Bruno Ferrante, ex legale rappresentante dell'Ilva, per cui i PM hanno chiesto 17 anni di carcere. I suoi avvocati l'hanno dipinto come persona che fin dall'inizio ha dato la sua collaborazione ai custodi giudiziari per mettere in sicurezza gli impianti, ma non aveva "alcun potere di gestione dell'area a caldo" (e perchè mai...?); che aveva già predisposto interventi per l'ambientalizzazione ma non li ha potuti fare per il poco tempo del suo incarico (che - a detta dello stesso Ferrante - l'aveva accettato dai Riva unicamente per "spirito di servizio" - Non mi dire...). I suoi avvocati hanno chiesto addirittura l'assoluzione!
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