Il decreto Ilva è stato il regalo di
natale del governo all’azienda. Ferrante, Buffo e infine la
famiglia Riva lo hanno accolto con entusiasmo e ogni giorno hanno
espresso la loro gratitudine e la loro ripresa piena del potere in
fabbrica, con comizi, messe e dichiarazioni stampa.
Proprio a dimostrazione che padroni e
operai in questa vicenda non sono sulla stessa barca, vediamo invece
il “ringraziamento” che hanno ricevuto gli operai.
La 13° pagata in ritardo come segnale
che anche gli stipendi del prossimo mese possono essere dati in
ritardo, e i numeri della cassintegrazione aumentati, nonostante
l’approvazione del decreto abbia tolto giustificazioni alla stessa
cassa e come minimo i numeri avrebbero dovuto essere ridotti.
Ma lavoro e salario sono armi molto
consistenti di ricatto, per tenere gli operai buoni a lavorare e
allineati e coperti sulla posizione aziendale.
Nessun operaio ha accolto bene queste
decisioni e questa situazione. Ma a mantenere il clima ci hanno
pensato i sindacati confederali. Il segr. Della Fim, Panarelli e
quello della Uilm, Talò - su Stefanelli, Fiom, stendiamo un velo
pietoso – si sono letteralmente sbracciati in questi giorni in
dichiarazioni di sostegno all’azienda che ne hanno dimostrato la
natura di puri e semplici portavoci.
Lo Slai cobas per il sindacato di
classe ribadisce il suo netto NO alla cassintegrazione e ad ogni
attacco ai salari dei lavoratori.
Se entro il 10 di gennaio non
saranno rientrati tutti gli operai dalla cassa e gli stipendi non
saranno regolarmente garantiti, la fabbrica si deve fermare, con le
buone o con le cattive.
A questo chiamiamo fin da ora tutti
i lavoratori e tutti gli organismi sindacali, formali o non formali.
Se col decreto salva-Riva in atto si
lascia mano libera all’azienda, non si avrà alcun risanamento –
ammesso pure che col decreto si possa avere – e gli operai saranno
usati oltre che come burattini, come manodopera flessibile a
disposizione, senza alcuna garanzia.
Lo Slai cobas chiede con forza che si
vada ad una verifica ora dell’effettiva rappresentatività dei
sindacati confederali in fabbrica attraverso il rinnovo subito delle
Rsu.
Lo Slai cobas sostiene la necessità di
una lista unica di tutti coloro che non condividono la linea dei tre
sindacati confederali in fabbrica per vincere le elezioni e ridare in
mano ai lavoratori il sindacato.
Taranto via Rintone 22 –
slaicobasta@gmail.com
– T/F 0994792086 – 3475301704 (attivo anche in questo periodo di
feste).
TA. 22.12.12
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