Le lavoratrici degli asili, degli appalti comunali, delle scuole sfidando il divieto di sciopero, lavoratrici precarie, le studentesse, sono state le protagoniste delle iniziative nella giornata dell'8 marzo, dello sciopero delle donne, in questa giornata in cui in tutto il mondo le donne più sfruttate e oppresse scendono in lotta.
Oggi era concretamente visibile da un lato la "piazza di lotta", dall'altro le ipocrite iniziative di Comune, rappresentanti istituzionali, di professioniste, che offendono l'8 marzo e le donne.
Una giornata iniziata alla fabbrica, all'appalto ArcelorMittal, dove, purtroppo, pochissime operaie lavorano in una marea di più di 3mila operai, e in condizioni più sfavorevoli.
Ma stamattina questi operai hanno visto e sentito lavoratrici Slai cobas sc, compagne del Mfpr che hanno parlato anche a loro con continui comizi davanti alla portineria, per portare il significato importante per tutti della lotta delle donne e la necessità che gli operai sostengano questa battaglia che porta una denuncia complessiva di questo sistema e una esigenza di trasformazione sia delle condizioni di lavoro, di vita, sia delle concezioni; è stato detto che la lotta delle donne pone in maniera più netta e chiara che non basta la lotta sindacale, ma serve una lotta generale, una rivoluzione, per cambiare i rapporti di forza a livello sociale, politico, culturale, e che la marcia in più portata dalle donne serve a combattere anche concezioni maschiliste presenti pure tra i lavoratori, la cui ricaduta più tragica sono i femminicidi.
Tanti operai, soprattutto i giovani, hanno ascoltato attenti, hanno chiesto il volantino; e lì dove qualche lavoratore faceva commenti stupidi: "ma cosa vogliono le donne... hanno già troppo agio...", venivano zittiti dai loro stessi compagni di lavoro.
In piazza le lavoratrici in lotta, lavoratrici precarie, lavoratori appalti comunali dello Slai cobas sc, le rappresentanti delle studentesse, insieme a compagne del Mfpr, compagni della Fgc, di proletari comunisti, hanno tenuto un presidio combattivo, con interventi che hanno fatto sentire forte sia la voce della denuncia che dell'alternativa di una lotta contro l'intero sistema sociale che nega tutto, che scarica la pandemia, il disastro della sanità sulle famiglie e quindi sulle donne, ecc. Oggi negli interventi non si è parlato delle vertenze, delle lotte che quotidianamente fanno e continueranno a fare, ma del significato per le donne, lavoratrici dell'8 marzo, della sua origine/carattere proletario, rivoluzionario. Si è messa alla berlina chi oggi, come l'Usb con il sindaco Melucci, riduce tutta la questione delle donne a piantare un alberello di mimose; così come si è detto che le lavoratrici non hanno nulla a che fare con le signore del parlamento, del governo.Forte è stata anche la denuncia della Commissione di Garanzia sciopero che ha vietato lo sciopero delle lavoratrici delle scuole, che negli altri anni hanno costituito una componente significativa dello sciopero delle donne.
Un brindisi con vino ROSSO ha concluso la mattinata
La giornata di oggi si interseca con gli altri momenti di lotta nazionale, con lo sciopero generale del 29 gennaio, che ha toccato soprattutto diversi settori della logistica. Questi scioperi sono il segnale della necessità di elevare la battaglia contro il governo, lo Sato borghese e l'intero sistema capitalista.
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