Mentre gli operai stanno rischiando lavoro e soldi (tra cassintegrazione e ferie forzate); mentre gli operai che lavorano lo fanno ad alto rischio della salute e della sicurezza (per le fibre di amianto che sarebbero sparse nell'aria a seguito disastri per la tromba d'aria di mercoledì e per impianti danneggiati e soprattutto le gru da mettere in sicurezza - ma queste forse dovevano essere messe già prima della morte di Francesco Zaccaria - perchè, infatti, le gru non si sono bloccate con il vento forte? ),
i segretari di Uilm e Fim si preoccupano del rischio per l'azienda. E parlano come se fossero l'azienda:
Dal Corriere della Sera di oggi:
"Scorte al minimo e navi in coda. I sindacati: l'Ilva rischia altri danni.
Talò, uilm: Se non si troverà la via d'uscita (per aumentare le scorte) si riproporrà il dramma e il pericolo della chiusura contemporanea degli impianti. E' un problema serio che si aggiunge a quello delle navi in coda: per ogni ora in più di fermo rispetto a quanto stabilito dal contratto, l'Ilva paga penali altissime"
Panarelli, fim: Basti pensare che per via delle decisioni dei custodi dieci giorni fa eravamo ("eravamo"? Chi? Azienda e sindacati insieme?) arrivati a 12 milioni di euro di penale. Una follia...".
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