TARANTO
- «Al Fondo Antidiossina Taranto onlus stanno pervenendo ripetute
segnalazioni su presunta allerta amianto in diversi reparti dell'Ilva,
come, per esempio, nel reparto colata continua (CCO5) e nei pressi della
ciminiera di 80 metri di altezza che si sarebbe totalmente frantumata
al suolo». Lo rende noto Fabio Matacchiera, presidente del Fondo
antidiossina onlus riferendosi ai danni provocati dal tornado che ha
attraversato i comuni di Taranto e Statte mercoledì scorso. «Qualche
ditta esterna - aggiunge Matacchiera - avrebbe iniziato una bonifica,
probabilmente impossibile, per la straordinaria diffusione delle polveri
nel raggio di centinaia di metri e per l'assoluta sottigliezza delle
fibre di amianto».
Secondo l'ambientalista, «tali fibre microscopiche,
inferiori anche a 3 micron, non possono essere rilevate e tanto meno
"raccolte" con alcun sofisticato strumento e, se tale diffusione dovesse
essere confermata, potrebbe causare serissimi problemi di salute tra
gli operai e nella popolazione». «Non ci risulta - osserva ancora
Matacchiera - che siano stati presi adeguati provvedimenti dopo la
caduta del camino di 80 metri, presumibilmente coibentato da tonnellate
di amianto, né tantomeno che siano state fatte verifiche sulla stabilità
delle decine di ciminiere che svettano in cielo e che potrebbero aver
subito seri danni, tanto da poter essere considerate non stabili o
pericolanti, dopo il passaggio del tornado».
Il presidente del Fondo Antidiossina chiede all'Arpa
Puglia ed alla procura della Repubblica «di valutare la possibilità di
rischi a cui possono andare incontro, sia i lavoratori, sia la
popolazione residente, nonché l'efficacia di eventuali kit di protezione
dalle fibre di amianto friabile in uso in Ilva». Si richiede «inoltre
che siano messi a collaudo gli impianti eventualmente danneggiati,
nonché tutti gli edifici, all'interno dell'area industriale, colpiti
dalla tromba d'aria, torri comprese».
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