venerdì 21 dicembre 2012

Siamo d'accordo con il giorn. Leone Taranto Oggi


che denuncia la strana iniziativa della Fondazione 'Casa sollievo della sofferenza' Opera di San Pio da Pietralcina di San Giovanni Rotondo che ha deciso di consegnare alla Caritas di Taranto 300 pacchi di generi alimentari, perchè siano distribuiti agli operai dell'Ilva. Saranno date anche, sempre ai cosiddetti "operai Ilva più bisognosi", 300 bottiglie di olio extravergine di oliva prodotto nella Masseria Calderoso.
Un'operazione sconcertante e demagogica che descriverebbe gli operai dell'Ilva come indigenti, senza lavoro, cosa che non corrisponde alla realtà. 
Gli operai dell'Ilva hanno un solo problema in questa città, il loro padrone che li vuole ricattare, mettendo in discussione il posto di lavoro, il salario, oltre che la salute, cosa ormai notoria. 
Ferrante ha posticipato il pagamento delle 13° e fa circolare la voce che potrebbero esserci problemi sullo stipendio di gennaio, ha aumentato gli operai cassintegrati, ed è quindi l'unico che peggiora la condizione salariale e di vita degli operai. 
Mentre a Taranto ci sono tanti, tanti disoccupati, chi ha perso il lavoro, poveri, che effettivamente passeranno un natale senza un centesimo, e a cui purtroppo anche questi pacchi vivereìi e olio extravergine non arriveranno. 
Ma siccome di solito queste cose non avvengono senza segnalazioni, pensiamo francamente che sia qualche prete e gestore della Caritas locale che voglia dare un sergnale per alimentare la contrapposizione tra operai e città che lotta contro l'inquinamento.

E questo lo diciamo perchè dello stesso segno ci sembrano i discorsi del cappellano del siderurgico, Padre Nicola Preziuso, che celebrando la messa ha detto un'altra serie di "stronzate" di questo genere. 
L'intera omelia è tutta una stronzata a dir la verità - ne parla la Gazzetta del Mezzogiorno - ma alcune frasi sono emblematiche: "il natale degli operai Ilva come quello di Betlemme... è in sintonia con le situazioni di difficoltà e di precarietà che caratterizzò la nascita di nostro signore Gesù Cristo nella grotta di Betlemme, in condizione di estrema povertà e di tanta ansia e preoccupazione...". Ma, Vaffanculo!
Questi preti sono ancora sul 'Libro paga' di Archinà? Mons. Santoro ha detto che avrebbero smesso...
Ma c'è anche dell'altro grottesco: Ferrante in fabbrica, anche durante la messa ha avuto il coraggio di unire le parole rivolte ai due giovani operai assassinati in fabbrica al ricordo di chi in questi mesi è "privo della libertà personale". 
All'ombra del decreto Ilva queste dichiarazioni danno una chiara  idea di una controffensiva che i padroni e i loro servi, Chiesa, Istituzioni, mass media stanno portando avanti, in fabbrica innanzitutto e contro i cittadini che sono scesi in piazza il 15 dicembre.

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