mercoledì 26 dicembre 2012

SULL'ILVA, "E' COLPA DEL COLTELLO..."


Alcune argomentazioni per la chiusura dell'Ilva che usano alcuni esponenti delle associazioni ambientalisti, del Comitato Liberi e pensanti, come singoli esponenti dell'area e mobilitazioni per 'Taranto libera': nociva è la fabbrica in sè, nociva è la produzione stessa dell'acciaio, le fabbriche sono tout court incompatibili con l'ambiente, e altre amenità di questo genere, ricordano un passo di Marx ne Il Capitale Libro I cap. 13° su macchine e industria. Marx polemizzando anche ironicamente con coloro che denunciano le macchine in sè e non il loro uso capitalistico, riferisce l'argomentazione del celebre scannatore Bili Sikes che in Tribunale, dove veniva processato per i suoi assassinii, ultimo quello di un commesso viaggiatore, invitava i giurati a riflettere su dove stava la colpa: «Signori giurati, è vero che a questo commesso viaggiatore è stata tagliata la gola. Ma questo fatto non è colpa mia; è colpa del coltello. E per via di questi inconvenienti temporanei dovremo abolire l’uso del coltello? Pensateci bene! Dove andrebbero a finire agricoltura e artigianato senza coltello? Il coltello non è forse salutare in chirurgia quanto dotto in anatomia? E inoltre non è ausilio volenteroso nei lieti desinari? Se abolite il coltello ci ributterete nella barbarie più profonda».

"E' colpa del coltello"! Non dello "scannatore"!
"E' colpa della fabbrica, degli impianti, della produzione siderurgica", o, meglio, della esistenza dell'industria..."! Non del sistema capitalistico basato sul profitto e sulla distruzione di tutto ciò che ostacoli il profitto!

Lo scannatore non convinse la giuria. Ma invece i fautori di Taranto libera dalla fabbrica hanno purtroppo convinto (per ora) buona parte della popolazione di Taranto - benchè non la stragrande maggioranza degli operai e anche settori consistenti delle masse popolari dei quartieri.
Calderita

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