Franca Caliolo, dopo la sentenza che ha condannato a pene più alte gli altri imputati per la morte dell'operaio Antonino Miongolla, ma che già aveva archiviato la posizione di Riva, ha detto:
"Se i Riva si fossero chiamati Thyssen, se fossero stati tedeschi e non così tanto italiani, con tutte quelle amicizie, non saremmo arrivati a questo punto oggi, e loro forse sarebbero in questa aula. hanno condannato chi forse aveva le responsabilità minori, però io avevo bisogno che qualcuno attribuisse delle responsabilità. Non per me, non per mio marito ma per tutti quanti gli altri", i suoi compagni di lavoro.
Siamo d'accordo. Riva doveva essere tra gli imputati e avere una condanna maggiore degli altri. Perchè è il suo sistema che uccide. Chi manovra la catena dell'organizzazione del lavoro, della mancanza di sicurezza, del considerare "normale" lavorare a rischio, sono i Riva. Per loro la morte di Antonino è omicidio doloso, perchè interno ad una condizione lavorativa sistemica, perseguita con scienza e coscienza, perchè questa condizione ha prodotto e produce profitti a padron Riva.
Ma come mai, in questa occasione, per questo processo, ma come fu anche per il processo per la morte di Paolo e Franco per la gru, non abbiamo sentito nessun magistrato di Taranto gridare allo scandalo. Neanche la Todisco che "non guarda in faccia nessuno".
La lotta per la salute, la sicurezza non dovrebbe essere uguale?
La battaglia della Magistratura iniziata in maniera giusta a marzo per la difesa della salute e dell'ambiente, sta rischiando via via di prendere soprattutto una piega di scontro di poteri.
Gli operai continuano ad essere a rischio vita e ad ammalarsi, l'ambiente continua ad essere inquinato per la produzione, non certo per la commercializzazione dei prodotti.
Vorremmo che la Todisco e la Procura respingessero e contrastassero in ogni modo e con ogni mezzo tutto il decreto salva-Riva, il resto non da nè salute, nè lavoro.
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